Alcatraz – 1×09/10 The Ames Brothers & Sonny Burnett 2


Alcatraz - 1x09/10  The Ames Brothers & Sonny BurnettAlcatraz continua ad arricchire di misteri la propria trama orizzontale e lo fa con due episodi che dimostrano tutte le potenzialità, finora in parte inespresse, della serie targata J.J. Abrams. I rapporti tra i “poteri forti” della prigione si delineano sempre di più e il disegno globale inizia a prendere una precisa direzione.

1×09 – The Ames Brothers

Doppio episodio e doppio centro per Alcatraz, che in ritardo sui tempi inizia ad oliare la sua struttura e a rendere più scorrevole e interessante anche il singolo caso di puntata. Già questo The Ames Brothers offre infatti un’interessante variazione al rigido schema del crimine su cui investigare, anche solo perché ambientato interamente dentro Alcatraz, con una storia che gioca a tratti (soprattutto all’inizio) anche con l’horror e che per la prima volta mette in scena più di un personaggio proveniente dal 1963, cioè i fratelli Ames più la guardia corrotta Donovan. Lo scopo dei tre non è quello di uccidere qualcuno (anche se immancabilmente è questo che avviene), né di evadere da Alcatraz, come inizialmente potrebbe sembrare, bensì trovare l’oro che secondo la leggenda sarebbe nascosto nei sotterranei della prigione. È la prima volta che Alcatraz modifica la sua meccanica struttura, pur rimanendo negli orizzonti del caso di puntata. E questo non può che far piacere, soprattutto perché per la prima volta le dinamiche del presente sono interessanti tanto quelle del passato. È su questo che la serie tv dovrebbe infatti puntare per diventare davvero un ottimo prodotto, perché le parti ambientate negli anni Sessanta sono pressoché perfette e tutto l’insieme è di pregevole fattura tecnica, dalla regia alla fotografia (come del resto tutte le serie della Bad Robot di Abrams).

Alcatraz - 1x09/10  The Ames Brothers & Sonny BurnettSi critica ad Alcatraz ciò che nelle prima stagione e mezzo si contestava anche a Fringe, ovvero da una parte la rigidità della struttura narrativa (il “case of the week” risolto sempre allo stesso modo, cioè da un’intuizione di Walter), dall’altra personaggi poco accattivanti e di modesto spessore. In Alcatraz lo si nota maggiormente, non per altro perché avendo solo tredici episodi a disposizione, si digerisce in modo peggiore la “proceduralità” dell’impostazione e il ritmo più lento con cui la serie si sta costruendo una sua personalità. The Ames Brothers è però un piccolo passo verso la ricerca di un equilibrio che sappia coinvolgere gli spettatori aldilà della trama orizzontale, ancora troppo complessa, ricca di misteri e povera di indizi, per essere completamente abbracciata e conquistare una propria identità autonoma. Eppure le domande non mancano e molte saranno probabilmente sciolte entro il finale di stagione, come il coinvolgimento (sempre maggiore) di Tommy Madsen e Ray Archer, e il mistero delle chiavi sul quale è chiaro che gli autori stanno puntando molto, riproponendocele ormai ogni due/tre puntate. Del resto anche in questo episodio, Alcatraz mostra la volontà di immortalare porte chiuse, corridoi labirintici e stanze segrete che devono ancora essere scoperte, lasciando intendere la presenza di un sottobosco che si sta facendo via via sempre più interessante e inquietante.

Alcatraz - 1x09/10  The Ames Brothers & Sonny BurnettAll’episodio non manca dunque nulla: ritmo, mistero, tensione, qualche momento comico (Soto che minaccia l’amico di parlare a Rebecca dei suoi blu-ray di Twilight) e un perfetto equilibrio tra le due diverse dimensioni temporali. Non manca inoltre il momento “creepy” della settimana, con il mignolo di uno sventurato secondino che finisce macellato per mano di uno degli Ames: sono sequenze che gli autori ormai inseriscono regolarmente, riuscendo in questo modo a trovare un giusto compromesso tra l’esigenza di mostrare una violenza disturbante (parliamo del resto sempre dei criminali di Alcatraz, mica bruscolini) e la necessità di limitare il sangue per i meccanismi della tv broadcast. Episodi come questo iniziano a delineare l’identità (fin qui piuttosto celata) della serie e a dispiegare quel potenziale che ancora non si sa se potrà proseguire un altro anno. La parte più interessante riguarda i differenti piani su cui progressivamente si stanno ponendo il direttore Edwin James, il suo vice E.B. Tiller, il dottore Milton Beauregard (a quanto pare all’oscuro di alcuni esperimenti in atto nella prigione) e la dottoressa Sengupta: mai come in questo caso, il quartetto ci appare meno squadra di quello che pensavamo e più in contrasto di quanto si potesse immaginare. Ognuno sembra avere i suoi obiettivi negli esperimenti sui detenuti e, soprattutto, tutti sembrano nascondere rancori e anche qualcosa di più. Ciò non fa che delineare prospettive sempre più ampie per la trama, che a questo punto sarebbe un peccato vedere troncate.

Voto: 8+

1×10 – Sonny Burnett

Alcatraz - 1x09/10  The Ames Brothers & Sonny BurnettQuesto episodio lascia intendere che, forse, il tanto atteso approfondimento psicologico della nostra detective potrebbe arrivare proprio dalla vicenda di Tommy Madsen, che ormai tormenta Rebecca anche nella notte. Non è lui il detenuto protagonista della puntata (è probabile ormai che se lo giochino per il finale di stagione), ma comunque la sua costante presenza in questi due episodi lascia intuire che i segreti che lui, il fratello Ray e Hauser nascondono possano riguardare non solo il passato della famiglia Madsen, ma anche quello della protagonista stessa. È vero che la storia mantiene una certa meccanicità negli sviluppi (l’atavico problema di come Rebecca e Soto agiscano senza mai interrogarsi troppo su ciò che Hauser nasconde), ma anche questo decimo episodio conferma un’inversione di tendenza nella scrittura, rivelandosi un caso costruito molto meglio dei suoi predecessori e anche più fluido nei passaggi dal passato al presente. È stata infatti una delle poche volte in cui non si è avvertita l’impressione che la contemporaneità degli eventi venisse utilizzata solo al fine di raccontarci il passato, come se questa fosse l’unica vera dimensione temporale importante della trama.

Merito sicuramente di una migliore caratterizzazione psicologica del detenuto di turno, di cui ci viene mostrata l’evoluzione da novello secondino un po’ sprovveduto a folle criminale assetato di vendetta attraverso l’influenza che la prigione ha avuto su di lui e che si ripercuote direttamente sugli eventi del presente. Si tratta forse di dettagli, ma sono fondamentali, dato che uno dei problemi iniziali della serie era il senso di frammentarietà che si percepiva nei passaggi dal 1960 al 2012, con la drammaticità del personaggio e della storia che erano legati semplicemente al passato della prigione, senza eccessive ripercussioni nella contemporaneità se non la ripetizione ciclica del crimine. L’elemento positivo di continuità tra un episodio e l’altro continua invece ad essere la scelta del cast dei prigionieri, i cui volti disturbati e disturbanti non sono mai stati sbagliati nemmeno una volta: Sonny Burnett è in questo caso Theo Rossi, conoscenza di Sons of Anarchy, faccia tenera ma dalle pazzoidi potenzialità, e che ci regala anche la scena creepy della settimana: Sonny Burnett che cava gli occhi al prigioniero.

Alcatraz - 1x09/10  The Ames Brothers & Sonny BurnettRimane oscura la ragione per cui Fox ha voluto trasmettere i due episodi insieme, probabilmente per ragioni di programmazione più che per effettivi motivi narrativi. Sta di fatto che in un colpo solo Alcatraz ha dato una sterzata positiva alla sua struttura (The Ames Brothers) e ha poi confermato allo spettatore che non si trattava solo di un fuoco di paglia (Sonny Burnett). Ora mancano solo tre episodi al finale di stagione e sappiamo quanto le serie di J.J. Abrams sappiano offrire ai propri fans nei loro ultimi episodi. Il ruolo di ognuno inizia a delinearsi, così come anche il mistero del sangue dei detenuti. Sicuramente ci aspettano grandi sorprese e cambi totali di prospettive. Ne servirà uno davvero grosso però per convincere la Fox al rinnovo per il prossimo anno. La strada giusta su cui proseguire è stata finalmente intrapresa, speriamo solo non sia davvero troppo tardi.

Voto: 8

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2 commenti su “Alcatraz – 1×09/10 The Ames Brothers & Sonny Burnett

  • MarkMay

    Beh sicuramente la puntata sui fratelli Ames è sicuramente quella più riuscita di questa prima stagione (darei il merito anche al fratello grande degli Ames,personaggio molto complesso e profondo che si allontana dall’impressione iniziale che può destare,soprattutto fisicamente parlando). Tra i piccoli dettagli che io sottolineerei anche la diversificazione del personaggio di Soto; in Lost lo abbiamo visto in tutte le salse:timido,impacciato,innamorato,sempre presente ma sempre lontano dall’azione e fondamentalmente in questi primi 8 episodi è rimasto identico ad Hurley, ma per la prima volta ho visto un Soto più presente,che si sporca le mani,che agisce e non sta solo a guardare e commentare ciò che fanno gli altri; può sembrare una cavolata ma anche questo fa parte del processo di identificazione di Alcatraz.
    per quanto riguarda il decimo episodio credevo che lo attaccassero al primo per il semplice fatto che una puntata debole dopo una puntata molto bella non avrebbe aiutato; in realtà la puntata su Sonny Burnett non è stata male,certamente inferiore alla precedente ma con molti spunti interessanti. Credo quindi che la ragione di questo doppio episodio sia nel cercare di far coincidere la data del finale con la data del 21 marzo,giorno della scomparsa da alcatraz dei detenuti (ora non so bene in che data andrà in onda il finale,ma JJ Abrams ama molto questo genere di cose per cui non mi meraviglierei se fosse questa la motivazione).

    Ps:per la prima volta viene chiesto se anche il direttore è scomparso con quelli del 63′ per riapparire nel 2012… beh spero proprio sia così, vedrei quell’uomo recitare quella parte tutto il giorno se ne avessi la possibilità xD, veramente di una spanna superiore a tutti gli altri (soprattutto a Sam Neil, che purtroppo rimane ancora un personaggio poco interessante,forse il giorno in cui si aprirà maggiormente con Soto e Rebecca anche lui diventerà più simpatico,per il momento il suo apporto alla storia è poco sopra lo zero).

     
  • Federica

    concordo, persino la protagonista a tratti mi è sembrata più “in character”. Mi è sembrato quasi di scorgere addirittura un filo di ironia. per il resto, la recensione ha detto tutto. aspettiamo di vedere se rinnoveranno la serie o no, non so se incrociare le dita. A me Alcatraz non dispiace affatto, e penso che possa dare qualcosa, credo ci sia una possibilità, però non lo so. Il problema più grosso per me, al di la di tutto, è che trovo troppi richiami a Fringe e Lost, e secondo me sarebbe meglio se la smettessero e prendessero una direzione concreta e diversa, inaspettata, perchè il paragone purtroppo non regge e infastidisce. Insomma, dopo Alias, Lost e Fringe, io mi aspetto altro. Vediamo