Ironheart – 1×01/02/03 Take Me Home & Will the Real Natalie Please Stand Up? & We in Danger, Girl


Ironheart – 1x01/02/03 Take Me Home & Will the Real Natalie Please Stand Up? & We in Danger, GirlDa pochi giorni disponibili su Disney+, i primi tre episodi di Ironheart ci introducono a una nuova voce femminile nel sempre più affollato universo Marvel, quella di Riri Williams, giovane ingegnera geniale alle prese con un’armatura da (ri)costruire e una serie di traumi da risolvere. Creata da Chinaka Hodge, la miniserie – sei episodi in totale, di cui la metà già rilasciati – rappresenta la quattordicesima serie tv del Marvel Cinematic Universe, nonché la chiusura della controversa e discontinua Fase 5.

Si tratta di un posizionamento narrativo e produttivo non indifferente, che carica di aspettative un racconto che invece sceglie di sottrarsi alla mitologia iperbolica del franchise per concentrarsi su qualcosa di molto più personale: il trauma, il lutto, e l’identità di una ragazza che, a differenza di molti suoi predecessori, non sembra in alcun modo interessata a diventare un’eroina. Riri Williams, interpretata da una convincente Dominique Thorne, fa ritorno a Chicago dopo essere stata espulsa dall’MIT. Un ritorno che non ha nulla di trionfale: senza risorse e con una reputazione compromessa, la giovane si ritrova a collaborare con un gruppo di criminali per cercare di portare avanti le sue ricerche e, soprattutto, migliorare l’armatura che l’ha già messa sotto i riflettori in Black Panther: Wakanda Forever. Ma qui non siamo davanti a un’esaltazione del genio tecnologico alla Tony Stark: le ambizioni di Riri sono immerse in una realtà ben più concreta, che ha a che fare con il dolore per la perdita del patrigno e della sua migliore amica Natalie, figure costanti nella narrazione pur non essendo più presenti fisicamente. Sono infatti proprio queste assenze a costituire il vero motore emotivo della serie, il nucleo attorno al quale si costruisce non solo il personaggio, ma l’intera narrazione dello show.

Ironheart – 1x01/02/03 Take Me Home & Will the Real Natalie Please Stand Up? & We in Danger, GirlIl cast che ruota attorno alla protagonista è di tutto rispetto e contribuisce a dare spessore ai personaggi secondari. Anthony Ramos, già noto per Hamilton e In the Heights, interpreta Parker Robbins, alias The Hood, un villain che si muove tra criminalità e misticismo, e che però, almeno nei primi episodi, fatica a imporsi come minaccia davvero memorabile. Il suo gruppo di alleati è composto da figure eccentriche ma ancora abbozzate, che si limitano per ora a fare da contraltare all’ingegno di Riri senza lasciare un’impronta profonda. Funzionano meglio invece le dinamiche familiari, in particolare con la madre Ronnie, che Anji White restituisce con una presenza affettuosa ma mai zuccherosa. A completare il quadro, troviamo anche Alden Ehrenreich (Solo: A Star Wars Story) nei panni di Ezekiel, una sorta di “figlio d’arte” che potrebbe riservare sviluppi interessanti nei prossimi episodi.

Dal punto di vista narrativo, la serie mostra un lodevole tentativo di uscire dai binari classici della “origin story”. Riri non è interessata ad abbracciare un destino eroico, né a inserirsi nelle logiche salvifiche del MCU. La sua storia è più raccolta, più intima, e per questo più affine alle produzioni post-Endgame che hanno provato a esplorare il trauma con maggiore profondità, come WandaVision, con cui la serie condivide anche la tematica del confronto tra scienza e magia. Particolarmente riuscito è il modo in cui la serie affronta la perdita di Natalie, l’amica d’infanzia di Riri la cui morte aleggia su ogni scena. Senza scendere nei dettagli, la relazione tra le due ragazze si trasforma in un legame che supera i limiti del tempo e della morte, grazie ad un efficace espediente narrativo che rappresenta probabilmente la scelta più coraggiosa della serie. Le sequenze più intime, come le visite di Riri ai murales commemorativi o i momenti di solitudine in laboratorio, trovano così un giusto bilanciamento con le scene d’azione, affidate a due ben orchestrate sequenze heist poste al centro del secondo e terzo episodio. Questi colpi permettono alla protagonista di confrontarsi con i propri limiti e di prendere consapevolezza delle conseguenze delle sue scelte, mantenendo alto il ritmo della narrazione.

Ironheart – 1x01/02/03 Take Me Home & Will the Real Natalie Please Stand Up? & We in Danger, GirlAnche il rapporto con l’MCU resta, almeno per ora, sullo sfondo. Le citazioni che riguardano Iron Man sono dosate con parsimonia e trattate più come un’ombra da cui liberarsi che come un’eredità da onorare. Una scelta intelligente, che restituisce autonomia alla serie e le consente di concentrarsi davvero sul proprio mondo narrativo. Eppure, nonostante queste premesse solide, la sensazione che rimane dopo tre episodi è quella di un’opera ben costruita ma priva di quella scintilla capace di accendere davvero l’interesse. Riri, nonostante le premesse, sembra essere sulla strada di un percorso di redenzione e di accettazione abbastanza convenzionale; anche The Hood, pur dotato di un’interessante aura ambigua, cade nello stereotipo del villain che si crede un salvatore, mancando della complessità necessaria per diventare un antagonista incisivo. A pesare su questa impressione contribuisce anche quella che viene ormai definita “superhero fatigue”: una stanchezza diffusa nei confronti del genere supereroistico, che rende difficile emozionarsi di fronte a prodotti che, per quanto ben realizzati, faticano a distinguersi in un panorama da tempo saturo. In questo senso, Ironheart non riesce a essere quella scossa di cui il MCU avrebbe bisogno.

Pur con queste riserve, si può comunque riconoscere alla serie una certa coerenza di tono e di visione, oltre ad una protagonista diversa, al tempo stesso fragile e determinata, meno incline alla battuta pronta e vicina alle inquietudini della propria generazione. Per i fan più accaniti dell’MCU, Ironheart rappresenterà una dignitosa aggiunta all’ormai sconfinato catalogo del franchise: non era giusto chiederle di essere la chiave di volta di un intero universo narrativo, e ora sappiamo con certezza che non lo sarà. Non resta quindi che lasciarsi accompagnare da Riri nella seconda metà della miniserie, in attesa del 25 luglio, quando i Fantastici Quattro apriranno ufficialmente la tanto attesa Fase 6.

Voto 1×01: 6 ½
Voto 1×02: 7
Voto 1×03: 6 ½

 

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