The Following ha sicuramente un pregio, e cioè quello di tenere incollati alla poltrona mentre sullo schermo si snoda il frenetico susseguirsi degli eventi. Questa 1×05 ne è uno degli esempi più fulgidi, però sulla serie aleggiano ancora dei punti interrogativi di non facile risoluzione.
Inutile soffermarsi ancora sulla (eccessiva?) stereotipizzazione dei personaggi, Hardy su tutti, perché è evidente che ormai rimarranno così fino alla fine, a meno di clamorosi colpi di scena che al momento non si sono ancora avuti.
La cosa che balza quindi subito all’occhio è la pressante assenza di Carroll, che in questa The Siege compare meno di cinque minuti, giusto in tempo per terrorizzare il suo malcapitato avvocato. Anche in questo caso la trovata di far leggere alla donna, in diretta nazionale, un altro passo di un racconto di Poe – questa volta lo splendido “La maschera della Morte Rossa” – è una quasi fastidiosa ripetizione di quello che abbiamo visto per quattro puntate.
L’hanno ormai capito anche i muri: Carroll crede di essere l’incarnazione dell’anima maledetta di Poe, e fino ad un certo punto è stato un concetto molto affascinante. Però una serie tv non è un film, dove tutto si risolve in due ore: andare avanti così per 15 puntate sarebbe troppo banale e quasi fastidioso da vedere.
In questo episodio si vedono due nuovi follower, che in questo caso sembrano i tutto-fare di Carroll, e non semplici “soldati” votati alla sua causa. Il loro coinvolgimento nella storyline del rapimento del piccolo Joey dà sicuramente una ventata di freschezza al quasi ristagnante rapporto torbido del trio Emma-Jacob-Paul, anche questo a rischio di banali ripetizioni che avrebbero potuto rovinare una seppur buona costruzione della vicenda.
Purtroppo si scade anche qui un po’ nel già visto, quando Hardy e Lopez trovano la villa, si imbattono in uno dei cattivi, l’agente non protagonista muore, Hardy si dispera, poi trova Joey e infine viene sorpreso da Jacob. Insomma, una sequenza molto tesa dal punto di vista emozionale ma telefonata in maniera troppo didascalica, come se Williamson, scrivendo questa puntata, avesse fretta di arrivare al punto in cui Hardy diventa il nuovo ostaggio dello strambo trio di giovani follower.
L’altra metà di puntata riguarda Claire Matthews, che riceve inaspettatamente la telefona del figlioletto: ok il coinvolgimento emotivo, ok la recitazione della Zea, però anche qui la scrittura è troppo scolastica, troppo prevedibile e già vista.
Anche un bambino avrebbe capito le mosse di Claire: la visita inaspettata dell’avvocato, la voglia improvvisa di uscire di casa, il continuare a guardare l’orologio e poi l’andare in bagno, scappare dalla porta di servizio con lo sveglione dell’FBI che si accorge troppo tardi di essere stato gabbato.
Insomma, si capiva 15 minuti prima come si sarebbe conclusa questa parte, e cioè con Claire che sale in macchina del misterioso Roderick e viene portata chissà dove, con l’FBI che impreca in cinese alle sue calcagna.
The Following era partito davvero bene, con ritmo, colpi di scena e un’idea non troppo originale ma sicuramente d’impatto sul grande pubblico.
Non c’è quindi nient’altro di interessante da dire, se non che a questo punto la forza di questa serie risiede per davvero nel personaggio di Joe Carroll, reso carismatico, anche quando per la maggior parte del tempo è off screen, grazie all’impeccabile recitazione di James Purefoy, forse nel ruolo più importante e significativo della sua carriera.
Ovviamente non possiamo che non notare anche la performance del sempre bravissimo Kevin Bacon che, pur interpretando un ruolo già visto e abusato, riesce a renderlo a suo modo unico e piacevole: dalla sua recitazione si sente davvero tutto il dolore che grava sull’animo di Hardy.
Quindi questa quinta puntata è sicuramente buona a livello di tensione – anche se finora un paio di puntate precedenti avevano fatto addirittura meglio – però qui si vedono ancora troppo quei difetti di struttura e ripetibilità che potrebbero rovinare un’ottima idea di base: se si riuscisse a sistemare questo e a rendere meno didascalico il tutto, The Following potrebbe regalarci una seconda parte e un finale di stagione davvero memorabili.
VOTO: 6½
concordo sostanzialmente con tutta la rece, anche se forse avrei azzardato addirittura un 7-; non so, forse perché l’altra puntata mi ha fatto così schifo che questa per contrasto mi è sembrata bellissima XD però ho apprezzato davvero il cambio di registro per quanto riguarda il cambiamento della situazione.
Tuttavia – e su questo ti devo dare ragione – un’altra scena in cui Carroll o chi per lui legge qualcosa di Poe e qualcuno dice con aria pure sorpresa “E’ Poe!” potrei non reggerla.
Sì, la ripetitività potrebbe uccidere la serie… se riescono a trovare un altro modo di raccontare le cose potrebbe uscire un buonissimo prodotto, alla fine.
Purtroppo l’ eccessiva banalità è il problema ormai constatato di questa serie , devo dire le prime due puntate nel complesso mi erano piaciute , in particolare la prima per il ritmo intenso come espresso nella recensione che riesce a tenerti incollato alla poltrona fino alla fine .
La 3 e 4 invece senza tanti giri di parole mi avevano fatto proprio schifo .
Concordo pienamente con la recensione , ma comunque sono felice di questo episodio perchè seppur : banale , ripetitivo e continuandosi a basare su schemi già molto utilizzati nello show o utilizzati molto nelle serie di questo genere in generale(ennesimo discorso tratto da Edgar Allan Poe oppure il poliziotto che perde l’ ex-moglie di Carrol) , ha mostrato un leggero ritorno in carreggiata da parte dello show concentrandosi su quello che gli era riuscito bene nelle prime due puntate .
Il ritmo della puntata nel complesso è molto buono , molta tensione , azione in un certo senso e l’ entrata in scena di nuovi personaggi .
Fantastiche le interpretazione di Bacon ma soprattutto di Purefoy .
Insomma la puntata rialza leggermente la serie che purtroppo è come se camminasse su uno strato di ghiaccio troppo sottile che potrebbe rompersi da un momento all’ altro facendo sprofondare la serie , speriamo bene per la seconda metà di stagione .
In following una cosa è sicura:
ci sono gli agenti fbi più fessi della storia!!!