Quando il gioco si fa duro, Nucky Thompson comincia a giocare. Dopo una serie di colpi bassi perpetuati da Jimmy nei confronti di Nucky culminati nel tentato omicidio di quest’ultimo, l’ex tesoriere tira fuori gli artigli per mostrare di che pasta è fatto. E Jimmy comincia a tremare. Questa puntata, oltre ad essere perfettamente in linea con la qualità tecnico artistica a cui ci ha abituato la serie, ridà grande slancio alla lotta per il potere e mina tutte le certezze personali e lavorative dei nostri protagonisti, sparpagliando le carte in tavola.
Nucky fa entrare in sciopero tutta la bassa manovalanza di colore bloccando la città nel pieno della stagione turistica dopo aver passato le redini del comando a Jimmy e si allea con gli irlandesi fornendo fucili in cambio di Wiskey: semplicemente geniale, uno scacco matto al “nuovo Re” di Atlantic City. Quello che si capisce sempre di più man mano che la puntata avanza e la stagione scivola verso la sua conclusione è l’enorme capacità di Nucky di rigenerarsi dalle proprie ceneri e l’immaturità nella gestione degli affari di Jimmy, totalmente inadatto al comando e incapace di autocontrollo: non una volta abbiamo visto Nucky darsi a scenate o dimostrazioni di forza per riaffermare il proprio ruolo, cosa che a Jimmy invece capita piuttosto spesso. I nodi vengono sempre al pettine e ora Darmody deve gestire la sua pessima semina in fatto di gestione dei suoi collaboratori, a partire da Manny. L’unica speranza che ha Jimmy per risollevarsi dall’invasione di Wiskey irlandese sembra proprio il mercato che gli consiglia Charlie: l’eroina.
Si capisce benissimo che non riesce a reggere il peso del suo nuovo status, che vorrebbe essere libero da tutti questi problemi, libero di godersi quel poco che gli rimane : non ha un dialogo col figlio e la moglie gli ha detto chiaramente di non amarlo dimostrandolo anche con i fatti. La sua vita va a pezzi come il suo impero e ora prova a sistemare quello che può, in primis il suo rapporto con Angela. Se è vero che Darmody avrebbe potuto e può tutt’ora fare qualcosa per riprendere le redini del comando, ci sono cose per le quali i soldi non servono a nulla, situazioni che non dipendono dal nostro controllo: è il caso della piccola Emily in ospedale per aver contratto la poliomielite. Possiamo sempre, però, comprarci la speranza, convincerci che le cose andranno meglio: Margaret si affida all’unica cosa che le è rimasta, l’unica arma che ha per poter sentire di far qualcosa per la sua piccola bambina, pregare. Non riesce però a eliminare dentro di se quel “dark passenger” ( citando Dexter) che le divora l’anima, ossia la consapevolezza delle azioni criminali di Nucky e la sua responsabilità nell’omicidio del marito Hans.
E’ un forte j’accuse quello che viene lanciato verso la fine dell’episodio, quando Margaret dona alla parrocchia in segno di devozione una cospicua somma di denaro e questa viene accettata dal padre come “punto di partenza” della sua liberazione: ricorda molto il motto che circolava prima della riforma portata avanti da Martin Luther riguardo alle indulgenze, “ un soldino nella cassetta e la tua anima sarà benedetta”. Nonostante il suo impegno come fedele, la situazione di Emily non accenna a migliorare ed anzi le viene diagnosticata la polio spinale, come a dimostrare l’inutilità delle sue azioni economico-religiose e di come non sia quello l’impegno necessario a cambiare la situazione della sua piccola: che stia forse nascendo in lei il bisogno di “purificarsi” e confessare i suoi peccati? Io credo di si: quando non si ha più niente da chiedere alla scienza, romane solo la fede.
Tornando a qualcosa di più terreno, nel bel mezzo della violenta repressione agli scioperi della bassa manovalanza di colore viene pestato di botte Ray Halloran, e non dagli uomini di Chalky. Quando riceve la visita di Eli capisce che questa aggressione altro non è che la punizione per aver parlato con Ester Ranolph, il procuratore distrettuale che si occupa delle indagini su Nucky: a questo punto Ray risponde occhio per occhio innescando una reazione a catena che vedremo dove andrà a finire nei prossimi episodi.
“Sono l’Impero alla fine della decadenza, che guarda passare i grandi Barbari bianchi componendo acrostici indolenti in uno stile d’oro dove danza il languore del sole” Con queste parole Paul Verlaine dava un manifesto al Decadentismo ponendo fine alla capacità di un rapporto fiducioso ed attivo con la realtà per abbandonarsi ad un “tedioso languore”: il fascino del finire delle cose, la contemplazione della morte. Queste parole mi sono balzate immediatamente alla memoria quando mi sono reso conto della situazione in cui ora naviga Jimmy, che sembra inconsciamente volersi lasciar trascinare da questa corrente che lava via tutto. Purtroppo certe cose si lavano solo col sangue, e una bottiglia di Wiskey come quella che offre Jimmy a Manny non basta: quest’ultimo infatti, in una scena semplicemente straordinaria, arriva a casa di Darmody per farsi vendetta da solo e non trovando Jimmy, fredda la moglie e la sua amante. Ora Jimmy è nel fiume in piena: un fiume di sangue e Wisky.
Voto: 8
Avevo sempre snobbato le serie televisive, tanto che le chiamavo telefilm, ma con i soprano e con boardwalk empire mi sono ricreduto, sono veramente dei capolavori e spero solo che boardwalk empire abbia il riscontro di pubblico che merita e che gli permetta di continuare fin quando i suoi autori vorranno…
Se esiste un’altra serie drammatica di pari livello qualcuno potrebbe indicarmela?
Mad Men e Breaking Bad. Entrambe persino un pelo superiori a Boardwalk 😉