Breaking Bad: 4×10 – Salud 1


Breaking Bad: 4x10 - SaludE’ sempre difficile iniziare una recensione su una puntata di Breaking Bad, perché qualunque cosa possa pensare e scrivere non renderà mai giustizia a quello che si vede sullo schermo del televisore. Abbiamo detto tante volte che questo show è pensato come se fosse un film (sceneggiatura, fotografia e regia stanno lì a dimostrarlo), ma ogni volta che c’è una nuova puntata la meraviglia che ci accompagna subito dopo la visione è qualcosa di unico e irripetibile. E nonostante “Salud” non sia di certo la migliore puntata di sempre di Breaking Bad, è innegabile che il senso di attesa e la tensione che si accumula nei 42 minuti è tale da farci rimanere coi nervi tesi fino ai titoli di coda e a urlare ancora una volta che solo questo capolavoro, al momento, riesce a farci sentire in questo modo. Vediamo cosa è successo in questa 4×10 e poi faremo tutte le considerazioni del caso.

Jesse, Gus e Mike prendono un aereo da turismo e si recano in Messico per insegnare al Cartello come ottenere la meth blu. Walter è preda di una crisi esistenziale e riversa tutte le sue paure su suo figlio Walter Junior. Skyler regala a Beneke i soldi necessari per pagare il fisco, ma lui non capisce e ne sperpera buona parte. Nel finale, Gus si vendica con Don Eladio per una vecchia questione rimasta in sospeso.

Gli ultimi dieci minuti sono assolutamente stratosferici nella loro realizzazione, ma andiamo con ordine. Questa puntata può essere suddivisa in tre grandi capitoli, e cioè: Skyler e Beneke; Walter e Walter Junior; Jesse, Gus (con Mike) e il Mexico.
Breaking Bad: 4x10 - SaludPartiamo quindi dal capitolo sicuramente meno interessante, ma che avrà certamente delle ripercussioni nell’universo della famiglia White: il moto di generosità di Skyler verso il suo ex-amante brizzolato. Dico che è il meno interessante perché si era capito da qualche tempo che Skyler avrebbe fatto di tutto per aiutare Beneke, ma attenzione: il motivo che la spinge a questa buona azione non è il bene che vuole a Beneke, ma la paura che il Fisco possa risalire al suo nome e di conseguenza che possa mettere il naso nelle fatture false del car-wash. Skyler è ancora una volta pragmatica: un comportamento così sarebbe stato del tutto fuori luogo nelle prime due stagioni, ma la trasformazione della bionda statuaria è stata così perfettamente raccontata che adesso ci stupiremmo del contrario. Questo capitolo finisce con Skyler che ammette la sua donazione: sembra una cosa da poco, ma, pensandoci bene, non lo è affatto. Goodman si vestirà anche male (“male” è un eufemismo), ma il suo lavoro lo sa sicuramente fare, e quando diceva fra sé e sé che tutto quello era una “bad idea”, aveva ragione. Infatti adesso Skyler dovrà spiegare a Beneke il perché di quel gesto, ma soprattutto dove ha preso più di seicentomila dollari da regalargli così, a cuor leggero.

Breaking Bad: 4x10 - SaludVeniamo quindi a Walter e suo figlio. Qui il livello di recitazione di Bryan Cranston raggiunge una delle vette più alte: il dialogo che ha col figlio sotto l’effetto degli antidolorifici è veramente toccante e rivelatorio. Walter, senza freni inibitori dovuti al cocktail di medicine e alcool, si lascia finalmente andare ad un pianto disperato, come se fosse un bambino di cinque anni. Gli autori usano questa situazione per far salire in superficie tutta l’insicurezza e la paura che prova Walter da qualche tempo a questa parte. Il chimico è disperato, forse per la prima volta da quando è diventato un delinquente: la scena assume toni ancora più patetici se si fa caso a quello che circonda Walter durante la sua triste performance. White ha addosso solo un paio di mutande e una maglietta intima sporca di sangue, segno figurativo della sua vulnerabilità; quando piange cerca conforto sulla spalla del figlio handicappato, che in teoria dovrebbe essere molto più debole e fragile di lui. Tutto questo porta la figura, un tempo forte e rispettata, di Walter White al livello più basso che abbia mai raggiunto. Il suo senso di colpa è così radicato in profondità da chiamare il figlio Jesse, classico lapsus freudiano. Il mondo attorno a lui si sta sgretolando: interessante parallelismo con quello che stava accadendo nelle prime puntate proprio a Jesse. Il discorso sul padre che poi farà a Junior non credo sia messo lì solo per far dire al figlio che Walter sia meglio al naturale che con la maschera da truffatore: che Walter abbia davvero saputo qualcosa sulla sua salute che noi non sappiamo ancora?

Arriviamo quindi a Jesse, in gita forzata in territorio messicano, intento a cucinare per il Cartello in compagnia di Mike e Gus. Jesse si dimostra subito molto forte e convinto dei propri mezzi, sfidando apertamente il chimico dei messicani. Il ragazzo si sente finalmente importante, ed è forse quello che ha sempre voluto. Non è più nel cono d’ombra di un pesante maestro, non è più quello che esegue gli ordini come un garzone: adesso quello che sa cucinare è lui. Gus e Mike lo hanno portato abilmente su questa strada, lo hanno fatto sentire un eroe e al centro del loro progetto. Jesse adesso ha qualcosa per cui vivere, o almeno qualcosa che lo induce a pensare che forse anche lui vale, e non poco. La sua esultanza nel vedere buona la sua ricetta ne è la prova: non è solo paura di una qualche ritorsione fisica degli spacciatori messicani, ma è il modo di dire a tutta quella gente, che lo guarda con ammirazione, che anche lui può fare quello che faceva Walter, e lo può fare da solo.

Breaking Bad: 4x10 - SaludEd è qui che entra in scena il protagonista indiscusso di questa quarta stagione, Gustavo Fring. Che avesse già pensato di liberarsi di Don Eladio proprio in casa sua, e che lo avrebbe fatto tramite quel regalo costoso, era abbastanza prevedibile, ed è forse l’unica cosa che mi fa abbassare il giudizio sull’episodio. Quando infatti si scopre che il regalo è un bel liquore, abbiamo subito pensato tutti che dentro ci fosse qualcosa di velenoso. E infatti è stato così, anche se gli autori sono stati bravi a tirarla un po’ per lunghe, tanto per aumentare quella tensione che è caratteristica di queste scene di Breaking Bad.
La compostezza con cui Gus si provoca il vomito e con cui poi esce dal bagno è affascinante: la ripresa che lo prende di spalle mentre ritorna in giardino è molto bella e rinforza quell’immagine di Terminator che avevamo avuto di lui nella scena della 4×09, dove andava incontro ai proiettili senza nessuna protezione. Si lascia andare ad un moto d’orgoglio solo quando minaccia gli scagnozzi ancora vivi: lì esce l’ego di Gus, la voglia di far capire a chi è rimasto vivo chi comanda e chi ha sempre comandato.

Il finale vero e proprio è ancora più coinvolgente, perché ci fa vedere fino a che punto sia rinato Jesse. Non esita un momento a scaricare il caricatore contro chi sta sparando verso Mike, rimarcando il fatto di quanto adesso Pinkman sia fedele a quegli uomini che gli hanno dato fiducia, sconfessando tutto quello che gli aveva chiesto di fare Walter, e cioè uccidere senza remore Gus. Ecco, quello sarà un bel nodo da sciogliere, perché Jesse l’arma tossica che ha nella sigaretta non l’ha ancora buttata: non escludo un clamoroso colpo di scena in finale di stagione.
“Salud” ci lascia quindi con Gus che sta male per via del veleno ingerito e Mike che è stato colpito gravemente da un proiettile vagante. Considerato che sono in Messico e non a due passi da casa, sono curioso di vedere come se la caverà Jesse, magari diventando ancora più importante agli occhi dei capi e relegando ad un ruolo ancora più marginale Walter, che così rischierebbe davvero grosso.
Vi invito quindi a seguire con noi queste ultime tre puntate, ricordandovi di non bere liquori offertivi da nemici o presunti tali. Alla vostra.

VOTO: 8 ½

[rps]

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Informazioni su Ste Porta

Guardo tutto quello che c'è di guardabile e spesso anche quello che non lo è. Sogno di trovare un orso polare su un'isola tropicale.


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Un commento su “Breaking Bad: 4×10 – Salud

  • OrsoBruno

    Breaking Bad è sicuramente una delle serie televisive meglio realizzate in assoluto, ma su questo sito viene incensata oltremodo e recensita con scarsa obiettività. La trovata di avvelenare gli avversari con una bottiglia di liquore è di una prevedibilità imbarazzante e che il capo di un cartello della droga messicano si faccia mettere fuori gioco dal suo rivale in questo modo è semplicemente ridicolo. Concordo che la scena sia ottimamente realizzata, ma, a mio parere, questo è uno dei punti più bassi raggiunti da una sceneggiatura che resta comunque di altissimo livello, ma non esente da qualche caduta. Nessuno è perfetto, nemmeno Breaking Bad, sebbene qui lo descriviate come un capolavoro assoluto. Altro che 8 e 1/2, un 7- basta e avanza.