Dopo una stagione che sfortunatamente non ha brillato come le due precedenti, torna la brava moglie Alicia Florrick e con lei tutte le questioni lasciate aperte qualche mese fa. Una puntata senza dubbio interessante, ma che quasi tramortisce per il vortice di storie messe in scena, al punto da far domandare se fosse necessario farlo in una premiere che già molto aveva da raccontare.
Sapevamo già cosa aspettarci a livello di tematiche da affrontare: l’enorme debito della Lockhart/Gardner, la campagna di Peter e l’appoggio di Alicia, la storia di Kalinda – bloccata sulla porta (è il caso di dirlo) nell’ultima puntata e non a caso ripresa subito all’inizio di questo episodio come a voler sottolineare la naturale continuazione delle vicende. C’era già molto su cui concentrarsi ed è quindi stato piuttosto atipico dedicare gran parte del tempo ad un caso così importante come quello di Zach, con tutte le conseguenze che questo ha avuto nelle trame politiche paterne.
Intendiamoci, la storyline di Florrick Jr. è stata scritta davvero bene, considerando sia le implicazioni legali (la vicenda dei corridoi di confisca) che quelle comunicative – un aspetto che The Good Wife ha sempre avuto tra i suoi preferiti. Eppure non posso fare a meno di chiedermi cosa sarebbe successo se questo fosse stato un caso qualunque e se quindi non si fossero gettate tonnellate di carne al fuoco che hanno sottratto tempo prezioso ad altre vicende ben più importanti, come appunto la Lockhart/Gardner e il rapporto tra Alicia e Peter.
Il punto non è quindi che il caso di Zach fosse o non fosse interessante, bensì quanto abbia pesato nell’economia dell’episodio rispetto a tutte le altre questioni.
“You seem to prefer one-word answers.” “Yes.”
Se c’è una cosa che The Good Wife ha sempre reso in modo ottimale è stata quella di disegnare le evoluzioni dei personaggi in modo coerente e realistico, soprattutto per quanto riguarda Alicia. Non è un caso quindi che uno dei punti più alti dell’episodio sia l’intervista di quest’ultima con Peggy Byrne (Kristin Chenoweth), ennesima dimostrazione della tenacia con la quale Alicia – pur accettando di andare in aiuto del marito – punta i piedi per non essere etichettata, per non essere vista come un esempio (“This isn’t about women or the ’50s. This is about me”), per non dovere concedersi cedendo anche tutto ciò che alla sua vita appartiene.
E’ uno dei punti che Alicia e Peter hanno in comune: tenere la vita privata dentro casa (proteggendo qualcosa a cui entrambi non sanno ancora dare un nome) e soprattutto preservare i figli da qualunque coinvolgimento politico; nel caso di Peter è evidente il suo tentativo di non cadere nelle provocazioni di Peggy quando questa va a toccare esattamente la questione “prole” mostrando i filmati di Kresteva (Matthew Perry, torna subito qui!).
Anche qui i due coniugi si incontrano: Alicia approfitta della conoscenza di Cary per denunciare quello che sta accadendo durante il controllo della macchina, e non sarebbe neanche tanto grave se non fosse che è lei stessa a considerare la sua posizione privilegiata come un qualcosa di cui non approfittare, come spiega ai figli parlando di “utilizzo della legge” e non di “utilizzo di papà-procuratore”. Peter, invece, è più sanguigno e compie un errore piuttosto evidente: se non ci fosse stato il video di Zach, sicuramente la questione con Phil Tapia post-minaccia sarebbe finita molto, molto peggio.
Entrambi farebbero di tutto per i figli, e forse questa è la cosa che li tiene ancora legati e impegnati nel loro “mending fences” pubblico e privato.
I don’t like people who quit.
L’altra parte interessante della puntata, che forse avrebbe tratto giovamento da qualche minuto in più rubato alla storyline di Zach, è quella della Lockhart/Gardner, che per di più si ritrova a soffrire di un minutaggio ridotto a causa delle vicende di Kalinda e dell’ex marito, sui quali è necessario aprire una parentesi.
La storia della nostra investigatrice preferita ha sempre suscitato una grande attrattiva proprio per il suo essere molto misteriosa, ma è innegabile dire che con la scorsa stagione tutto il suo arco narrativo sia stato un po’ bistrattato (insieme a quello di Cary). La “deriva” di Kalinda, se così vogliamo chiamarla, è arrivata con la sua “eccessiva bad-ass-izzazione” che l’ha portata ad essere sempre e costantemente in fase di attacco, sempre disposta a trattare se stessa come merce di scambio per una qualsiasi informazione o necessità. Al di là di questo, rimane poco altro: l’unico suo punto vulnerabile, Alicia, è stato ristabilito ed ora ci troviamo con un personaggio fin troppo delineato e che per di più ha un rapporto malsano col suo ex marito. Perché trasformare in modo così estremo uno personaggi che risultavano più sfaccettati e al contempo più misteriosi di sempre? La speranza è che questa prima puntata sia solo uno strascico della precedente stagione, e che nelle prossime Kalinda torni ad essere quella che era nelle prime due annate.
Le difficoltà economiche alla Lockhart/Gardner sono sempre esistite, e qui forse si pecca di poca originalità, ma questa volta dalla loro hanno un brillante amministratore fiduciario, pronto a portare una ventata di novità per quanto riguarda il trattamento della gestione finanziaria. Il modo con cui Diane e Will si coprono le spalle a vicenda è come sempre uno spettacolo per gli occhi, ma il guizzo introdotto dall’amministratore, che con quella frase “I don’t like people who quit” fa capire a David Lee esattamente come stanno le cose, sembra giovare all’intera sezione della puntata. Un punto di vista nuovo, dunque, che farà bene sia alla Lockhart/Gardner che a noi.
Ecco quindi che la puntata si ritrova a trattare moltissimi filoni diversi (senza contare l’accenno alla relazione Alicia/Will e la fine della sospensione per quest’ultimo), in un modo abbastanza imprevisto ma buono nel complesso. Continuo a credere che la storyline su Zach si dovesse mettere in qualche altro episodio, ma le parti importanti sono quelle riuscite meglio: la speranza è che si prosegua su questa strada per l’intera stagione.
Voto: 7
Note:
– La presenza della Apple in questa puntata è stata particolarmente ingombrante o è una mia impressione?
– Il riferimento a quanto sia diventato bravo Zach e la sua ricerca di un college potrebbero far pensare ad una svolta legale anche per il maggiore dei figli Florrick?
– La puntata è dedicata a Tony Scott, fratello di Ridley e con lui produttore della serie, che si è tolto la vita ad agosto scorso.