Quella che si prospettava come una delle serie di maggiore interesse in questa stagione televisiva, si dimostra ancora una volta all’altezza delle aspettative, con un episodio straordinariamente efficace e piuttosto coraggioso, sia per il livello della storia espressa, seppure ricalcante il mondo delle favole, sia per la chiusura che, se confermata come ampiamente immaginabile, rende il lavoro autoriale assai più imprevedibile e, quindi, degno di merito.
L’episodio si concentra particolarmente sulla figura di Graham, sciogliendo le ultime riserve su numerosi punti: in primis, come più volte sospettato, lo Sceriffo di Storybrooke è effettivamente il cacciatore che insegue Biancaneve. Tuttavia su di lui, attraverso il mondo delle fiabe, si hanno ben poche informazioni. Come un novello Mowgli, il cacciatore è stato abbandonato dai genitori ed è cresciuto insieme ai lupi. Da loro ha imparato l’onore, il coraggio ed il rispetto per le altre forme di vita: ciò lo si può vedere sin dall’inizio, quando uccidendo un cervo sussurra una preghiera di ringraziamento e si commuove. È un aspetto insolito, ma sicuramente molto particolare della rivisitazione del personaggio.
Tutta la sua partecipazione alla trama principale è legata alla vicenda d’esordio: Grimilde consola Biancaneve per la morte del padre della giovane, nonché marito della Strega. Si conferma, quindi, tale principio: la donna è effettivamente la matrigna di Biancaneve. Da notarsi, come elemento di costume, che la Strega ha qui ancora abiti da Dama, elegante ma nulla a che vedere con la “forma” con cui l’abbiamo conosciuta sinora. Evidentemente scatterà in lei qualcosa che le farà abbandonare quello stile in favore di quello più tipicamente stregonesco.
Se il piano della donna è quella di sopprimere la figliastra (dopo aver assassinato il marito), d’altra parte ella sa benissimo che non potrà ucciderla né personalmente né con una guardia, dato che la ragazza sembra godere di vastissimo amore ed ammirazione tra la popolazione. Bisogna, quindi, chiamare un uomo senza pietà. È in questo momento che entra in scena il Cacciatore. Ovviamente la Strega non può sapere, dato che assiste attraverso lo Specchio solo alla rissa in taverna in cui senza problemi uccide degli esseri umani, che l’uomo ha assai più pietà di quanto necessario per quel compito.
Queste informazioni si ottengono un passo alla volta, tutto scatenato dal bacio tra Emma e Graham a Storybrooke. È attraverso il contatto con la donna, la sola che può spezzare la maledizione, che Graham inizia ad avere dei flash della sua vita “precedente” nel mondo delle fiabe. In questo progresso, ci sono alcuni elementi davvero interessanti per l’evolversi futura della situazione: la più importante è la conversazione con Mary Margaret, in cui si instaura nella donna il dubbio. D’altronde, si fa evidente che nessuno dei due ricorda quando, precisamente, si sono tutti conosciuti tra loro. Un “vuoto” di memoria che ha evidentemente a che fare con la Maledizione stessa ed i falsi ricordi da essa generati.
Altro punto degno d’attenzione è il ruolo insolito rivestito da Henry. Se finora è stato solamente il bambino fastidioso e fin troppo presente, in questo caso funge più come portatore di informazioni: nonostante la follia in cui Graham sta per crollare, è proprio il racconto assurdo del ragazzino che sembra convincerlo; egli non riesce più a provare emozionalmente niente perché sprovvisto di cuore, quel cuore che nelle fiabe la Strega gli strappa (metaforicamente parlando) quando s’avvede del tranello in cui ella è caduta. Finalmente qui Henry ha una presenza più limitata ma sicuramente più ispirata di quanto mostrato sinora.
Quando Graham inizia a vedere un lupo, lo stesso lupo dei suoi “sogni”, decide di seguirlo, fino a capitare nei boschi. È qui che si imbatterà in Mr. Gold con tanto di pala in mano. La lecita domanda è: cosa diavolo sta facendo, lì? Superato il primo scoglio, bisogna riflettere attentamente sull’ambiguità della risposta dell’alter ego di Tremotino: perché in questa occasione è evidente che voglia aiutare lo Sceriffo a ricordare? Se, come si presume, l’uomo rammenta perfettamente entrambe le due vite, qual è la sua intenzione? Tutto ciò a ripetuta conferma della doppiezza e della curiosità suscitate da questo personaggio.
Sulla trama favolistica, veniamo a sapere qualche elemento in più. Quando, come prevedibile, il cacciatore farà fuggire Biancaneve dopo aver letto una lettera che la donna ha scritto per la matrigna, interrogando la Strega riusciamo a fare un passo avanti nella comprensione di quanto accaduto tra Grimilde e Biancaneve: quest’ultima ha svelato un segreto che la strega le aveva rivelato, causandole in qualche maniera grande sofferenza. Per capire, però, di cosa si tratta è sicuramente ancora troppo presto, nonostante tutte le possibili supposizioni del caso.
La parte finale dell’episodio, però, è davvero l’apice di una scrittura davvero ben studiata e ben elaborata e che vede in Regina, Emma e Graham l’assoluto centro evolutivo. Da un lato abbiamo la “scheggia impazzita”, Emma, la quale, dopo una conversazione inconsapevole sullo stile di “Una Mamma per Amica” con Mary Margaret, capisce di essere in realtà innamorata di Graham: così si può comprendere la sua reazione notevolmente infastidita alla scoperta della relazione tra Sindaco e Sceriffo. Quest’ultimo, invece, s’avvede finalmente del fatto che la sua storia con Regina è pura finzione, qualcosa in cui non crede più e decide di lasciarla. Se escludiamo l’epicità (mio giudizio personalissimo) del catfight al cimitero, ciò che realmente mi ha colpito è stata la “pena” che ho provato nei confronti del Sindaco. La donna, già rifiutata dal figlio, si vede cacciata via e trattata davvero male anche dal suo uomo. La Maledizione torna ad avere effetto: pur avendo tutto ciò che ella desidera, non riuscirà ad essere amata.
È con questa chiave di lettura, di una donna sofferente e desiderosa di vendetta per com’è stata trattata, che si chiude l’episodio: mentre Emma, che finalmente abbatte le proprie difese, e Graham tornano a baciarsi, l’uomo ricorda tutto, ma proprio tutto; sul più bello, però, Regina definitivamente dimostra di sapere tutto circa il mondo delle fiabe: scende in un passaggio segreto sotto la tomba del padre (Henry Mills) e riduce in polvere il cuore del cacciatore causando la morte dell’alter ego a Storybrooke.
L’idea di uccidere un personaggio al settimo episodio della prima stagione è una scelta davvero molto forte, che se confermata (ma se non lo fosse ci sarebbero polemiche tremende) mostrerebbe negli autori un enorme coraggio ed una imprevedibilità straordinaria che farebbe guadagnare ulteriori punti a questa serie. D’altronde non significherebbe perdere l’attore (seppure a mio avviso non sia affatto eccelso), dato che vi sono tutti i flashback del caso sul mondo delle fiabe, ma darebbe ulteriore linfa alla trama, smuovendo maggiormente le cose.
Adesso Once Upon a Time va in vacanza e, seppure gli ascolti si stiano indebolendo ma senza destare ancora preoccupazioni di alcun tipo, la serie sembra più che pronta ad affrontare la restante parte della stagione (soprattutto calcolando che, probabilmente, il primo episodio di gennaio sarà incentrato su Tremotino). Non ci resta che aspettare.
Voto: 8 ½
Gran bell’episodio, gran bella recensione!!! 🙂