Non me la sento di esclamare “finalmente!”, ma quest’episodio di Person of Interest mi ha un po’ consolato dalla recente amarezza. Sì perché devo ammettere di essere rimasto molto deluso (per non dir di peggio) dalle puntate precedenti, specialmente considerando che il pilot mi aveva assai entusiasmato e fatto ben sperare per una grande serie. Questo sesto episodio non salva la situazione, ma se non altro ci riporta un pochino sui binari giusti.
Intanto vediamo un maggior coinvolgimento di Finch-Reese come coppia operativa, dopo episodi con un Jim Caviezel praticamente onnipotente e un Michael Emerson oscurato.
Tra le guest star di quest’episodio, una bellissima Paige Turco (che ricordi d’infanzia me la collegano all’April O’Neal delle Tartarughe Ninja cinematografiche!), attrice di nicchia “tirata fuori” da un vecchio cassetto polveroso e che a sorpresa si dimostra uno dei punti forti della puntata. La Turco interpreta Zoe, una “fixer”, una donna che fa da tramite tra informazioni e denaro, tra chi vuole mantenere segrete certe cose e chi vuole vedere pagato il proprio silenzio. Insieme ad un sempre più convincente Finch, Zoe è il personaggio che, a mio parere, tiene alto il livello della puntata (anche se quella parte iniziale in cui lei deve effettuare la consegna della pistola non mi ha molto convinto: tutto sto casino perché uno si è dimenticato una pistola in un bagno?).
Il caso dell’episodio anche stavolta (come nelle scorse puntate) non sarebbe poi questa gran novità, non fosse per la buonissima costruzione che riesce a renderlo coinvolgente ed avvincente, con ribaltamenti di situazione che fregano più volte lo spettatore.
Perché, diciamoci la verità: non c’è bisogno sempre di un running plot perché lo spettatore rimanga avvinto e venga convinto a continuare a seguire una serie puntata dopo puntata. Questo episodio dimostra infatti che anche gli episodi “a sé stanti” possono dare una visione piacevolissima se ben architettati.
Lo so, in questo episodio c’è anche un piccolo avvicinamento verso una trama orizzontale, con le indagini dell’agente Carter che scopre alcune cose importanti sul misterioso Elias, apparentemente futuro antagonista dei nostri eroi, ambiguo personaggio di cui ancora non sappiamo niente ma che, probabilmente, sarà il fulcro del finale di stagione. Ma, guardiamoci bene in faccia (ovviamente, in modo figurato!): quanto vi ha interessato questa mini-vicenda rispetto al caso dell’episodio?
Tiriamo quindi le somme.
Non penso di avere granché da aggiungere su questo episodio perché alla fine le vere novità sono davvero poche (e quindi mi scuso se la mia recensione risulterà breve).
Questa serie sta continuando a mantenere la concentrazione su episodi a sé stanti. Come ho detto sopra, la cosa non sarebbe di per sé malaccio, ma solamente se ogni episodio fosse ben fatto come questo.
Ma Person of Interest (anche per il fatto che il suo produttore esecutivo risponde al nome di J.J. Abrams) non può vivere solo in questo modo. Una trama orizzontale prima o poi la dovrà tirar fuori. E non come ha fatto in questo episodio, in modo molto sommario e poco ispirato.
Conclusione: l’episodio è bello, la serie sta diventando ahimè noiosa e poco avvincente.
Spero che la recente conferma di un rinnovo per l’intera stagione non abbia ulteriormente atrofizzato le idee e convinto gli autori a rifugiarsi in continui anthology plot, perché io sto cominciando seriamente a chiedermi quando Person of Interest diventerà finalmente una series of interest.
Voto: 6 –
Mi trovo d’accordo su quanto hai scritto. Anche se ho trovato questo episodio più bello di quello precedente. Detto questo, ecco dove avevo già visto l’attrice: gran donna! 😛
Indagando più a fondo ho scoperto che in realtà ha fatto diverse serie televisive negli ultimi anni. Pure io ho trovato quest’episodio superiore ai precedenti, ma ancora rispetto al pilot siamo a livelli decisamente inferiori.