Person of Interest: 1×01 – Pilot 4


Person of Interest: 1x01 - PilotUn fanatico cinefilo e amante delle serie tv come il sottoscritto ha sempre immaginato come sarebbe stato vedere una collaborazione tra due dei più grandi pilastri dell’entertainment contemporaneo. “Person of Interest” è l’incredibile, sensazionale risposta, portando esso la firma di due nomi che di recente hanno ridefinito i concetti di serie tv e cinema. Il

Il primo è quello di J.J. Abrams, ormai il vate, il re indiscusso dell’intrattenimento televisivo, un genio senza la cui mente non sarebbero nate tre delle più grandi serie della storia, “Alias”, “Lost” e “Fringe”. Il secondo, invece, appartiene ad un autore un po’ meno famoso, ma salito alla ribalta, oltre che per essere il fratello del più noto regista Christopher, per aver messo la firma su sceneggiature straordinarie come quelle di “Memento”, “The Prestige” e “Il cavaliere oscuro” (in attesa dei prossimi, attesissimi lavori “The Dark Knight Rises” e “The Man of Steel”).

Il pilot di questa nuova, interessantissima serie (scritto da Nolan, ma su una sceneggiatura originale di Abrams), contiene pertanto molti degli elementi e delle tematiche cari a questi due autori, apparentemente molto diversi tra loro, ma, come dimostra l’episodio in questione, in realtà molto affini. Le prime due cose che vengono in mente sono naturalmente “Minority Report” (i crimini futuri che vengono prevenuti: ennesimo omaggio di J.J. all’amato Steven Spielberg?) e lo stesso “Memento” (un uomo solitario e disadattato che è rimasto traumatizzato dalla morte di una persona cara). Ma il discorso è decisamente più complesso.

Person of Interest: 1x01 - PilotPer Abrams si tratta di un ulteriore passo avanti nella descrizione di una realtà americana post-11 settembre, che egli aveva cominciato a delineare fin dai tempi di “Alias”, sviluppandolo nel corso degli anni nelle sue opere televisive, fino ad arrivare ad un pessimismo difficilmente, si pensava, superabile con “Fringe”. J.J. riesce invece a confezionare un prodotto che, incredibilmente, ci dimostra che il discorso da lui iniziato esattamente dieci anni fa (il pilota di “Alias” è datato settembre 2001, a poca distanza dall’attacco alla Twin Towers) non si è affatto concluso. Anzi. La situazione in questi Stati Uniti odierni ci appare ancora più drammatica: l’America dipinta da Abrams e Nolan sembra ormai diventata un regime tecnocratico, dove un misterioso ed ipertecnologico Grande Fratello osserva le conversazioni, le azioni, le vite di milioni di persone in nome di una sicurezza che se non ci appare lontana, ci risulta per lo più deviata: siamo diventati talmente ossessionati dalla nostra sicurezza da non renderci conto di aver ormai raggiunto il punto in cui la privacy personale non esiste più.

L’America diventa quasi il nemico di sé stessa. In tempi in cui si comincia ad “abbandonare” il fantasma del terrorismo islamico, Abrams sembra volerci dire che stiamo diventando la nostra peggior nemesi: l’agente corrotto con cui dialoga Jim Caviezel (per i profani, il Gesù di “The Passion”, bravissimo attore e a mio parere sottovalutato) afferma di essersi “convertito al cattivo” quando ha capito che “le stesse persone di Wall Street che lui proteggeva si sono rivelati dei ladri senza scrupoli” (J.J. è sempre stato un acuto interprete della realtà che lo circonda).

Person of Interest: 1x01 - PilotD’altro canto, l’influsso di Nolan è anch’esso molto importante. Come non ritrovare in John Reese, misterioso personaggio di cui non sappiamo praticamente niente (se non che è un maestro nel dare botte da orbi) l’immagine di un giustiziere al di fuori della società? Il nome Batman vi dice niente? Come l’uomo pipistrello, anche Reese non ha forse scelto volontariamente di diventare un reietto, andando a “cercare nel mondo i criminali, quando li aveva davanti a casa”? Come lui, non spia le conversazioni al telefono, si maschera anche, ed interviene, armato fino ai denti, per aggiustare i torti cercando di agire al di fuori della legge?

E proviamo solo a pensare al rapporto “di lavoro” che s’instaura tra il misterioso Finch (un Michael Emerson di lostiana memoria che, guarda caso, è ancora una volta eccezionale) e lo stesso Reese: l’uno aiuta e guida le azioni dell’altro da una base segreta (una “Batcaverna”, qui una biblioteca, luogo di cultura, come il covo del giustiziere di “V per Vendetta”: la cultura che dalle fondamenta della terra ascende a poco a poco per liberare la Nazione?), esattamente come succede tra il maggiordomo Alfred e Bruce Wayne. Anche se qui qualcosa cambia: è Mr. Finch, geniale creatore di una macchina di cui lui stesso ha scoperto la pericolosità e che, quindi, come tutti i padri di esseri mostruosi (i riferimenti culturali sono infiniti, “Frankestein” in primis), è intenzionato a fermare, la mente, la guida onnisciente, mentre Reese è solamente il braccio, il mero esecutore.

Come a dire, Abrams ci mette la (estremista) domanda, Nolan la (estremista) risposta: in un mondo caotico come il nostro, solo un giustiziere al di fuori della legge può portare ordine.

Sia Reese che Finch sono accumunati da un passato tumultuoso. Non a caso l’11 settembre ha cambiato le vite di entrambi: se non è molto chiaro in che modo la caduta delle torri ha influito sulle vicende passate di Reese (il flashback con la sua ragazza, del resto, ci chiarisce poco), per Finch (come per l’America) è stato il momento della svolta, ma in negativo. “Person of Interest” è, quindi, anche una storia di redenzione, ma la bravura dei due autori sta nel fatto che in questi adrenalinici e velocissimi 40 minuti del pilot non siamo stati in grado in realtà di scoprire quasi niente sui suoi protagonisti. Da qui parte la serie, da qui partono le domande: chi sono queste due persone? Perché sono diventate quelli che sono? Quali eventi personali li hanno cambiati?

Abbiamo un’intera stagione televisiva per scoprirlo, e del resto i prodotti di Abrams hanno sempre tenuto a questa precisazione! Con un pilot di tale portata, “Person of Interest” si annuncia come una delle serie più interessanti del momento, se non degli ultimi anni. Da seguire assolutamente, con un’avvertenza: potreste non essere più gli osservatori (riferimento casuale!), ma gli osservati …

Voto: 9

ps. la “presentazione” della macchina nella scena di chiusura non vi ricorda l’ultima sequenza de “I predatori dell’arca perduta”? Abrams, abbiamo capito che ti piace Spielberg!

[rps]

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Informazioni su alessala

Scrivo, leggo, faccio film e video. Suono quando capita, ma solo per me stesso e per la gioia del muro. Scrivo recensioni. Scrivo i cavoli miei in un blog. Ogni tanto lavoricchio. Sogno in grande ma resto piccolo.


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4 commenti su “Person of Interest: 1×01 – Pilot

  • alessala L'autore dell'articolo

    dunque…minority report è un film tratto da un racconto di dick…io mi riferivo al film, non al racconto, del resto lo so bene che non è farina del sacco di Spielberg (come molte altre cose che ha girato)…però non penso che Abrams abbia “scoperto” questa tematica tramite Dick, conoscendo la sua passione per il cinema di Spielberg. Lo so che l’origine è dickiana.

     
  • dezzie86

    Ciao Alessandro, bella recensione. Mi trovo d’accordo con la maggior parte di quello che hai scritto, ma io non sono così entusiasta come te. Sono molto curioso di vedere quello che tirano fuori due come Nolan e Abrams che ho sempre ammirato, ma questo pilot mi è sembrato un po’ troppo confusionario, un po’ troppo veloce. Soprattutto nel caso autoconclusivo, mi è sembrato forse un po’ troppo telefonato il colpo di scena dell’avvocato. Quindi 9 mi sembra esagerato, ma comunque la serie sembra essere promettente, soprattutto grazie a Emerson (a proposito, chissà come mai zoppica a quel modo). 😉