The Americans – 1×06/07 Trust Me & Duty and Honor 1


The Americans – 1x06/07 Trust Me & Duty and HonorUsa/URSS, URSS/USA. Dalla fine degli anni Quaranta alla fine degli Ottanta nulla ha monopolizzato di più il globo di questa dicotomia. Sin dalla sigla The Americans dimostra la volontà di aggirare ogni manicheismo, puntando sull’osmosi culturale, sulla commistione di influenze e di convinzioni, facendo dell’ambiguità, tematica e narrativa, il suo punto di forza.

Se The Americans è una delle migliori serie dell’anno è anche per via della straordinaria continuità che è riuscita a raggiungere la FX negli ultimi anni nei quali, alla rincorsa delle emittenti cable dalla tradizione maggiormente consolidata, ha dato vita a serie televisive di grandissimo livello – Sons of Anarchy, Justified, American Horror Story. In particolare è di grande interesse la continuità tra questa serie e Justified, data dalla presenza come executive producer di Graham Yost, creatore della serie con al centro il pistolero del Kentucky. Sono molte, infatti, le affinità tra i due show, specie sotto il punto di vista narrativo: entrambe sembrano avere grande fiducia nei propri mezzi e nessuna fretta di dire tutto e subito (quella che in molti casi si percepisce guardando Homeland, ad esempio), oltre alla certezza di poter dominare al meglio la strutturale serialità del programma, scandendo in maniera graduale, progressiva e sistematica tutto ciò che hanno da dire. Ciò è ancora più importante per una serie ambiziosa come The Americans in cui Yost e colleghi riescono a non cadere nel facile tranello del noi vs loro e creare una vera e propria antropologia nazionale, figlia di riflessioni mai piatte, ma sempre di volta in volta argomentate e sfumate.

1×06 – Trust Me 

Tell whoever approved this that your face is a present from me to them! Show them your face, show it to them!”

The Americans – 1x06/07 Trust Me & Duty and Honor“Trust Me”, come indica il titolo, è un episodio incentrato tutto sulla fiducia e, come spesso accade, tratta soprattutto del tradimento della medesima. Impariamo a conoscere meglio Vasili, emissario principale del KGB negli USA, scopriamo le sue debolezze e capiamo che, in fondo, c’è pochissima differenza tra i potenti al di là e al di qua della cortina di ferro: la sbandata che si prende per Nina gli si ritorce contro come un boomerang, diventando il bersaglio principe dell’inchiesta interna. Nonostante ciò, la sua fine è tragica perché gli autori, con la consueta perizia nella connotazione dei personaggi, lo lasciano andare come un uomo valoroso ma fragile, vittima di un gioco sporco. Lo stesso gioco però si basa sulla fiducia che Nina ripone in Stan, che da ricattatore si trasforma prima in protettore, poi in amante e salvatore, riuscendo a spendersi strategicamente per l’incolumità della giovane e bella russa.
L’altro fuoco della puntata è costituito dal misterioso rapimento dei due protagonisti: improvvisamente alcuni sconosciuti e ben addestrati rapiscono Phillip ed Elizabeth e, dimostrandogli che sanno tutto di loro, cominciano a torturarli convinti che possano essere la talpa venuta fuori al termine dello scorso episodio. Una volta scoperto che i rapitori sono i loro stessi superiori e che al comando c’è Claudia – una straordinaria Margo Martindale – scoppiano dalla rabbia e in particolare Elizabeth arriva a quasi a uccidere l’anziana donna tanto grande è la ferita per la fiducia tradita.

Listen to me, Nina. I’ve been where you are. I’ve lived it”

The Americans – 1x06/07 Trust Me & Duty and HonorOltre a sviluppare perfettamente la delicata questione dell’infiltrato all’interno di ogni maglia della tela politica, The Americans riesce perfettamente a traslare il discorso sulla fiducia dall’universale al particolare, spostando la lente d’ingrandimento sulle coppie (e le famiglie) principali del racconto. “Trust Me” è anche l’episodio in cui Henry e Paige vengono abbandonati all’uscita della scuola dai genitori (impossibilitati perché sequestrati), verso i quali ripongono sempre meno fiducia; un sentimento che invece dimostrano di avere l’uno verso l’altro, specie nel finale quando nascondono al padre e alla madre la vicenda del pedofilo che ha tentato di importunarli. Anche per Stan e Sandra la fiducia (e il suo risvolto negativo) è il concetto attorno al quale ruota la loro attuale condizione: nonostante gli sforzi della donna, la testa del marito è da un’altra parte, sia professionalmente sia, e soprattutto, sentimentalmente, tanto da impostare un rapporto sulla menzogna sistematica. Phillip ed Elizabeth, infine, chiudono l’episodio proprio litigando circa la fiducia tradita, quella che lui riponeva in lei, per via di una complicità rivelatasi, almeno per ora, prematura.

Voto: 8

1×07 – Duty and Honor

The Americans – 1x06/07 Trust Me & Duty and Honor“Duty and Honor” prosegue il cammino sul sottile equilibrio tra le questioni che legano i discorsi del racconto finzionale agli accadimenti di natura storico/politica e i loro riverberi sui protagonisti. In particolare quest’episodio scava in maniera notevolmente più approfondita su alcune individualità tra le quali spicca Phillip, del quale viene presentata una parte importante del suo passato. L’espediente è, come capita sovente, quello di legare il coniglio al cilindro della politica: la resistenza polacca all’Unione Sovietica è per l’Occidente un barlume di luce in fondo al tunnel, come dimostra la bellissima scena di Phillip che guarda alla televisione l’appoggio solidale di Ronald Reagan al popolo polacco. La missione è neutralizzare la capacità della Polonia e dei suoi esponenti politici di contrastare il regime sovietico, obiettivo grazie al quale lo spettatore ha la possibilità di conoscere Anne.

Come with me, Misha. We’ll disappear together and they will never find us”

The Americans – 1x06/07 Trust Me & Duty and HonorAnne in realtà si chiama Irina ed è il primo grande amore di Phillip, precedente alla missione negli USA. La sua presentazione avviene in maniera graduale, anticipata da avvisaglie narrative impeccabili che da un lato si legano perfettamente all’episodio precedente – la mancanza di fiducia tra marito e moglie – dall’altro hanno la forma delle allusioni, dei non detti che lasciano dubbi che sembrano voragini (la gelosia iniziale di Elizabeth, l’irrigidimento subitaneo di Phillip). Grazie ad alcuni flashback emerge che la missione negli Stati Uniti ha infranto la storia d’amore tra Irina e Phillip, i quali si incontrano dopo vent’anni e, sebbene sia impossibile dire che nulla sia cambiato, i due non sono certo emotivamente indifferenti.
Tra le grandi qualità di The Americans c’è quella di saper coniugare perfettamente parole e musica e proprio a questo proposito è di grandissimo impatto la scena in cui Phillip e Irina (ora Anne) sono fianco a fianco e chiedono l’uno all’altra notizie sulla loro vita attuale, se hanno un matrimonio e se hanno figli. Naturalmente la vita attuale non ha nulla di reale, ma rappresenta la messa in scena di un ruolo, la costrizione permanente che porta i protagonisti a sposarsi e mettere al mondo dei bambini solo perché ordinato loro dall’alto, senza quindi la vera volontà di farlo, perché nella loro situazione di reale c’è solo il dovere e l’onore.

You americans think everything is white or black. For us, everything is grey”

The Americans – 1x06/07 Trust Me & Duty and HonorArriva un momento però in cui la realtà prende il sopravvento sulla finzione e anche quando si recita a soggetto il personaggio non è sostenibile fino in fondo. Se nello scorso episodio la fiducia rappresentava il fil rouge del racconto, così come la perdita della stessa, in questo è il tradimento a segnare un vero e proprio punto di non ritorno. Dopo tante menzogne sprecate, dopo un corteggiamento irrimediabilmente fuso e confuso con il rapporto lavorativo, Stan e Nina passano la notte insieme, certificando definitivamente l’inizio della crisi della famiglia Beeman (o ci si illude che la consumazione di un desiderio incubato già da tempo non abbia ripercussioni sul nucleo familiare?).
L’altro e forse ancora più importante tradimento è quello di Phillip: lui e Irina non resistono alla tentazione e si dedicano una giornata in memoria dei vecchi tempi (lei tra l’altro, facendo lo stesso lavoro di Elizabeth, si sovrappone perfettamente alla moglie), al termine della quale Irina gli chiede di scappare insieme. Nonostante questi le dica di no (specificando però che il motivo sono i bambini e la famiglia, non la moglie), al ritorno a casa ha un colloquio con Elizabeth dal quale nulla potrà più prescindere: la donna, schiaritasi le idee rispetto a ciò che vuole da lui, aiutata anche dalla gelosia per Irina, gli chiede un “patto di trasparenza” volto a valorizzare ciò che li lega. Quando alla domanda relativa a cosa sia accaduto con la sua ex compagna Phillip risponde “nulla”, questa bugia si carica d’importanza sia perché successiva alla promessa di sincerità, sia perché si sovrappone al tradimento che nasconde.

Un’altra puntata di altissimo livello che conferma The Americans tra le migliori novità dell’anno.

Voto: 8,5

Condividi l'articolo
 

Informazioni su Attilio Palmieri

Di nascita (e fede) partenopea, si diploma nel 2007 con una tesina su Ecce Bombo e l'incomunicabilità, senza però alcun riferimento ad Alvaro Rissa. Alla fine dello stesso anno, sull'onda di una fervida passione per il cinema e una cronica cinefilia, si trasferisce a Torino per studiare al DAMS. La New Hollywood prima e la serialità americana poi caratterizzano la laurea triennale e magistrale. Attualmente dottorando all'Università di Bologna, cerca di far diventare un lavoro la sua dipendenza incurabile dalle serie televisive, soprattutto americane e britanniche. Pensa che, oggetti mediali a parte, il tè, il whisky e il Napoli siano le "cose per cui vale la pena vivere".


Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Un commento su “The Americans – 1×06/07 Trust Me & Duty and Honor

  • Ellis

    Una serie davvero bellissima! Sul piano narrativo l’unica pecca é il fatto che é come se i personaggi si siano svegliati ora, mentre dovremmo vederli già nel mezzo dei loro processi. Li conosciamo dopo 14 anni almeno dal loro arrivo in Usa ma non ci sembra che quegli siano stati esistenti dal punto di vista dell’evoluzione dei personaggi. Che sembrano farsi domande solo dalla puntata 1.