Prosegue la duratura collaborazione tra Netflix e Zack Snyder che dalla commedia d’azione Army of Thieves e dalla space opera Rebel Moon atterra ora nel mondo dell’animazione, con la nascita di Twilight of the Gods. La serie, composta da 8 episodi di circa 30-40 minuti ciascuno ed uscita sulla piattaforma di streaming il 19 settembre, aveva tutte le carte in regola per essere uno dei migliori prodotti Netflix del 2024: una storia co-creata e diretta da Zack Snyder basata sulla mitologia norrena e con musiche di Hans Zimmer, con il quale Snyder aveva già collaborato in Man of Steel.
Twilight of the Gods racconta l’affascinante mondo della mitologia nordica partendo, come spesso accade, da una storia d’amore: la serie, infatti, inizia con il protagonista, Leif, re umano, che racconta ai suoi guerrieri come ha incontrato l’amore della sua vita, la sua futura sposa Sigrid, una bellissima guerriera metà donna e metà gigante. Purtroppo, però, il loro sogno d’amore viene interrotto con l’arrivo durante le loro nozze di un ospite indesiderato: un incontro che segnerà per sempre le loro vite e getterà le basi per lo sviluppo della stagione.
L’intero primo episodio è funzionale alla presentazione dei protagonisti, dell’ambientazione della storia e del tenore della stessa: infatti fin da subito, dal racconto dell’incontro fra Sigrid e Leif, lo spettatore comprende che non si tratta di una classica storia d’amore, ma di un amore ambientato nel mondo fantastico scandinavo, caratterizzato da lotte, guerre e mistero. Sebbene vi siano numerose scene d’azione fin dai primi minuti, contrassegnate da forte violenza ed estremi spargimenti di sangue – come spesso si vede in molte delle ultime serie animate per adulti -, in linea di massima la narrazione mantiene un ritmo lento, dispiegandosi scena dopo scena e fornendo pochi, misurati, dettagli sui protagonisti, così da creare un alone di mistero che accompagnerà lo spettatore fino alle ultime scene dell’episodio, che, in controtendenza, con il resto della puntata sono cariche di adrenalina.
Nonostante teoricamente la trama del pilot abbia una struttura in crescendo, che dà il giusto quantitativo di informazioni e mistero per incuriosire lo spettatore e predisporlo poi ad accogliere con stupore gli ultimi minuti della storia, generando così anche il giusto hype per proseguire con la visione dei successivi episodi, il risultato finale risulta didascalico con una sequenza finale che manca della potenza e dell’impatto che avrebbe dovuto invece avere, colpendo lo spettatore semplicemente per la mole di atti violenti compiuti.
Siamo, quindi, ben lontani da prodotti come ad esempio Invincible, serie tv del 2021 distribuita da Prime Video, il cui pilot memorabile ancora suscita scalpore. Sebbene si tratti di storie completamente differenti – Invincible infatti rientra nel classico filone delle storie di supereroi –, è impossibile non paragonare la realizzazione dei due pilot, nei quali vediamo un tentativo di esecuzione del finale simile ma con risultati completamente differenti: Invincible sfrutta l’estrema violenza delle proprie scene d’azione per rafforzare l’effetto sorpresa sul finale, lasciando lo spettatore disorientato e a bocca aperta, in uno dei primi episodi più strabilianti e memorabili delle produzioni animate d’azione degli ultimi anni. Twilight of the Gods, invece, oltre ad introdurre scene cruente fin da subito, non è riuscita a caricare della giusta potenza la scena d’azione finale, rendendola quasi una scena non conclusiva dell’episodio ma solo uno dei tanti momenti di lotta.
Anche per quanto concerne lo stile di animazione si accusa l’assenza di innovazione e del cosiddetto effetto “wow”. Le figure spigolose e i disegni semplici dei personaggi non fanno spiccare graficamente il prodotto, ricordando uno stile quasi retrò di animazione che non riesce a tenere il passo con l’evoluzione che questo settore ha avuto negli ultimi anni – basti pensare allo strabiliante Spider-Man: Into the Spider-Verse che ha riunito in sé diversi stili di animazione, oppure lo stesso Blue Eye Samurai, altra produzione Netflix caratterizzata da colori vibranti.
A rafforzare la sensazione che l’animazione sia semplicistica vi è l’utilizzo dei colori, principalmente scale di grigi, che appiattiscono la produzione e mancano nello sfruttare la bellezza e le potenzialità visive dell’ambientazione scandinava che con le sue distese di neve e verdi boschi offre una cornice stupenda alla narrazione; si poteva giocare con i contrasti visivi fra l’immobile bellezza dei paesaggi del Nord Europa e il colore accesso del sangue delle battaglie, alimentando così anche l’aura di misticismo che la sceneggiatura voleva parzialmente generare e che ben si addice alle storie aventi come soggetto la mitologia nordica.
Intrigante è invece il doppiaggio, soprattutto delle divinità, che riesce a dare spessore e autorevolezza a personaggi appiattiti dall’animazione poco audace e da una trama non particolarmente innovativa.
Twilight of the Gods aveva tutte le premesse per essere un prodotto interessante, soprattutto per gli amanti della mitologia norrena e dello stile di Zack Snyder, ma il suo primo episodio fallisce nel porre le basi per una storia innovativa, soprattutto da un punto di vista visivo, non riuscendo a reggere il confronto con le produzioni degli ultimi anni.
Tutto sommato il pilot risulta godibile e in grado di intrattenere lo spettatore con una trama scorrevole seppur banale, aiutata sicuramente dalla breve durata dell’episodio (30 minuti); gli avvenimenti degli ultimi minuti spingono, comunque, a proseguire la visione, nella speranza che si assista ad un’evoluzione della trama che aiuti a risollevare un pilot ordinario e non particolarmente memorabile.
Voto: 6