A seguito dei successi dei film Spider-Man: No Way Home e Spider-Man: Across the Spider-Verse e nella trepidante attesa dei rispettivi sequel, arriva sul piccolo schermo una nuova storia con protagonista l’amatissimo – e amichevole – Spider-Man di quartiere: Your Friendly Neighborhood Spider-Man.
La serie tv animata, composta in totale da 10 episodi di cui i primi due usciti sulla piattaforma Disney+ il 29 gennaio scorso, prende vagamente le fila di ciò che accade nel film Captain America: Civil War per creare un “What If”, un universo parallelo, in cui il mentore di Peter Parker non è più Tony Stark – come invece è nel MCU (Marvel Cinematic Universe) – ma bensì Norman Osborn che, per chi non è troppo dentro la lore di Spider-Man è la vera identità di Green Goblin, uno dei principali avversari dell’arrampicamuri, interpretato sul grande schermo da Willem Dafoe nel primo film della trilogia di Sam Raimi.
Your Friendly Neighborhood Spider-Man riprende molte caratteristiche di Spider-Man presenti negli ultimi film Marvel: dalla sua casa, identica a quella del Peter Parker interpretato da Tom Hollad, alla stessa zia May che anche in quest’universo è rappresentata in modo molto giovanile e con tratti simili all’attrice Marisa Tomei che la interpreta nel MCU, finanche ai cartelloni che appaiono negli sfondi che rappresentano alcuni Avengers. La serie, però, non si limita a fare riferimenti al solo MCU poichè mette in campo numerosi personaggi appartenenti alla lunghissima storia fumettistica di Spider-Man sebbene con piccoli e grandi cambiamenti di design legati alle loro origini etniche o a dinamiche di gender swap che permettono loro di avere una nuova vita all’interno del franchise. Si crea così un mix di nuovo e nostalgico che consente al prodotto di omaggiare la storia di Spider-Man, attirando i fan più accaniti, e allo stesso tempo di non voltare le spalle al presente, immergendo Peter e il suo mondo nel 2025.
Come ogni prodotto recente del MCU, Your Friendly Neighborhood Spider-Man si inserisce all’interno di un ecosistema molto più ampio, non limitandosi al creare riferimenti ad altri prodotti all’interno della propria narrazione ma sfruttando diversi mezzi per raccontare la propria storia.
Infatti, prima dell’arrivo della serie tv è stato pubblicato un prequel a fumetti in cinque volumi usciti a partire da dicembre 2024 che si inserisce all’interno della trama di Your Friendly Neighborhood Spider-Man raccontando un po’ ciò che non viene mostrato dalla serie animata, cioè i primi passi di Peter Parker dopo essere stato morso dal ragno: i momenti post trasformazione, le prime lotte e come crea il suo costume. Non è necessario, però, dover leggere i fumetti per poter comprendere ed apprezzare la serie animata perché le due storie sono complementari: entrambe sono utili per avere una visione a 360° del racconto di questo Peter Parker ma non sono l’una indispensabile all’altra per poter godere della visione o della lettura dei contenuti. Infatti, proprio come accade in Spider-Man: Homecoming, la storia della serie si sofferma poco sul post-morso, dando più spazio, invece, ad uno Spider-Man che ha già deciso di iniziare la sua attività da supereroe, seppur ci troviamo nei primi momenti della sua “carriera”, come si evince dal costume estremamente rudimentale – ma realistico se si pensa che è stato creato da un 15enne – e su un Peter Parker che cerca di conciliare amicizia, amore, studio e lavoro nel suo solito modo: goffamente e sempre in ritardo.
Il dare per scontato gli eventi salienti della origin story di Peter, da un lato permette alla storia di essere più dinamica, immergendo subito lo spettatore nel vivo delle scene d’azione di Spider-Man, evitando così di trasformarsi nell’ennesima copia dei tanti prodotti già creati per questo personaggio, ma dall’altro in alcuni momenti può risultare un po’ superficiale, sfruttando troppo la memoria collettiva e la presenza di un prequel per saltare passaggi, più o meno importanti, lasciando un po’ spaesati gli spettatori soprattutto quelli meno esperti sul personaggio.
Ciò che resta, però, una costante nel multiverso della Marvel è proprio Peter Parker. Non importa, infatti, in che universo si trovi, l’età che abbia o in quale format è raccontata la sua storia, il carattere del personaggio – dal suo umorismo alla sua inventiva e costante sfortuna nelle piccole cose della vita – è un punto fisso, ciò che permette a questo personaggio di distinguersi dai grandi eroi Marvel e di essere fra i supereroi più amati dai fan. Le difficoltà ad interagire con le ragazze, come dimostrano i suoi goffi tentativi di parlare con Pearl – la ragazza per cui ha una cotta – e il suo preferire il laboratorio alle partite di football lo rendono un simbolo per tutti gli “sfigati” avvicinando la figura dell’eroe ad un ragazzo comune, a differenza ad esempio di un Capitan America.
Anche, però, nel mostrare la vita quotidiana di Peter, ricca di imprevisti e momenti comici, vediamo in questa serie un’evoluzione rispetto alla narrativa passata che poneva molto l’accento sul fatto che Peter fosse quasi un emarginato a scuola, dimenticato e ignorato da tutti. In questa rappresentazione, infatti, nonostante sia chiaro a tutti che Peter non sia la persona più figa dell’istituto non vi è mostrato il bullismo di cui era vittima per opera di Flash ma anzi, il personaggio che per caratteristiche più si avvicina a Flash, Lonnie Lincoln, è in realtà un giocatore di football che è interessato alla scienza e che per questa sua passione riesce a creare una connessione con Peter, rendendolo parte della vita sociale scolastica. Vi è un cambio culturale in atto che dimostra come è possibile adattare un prodotto alle esigenze del pubblico di riferimento senza però snaturarlo completamente, ma semplicemente adattandolo al contesto in cui si trova.
Questo continuo dialogo fra passato e presente, fra l’eredità di uno dei personaggi più amati della Marvel e la volontà di continuare a raccontare la sua storia si sente forte sia nella sigla – che campiona la colonna sonora della serie animata Spider-Man del 1967 – sia nell’animazione.
In completa antitesi con lo stile dei film dello Spider-Verse e con le altre produzioni Marvel Studios Animation, Your Friendly Neighborhood Spider-Man riesce a dare vita ai disegni di Steve Ditko e John Romita Sr. (disegnatori dei primi fumetti di The Amazing Spider-Man) creando un’animazione in 3D che cerca il più possibile di avvicinarsi allo stile dei classici fumetti donando un gusto retrò alla serie.
Nonostante in alcuni momenti, soprattutto nei dialoghi, questo stile possa risultare un po’ macchinoso, rendendo leggermente statiche le espressioni dei personaggi, in realtà è un’animazione che si adatta molto bene alla tipologia di storia raccontata, omaggiando il passato e regalando allo spettatore stupende sequenze in cui il giovane Spider-Man attraversa la città dondolando con le sue ragnatele. Un’esperienza visiva a cui non si è spesso abituati, non essendo uno stile tipicamente in voga al momento, ma che dà un tocco di originalità in più al prodotto che altrimenti potrebbe risultare ripetitivo, date anche le numerose serie tv animate create sul personaggio.
Due episodi sono pochi per poter giudicare a pieno questa serie in quanto si tratta di puntate dal carattere fortemente introduttivo che lasciano trasparire poco su come si svilupperà la trama, anche se il cliffhanger finale lascia presagire che il meglio deve ancora venire. Malgrado ciò, la creatività con cui è stato approcciato il progetto, sia da un punto di vista tecnico sia di sceneggiatura, con un’infinita cura verso la storia di Spider-Man, dimostrata anche attraverso l’inserimento di numerosi easter egg, e la presenza di momenti comici tipicamente nello stile di Parker, rendono anche queste prime puntate molto piacevoli e scorrevoli. Inoltre, il fatto che la serie sia stata già rinnovata per due stagioni fa intendere che vi è una volontà di creare un prodotto di qualità che abbia una storia coerente e con una certa progettualità. Proprio questo rappresenta forse una grande novità in un universo Marvel in continua espansione dove sembra che ogni produzione – sia essa cinematografica sia televisiva – punti a creare trame sempre più complesse con troppi riferimenti ad altri film e con infinite scene d’azione che non lasciano spazio alla realizzazione di un racconto davvero interessante per lo spettatore.
A volte ritornare alle origini creando una storia semplice ed essenziale ma non per questo banale è più che sufficiente per distinguersi e per regalare agli spettatori, siano essi fan accaniti o giovani ragazzi che si approcciano ora per la prima volta al personaggio di Peter Parker, un momento di svago in cui immedesimarsi. Dopotutto, questa è la vera essenza della storia di Spider-Man: non esplosioni e combattimenti spettacolari ma semplicemente il racconto di un ragazzo comune con poteri straordinari che cerca di fare del suo meglio per aiutare gli altri e vivere la sua vita.
Voto 1×01: 7
Voto 1×02: 7 ½