The River – 1×01/02 Magus & Marbeley 4

The River è il nuovo show dell’ABC: il noto esploratore Emmet Cole, una sorta di Bear Grylls degli anni ’80, è misteriosamente scomparso nel mezzo dell’Amazzonia con tutta la sua crew. Il figlio Lincoln e la moglie Tess organizzano una spedizione per andare a cercarlo, ripresi 24 ore su 24 per realizzarne un documentario. Quello che vediamo noi è il risultato di quelle riprese.

La serie è stata ideata dallo stesso sceneggiatore che ha scritto Paranormal Activity, e si nota fin dalle prime inquadrature. Infatti tutta la serie è girata con camere a mano, che oscillano e si muovono all’unisono con il cameraman che le usa.
L’effetto è sicuramente coinvolgente, facendoci così partecipare in prima persona alla ricerca di Emmet Cole. C’è però da dire che ormai questa idea non è affatto nuova e nemmeno innovativa, essendo nata ormai quasi quindici anni fa col bellissimo The Blair Witch Project (quello sì, angosciante sul serio) ed utilizzata oggi in moltissime serie mokumentary.

The River, a mio avviso, si basa troppo sul fatto della finta oggettività, cercando così di mascherare alcune evidenti pecche nel caratterizzare i piccoli dettagli che separano le ottime serie tv da quelle dozzinali, di cui trovi i dvd negli scatoloni dei prodotti misti nei centri commerciali.
Le prime due puntate di questo nuovo show non sono completamente da buttare: l’ambientazione è sicuramente avvolgente, si sente l’umidità che ti penetra nelle ossa, e le scene girate di notte sono abbastanza paurose da  avermi fatto guardare lo schermo pronto a chiudere gli occhi. Però ci sono anche molte, troppe cose che non girano nel verso giusto e che mi hanno fatto storcere il naso. Un esempio su tutti: Lana (la bionda gnocca del gruppo, che negli horror non manca mai) si ferisce alla gamba, e dopo cinque minuti è immersa fino al collo nell’acqua melmosa del fiume. Ecco, dovrebbe andarle come minimo in cancrena la gamba, ma non le succede niente. Questi sono i particolari di cui parlavo poc’anzi.

Gli archetipi horror sono tutti presenti: un gruppo di poche persone isolato dal resto del mondo, fantasmi, spiriti e quant’altro. L’idea non è male, come nella maggior parte dei film dell’orrore di cui sono un fan, ma come molte volte capita l’idea non viene trasposta sullo schermo con la dovuta cura. Sono fatte vedere troppo velocemente e fin troppo chiaramente le apparizioni degli spiriti: mi aspettavo qualcosa di molto più teso, invece il momento di tensione si ha solo un attimo prima che l’elemento horror si manifesti, e non per tutta la durata dell’episodio.

Gli attori lasciano un po’ a desiderare, anche se più che urlare praticamente non hanno fatto niente. A parte Bruce Greenwood (Emmet Cole) e Leslie Hope (Tess Cole – nota  per aver interpretato Teri Bauer in 24), gli altri hanno sempre recitato in ruoli da comprimari o in piccole produzioni. È ancora troppo presto per dare un giudizio complessivo al cast, anche perché l’unico ruolo che sembra dover essere maggiormente approfondito è quello dell’agente della sicurezza privata, almeno per quanto si è visto finora.
Il mistero della spedizione di Cole è ancora ovviamente lasciato alla nostra immaginazione, ma spero che il tutto si concluda con questi 8 episodi a disposizione e che non venga prolungato per un’altra stagione, col rischio di non vedere mai più una soluzione, anche se l’ennesima firma da produttore di Spielberg potrebbe fare da paracadute anche ad un ennesimo flop.

Detto questo, The River non si è presentato benissimo, soprattutto a chi è abituato a vedere produzioni horror di ben altro livello (mi viene in mente American Horror Story, anche se sono due horror di diverso stampo), ma qualche chance bisognerebbe dargliela, visto che comunque il mistero che sta dietro alla spedizione del team di Cole e la loro relativa scomparsa potrebbe rivelarsi qualcosa di estremamente interessante. O almeno lo spero: se si risolvesse tutto nella solita storia di fantasmi e spiritelli di serie B ne sarei profondamente deluso.

VOTO 1×01: 6-

VOTO 1×02: 6½

Nota: anche a proposito di questo show, qualcuno ha usato il termine “nuovo Lost“. Basta, non se ne può più.