Girls – 2×03 Bad Friend


Girls – 2×03 Bad FriendSe Sex And The City fosse ambientato negli anni 2000, si chiamerebbe Girls. Da tempo le due serie HBO sono state paragonate, ma solo con la seconda stagione del nuovo prodotto di Lena Dunham ci si può accorgere di trovarsi davanti a due prodotti simili e con lo stesso fine narrativo


Oltre all’ambientazione newyorkese e alle protagoniste, quattro giovani amiche, la serie ci vuole raccontare le stesse cose che ci raccontavano Carrie e socie, che però risultano diverse proprio perché diverso è il mondo che le ragazze devono affrontare. Girls ha un occhio più critico e disincantato sulla città e sui suoi abitanti e vede New York sia come massimo luogo di realizzazione dei sogni, sia come grande ostacolo alla felicità.
Girls – 2×03 Bad FriendQuesti aspetti sono raccontati molto bene nelle prime puntate andate in onda ed il dualismo tra la città buona e la città cattiva è un po’ il fulcro del terzo episodio: prima vediamo Hannah ricevere una proposta di lavoro come scrittrice freelance, che però può ottenere solo con la condizione di sniffare cocaina o provare un rapporto a tre con degli sconosciuti; poi Marnie, che vuole lavorare come curatrice in una mostra d’arte, ma trova lavoro solo come hostess in un locale, sfruttando la sua bellezza.

Girls – 2×03 Bad FriendQuesto tira e molla continuo scandisce le vite delle ragazze mettendo l’accento su quei personaggi e su quelle storyline che si è deciso di sfruttare di più in questa stagione. Se nella prima le protagoniste erano quattro e si dividevano il tempo in modo piuttosto equo, questo secondo ciclo vede come unica grande protagonista Hannah, che detta le regole e scandisce i tempi. Si è passati da un telefilm “corale” ad un vero a proprio Hannah-show, cosa che comunque già si presagiva guardando i poster promozionali pubblicati dalla HBO: in quello della prima stagione (clicca qui per vederlo) vediamo le quattro amiche sedute su un divano nell’appartamento di Hannah, dove l’accento viene posto sulla padrona di casa, che è l’unica a guardare in camera; il poster della seconda (che si può vedere qui), al contrario, ci mostra un primissimo piano di Hannah, quasi un dettaglio del suo volto. È ovvio quindi che il secondo ciclo fosse già nato hannahcentrico e questo cambiamento di punti di vista non dispiace, data la scelta di puntare sul personaggio più interessante della serie (scelta che ha pagato, visto che Girls è già stata rinnovata dal network per una terza stagione formata da dodici episodi, le cui riprese inizieranno il prossimo Marzo).

Girls – 2×03 Bad FriendIl personaggio della Dunham è quindi diventato l’unico centro della serie, frutto di una specifica scelta della produttrice esecutiva/creatrice, ma anche attrice/regista/sceneggiatrice Lena che ha deciso di lasciare il segno: calata completamente nella parte, cerca di non mettere nessun velo alla sua performance e cerca di raccontare la New York odierna fatta di sesso, droga, alcool e incertezze sul futuro. Se c’è da girare una scena di nudo lo fa, se c’è da indossare vestiti di due taglie più piccoli lo fa, non ha paura di risultare stupida, goffa o ridicola (cosa che le riesce davvero molto facile, sia quando si scambia la maglietta con un ragazzo in discoteca, sia quando irrompe in casa di uno sconosciuto e si mette a litigare con Marnie sotto l’effetto della cocaina). Ed è questa la forza del suo personaggio, il non avere filtri e l’essere il più naturale possibile proprio per raccontare una New York vera, una New York che esiste. Carrie non voleva diventare il manifesto della naturalezza in Tv ed infatti il suo personaggio era sempre perfetto anche nei momenti più difficili, nei momenti di disagio e in quelle scene in cui perdeva il controllo. Ovviamente gran parte delle situazioni in Girls sono strane e romanzate apposta per creare un prodotto interessante per la TV, ma i personaggi risultano comunque uno specchio fedele della realtà.

Possiamo dire, senza paura di essere smentiti, che Lena Dunham abbia fatto quel salto di qualità che aspettava da tanto tempo: dopo una gavetta partita dal 2006, fatta di corti, piccoli film e ruoli minori in serie televisive, la newyorkese figlia d’arte (sua madre è un’apprezzata artista e fotografa americana) è definitivamente entrata nell’olimpo delle star U.S.A., senza mai tradire il suo percorso e svendersi a progetti che potevano sembrare più facili da gestire. E in questo inizio d’anno troviamo la sua consacrazione, tra la vincita di due Golden Globe e la copertina del numero di Febbraio di Entertainment Weekly, che la presenta come “la mente brillante, contorta e bellissima che sta dietro Girls” innalzandola a vera e propria voce della sua generazione.

Aspettando di vedere se il ciclone Hannah distruggerà definitivamente la presenza delle altre tre ragazze, l’appuntamento è per il 2 Febbraio, con il prossimo episodio di Girls, su HBO.

Voto: 8

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Informazioni su Davide Canti

Noioso provinciale, mi interesso di storytelling sia per la TV che per la pubblicità (in fondo che differenza c'è?!). Criticante per vocazione e criticato per aspirazione, mi avvicino alla serialità a fine anni '90 con i vampiri e qualche anno dopo con delle signore disperate. Cosa voglio fare da grande? L'obiettivo è quello di raccontare storie nuove in modo nuovo. "I critici e i recensori contano davvero un casino sul fatto che alla fine l'inferno non esista." (Chuck Palahniuk)

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