Int. Chinatown – Notte
Il protagonista – Willis Wu – è nel retro del ristorante dello zio a buttare la spazzatura raccontando al suo amico di quanto sia stagnante la vita a Chinatown: nulla accade, soprattutto nulla di interessante, e i giorni sembrano susseguirsi senza lasciare un particolare segno. È stufo, vorrebbe che accadesse qualcosa, come ad esempio succede nelle serie tv crime, dove ogni episodio inizia con persone comuni che o vengono uccise o scoprono il cadavere che dà inizio alla narrazione.
Int. Chinatown – Pochi Minuti Dopo
Willis esce nuovamente per buttare la spazzatura, questa volta da solo, ed assiste al rapimento di una donna. Da quel momento la sua vita cambia per sempre.
Non si tratta di una bozza di una nuova sceneggiatura ma bensì è la premessa del pilot di Interior Chinatown, la nuova serie tv prodotta da 20th Television e uscita su Hulu e Disney+ il 19 Novembre.
La serie è tratta dall’omonimo romanzo dell’autore Charles Yu, qui in veste anche di sceneggiatore e produttore esecutivo, pubblicato nel Gennaio 2020 da Pantheon Books e vincitore 2020 del premio National Book Award for Fiction. L’innovazione rappresentata dallo stile narrativo di Yu – che ricalca una sceneggiatura cinematografica – e la potenza di una storia che riesce a creare un’esperienza di vita universale e allo stesso tempo focalizzata sull’essere asiatico-americano, ha attirato in pochissimo tempo l’interesse del mondo televisivo, tanto che Hulu nel 2022 ha ordinato la produzione di dieci episodi ispirati a questo romanzo, chiamando per il ruolo del protagonista Jimmy O. Yang.
Un altro grande nome presente nella produzione è quello di Taika Waititi che oltre ad essere produttore esecutivo firma la regia del primo episodio della serie. Interior Chinatown si aggiunge, quindi, alla lista di produzioni che coinvolgono il regista e che hanno come obiettivo il dare maggiore risalto e spazio a storie ancora poco presenti nel panorama cinematografico e televisivo internazionale. Si pensi ad esempio ad altri lavori di Taika come Our Flag Means Death oppure Reservation Dogs : opere che hanno lasciato il segno nella serialità moderna, come si può notare dai vari riconoscimenti ricevuti, e soprattutto nella mente degli spettatori ponendo al centro personaggi queer e appartenenti a minoranze, sovvertendo le narrazioni che finora hanno caratterizzato queste storie attraverso lo strumento della commedia.
Anche per quanto riguarda Interior Chinatown, infatti, siamo di fronte ad una serie tv comedy, nonostante lo stile di comicità utilizzato sia differente da quello tipico di Waititi, visibile in prodotti dove egli stesso è il creatore, come per esempio Time Bandits, serie uscita quest’anno su AppleTV+.
In Interior Chinatown la comicità viene sviluppata su due piani: quello dei personaggi e quello della struttura stessa dell’episodio. Il primo è lo stile di comicità a cui si è abituati: lo sfruttamento della naturale predisposizione dei personaggi, in questo caso del protagonista stesso e del suo amico e collega, al creare momenti di ilarità nel corso della puntata. Ciò che rende però interessante Willis è la sua dualità fra l’essere protagonista e allo stesso tempo personaggio secondario della propria vita, che gli permette di mettere in risalto le caratteristiche principali di entrambi i ruoli: la forza del protagonista, infatti conosce e pratica il kung fu, e le paure, estremizzate per creare un effetto comico, dell’aiutante o personaggio secondario.
Molto più interessante è invece la comicità portata avanti attraverso la narrazione. Partendo da Willis, aspirante attore bloccato nel ruolo di cameriere in una serie tv crime, l’intero episodio è costruito come un classico dramma procedurale: dalla creazione di una sigla per i due detective incaricati del caso della donna scomparsa – che ricorda molto la sigla di Law & Order – alla presenza di una scena con voice-over tipico di un intermezzo pubblicitario.
L’inserimento di questi momenti che palesemente ricalcano un altro prodotto televisivo e una pubblicità rompono la sospensione dell’incredulità in maniera positiva, mostrando i limiti di queste narrazioni e come questa struttura non è per niente applicabile “alla vita reale”, dove è impossibile seguire schemi così ben delineati.
Malgrado i sogni di Willis danno forma ad un episodio poliziesco, con scene d’azione e colpi di scena, il focus della serie resta chiaro: raccontare la storia di un ragazzo asiatico-americano medio, senza particolari talenti o bellezza fuori dal comune che gli permettono di emergere, riuscendo ad uscire dalla bolla della propria comunità.In contrasto con i vivi colori di Chinatown, infatti, la vita di Willis scorre monotona e grigia, scandita solo dal suo lavoro, dai momenti con il collega e dal rapporto con la famiglia; anche se quest’ultima perde la connotazione positiva di focolare familiare andando invece ad aggiungere responsabilità e senso di inadeguatezza nel protagonista.
Ciò che ha reso celebre il libro, però, viene perfettamente traslato nella serie tv, rendendo la storia di Willis un racconto che amplifica le voci di una minoranza e allo stesso tempo racconta di sensazioni e sentimenti universali, creando un personaggio in cui chiunque può immedesimarsi o, almeno, con cui è possibile empatizzare. Infatti, un altro pregio dell’episodio è la sua capacità di fornire allo spettatore tutte le informazioni fondamentali sul protagonista senza risultare mai didascalico ma, anzi, mescolando perfettamente momenti di comicità, azione e scene emozionanti. In soli 50 minuti si riescono a conoscere i sogni, le paure e le speranze del protagonista ponendo le basi per un interessante sviluppo nel corso delle restanti puntate.
I temi trattati dal pilot, dal senso di inadeguatezza alla voglia di dare una svolta alla propria vita, raccontati attraverso un punto di vista finora poco sfruttato e con uno stile narrativo che sa prendersi gioco dei classici trope del settore, sorprendono lo spettatore, permettendo ad Interior Chinatown di distinguersi nel panorama comedy e promettendo un’avventura divertente che spinge a proseguire la visione, preparando ad un racconto che sicuramente è molto più di quel che ha voluto mostrare in questo primo episodio.
Voto 1×01: 8