The Walking Dead – 3×06 Hounded 2


The Walking Dead - 3x06 Hounded

Dopo una prima stagione che ha lasciato la produzione talmente insoddisfatta da licenziare tutti gli sceneggiatori ed una seconda in cui, a parte alcune puntate (specie nel finale), la delusione ha comportato addirittura la sostituzione dello showrunner, la terza annata continua a mostrare la sua radicale diversità.

Il maggiore punto di discontinuità è di natura strutturale: la narrazione guidata da Glen Mazzarra è impostata su due poli. Questa caratteristica offre un doppio servizio che da un lato aumenta la quantità di zone (narrative) d’interesse e dall’altro produce sin dall’inizio una notevole tensione drammatica dovuta alla propensione verso l’incontro/scontro dei due poli d’attenzione.

The Walking Dead - 3x06 Hounded “Hounded” comincia mostrando a chiare lettere una delle novità estetiche della gestione, ovvero il superiore tasso di splatter contenuto in ogni episodio. Nello specifico l’introduzione vede protagonisti Michonne e Merle, la prima sola e alla ricerca di un nuovo equilibrio e il secondo, accompagnato da due uomini, che le dà la caccia. L’incontro tra i due li identifica ancor più come i due guerrieri della serie e li associa in quanto eccellenti combattenti, ma soprattutto perché non completamente umani, uomini-arma, la spada per Michonne e il braccio bionico per Merle, che diviene un vero e proprio simbolo.

The Walking Dead - 3x06 Hounded Il tanto desiderato incontro tra i due gruppi avviene quando Maggie e Glenn si allontanano dalla prigione in cerca di munizioni e si imbattono in Merle, alle prese con la caccia a Michonne. In questo caso quest’ultima decide di non palesarsi e guardare la scena di nascosto. Merle riesce non solo ad avere la meglio sui due innamorati, ma anche a catturarli e a portarli al villaggio. Ciò che più conta però è che questi apprende da Glenn che il fratello Daryl è ancora in vita, cosa che senza ombra di dubbio lo spingerà ad una incondizionata ricerca, anche contro la volontà del Governatore.

The Walking Dead - 3x06 Hounded Le cose al villaggio invece procedono regolarmente e l’attenzione degli autori si concentra sul rapporto tra il Governatore e Andrea. Questo è probabilmente il segmento più debole dell’episodio in cui assistiamo ad un’ormai ridondante rappresentazione della donna come opportunista e voltagabbana, senza sorprenderci minimamente visti i suoi trascorsi. Dopo una prima parte di stagione in cui la figura del Governatore è stata presentata come carica di enigmaticità, in questo episodio vi è una sorta di ritorno all’ordine, di arresto forzato, in cui questi appare privato della quantità di traumi che fin dall’inizio l’hanno contraddistinto.

The Walking Dead - 3x06 Hounded Capitolo Rick. Anche in questo caso il leader del gruppo incarna il trauma di una condizione che coinvolge tutti, ma che trova in lui il maggiore e più efficace catalizzatore. La perdita della moglie è ben lontana dall’essere stata metabolizzata e a riprova di ciò ci sono le telefonate che crede di ricevere all’interno della prigione. Lo vediamo talmente stravolto da essere in preda ad allucinazioni, dal credere per un momento che la moglie sia ancora viva. Il regista è bravo nel mantenere la verità celata sino all’ultimo, creando una sorta di identificazione tra lo spettatore e Rick, offrendo come unico segnale di smascheramento dell’allucinazione il fatto che quando questi risponde alle telefonate è sempre da solo senza nessuna possibilità di testimonianza da parte di alcuni compagno.

The Walking Dead - 3x06 Hounded Ciò che di più bello ha “Hounded” è però la rappresentazione che offre di Daryl e Carl, sicuramente i personaggi che stanno vivendo l’evoluzione maggiore. Già nello scorso episodio Daryl è stato mostrato col bambino in mano acquisendo in qualche misura delle fattezze paterne. Se quella poteva rappresentare solo un’avvisaglia, in questo caso data l’assenza di Rick vi è un vero e proprio rapporto padre-figlio tra Daryl e Carl, che in un momento di estrema solitudine gli racconta di aver personalmente sparato alla propria madre. Si tratta di uno dei momenti emotivamente più forti dell’episodio e dell’intera stagione e non è un caso che sia caratterizzato dalla presenza di questi due personaggi. Per entrambi, seppur con sfumature diverse, si può parlare di vero e proprio viaggio dell’eroe: Carl, che da questa stagione piange molto meno (fortunatamente) e dimostra più determinazione e coraggio, vede nella morte della madre (e prima ancora nell’uccisione di zombie-Shane) un vero e proprio passaggio all’età adulta; Daryl passa dall’essere un componente del gruppo isolato e irresponsabile a rappresentare probabilmente la maggiore fonte di sicurezza e responsabilità, che culmina con il ritrovamento di Carol che senza dubbio riaccenderà il loro rapporto, pieno di non detti e finte ostilità.

Un episodio un po’ più discontinuo degli altri, ma comunque carico di momenti emotivamente coinvolgenti.

Voto: 8 –

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Informazioni su Attilio Palmieri

Di nascita (e fede) partenopea, si diploma nel 2007 con una tesina su Ecce Bombo e l'incomunicabilità, senza però alcun riferimento ad Alvaro Rissa. Alla fine dello stesso anno, sull'onda di una fervida passione per il cinema e una cronica cinefilia, si trasferisce a Torino per studiare al DAMS. La New Hollywood prima e la serialità americana poi caratterizzano la laurea triennale e magistrale. Attualmente dottorando all'Università di Bologna, cerca di far diventare un lavoro la sua dipendenza incurabile dalle serie televisive, soprattutto americane e britanniche. Pensa che, oggetti mediali a parte, il tè, il whisky e il Napoli siano le "cose per cui vale la pena vivere".


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2 commenti su “The Walking Dead – 3×06 Hounded

  • MarkMay

    Quoto tutto soprattutto la parte iniziale… Un pilot che da solo ha tenuto in piedi due stagioni (e non credo di poter essere smentito,è così) aveva bisogno di questo cambio e di questa terza stagione… Come abbia fatto Glen Mazzara a rendere Rick dal protagonista più insipido,banale e stereotipato del mondo quello di questa terza stagione (a mio modo di vedere il personaggio migliore,sia dal punto di vista dello sviluppo psicologico sia dal punto di vista prettamente recitativo) è una cosa che ancora non riesco a spiegarmi razionalmente… Anche in questo episodio Rick è secondo me il personaggio che è stato approfondito meglio, ma questa volta voglio fare i complimenti soprattutto a Hershel. Il modo con la quale ha gestito la situazione di Rick (non giudicandolo,cercando di capirlo e accondiscendendo alle sue richieste) è stata una delle cose che più ho apprezzato nella puntata (anche se il modo con la quale ha verificato la linea telefonica mi ha fatto subito accendere una lampadina,ma forse è stato meglio così,senza quel dubbio avrei digerito meno questa scelta di far parlare Rick col “fantasma” di sua moglie), che sicuramente migliora dalla quinta (anche se non ai livelli delle prime 4) ma soprattutto lascia la voglia incontrollabile di arrivare al prossimo episodio, cosa che è LINFA VITALE per questo tipo di serie…

     
  • rogue

    ma opportunista e voltagabbana di cosa???? con shane si,decise con convinzione di voltare le spalle al suo gruppo e di filarsela,che se veniva data in pasto agli azzannatori avrei gridato”vi porto un lucano”,ma qui qual è il suo difetto?aver trovato un’isola sicura e provare attrazione per un uomo affascinante?minchia,sono opportunista e voltagabbana anche io,allora…ciò non toglie che il personaggio non mi piace(non per ciò che fa o non fa,è che non mi dice niente),mi piaceva lori,nonostante gli errori più gravi…per il resto,rick grandissimo,daryl finalmente cominciano a dargli delle emozioni umane(mi sembrava un automa) e stagione meravigliosa,le puntate durano troppo poco accidenti…