Il bello di The Walking Dead è che, anche se non succede niente, rimani sulle spine e con il fiato sospeso per tutta la puntata. Figuratevi quando invece qualcosa succede, eccome se succede. Un anno fa si chiudeva la prima stagione, con molti punti di domanda sull’effettivo valore dello show. Questo secondo anno dà ragione a chi ha avuto fiducia e che è arrivato fino a qui, teso come una corda di violino verso una seconda parte di stagione che si preannuncia esaltante.
Neanche a dirlo, il filo rosso che collega tutto quello che succede in questi quaranta minuti è la ricerca della piccola Sophie. Tutti si danno da fare, tutti la vogliono trovare, ma – com’è umano che succeda – qualcuno comincia a domandarsi se dopo diversi giorni persi in questa ricerca sia il caso di continuare ancora.
Il confronto che hanno Rick e Shane nel bosco è costruito ottimamente, sia per quanto riguarda il dialogo che per i contenuti simbolici che implica. Rick è estremamente convinto ad andare avanti nello sforzo collettivo, mentre Shane mette in dubbio questa scelta, sottolineando come, in una situazione del genere, è il bene del gruppo che deve prevalere. E’ molto bella questa dicotomia di pensiero perché implica una scelta morale: si continua a cercare Sophia perché è importante, o semplicemente perché è una bambina? Se si fosse perso Daryl, sarebbero ancora nei boschi a rischiare la vita per lui?
Ecco, proprio Daryl è il protagonista di questo episodio, decisamente rivalutato rispetto alla scorsa stagione. Il discorso di cui vi parlavo poc’anzi si ricollega proprio all’ex contadino e alla visione di suo fratello Merle: perché stanno tutti rischiando la vita per una bambina, quando per lui non si è fatto praticamente nulla di concreto per salvarlo? E’ davvero un bel dilemma: vale di più la vita di una bambina che la vita di un mezzo criminale? Non dovrebbero pesare entrambe allo stesso modo?
A Daryl ne succedono di ogni tipo, addirittura deve scalare la collina con una freccia conficcata nel costato. Ecco, forse ho trovato in queste sequenze l’unica pecca dell’episodio. Ottima la visione di Merle che ci fa entrare nella testa di Daryl, ma obbiettivamente troppo tempo perso a farci vedere il ragazzo che trova la bambola, che cade da cavallo, che riprende la balestra, che uccide i due zombie, che risale la collina, ma soprattutto che si estrae la freccia e poi fa degli sforzi sovraumani come se nulla fosse. Va bene che è atletico e allenato, ma mi è sembrato decisamente troppo.
Per contrasto, la vita in fattoria scorre serena e tranquilla, dove per protagonista c’è sicuramente Glenn. Decisamente divertente e ben riuscita la scena in cui tenta di fare il playboy con Maggie, riferendosi ai preservativi che gli avanzano. Quello che può fregare Glenn e compromettere l’unità e la salvezza del gruppo è innamorarsi della ragazza di campagna. Cosa che secondo me è già ampiamente avvenuta, e che può dar ragione alla teoria di Shane per cui, di questi tempi, non c’è spazio per i sentimentalismi. Ottimo anche il momento in cui Glenn si confida con Dale. Il discorso che il giovane fa sulle donne strappa un sorriso alla bocca di noi maschietti (ma credo anche al gentil sesso, se è rimasto un po’ di umorismo), e colpisce come Glenn sembri più realista di Dale quando, alla domanda sul perché avesse fatto una mossa così avventata andando a letto con Maggie, l’asiatico risponde con: «Ho pensato che domani potevo essere morto». Il carpe diem è sicuramente un’ottima filosofia, se tutti quelli intorno al tuo gruppo sono diventati dei morti viventi.
Tutto ciò ci porta alla figura di Hershel, padre-padrone della fattoria. Il vecchio mette in guardia la figlia dal farsi coinvolgere da qualcuno del gruppo dei nuovi arrivati: questa diffidenza si può anche capire in un contesto come quello che i nostri stanno vivendo, ma mi è sempre sembrato un tantino esagerato, e alla fine di questa puntata abbiamo capito il perché di cotanta riservatezza.
Questi due filoni narrativi (Daryl e la fattoria) si intrecciano in un finale tanto esplosivo quanto inaspettato. Spettacolare la tensione che si prova quando all’orizzonte compare Daryl conciato come uno dei walkers. Qui ritorna prepotentemente il sadismo che gli autori hanno per Andrea: tra tutti i personaggi che potevano sbagliarsi su Daryl, scelgono proprio lei, che rischia di ammazzarlo per un banale errore.
Gli ultimi secondi sono sconvolgenti. Non possiamo ancora sapere perché diavolo la famiglia Greene tenga decine di zombie nel fienile, e sinceramente non mi viene in mente una spiegazione plausibile. Ma forse è proprio questo il bello, e cioè aspettarsi adesso l’incredulità di tutti e la spiegazione di Hershel ad un fatto che potrebbe minare sensibilmente i rapporti tra i due gruppi.
«Non avresti dovuto vederlo», dice Maggie a un esterrefatto Glenn. Ma se fossi in Maggie starei attenta a suo padre, che ha capito benissimo che tra lei e il ragazzo asiatico c’è del tenero, e Hershel non mi piace neanche un po’.
Questo avvenimento sottolinea anche l’importanza del titolo dell’episodio, che riguarda quella creatura simile a un cane che dovrebbe succhiare sangue. Il Chupacabra che dice di aver visto Daryl è la scusa per introdurci a quello che assisteremo durante la puntata, e cioè del “vedere per credere”. La madre di Sophie in cuor suo sa che sua figlia è quasi del tutto perduta, ma finché non avrà la prova tangibile che la figlioletta è morta – in altre parole, la vuole vedere morta – non smetterà di cercarla. Così come Andrea, che accecata dal sole non vede con chiarezza Daryl, sparando solo con la convinzione datele dalla sua testardaggine. E così come Glenn, che ha dovuto guardare sotto il fienile per rendersi conto che i Greene non sono quello che dicono di essere. In altre parole, il finale può essere riassunto da una massima di Arthur Conan Doyle, che per bocca di Sherlock Holmes disse: «Esaminate tutte le alternative, ed eliminate quelle impossibili. Ciò che vi resta, per quanto incredibile, è per forza vero».
VOTO: 8
per me gli zombi sono tutti loro amici o familiari, non se la sono sentita di ucciderli e hanno deciso di allevarli 🙂
Si ho pensato anche io la stessa cosa. Quei pirla non avuto le palle di uccidere i loro familiari già morti.
L’avevo preso in considerazione anche io come opzione, ma poi l’ho trovata troppo scontata. Spero non sia così, per me sarebbe una delusione.
Col senno di poi tutto è più facile, però devo dire che quando un paio di puntate fa Rick chiese a Hershel se il su gruppo avrebbe potuto stabilirsi nel capanno e quest’ultimo glielo negò il mio senso di ragno si è fatto sentire. Pur volendo evitare che il gruppo si metta a proprio agio per evitare di aumentare il trauma dell’addio non vedo perchè non farli accampare sotto un tetto. Diciamo quindi che un po’ si era capito che i Greene avevano something to hide.
Riguardo al perchè di tale macabra e pericolosa detenzione non posso che convenire con i commenti qui sopra, mi sento di aggiungere però che probabilmente il veterinario è ancora speranzoso di “ribaltare” il processo di zombieficazione…what a fool!
Anche io penso che gli zombie lì presenti siano familiari in attesa di una cura: anche se scontato, non vedo altro motivo per trattenerli anche perchè Hershel è un veterinario. (Ecco, sarà poi vero??? magari invece è un medico molto più qualificato di quello per cui si è spacciato, allora sì ci sarebbe il senso)
Daryl è sempre stato il mio personaggio preferito, ed ora finalemnte lo trovo un po’ rivalutato…tenera la scena con Carol, l’unica a mostragli un po’ di dolcezza, che cmq merita per gli impegni che si è presoe si sta prendendo! Bellissima serie!
Riguardo agli zombie nel capanno, io avevo pensato che li tiene lì per vedere se prima o poi “muoiono” per mancanza di cibo.
Però può essere che siano dei loro cari. O entrambe le cose.