Dopo l’usuale pausa natalizia, Supernatural ritorna in questo 2012 alla ricerca di quella scintilla che aveva fatto partire alla grande questa settima stagione e che, nel corso degli ultimi episodi, aveva invece in parte perso. Per leggere questa undicesima puntata c’è però bisogno di qualche momento in più per capire cosa gli autori avessero in mente per noi.
La prima reazione che ho avuto, finito di vedere questo episodio, è stata l’incertezza. Non riuscivo a comprendere bene cosa in realtà fosse davvero accaduto e, soprattutto, se mi fosse piaciuta.
Ebbene, il giudizio ultimo è stato altalenante: se da un lato ho apprezzato davvero molto l’approfondimento psicologico dei due Winchester (cosa che in effetti quest’anno sembrano saper fare piuttosto bene), dall’altro puntare proprio su questo dopo il ritorno dalle vacanze è stata obiettivamente una scelta pericolosissima.
Ci siamo lasciati con la morte di Bobby e la domanda principale a portata di mano è : Bobby è andato oltre o è diventato un fantasma? Di questo si parla molto poco, in realtà, seppure si può discutere molto su una scena particolare in cui Dean vede “sparire” il contenuto della bottiglia di birra che ha in mano. È stato Bobby, per evitare che il giovane annegasse nell’alcol le proprie sofferenze? È stato qualcun altro, o invece Dean sta cominciando a dimenticare ciò che fa (anche se le immagini in realtà ci permettono di scartare questa possibilità)?
Tuttavia si tratta di un attimo e come tale rimarrà. Così come anche l’avanzamento della trama principale sembra esser fatta solamente perché dovuta: d’altronde nello scorso episodio Bobby era tornato “in vita” giusto per poter loro dare un indizio su ciò che avverrà, mediante dei numeri che, si scoprirà, essere delle coordinate. Quello che non ho ben compreso (ma probabilmente è stato necessario per introdurre meglio il personaggio di Frank) è per quale motivo Bobby non sarebbe riuscito a scrivere un numero per mancanza di tempo, se aveva avuto tutto lo spazio per un “Idiots” finale.
Se la prima parte si concentra sulle conseguenze che la morte di Bobby ha avuto sui ragazzi – con una splendida apertura nel mostrare lo scorrere delle settimane -, ben presto l’attenzione si porta sul caso della puntata e sul personaggio di Frank.
Cominciando da quest’ultimo, è indubbio che gli autori sappiano benissimo di non poter fare esclusivamente affidamento sui due Winchester per trainare la serie (nonostante le sporadiche apparizioni di Crowley e Castiel), ed hanno voluto creare un nuovo punto di riferimento saltuario piuttosto interessante: Frank, che sin dalle prime battute è sembrato particolarmente fuori di testa e che, invece, con poche e lapalissiane parole circa quanto accaduto alla propria famiglia risulta spiazzante e sicuramente più singolare di quanto sinora si era mostrato.
E se il caso della puntata è quanto di più scialbo e sciatto visto finora a Supernatural (la coppia di vampiri velenosi ha il fascino del lunedì lavorativo), è funzionale per fare la conoscenza di Krissy, una ragazzina che, come loro, ha alle spalle un padre cacciatore ed assente. Ma se, in effetti, i Winchester in passato potevano fare affidamento l’un l’altro, Krissy è completamente da sola e, a tratti, sembra quasi mostruosa nella sua freddezza. Eppure è funzionale per quello che è, nuovamente, il vero protagonista dell’episodio, Dean, e le sue enormi difficoltà che, con la morte di Bobby, si sono ulteriormente acuite.
Partendo dal discorso con Frank sulla professionalità e sul tenere sempre il sorriso sulle labbra per non soccombere alla durezza della loro vita e sull’esperienza della ragazzina, Jensen Ackles ci regala un’ultima scena straordinaria, con i suoi tentativi di sorridere. La potenza di questa breve immagine è sicuramente imponente e capace di illustrare perfettamente una situazione che, seppur già conosciuta dall’inizio della stagione, si palesa come terrificante realtà.
Insomma, l’episodio di per sé è davvero ben costruito, con un’indagine psicologica nella testa in particolare di Dean di grande effetto. Eppure come primo episodio del 2012 è piuttosto deludente, se si vede in particolare all’approssimazione con cui continuano a trattare la trama principale. Ci si domanda quanto davvero gli autori di questa settima stagione sappiano davvero dove andare a parare, preferendo maggiormente un’analisi interiore che, seppur svolta con maestria, serve anche a riempire le lacune a livello di storia. A questo punto, solo il tempo potrà dircelo. Come inizio, in questo caso, però, non ci siamo del tutto.
Voto: 6 ½