Lo splendido affresco dipinto da Terence Winter si colora di toni sempre più cupi. Con una superba lentezza, densa di rimandi e significati reconditi, questo settimo episodio di Boardwalk Empire prende coscienza degli ultimi avvenimenti e prepara il terreno per l’esplosione futura: l’odore di polvere da sparo è dappertutto.
«Tu hai vinto ed io mi arrendo. E tuttavia, d’ora in poi, anche tu sei morto, morto al Mondo, al Cielo, alla Speranza! In me tu vivevi, e, nella mia morte, in questa immagine che è la tua, vedi come totalmente tu hai assassinato te stesso»: così si conclude il racconto di Edgar Allan Poe che titola l’episodio. Come in Erlkonig aleggiava il fantasma della ballata di Goethe, qui, sotto le macabri ali di Poe, si staglia minaccioso lo spettro dell’antagonismo: quella rivalità che può anche portare all’annientamento di se stessi. Il legame diretto con la novella deriva da Willie e dal senso di colpa debordante per l’uccisione dell’amico Henry. Non è però l’atto in sé, o le conseguenze che ne sono derivate (l’accusa a Clayton), a turbare il giovane Thompson. Brutalmente traghettato dallo zio Nucky, Will si ritrova a vagare disorientato per un mondo nuovo, in cui azioni e sentimenti assumono contorni diversi: qui ciò che conta è il sangue, e quella rabbia, che pulsa incontrollabile, è un dono da usare, ma da non far vedere; questo è un mondo in cui si può anche vivere con un tale peso sul cuore ed andare avanti. Quel mondo però ai suoi occhi non coincide più con quello di Temple.
Nothing ever came from you
La decisione di Willie di lasciare il college scatena in Eli una rabbiosa costernazione che sfocia nella violenta lite con Nucky. Il rapporto tra i due fratelli, sebbene ultimamente sia stato reinserito nei giusti binari, conserva ancora fresche le ceneri di una aspra lotta. È in momenti come questo che riemerge in Eli quella pungente rivalità verso il fratello che stava quasi per distruggerlo completamente. La famiglia, i suoi figli, sono per l’ex-sceriffo tutto ciò che di più caro possa mai avere, ma sono anche quella particolarità che lo distingue da Nucky: sono quella marcia in più che il fratello non è mai riuscito ad avere. Nucky può prendersi l’intera Atlantic City, ma non deve mettere bocca in ciò che succede tra le mura della sua casa. Per gli occhi onniscienti di noi spettatori, la risolutezza di Eli assume un sapore ancora più acre: l’interferenza di Enoch nell’ultima vicenda di Will a Philadelphia potrebbe essere una miccia per riaccendere le, mai fin troppo sepolte, ostilità in casa Thompson?
The best predictor of future behavior is past behavior
Intanto a Washington si rompe un altro equilibrio. Lo scetticismo di Hoover verso l’ostinata idea di Tolliver – la grande rete criminale da scardinare – si dissolve, come ghiaccio al centro dell’inferno, nel momento in cui Miss Randolph gli fa odorare il sapore dell’approvazione dei piani alti. In una sala gremita di agenti del Bureau, il neo direttore fa sfoggio delle abilità investigative che lo hanno portato a scovare una cospirazione criminale estesa a livello nazionale. Lo sdegno di Tolliver culmina nell’abbandono della sala e, a cospetto di quel Means «ai suoi ordini» – I’m the only one standing between you and a jail cell –, dà pieno fluire ad una velata competizione nei confronti di Hoover. Questa riesumata rivalità, radicata sin dai tempi della law school, comprometterà le azioni di un Knox ben coperto e ben inserito? L’ambizione di addossarsi i meriti porterà JTM ad agire fuori dal protocollo rischiando di esporre la sua operazione ad un prematuro fallimento?
I’m gonna get that fuck O’Banion. Put a pill in him myself. Make it public. Remind people you bleed before you die.
In William Wilson il concetto di rivalità non si ferma al quiete antagonismo, ma assume anche il rosso colore del sangue. Per Al Capone uccidere O’Banion è un dovere; la morte del fedifrago irlandese è l’unica cosa che riuscirebbe ad allievare la rabbia gonfia di dolore per la perdita del fratello. L’imboscata al birrificio, che porta all’arresto di Torrio, è una condanna a morte che Dean firma con le sue stesse mani. La stanchezza di un Johnny stremato dalla prigione e quel – Kill that Irish fuck – con cui autorizza Al a procedere potrebbero essere il preludio perfetto per l’avvio della prima vera guerra di questa quarta stagione. Alphonse carbura da troppo tempo; la sete di sangue e dominio che gonfia il suo ego sta per esplodere del tutto: credo che i tempi siano maturi perché il gangster per antonomasia possa dare libero sfogo ad un’attività da protagonista.
Hello, Mrs. Rohan, is it?
A volte il peggiore nemico è rappresentato dalla nostra stessa immagine riflessa allo specchio. Per quanto Margaret possa ostinarsi a non vederla: la signora Thompson è sempre in agguato dietro di lei. Dopo la telefonata di Rothstein, la lentezza delle movenze e quello sguardo, quasi disperato, con cui osserva il giocattolo che Nucky ha regalato a Teddy: è la più eloquente presa di consapevolezza della sua perenne condizione di donna del boss. Non basta avere un lavoro, pagare l’affitto e andare al cinema il venerdì sera: quel passato che cerca di scacciare con forza, a furia di parole non dette e di regali lasciati in ufficio, tornerà sempre a ricordarle chi era, cosa è stata, e cosa ha fatto per ottenere tutto ciò che ora cerca di rinnegare.
I have come to breathe new life into this community, to aid those who seek betterment, to abrogate those who would hold us back.
Con elegante maestria il dottor Valentine Narcisse continua a tessere la sua oscura tela. La macabra rivelazione che chiarisce il rapporto di devozione che lega Maitland al dottore non può che rendere ancora più chiaro, di quanto già non sia, che il primo bersaglio della lenta e oculata macchinazione di Narcisse è già pronto a cadere. La debolezza di Mr. White cresce proporzionalmente alla forza che Valentine continua a conquistare, in particolare in tutti quei territori in cui era Chalky a predominare. L’ambiguità di tale personaggio, sostenuta da un egregio Jeffrey Wright, conferisce allo show un ulteriore livello di finezza narrativa. Con la solita perizia diegetica Terence Winter (qui in collaborazione con David Matthews) ha gradualmente disseminato lungo l’episodio ambigui riferimenti alle sacre scritture. Prima attraverso la notizia dei due assassini di Chicago che uccidono in nome del superomismo di Nietzsche, la cui dottrina viene sbrigativamente sintetizzata nella frase di Doris su Zarathustra: Dio è morto; poi con Purnsley che, secondo velato suggerimento del dottore, uccide il diacono Cuffy recitando l’esordio del Padre Nostro, per finire poi nell’accorata preghiera con cui Maitland, come una Maddalena Addolorata, si rivolge al suo Lord cercando di lavare dal suo corpo le ferite che l’hanno trafitto. Immettendosi in una prospettiva, seppur semplicistica, del periodo storico che qui ci viene narrato, vien da riflettere: se la Morte di Dio porta all’omicidio di un ragazzo innocente, a cosa porterà l’innalzamento di un uomo a Dio? Se lo Spirito Santo diviene metafora di guida per azionare quella guerra che ha come scopo l’improvement del negro, cosa accadrà a chi sceglierà di non seguirlo?
William Wilson è un’altra piccola gemma che s’incastona perfettamente nella preziosità dimostrata finora da questa quarta stagione di Boardwalk Empire. Si accendono gli animi, si chiariscono le intenzioni: Al contro O’Banion, Joe Masseria che manda il suo emissario in Florida e, sul fronte, per ora, avulso dal crimine la ritrovata lucidità di Gillian potrebbe presto scontrarsi con il solito Richard appena rientrato nella vita del piccolo Tommy. La corda è tesa più che mai, e l’ambizione di Hoover potrebbe avere le forbici giuste per cominciare a spezzarla.
Voto: 8
Puntata splendida forse la migliorw di una stagione eccellente finora e che promette cose egregie.
Lentamente tante tessere del puzzle si stanno riposizionando. La rabbia è il catalizzatore di questa puntata. Dalla sete do vendetta di al capone alla rabbia di tolliver fino alla furia di eli molti personaggi sono sull orlo di una crisi di nervi e il sangue sarà l unica cosa pronta a lavare via ogni dubbio e frustrazione.
Richard tornerà prepotentemente in gioco ma credo che le soddisfazioni maggiori ce le riserveranno luciano meyer e capone….
Puntata lenta ma che non ti permette un attimo di distrazione tanto densa è la narrazione.
Voto 9 per me
La guerra o’banion capone è cosa certa visto che anche la storia vera e propria ce lo conferma
Non si possono esprimere che lodi per un episodio così, personalmente vedo tutti gli alleati di nucky in grande difficoltà e la cosa non promette niente di buono.
Già il prossimo o il successivo episodio ci sveleranno nello specifico i piani di Narcisse e allora si capiranno bene le dinamiche conclusive.
Nucky come al solito sembra in balia degli eventi ma sono sicuro che lo vedremo più freddo e attento che mai in questa seconda parte di stagione