Dopo le prime due puntate non propriamente esaltanti, ci rituffiamo nel fiume infestato dell’Amazzonia, dove i nostri eroi ce la stanno mettendo tutta per ritrovare Emmet “Doc” Cole, scomparso con tutta la sua crew nella giungla. L’ambientazione continua ad essere ben rappresentata, le riprese a mano rendono il tutto più efficace e soggettivo, ma peccato che The River dovrebbe fare paura e non ne fa neanche un po’.
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Nella terza puntata fanno la loro comparsa i temibili Morcegos, sorta di tribù antichissima dell’Amazzonia che decide chi può continuare a infestare le loro vergini terre e chi invece merita di morire.
I nostri si imbattono in una caverna piena di occhi luccicanti sul soffitto: ora, sono già due puntate che ci sono fantasmi e demoni di ogni sorta che vi rincorrono, e voi invece di scappare cosa fate? Accendete in faccia a dei pipistrelli (che potrebbero anche NON essere pipistrelli, data la natura particolare di quella giungla) un bel faretto. La reazione è ovvia, e mi sento di condividere la risata di AJ, unico a non essere entrato nelle profondità della roccia per la paura di rimanerne incastrato, retaggio di una sua traumatica esperienza passata.
Fatto sta che la “malattia” che colpisce loro gli occhi può essere imputata a qualche infezione stagnante nella grotta, oppure alla maledizione dei Morcegos, che non vogliono farli passare. Uno dei punti di forza è sicuramente l’inquietante Jahel, la ragazza che sembra conoscere molto bene le maledizioni del luogo. Ogni volta che apre bocca dice sempre qualcosa di sinistro, e ha l’espressione sempre preoccupata, come se sapesse benissimo che infilarsi dentro quella giungla non sia propriamente una bella cosa.
La trama verticale di questa 1×03 è però abbastanza debole, vediamo perché. L’idea di rendere tutti ciechi man mano che passa il tempo è una trovata che ci sta nell’universo horror, soprattutto il lato metaforico della faccenda è riuscito: lasciare solo le telecamere (e guarda caso AJ) come sole testimoni oculari dell’orrore che si sta consumando. Ma la trovata stupida è sempre dietro l’angolo, e si materializza quando viene lasciato da solo Lincoln con il ferito, rischiando di diventare cieco e di non poterlo più operare. Ed è quello che prontamente succede, lasciando alla buona sorte il compito di ricucire la ferita nella pancia di Clark.
La parte più interessante resta quindi quella che vede AJ, la bionda Lena e il responsabile della sicurezza Kurt in mezzo alla giungla, con gli ultimi due che diventano ciechi e AJ che li abbandona al loro destino. Scelta che rientra nel carattere un po’ codardo del personaggio, che giustamente si fa prendere dal panico: infatti non pensa minimamente che da solo e senza saper tornare indietro morirà di sicuro. Quindi l’albero salvifico per l’irritazione agli occhi salva indirettamente anche lui, e qui la puntata scivola verso la banalità che temevo.
Non solo AJ si infila nel cunicolo sotto l’albero distruggendo così il suo character (nessun codardo l’avrebbe fatto, a maggior ragione dopo cinque minuti che ha abbandonato due compagni di viaggio a morte certa), ma viene tirato fuori da uno dei Morcegos perché sulla barca Clark ammette le sue colpe, in una sorta di pubblica confessione. Anche se la salvezza di AJ è più probabilmente dovuta al suo ultimo atto di coraggio, ma il montaggio fa intuire tutt’altro.
Scontatissimo quindi il finale, dove il nostro eroe torna con il frutto miracoloso e tutti tornano a vedere come prima, mentre la sinistra tribù permette al gruppo di passare. Nota interessante: che lingua parla Kurt al telefono? Tedesco? Ma soprattutto, chi vuole che muoiano tutti? Cosa c’è alla fine del viaggio? Questa puntata almeno qualche enigma lo solleva, così da nascondere il fatto che di brividi lungo la schiena ne ho sentiti ben pochi. Anzi, nessuno.
VOTO: 5½
La 1×04 è un filino meglio, ma se volevano farci paura hanno completamente fallito. L’unica scena infatti che mi ha fatto balzare sulla sedia è quando trovano l’impiccato: sinceramente, non pensavo si muovesse proprio in quel momento, e mi ha sorpreso. Poi però ho capito perché avevo la testa fra le nuvole: per i tre minuti prima i nostri eroi si stavano facendo un barbecue e suonando la chitarra. No, va bhe, davvero? Dopo giorni in cui una ragazzina è posseduta da una spirito, dopo che sono diventati tutti ciechi, dopo che hanno rischiato di essere trascinati all’inferno dagli spiriti, fanno un barbecue?! Sorvoliamo.
Altra cosa completamente fuori dal contesto sono le interviste personali in cui si chiede a ogni componente dell’equipaggio chi secondo loro sia il vero capitano. Ma cos’è, un giochino delle elementari? Che significato avrebbe all’interno dello show che stanno preparando?
Fatto sta che ad un certo punto arriva la tempesta, con uccelli morti e valanga di insetti annessi, ma non prima che Tess dia un’opportunità di riparo al tizio che porta loro la frutta. Il tizio risponde che abita proprio lì vicino (?!) e se ne va sereno, se non che dopo due minuti la sua barca è a dieci metri dalla Magus con il commerciante mangiato vivo dagli insetti. Se vi sembra non abbia senso, avete ragione.
Per tutta la puntata l’attenzione è quindi concentrata sul ragazzo impiccato, che si rivela essere il cameraman di Doc, scomparso misteriosamente con lui. Dai vecchi filmati si viene anche a conoscenza che la curiosità lo ha fregato, volendo a tutti i costi riprendere un rito funebre che dovrebbe rimanere segreto: per questo Doc lo aveva abbandonato sulla riva, senza un minimo di buon senso.
Da qui ecco la spiegazione del titolo dell’episodio, A Better Man: infatti, dopo che la sempre più inquietante Jahel fa ricadere la colpa di tutte le disgrazie sull’ex-impiccato, tutti vogliono abbandonare di nuovo il ragazzo, tranne Lincoln, che sembra quello con un po’ di sale in zucca.
E qui succede un’altra cosa che mi ha lasciato basito: l’imputato, di sua spontanea volontà, di punto in bianco corre fuori e si impicca di nuovo. Ed ecco che lo spirito del vecchio, a cui il cameramen aveva rubato l’intimità del funerale, esce dal telefonino e si disperde, salvando ancora una volta il ragazzo dalla morte. Tutto finisce ancora bene, con Clark che addirittura gli offre birra e lavoro. La patria del non-sense, insomma.
VOTO: 5/6
The River è sicuramente un prodotto trash, non si può dire il contrario, ma nonostante tutte le sue pecche evidenti sono assolutamente curioso di finirne la visione completa. Difficilmente abbandono una serie, quindi diciamo che è una sorta di difetto professionale, ma ci sono ancora alcune cose di questo show che potrebbero essere salvate. Ovvio che a questo punto la soluzione del mistero sarà quella cosa che dividerà il mio giudizio da “serie carina” a “cagata pazzesca”.
Mi permetto di correggerti su un punto.
Sulla frase: “Ovvio che a questo punto la soluzione del mistero sarà quella cosa che dividerà il mio giudizio da “serie carina” a “cagata pazzesca”.”
Credo stia meglio: “…dividerà il mio giudizio da “serie carina” a “Terra Nova” 😀
Ahahaha ciao Davo! Ti giuro che ci avevo pensato anche io… ma mi sono detto che aspetto ancora un paio di puntate, poi potrà essere promossa ai voti “Terra Nova”. 😀
sono daccordo con la tua recensione. ci sono delle cose davvero non sense in questa serie tv. ma volevo fare un piccolo: quando diventano ciechi non è per la maledizione, ma sono i morcegos che durante la notte spargono una polvere di una pianta sugli occhi mentre sono addormentati, ma ad AJ non glie l’hanno messa.
Non avevo pensato alla polvere, in effetti: pensavo avessero solo “marcato” il loro territorio per spaventarli. 😉