Che The Walking Dead avesse cambiato registro passando nelle mani di Glenn Mazzara era ormai un dato di fatto sotto gli occhi di tutti. La seconda stagione era stata criticata da molti per la lentezza, anche se a me era piaciuta proprio per l’introspezione che avevano avuto molti personaggi: certo è che con Killer Within lo show ha dato una svolta fenomenale alla narrazione.
Seppur circoscritti in uno spazio chiuso come la prigione, il pericolo è sempre dietro ogni porta, per ironia della sorte molto di più che alla fattoria dove non c’erano recinzioni alte cinque metri a proteggere il perimetro. Come detto, Mazzara è stato bravo ad accontentare quelli che lamentavano la poca presenza di zombie piazzandone a decine in ogni puntata, riuscendo però a non cadere nel banale e nel già visto.
Il punto di forza quindi di questa terza stagione è senza ombra di dubbio l’azione che è presente in maniera massiccia in tutte le puntate, senza dimenticare i personaggi, ormai diventati delle figure eroiche nella nostra immaginazione. Ottime quindi le scelte registiche adottate quando Carl si accorge per primo dell’orda che arriva da un cortile dietro di loro: la camera che segue la corsa di Rick rende bene l’idea della confusione più totale che si possa provare in quel momento. Bello anche il riferimento proprio alle recinzioni di cui parlavo poc’anzi: tengono sì fuori alcuni zombie, ma dividono in modo irrimediabile il gruppo, che così si disperde in maniera letale.
Ecco allora che comincia la carneficina di questa puntata, cominciando da T-Dog che si sacrifica per dare a Carol la speranza di trovare una via d’uscita: il dedalo della prigione miete quindi la sua prima vittima, anche se però il risultato non è completamente quello voluto. Gli sceneggiatori hanno tentato di inserire T-Dog in quanti più dialoghi importanti possibile (come quello sul destino dei due carcerati) per farlo rientrare un po’ al centro dell’azione, ma la sua totale assenza-presenza della seconda stagione aveva segnato irrimediabilmente il personaggio, vittima preferita dei meme a tema The Walking Dead.
Quindi sì, la morte è assolutamente ad effetto e in qualche maniera straziante, ma T-Dog era forse il personaggio più neutro del gruppo, capace solo di suscitare indifferenza nel pubblico.
Arriviamo quindi alla parte meglio riuscita dell’episodio e che probabilmente ricorderemo fino al series finale. La morte di Lori si ascrive a quei plot twist che erano forse mancati nelle scorse stagioni della serie, soprattutto nei finali di stagione. Ho sorriso quando ha detto che stava per partorire – le donne nel cinema partoriscono sempre quando non devono, vedi una su tutte Claire di Lost – ma devo dire che la scelta di ucciderla dando alla luce una nuova vita ha un particolare significato, specialmente in quel contesto. Ovviamente dobbiamo usare la sospensione di incredulità per accettare il fatto che Maggie praticamente sventri Lori e riesca a non fare niente al bambino, soprattutto contando che non l’ha mai fatto prima: ma su questo possiamo anche sorvolare, in una sequenza che, seppur in modo tragico, è perfino poetica.
L’uso del flashback di Rick che spiega a Carl che ormai non si può più essere bambini rende ancora più profonda la forza d’animo che sembra avere il figlio del poliziotto, cosa che nessuno avrebbe mai detto fino a qualche puntata fa: la freddezza con cui impedisce a Maggie di uccidere la seconda volta sua madre perchè lo deve fare lui fa venire i brividi.
Così com’è quasi estatica l’immagine di Maggie che sbuca dalle tenebre dietro di lei ricoperta di sangue con in braccio l’unico raggio di luce in un mondo morto, anch’esso però nato da una donna senza vita. La contrapposizione vita-morte è naturalmente radicata nelle viscere dello show, ma in questa puntata si ribadisce ancora il fatto che sembra non esserci più alcuna speranza: è vero che è nata una nuova vita, ma a quale prezzo? E soprattutto quello non è figlio di Rick, ma di Shane, anch’esso morto e addirittura diventato zombie.
Molti hanno criticato le ultime sequenze, soprattutto la recitazione di Andrew Lincoln nel momento in cui si dispera per la morte della moglie. Non sono assolutamente d’accordo, anzi: ho trovato molto bello il fatto che non sia stato un pianto “classico”, con il padre che tenta di reprimere la tristezza magari abbracciando il figlio dicendogli che andrà tutto bene. La voce stridula di Rick e il fatto che non sfiori neanche Carl ma, anzi, gli urli in faccia tutto il suo dolore mi ha fatto venire i brividi. Il peso che ha avuto per mesi sulle spalle lo fa crollare in maniera fisica, quasi come se qualcuno gli avesse sparato; le urla strazianti e il silenzio d’intorno hanno fatto il resto.
La parte su Woodbury passa per forza di cose in secondo piano, con Andrea che ha una reazione abbastanza scontata e ovviamente vuole rimanere in quel posto evidentemente attratta dal Governatore. Quest’ultimo si dimostra un tiranno anche nei confronti dei suoi uomini più fidati, compreso Merle a cui viene impedito di andare a cercare il fratello. Ottimamente costruito, il personaggio del Governatore (Philip?) sta nascondendo qualcosa e credo che ci saranno delle ottime sorprese al riguardo.
Michonne ha ormai capito che di quell’uomo non ci si può fidare, e adesso trova anche delle prove concrete nelle incongruenze tra le parole del Governatore e quello che vede sulla camionetta sequestrata ai militari uccisi.
Insomma, possiamo quindi dire che Killer Within è stata una delle puntate più belle di tutta la serie, andando a ridisegnare soprattutto quelle che saranno le dinamiche del gruppo all’interno della prigione. Sinceramente non potevamo chiedere di meglio.
VOTO: 9
Curiosità:
A proposito di T-Dog, possiamo piangere assieme la sua morte.
Note
QUI trovate i punteggi di questo episodio del nostro fantagioco The Walking Game
Altra recensione che mi trova assolutamente d’accordo… Ripeto,questa terza stagione sta facendo zittire tutti (me compreso) o detrattori della seconda stagione,e lo sta facendo a suon di puntate una meglio dell’altra… Non voglio passare per cinico (anche perché il pezzo è stato assolutamente ben costruito e toccante) ma non ho potuto fare a meno di esultare (e non parlo di soddisfazione,parlo proprio di esultanza tipo gol di Grosso alla finale del mondiale) appena ho visto Maggie squartare quell’essere inutile di Lori… Non nego che ho persino sperato che il bambino nascesse morto o walker,in modo da rendere assolutamente inutile la morte di Lori,facendo pari con lo spessore del personaggio xD.
A parte le battute per il resto la puntata è stata perfetta: concordo sia con l’importanza del Flashback della seconda stagione Carl-Rick (che sinceramente non ricordavo) sia per la scena finale del pianto… è sicuramente una scena spiazzante,ma la trovo più realistica/sincera della solita reazione cinematografica (anche se c’è da dire che un pò stona col ruolo di Rick,va bene che ora è cambiato ed è più cinico,ma quando si tratta della famiglia e dei valori più profondi non è realistico un cambio così netto rispetto alle prime 2 stagioni,cmq sono piccolissimi dettagli che non hanno consistenza).