Ringer 1×05 – A whole new kind of bitch


Ringer 1x05 – A whole new kind of bitchFresco del risultato di aver ottenuto una stagione completa nonostante ascolti tutt’altro che soddisfacenti, Ringer continua a migliorare nella struttura, seppure mostri comunque qualche eccessiva predominanza del lato “soap”. In ogni caso, per una serie appena avviata, questi primi episodi si stanno dimostrando all’altezza di altre serie ben più rodate.

Se lo scorso episodio ci ha lasciato con il fiato sospeso, in attesa di capire come avrebbe reagito Gemma alle prese con la realtà, fortunatamente la questione non si esaurisce negli attimi iniziali, come purtroppo spesso accade in altre serie, ma diventa il perno fondamentale dell’autonomia di questo episodio. Se la prima, comprensibile reazione di Gemma è di assoluta incredulità, sarà solamente dopo aver visto un video del passato che si accorgerà di un dettaglio: Siobhan si è bruciata al polso in un corso di cucina e come lei stessa noterà, la finta-Siobhan questo dettaglio non ce l’ha. Ora, per quanto questo sia un metodo spesso infallibile per spezzare il tema del doppio, risulta un po’ forzato dato che è un dettaglio piuttosto visibile: sembra insolito che né il marito né l’amante in queste due settimane non se ne siano accorti. In ogni caso, Gemma finalmente crede a Bridget, ma lei non reagisce esattamente come la donna sperava, anzi: intende sfruttarla per cogliere il marito sul fatto e poter divorziare da lui, distruggendolo. La tensione continua, il fallimento di tutto quello che Bridget ha costruito sinora diventa il punto forte dell’intera puntata, con la donna combattuta tra le sue difficoltà e la tentazione di ricadere nel circolo della droga.

Più di una volta, infatti, viene mostrata Bridget sull’orlo di una crisi di nervi, al punto di recarsi ad un incontro di sostegno dove, tra l’altro, conoscerà un altro uomo (che, si immagina, avrà un ruolo in futuro). Emblematico il momento in bagno, alle prese con un flacone di medicinali.

Ringer 1x05 – A whole new kind of bitchTutto questo, però, viene nascosto dalla sottotrama di Juliet, la figliastra di Siobhan. Già si era visto in passato, ma appare ancora più evidente che il rapporto tra le due donne di casa non è idilliaco: adesso se ne viene a capo. Pura rabbia adolescenziale: Juliet ha scoperto che il padre tradiva la madre con Siobhan prima ancora che il matrimonio finisse. Quest’alone di buonismo non stona eccessivamente con il resto del racconto (d’altronde, siamo pur sempre sulla CW), anche perché riesce ad essere contestualizzato continuamente, in una sorta di parallelismo tra lei e la figliastra.

A ben vedere, d’altro canto, è proprio il tema della droga a legare tutti i momenti dell’episodio.
L’indecisione su come agire alla richiesta di Gemma, mostra lo scontro tra il fare qualcosa di vergognoso (“noi tossicodipendenti ci nutriamo di vergogna”, dirà il nuovo arrivato Charlie), o fare la cosa giusta, anche se incredibilmente più difficile; la dipendenza stessa di Juliet nasce da motivi forti, che tuttavia fino a quel momento non ha mai voluto ammettere: odiare Siobhan per il fallimento dei propri genitori e addossare loro la colpa della sua caduta nella droga; quanto sta accadendo nel frattempo a Malcolm, che viene spinto (finora, però, senza alcun successo) a dire la verità facendolo diventare, di nuovo, un tossicodipendente.

Su quest’ultimo punto, però, vorrei spendere una parola in più. Non si riesce a capire la vera funzione della “tortura” ai danni di Malcolm. O, meglio, il perché si continui a mostrare il tentativo di spezzarlo, senza però riuscire a contestualizzarlo o ancora dargli un certo effetto di novità. Alla lunga, infatti, inizia a stancare, anche perché non vi è assolutamente niente di nuovo sotto il sole. Forse è necessario, nel prossimo episodio, tornarci in maniera più convinta e sbrigare la matassa.

Ringer 1x05 – A whole new kind of bitch

Ciò che funziona, però, in Ringer in maniera eccellente, è l’intenzione di far sobbalzare costantemente lo spettatore, con continui piccoli colpi di scena che poi, in realtà, si rivelano solo un fuoco di paglia, ma che ci permettono piuttosto egregiamente di entrare con all’interno della vita di Bridget ed il suo stato continuo d’allerta. Infatti, ora più che mai, il mondo intorno al personaggio della Gellar sta crollando, in ogni istante può esserci la rovina: e ciò viene trasmesso brillantemente allo spettatore, che non sa mai cosa aspettarsi il momento successivo. Si nota il tentativo, difficile ma non impossibile, di alzare il livello medio dell’età dello spettatore della rete, seppure su un canale che dell’aspetto “giovane” ne è promotore, non è sicuramente facile (a parziale spiegazione degli ascolti non brillanti).

Il colpo di scena finale, poi, è un vero gioiello, perché permette una miriade di supposizioni. Si nota, infatti, Henry piuttosto scosso e casa sua imbrattata di sangue. La risposta più logica può essere che abbia ucciso la moglie, scoperto tramite Siobhan (Bridget) che la donna era a conoscenza della loro relazione clandestina. Eppure, per quale motivo Gemma avrebbe dovuto chiamare Andrew per farlo correre a casa, se non per incastrare il marito stesso? Insomma, Gemma è davvero morta o è un folle stratagemma alla Desperate Housewives?

Questo telefilm sta riuscendo laddove pochi altri ci sono riusciti. E se il paragone con The Lying Game (che pure si muove sulla storia di due gemelle che si scambiano di “vita) è assolutamente impari per quest’ultimo, Ringer acquista sempre maggior credito, riuscendo sinora a confezionare cinque episodi successivi senza una evidente caduta di stile o ritmo. Forse per il momento il lato thriller è stato temporaneamente abbandonato (d’altronde non abbiamo scene parigine di Siobhan), ma anche l’aspetto soap è stato reso più interessante senza finire nel macchiettistico. Continuiamo così.

Voto: 8 

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Informazioni su Mario Sassi

Ormai da anni ho capito che il modo migliore per trascorrere le ore in aereo è il binge watching di serie TV. Poche cose battono guardare LOST mentre si è sull'oceano.

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