The Good Wife – 4×02 And the Law Won 2

Se tralasciamo il filone Kalinda, di cui ci occuperemo dopo, And the law won è un bellissimo episodio, scritto da Ted Humphrey, autore, tra gli altri, di Live From Damascus. Non fatevi però ingannare dai secondi iniziali della puntata: non si parla di Cary, non ancora almeno.

Il caso della settimana è in pieno stile The Good Wife, con qualcosa in meno: contestazioni in piazza, morto ammazzato taserato dalla polizia, giudice col vezzo strano e guest star James Urbaniak avvocato avverso.

La cosa importante è però il ritorno alla professione di Will, dopo una sospensione che non ha aggiunto nulla al personaggio. L’affascinante avvocato riprende l’attività in un momento di grande difficoltà per lo studio, così il patteggiamento non è sufficiente: Will si sente abbastanza sicuro di sé da rifiutarlo per tentare una sentenza favorevole. Il proverbiale video che riprende tutti i dettagli necessari a risolvere il caso è una tattica già vista e non particolarmente credibile, ma necessaria per mostrarci un pezzettino della peggiore cultura americana: la giurata che nota la mancanza dell’anello al dito della fidanzata e si chiede se questo non sia sufficiente per rendere la vittima depressa al punto da attaccare violentemente gli agenti durante la manifestazione.

Il contributo di Kalinda alla risoluzione del caso è il solo punto in comune che il personaggio mantiene col resto della narrazione: all’investigatrice basta guardare il video un paio di volte, e sappiamo bene quanto importante fosse invece il suo ficcanasare in giro, non solo per far uscire il caso dall’aula di tribunale e dalle mura dello studio, ma soprattutto per la definizione del personaggio. Saremmo disposti a giustificare la scelta di staccare Kalinda dal centro degli eventi, in cambio però di un trattamento all’altezza di questo personaggio, una volta forse il più affascinante tra i non protagonisti. Il trattamento invece non solo non è all’altezza, ma sta letteralmente smantellando quello che c’era di buono, riducendo tutto a un ridicolo teatrino con riferimenti sessuali a fare da leitmotiv. Spero con tutto il cuore che la scena del gelato (sulla quale non mi dilungo: si commenta da sola) sia il fondo del barile e che gli autori si risparmino dal raschiarlo, optando per un salvataggio che, con quasi tutta una stagione davanti, è ancora più che possibile.

Se Will e Diane sono funzionali quasi soltanto allo scorrere della trama verticale, con i problemi finanziari dello studio a dare un respiro più ampio alla faccenda, gli autori continuano a focalizzare il meglio su Alicia.

L’episodio per lei è davvero intenso (I’m so tired and it’s only noon). Non c’è un pezzo della trama che non la riguardi più o meno direttamente, mostrandoci da qualsiasi possibile angolazione quanto abbia ancora da dare la protagonista.
Prima di tutto, la reazione di Alicia nell’apprendere l’identità di Nick rimarca le incredibili doti di Julianna Margulies, capace di dire tutto senza proferire parola. Nonostante Nick si dimostri davvero ingegnoso con le tecniche intimidatorie (bere acqua frizzante in maniera minacciosa… WTF?!), non sarà così facile per la buona moglie liberarsi del pericoloso marito di Kalinda.

Vincere cause in tribunale e riorganizzare le risorse umane non è sufficiente per rimettere in sesto lo studio: bisogna risparmiare. E l’affitto di un piano in un edificio al centro di Boston non deve essere certo una spesa di poco conto. Si dà il caso che l’intero palazzo sia stato comprato da una miliardaria donna d’affari, tale Maddie Hayward. Facciamo così la conoscenza della nuova guest star ricorrente di questa stagione, interpretata da Maura Tierney, collega della Margulies in ER. L’affascinante personaggio mostra subito un interesse nei confronti di Alicia, che quest’ultima scambia per avance. L’alchimia tra le due attrici è evidente, e Maddie sembra avere tutte le carte in regola per poter aggiungere sviluppi degni di nota sia sul fronte politico che su quello legale. Il poco interesse per le sorti dello studio della Hayward è dettato dalla priorità nel conoscere Alicia, ma l’amicizia tra le due potrebbe avere risvolti anche da quel punto di vista. Si insinua l’ambiguità di questo personaggio nel momento in cui Diane comunica ad Alicia che la proprietaria non ha intenzione di ridiscutere i termini del contratto di affitto, costringendo lo studio a chiudere il 27° piano. D’altronde, The Good Wife ci ha insegnato come la complessità di un personaggio spesso e volentieri sia direttamente proporzionale al livello di stronzaggine e di tiri meschini. Per questo ci aspettiamo grandi cose da Maddie Hayward.

In definitiva, l’episodio è forte su molti livelli. L’evoluzione di Alicia l’ha portata in alto professionalmente, sicura di sé riguardo il sostegno alla campagna del marito. Riesce a definirsi brava nel lavoro di fronte al trustee senza bisogno di giocare a Thunderdome, perché lei sa quello che vale. Non a caso la puntata si conclude sul bus elettorale di Peter, con un’Alicia sorridente e rilassata, complice del marito “contro” Eli: adoro quando gli autori ci ricordano che i Florrick sono stati una coppia, si sono amati e continuano a rispettarsi e stimarsi.

E se lasciassero stare Kalinda per qualche episodio? Se il suo minutaggio fosse utilizzato per Cary o Eli? Ecco, a quel punto sarebbe tutto perfetto.

Voto: 8