È finalmente tornato The Office, dopo che a Maggio scorso ci aveva lasciati in sospeso circa l’identità del nuovo manager con un finale di stagione ricchissimo di guest stars.
Torna e, per la prima volta, senza quel Steve Carell che così tanto aveva dato a questo show.
Dunque…chi è il nuovo regional manager della Dunder Mifflin?
I might have been the second choice, but I was the first choice’s first choice.
La prima scelta sarebbe stata Robert California, se non fosse riuscito a convincere Jo a farlo CEO.
Il nuovo regional manager della Dundle Mifflin, successore dello storico Michael Scott, è dunque Andy Bernard. Perché questa scelta?
Ovviamente non parlo della scelta compiuta da Robert California, che viene palesata a fine secondo episodio (“Because he’s all surface, uncomplicated. What you see is what you get”) ma quella degli autori: perchè lui, invece di qualcuno più “qualificato”, come Darryl, Dwight o uno degli altri guest ? (magari non Jim Carrey, ok). La scelta è caduta su uno dei peggiori salesman della Dunder Mifflin perché è quello che tiene di più alle persone, ai rapporti, alle amicizie. Proprio come il buon Michael Scott.
Nel primo episodio lo vediamo ritenere più importante l’ottenere un giorno di vacanza o spiegazioni circa la lista, rispetto all’aver perso un grosso cliente. Nel secondo episodio mette in ballo quasi la propria incolumità per cercare di tirare fuori il meglio dai suoi impiegati e essere un buon manager. Accetta perfino di farsi tatuare il sedere pur di non deluderli (esilarante quando, convinto dalla decisione dei suoi dipendenti, si denuda completamente).
Ammetto che la scelta mi ha inizialmente sorpreso, ma nel corso delle due puntate ho compreso perché lui fosse l’uomo giusto. D’altronde, a chi, Michael, aveva affidato tutti i suoi clienti? Su chi, quindi, poneva un’istintiva fiducia? Proprio il buon Nard-dog.
Winners, prove me right. Losers, prove me wrong.
Per quanto riguarda la lista di Robert California, i dipendenti della Dunder Mifflin non riescono a comprenderne il criterio (FANTASTICHE le liste nel quaderno di Dwight, dove suddivide i colleghi in scialuppe di salvataggio e si mette con tutte le donne – più leggere – e Jim con gli uomini più pesanti) finchè non è l’autore stesso a rivelarlo: winners e losers.
Ognuno reagisce a suo modo, tra il pianto della nuovamente incinta Pam (l’attrice è davvero incinta), la gioia di Kevin (“L’ho saputo per tutta la vita che tutti si sbagliavano su di me: i miei genitori, i miei professori, i miei amici, i dottori. Tutti”) e la vanità di Ryan (“Doesn’t the fact that I’m in this group make anyone feel better?”), che in questi due primi episodi fa solo da comparsa insieme a Creed (purtroppo).
Ma i nuovi CEO e Regional Manager salgono in cattedra per prendere le redini della situazione: il primo fa un discorso à la Steve Jobs ai dipendenti; il secondo, mette da parte i suoi timori referenziali e dimostra a Robert come ognuno dei “Losers” (eccetto Gabe. “Good call”) sia in realtà un vincente. Ovviamente tutto ciò è quello che si aspettava Robert, che manipola – per il loro bene – il gruppo.
Nella seconda puntata vengono messe alla prova le qualità manageriali di Andy e, con un po’ di spirito di squadra, riesce a far lavorare per la prima volta in 7 anni in modo serio i dipendenti della Dunder Mifflin (persino Creed!). Da sottolineare la reazione di Dwight, ovviamente (e nuovamente) deluso per non aver ottenuto il lavoro (“The job is yours. Just do the job”) e la nuova situazione di conflitto tra le due preggos dell’ufficio. Si perché, a quanto pare, il senatore gay ha fatto un bello sforzo e ha ingravidato Angela – little preggs. Ma, devo ammetterlo, mi mancano i tempi della relazione furtiva tra Angela e Dwight.
Buon inizio di ottava stagione per The Office, anche se – diciamocelo – la mancanza di Michael Scott si sente.
Voglio dire, le puntate sono gradevoli, ben fatte, buona sceneggiatura, personaggi che danno il meglio di sé (Robert, Andy, Kevin e Jim in particolare – Daryil mi piace sempre di meno invece) ed è tutto bello e seguibile.
Ma Micheal è Micheal. Il numero 1.
Per quanto mi riguarda, The Office è terminato con l’episodio 7×22. Questo è un buon re-boot.
Voto Episodi: 7,5
Riferimenti
- How I met your Mother: Dwight dice ad Oscar che gli è piaciuto “il suo amico Neil Patrick Harris” la sera prima (Barney Stinson)
- Glee: Sempre Dwight fa il segno della L di Losers
- Micheal Scott: l’unico momento in cui viene citato, è Pam che scherza circa il suo bambino “Un piccolo Micheal Scott è in arrivo”