Doctor Who – The Day of the Doctor 22


Doctor Who - The Day of the DoctorSe c’era una persona in grado di scrivere un grandioso 50th anniversary episode per la serie tv più longeva della storia, quella persona era senza dubbio Steven Moffat (Disclaimer: chi scrive è una daviesiana convinta). Perché? Beh, perché Moffat è uno spaccone, uno che non ha mai paura di rischiare, anche a costo di esagerare e fare pasticci. Uno che non pone alcun freno alla propria, checché se ne dica, inossidabile creatività.

Insomma, uno sceneggiatore – magari con qualche macchia ma di certo senza paura – che non solo non si fa problemi a stravolgere le carte in tavola, ma nel farlo ci gode tantissimo: esattamente ciò di cui aveva bisogno questo episodio-evento per essere effettivamente ricordato come tale.
La domanda è: ci riesce? Assolutamente sì.

Doctor Who - The Day of the DoctorThe Day of the Doctor è uno spazio per festeggiare cinquant’anni d’avventure, pensato per e perfino modellato intorno al fandom, ma che riesce comunque a funzionare anche come ennesima, appassionante avventura per il Dottore. Tributo riuscitissimo e squisitamente meta, è un continuo inside joke per whovian (e in senso più vasto per brits – pensiamo al riferimento ai blockbuster americani, o anche solo alla presenza della regina Elisabetta I e alla rivisitazione del suo I have the body of a weak and feeble woman…) e diventa ancora più godibile, quasi sorprendente, quando ci accorgiamo, al di là di ogni nostra più rosea aspettativa, che riesce a fondere con grande disinvoltura la dimensione celebrativa e quella più propriamente narrativa, costruendo una storia che fila alla perfezione e crea anche interessanti spunti per il futuro. Ma procediamo con ordine, ammesso che sia possibile.

Già citati in The Pandorica Opens e The Power of Three, per altro lo stesso episodio in cui facciamo la conoscenza di Kate Stewart, i monsters of this week non sono né i Dalek, né i Cybermen, ma gli Zygon, meno noti al pubblico del reboot ma molto familiari ai fan della serie classica (curiosità: sono i nemici preferiti di David Tennant). Scelta interessante, che ha un duplice scopo: arricchire la storia di ulteriori riferimenti agli anni ’63-’89 ed introdurre con con maggiore leggerezza il tema portante dell’episodio, per focalizzare l’attenzione del pubblico verso il vero antagonista della puntata, anzi, dell’intera storia del Dottore: se stesso.

Doctor Who - The Day of the DoctorLa figura del War Doctor, la cui genesi è raccontata nel gioiellino The Night of the Doctor, nasce per colmare quel vuoto di 16 anni che intercorre tra l’ultima stagione della serie classica e Rose, il primo episodio del reboot 2005 (con in mezzo Doctor Who: The Movie, 1996). Moffat attinge a piene mani dalla mitologia della Time War e si serve di un perfetto John Hurt per raccontarne la sua personale versione, trasformando in on-screen ciò che fino ad ora era sempre stato off. Non solo, nel giro di pochi minuti distrugge letteralmente le basi su cui si è andato costruendo Doctor Who 2005 e de-problematizza la figura del Dottore, di fatto cancellando la parte più scomoda del suo passato. Una mossa azzardata, ma che si è rivelata perfetta per il cinquantesimo anniversario perché chiude col botto un capitolo fondamentale della serie e apre contemporaneamente la strada per un nuovo corso, il tutto senza alterare gli equilibri delle stagioni precedenti grazie alla furbata dei flussi temporali fuori sincro, che comunque risulta perfettamente integrata nel plot. Il fatto che il Dottore non debba più portare sulle spalle il peso di quelle morti innocenti toglie in un certo senso spessore al personaggio e alla narrazione, ma allo stesso tempo le dà nuova linfa, permettendo alla serie di progredire e non restare impantanata nei suoi stessi schemi, ormai ripetitivi. In pratica, Moffat pone le basi per altri profilici 50 anni di avventure nello spazio e in questo è davvero, davvero geniale. Adesso the one who forgets è ironicamente l’unico dei tre Dottori di questa avventura a conoscere e ricordare la verità, ed è significativo che questa rivelazione sia arrivata proprio a ridosso della caduta dell’Undicesimo, perché chiude la sua storia nel modo più bello che potessimo immaginare. Il Dottore di Capaldi, che fa una fugace apparizione anche qui, sarà dunque un uomo completamente nuovo, e noi non vediamo l’ora di partire alla ricerca di Gallifrey insieme a lui.

Doctor Who - The Day of the DoctorMa tornando per un attimo al War Doctor, e nello specifico al suo confronto con Eleven e Ten, possiamo dire che Moffat abbia fatto un ottimo lavoro anche in termini di caratterizzazione del personaggio, riassumendone l’intera storia (dalla Time War in poi) in maniera efficacissima. Why do you have to talk like children? What is it that makes you so ashamed of being a grown up? chiede il Guerriero, e la risposta, tanto semplice quanto straziante, è tutta negli occhi di Tennant e Smith. Messi davanti allo specchio di se stessi, i tre Dottori ci appaiono adesso senza segreti, in tutta la loro vulnerabilità: il Guerriero, schivo e burbero ma non per questo insensibile; the one who regrets, l’eroe che salva mondi e civiltà portandosi dentro un terribile rimorso; e poi c’è Eleven, il più vecchio e il più bambino, né un soldato, né un eroe, ma soltanto il Dottore, colui che in realtà non ha mai dimenticato. Non so se la storia personale di Eleven fino a qui ci abbia davvero preparato a questo momento nel migliore dei modi, ma forse è proprio in quanto incarnazione più infantile e dunque più spontanea – il Dottore del time can be rewritten – ad essere l’uomo giusto per cambiare le sorti di Gallifrey. Ed eccoci dunque alla sequenza che vede tutti e 13 i Dottori collaborare per la salvezza del proprio pianeta: un momento davvero emozionante, che spazza via ogni eventuale “ma com’è possibile?” con la sua innegabile forza iconica.

Doctor Who - The Day of the DoctorLa sensazione a fine puntata è dunque di assoluto appagamento: ritmo serrato, tipico humor inglese, trovate geniali, colpi di scena e riferimenti nostalgici si fondono in maniera perfetta, ricordandoci perché amiamo così tanto Doctor Who.
E a proposito di nostalgia, questo episodio è stato una vera e propria caccia alla citazione: si comincia già a partire dai titoli di testa, proseguendo con Clara che insegna alla Coal Hill (n.b. la scuola della nipote del Primo Dottore, Susan), la sciarpa del Quarto Dottore e il delizioso cameo di un Tom Baker ormai canuto, il vortex manipulator di Jack Harkness e il teatralissimo I don’t want to go di Tennant, oltre all’immancabile Fez rosso. Da includere in questa operazione “nostalgia” c’è sicuramente anche l’attesissimo ritorno di Billie Piper, che di certo avrà deluso qualcuno (specie le fangirl più accanite). Doctor Who - The Day of the DoctorA mio avviso, invece, Moffat ha fatto centro anche questa volta: la scelta di presentarla come il Momento/Bad Wolf e non come Rose Tyler era, secondo me, l’unica possibile per evitare che l’episodio si trasformasse in una mera passeggiata lungo il viale dei ricordi. A riprova di ciò, abbiamo l’incontro tra John Hurt e la Piper, che si è rivelato uno dei momenti più intensi della puntata, per altro recitato in maniera perfetta.

Per concludere, Moffat supera questa difficilissima prova a pieni voti, consegnandoci un episodio fantastico come non ne vedevamo da tempo. Un merito che perfino i suoi più convinti detrattori non potranno fare a meno di riconoscergli.

Voto: 10

NOTE:

– Per chi di voi se lo stesse chiedendo: la continuity non viene alterata nonostante gli avvenimenti di The End of Times, perché questi si svolgono prima che i tre Dottori entrino in contatto. Infatti Rassilon non appare in questo episodio, perché viene ucciso dal Master prima. E’ tutto un po’ forzato, e spiace che non si sia fatto alcun riferimento a questi eventi passati, ma in effetti non dovrebbero esserci grosse incongruenze.

– In questo episodio si parla di 13 Dottori, lasciando intendere che quello di Capaldi possa dunque essere l’ultimo. Impressione confermata dal fatto che sia lui l’unico Dottore del futuro a partecipare al “congelamento” di Gallifrey in un altro universo, questione facilmente spiegabile off-screen ma non altrettanto on. Staremo a vedere come Moffat risolverà il problema.

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Informazioni su Francesca Anelli

Galeotto fu How I Met Your Mother (e il solito ritardo della distribuzione italiana): scoperto il mondo del fansubbing, il passo da fruitrice a traduttrice, e infine a malata seriale è stato fin troppo breve. Adesso guardo una quantità spropositata di serie tv, e nei momenti liberi studio comunicazione all'università. Ancora porto il lutto per la fine di Breaking Bad, ma nel mio cuore c'è sempre spazio per una serie nuova, specie se british. Non a caso sono una fan sfegatata del Dottore e considero i tempi di attesa tra una stagione di Sherlock e l'altra un grave crimine contro l'umanità. Ah, mettiamo subito le cose in chiaro: se non vi piace Community non abbiamo più niente da dirci.


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22 commenti su “Doctor Who – The Day of the Doctor

  • Shadow Meister

    A parte il perfetto d’obbligo (con l’unica eccezione di quella che ho trovato una pessima Elisabetta I) per l’episodio, qualcuno riesce a spiegarmi un attimino la questione delle fessure spazio-temporali? Non so se ho davvero capito chi le ha aperte, e non so se ho davvero capito come mai tutti e tredici i dottori riescono a collaborare per il congelamento di Gallifrey…

     
  • Francesca Anelli L'autore dell'articolo

    Le fessure sono state aperte dal Momento per mostrare al War Doctor il suo futuro. Il motivo per cui tutti e 13 i Dottori riescono a collaborare insieme non mi è del tutto chiaro, ad essere sincera, e penso che una spiegazione razionale non ci sia proprio. 🙂

     
  • LaManGusta

    ATTENZIONE IL COMMENTO CONTIENE SPOILERS!!!

    Allora, voglio lasciare la mia opinione, perchè abbastanza diversa da quella esposta nell’articolo, e quindi a qualcuno potrà anche interessare. PREMETTO che l’episodio, a conti fatti, mi è piaciuto. Non tantissimo, ma mi è abbastanza piaciuto, però non riesco a condividere l’entusiasmo generale che ha provocato, per svariati motivi.

    Sia chiaro però non sono uno dei classici detrattori di Moffat, credo che lui abbia dato tanto alla serie, soprattutto nelle sue prime stagioni e nei singoli episodi che ha diretto nel periodo Davis, ma i suoi limiti nel gestire le ultime stagioni si sono fatti per me evidenti. Prima di tutto il continuo ammiccare ai fan, il troppo stroppia, come si usa dire. Tutti i suoi tormentoni, il dare nomignoli e appellativi a ogni personaggio, il voler a tutti costi utilizzare queste cose anche quando iniziano a risultare ridicole (una per tutte, “i don’t want to go” di Tennant sparato li a caso a fine episodio, giusto per far fare le gif ai nerd di tumblr), il “cambiare tutto per non cambiare niente” reso palese nel finale di questo speciale.
    O forse sono solo stufo: Stufo dei personaggi che parlano per frasi fatte, stufo dei nomignoli che quando diventano troppi non rappresentano più niente(the girl who waited, the last centurion, the impossible girl, the doctor who regret, the doctor who forget… e via cosi) stufo del suo continuo autocelebrarsi.
    Il secondo problema sono le sue ormai famose”trollate”.
    Il mostrare/predire eventi che sembrano assolutamente definitivi (la morte del dottore a lake silencio, la rivelazione del nome del dottore, la distruzione di tutti i dalek e timelord per porre fine alla guerra) salvo poi cambiare tutto alla fine.
    Può funzionare le prime volte, ma ormai è un meccanismo arrugginito. Personalmente appena Rose/BadWolf/Coscienza ha iniziato a parlare di bambini, la prima cosa che ho pensato è stata “Ecco, ora Moffat si inventerà qualche vaccata per riscrivere tutto e sputtanare 8 anni di serie tv”.
    Inutile dire che purtroppo non sono andato troppo lontano dalla verità. Moffat è un paraculo allucinante, come sempre xD.
    Aveva in mano un personaggio fantastico, un incarnazione del dottore che poteva essere davvero oscura e completamente rinnegata, e invece ha sputtanato tutto il materiale, per come la vedo io. Avrei voluto un episodio in cui spiegassero l’origine di tutti i tormenti del dottore, che affrontasse il peso delle sue colpe, the Doctor contro the Warrior, il Dottore contro un “se stesso” che non è più Dottore. E invece, in previsione del bel resettone, tutto l’episodio scorre fra risate e frecciatine, Tennant, Matt e Hurt che si punzecchiano con battutine continue, ammiccamenti ai fan e via. Tutto alle ortiche.
    E non gli è bastato! perchè con questo suo finale perdono di senso tutte le stagioni precedenti, dove tutto il pathos va a farsi benedire perchè sai già che tutti i tormenti del dottore sono stati futili. Il significato stesso, l’anima della serie tv, tutto stravolto. E non in meglio, per come la vedo io.
    Moffat per come la vedo io non ha avuto le palle di portare il “drama” alla sua un epica conclusione e ha preferito resettare tutto… quindi che senso hanno avuto le stagioni precedenti? Volevo un Dottore che finalmente AFFRONTASSE i suoi demoni, non che li cancellasse in un plot twist. Moffat come sempre non riesce a concludere al meglio quello che inizia; la spara grossa salvo poi cambiare tutto nel finale, e noi applaudiamo.

    Questo è il grosso del problema, l’idea dietro all’episodio in sè. Dopodichè, ci sono tante altre cose che non ho gradito, ma andiamo con ordine.
    – Tennant ridotto appunto ad una spalla comica, totalmente inutile per tutta la durata dell’episodio (fateci caso, non è servito a nulla se non a dare ragione Eleven o chiunque altro avesse delle idee intelligenti al posto suo :asd: ). Insomma, per scomodare Ten mi sarei aspettato che qualcosa di più. Ma anche gli altri personaggi non hanno subito un trattamento troppo migliore. Tutto è divertente, ai limiti della sit-com… una pagliacciata (quasi). Non è questo il Doctor che amavo, non è questo il Tennant di Water of Mars, di The End of Time (episodio che rende DAVVERO giustizia a Gallifrey, dove i timelord sembrano DAVVERO potenti), di Midnight, di The Girl in the Fireplace (di Moffat, fra l’altro). Ormai è diventata un altra serie tv, e non lo riesco a mandare giù.
    – Sottotrama dei “cosi mutaforma” buttata lì, non so se a voi di quei cosi importasse qualcosa, a me no…
    – il plot twist in se è senza senso. Avevano detto che uccidere TUTTI e timelockare era l’unico modo per fermare questa terribile guerra del tempo, combattuta su milioni di mondi in fiamme mentre al centro di essa i soldati muoiono e tornano in vita e muoiono di nuovo in un ciclo infinito. Dov’è tutto questo? La guerra del tempo in questo episodio si trasforma in un pugno di navi che sparano a UN pianeta sostanzialmente indifeso. Fanno sparire il pianeta e puff, tutti i dalek morti in un secondo di fuoco incrociato. TUTTO QUI? SUL SERIO? questa era la guerra del tempo? Dove sono i pianeti in fiamme, dove sono tutti gli orrori descritti, dove sono i Gallifreyani diventati ormai anche peggiori dei Dalek? Dov’è la tecnologia dei tardis e dei signori del tempo? le loro armi terribili, la loro flotta? Una flottiglia di dalek e degli omini che combattono col fucile di star wars e gli elmetti di cartapesta? Il dottore ha affrontato situazioni ben peggiori di quella scaramuccia.
    E la resa su schermo di questa “colossale” guerra non è un problema di budget, ma una forzatura della trama. Se non fosse stato solo un pianeta con le astronavi intorno a spararci sopra, Moffat non avrebbe potuto far finire tutto nel suo abra cadabra buonista.
    – gli altri 10 dottori che compaiono alla fine non si sa perchè, non si sa in che modo, non si sa niente. Moffat voleva metterli per far trastullare i fan, e li ha messi, fine.

    Tutto questo sembra solo una critica, ma alla fine come ho già detto, l’episodio l’ho guardato volentieri. Quello che c’era di buono da dire lo avete fatto voi, non serviva che lo scrivessi anche io, ho preferito parlare di quello su cui non ero d’accordo.
    Moffat ha dato TANTO a questa serie, ma sono anche contento che passi il testimone, perchè non credo che gradirei un altra serie scritta da lui, soprattutto se si ritrovasse a riciclare i suoi soliti vecchi trucchetti.

     
    • Francesca Anelli L'autore dell'articolo

      Ciao!
      Intanto comincio dicendoti che quello che pensi di Moffat è esattamente quello che penso io e si riassume facilmente nella parola: paraculo. 🙂 Anche io ho apprezzato le prime stagioni del suo ciclio, o meglio, la prima, e tutti gli episodi scritti da lui nelle prime quattro. Ma come showrunner, per me, ha fallito. Almeno fino adesso.
      Ma come ho già scritto, per me Moffat era la persona giusta per scrivere questo speciale perché è l’unico a non aver paura di fare stronzate (e quindi molto spesso le fa), e con la sua passione per i “nomignoli” e lo strizzare gli occhi al fandom, era perfetto per celebrare la ricorrenza. In pratica, tutto ciò che di Moffat e del suo stile non andava bene per la serie era, a mio avviso, perfetto per questa occasione.

      Poi: non mi sarebbe piaciuto uno scontro tra il War Doctor e il Dottore di oggi perché in effetti Eleven non avrebbe avuto la superiorità morale per farlo, così come Ten. Il Dottore ha già affrontato i suoi demoni, e ha vinto più volte, ma ha anche sbagliato. The Waters of Mars, che hai citato, è un esempio emblematico. Trasformare i suoi tormenti in una battaglia all’ultimo sangue tr la parte cattiva di sé e quella buona sarebbe stato riduttivo e non arricchente, perché non si tratta di evil vs good, è tutto decisamente più sfumato e le stesse stagioni daviesiane ce lo hanno dimostrato.
      E’chiaro, scegliere di resettare tutto è una mossa che può lasciare interdetti e all’inizio anch’io mi son detta: ecco la classica moffattata. Ma poi mi sono resa conto che era una mossa necessaria per far progredire la serie, per dare un senso alla caduta di Eleven e l’arrivo di Twelve. L’ho scritto anche nella recensione: questa cosa de-problematizza la figura del Dottore, è verissimo, e dispiace. Ma allo stesso tempo sento che ci fosse il bisogno di andare avanti e superare questo problema, che con una lotta tra bene e male comunque non sarebbe scomparso.

      Per quanto riguarda i Timelords assassini e folli, sono d’accordo: non che Moffat non ce li abbia mostrati come pericolosi per l’universo, The Night od the Doctor lo testimonia, però è vero che se torniamo indietro a End of Times l’idea che ci eravamo fatta dei Timelords era un po’ diversa. Si può spiegare il tutto con il fatto che Rassilon è stato ucciso prima, e quindi a Gallifrey sono rimasti solo i Timelords “buoni”, però anche così rimane un vuoto. La storia dei bambini innocenti di Gallifrey è l’unica cosa che, per quanto possa essere banale, tiene in piedi la storia. Perché per quanto sbagliato fosse tutto ciò, non era comunque umani uccidere migliaia di innocenti. E per il fatto che si concluda tutto in maniera fin troppo semplice la cosa è spiegabile con il fatto che i Dalek andavano uccisi comunque e quello era l’ultimo giorno della Time War in ogni caso. Quindi tutte le navi Dalek si trovavano a Gallifrey, e facendo scomparire il pianeta, si sparano tra di loro.
      Comunque sì, è la parte più debole dell’episodio.

      Ho dato un voto così alto perché secondo me è il perfetto episodio celebrativo. Come episodio semplice, probabilmente, non lo avrei apprezzato così tanto, e certe cose avrebbero pesato molto di più. Ma per una volta che Moffat mi convince non posso che riconoscerlo 🙂

       
      • LaManGusta

        Capisco perfettamente, ma non cambio idea 🙂
        Credo che l’apprezzamente verso questo episodio dipenda molto da cosa uno si aspettasse. Se si voleva un episodio celebrativo, abbastanza leggero e che trasformasse la figura del dottore in qualcosa di completamente nuovo per gettare le basi del dodicesimo, è sicuramente un grande episodio.

         
        • Francesca Anelli L'autore dell'articolo

          Sì, esatto. Anche se non è che io mi aspettassi un episodio “che trasformasse la figura del Dottore in qualcosa di completamente nuovo per gettare le basi del Dodicesimo”. Quella è stata una sorpresa, certo molto gradita, ma sempre una cosa inaspettata. E comunque non credo che cambi totalmente la figura del Dottore, che di cose tristi, addii e morti ne ha viste comunque abbastanza da non vivere la sua vita con totale leggerezza. 😛
          Comunque se avessi visto questo episodio senza sapere che era il 50th special (magari con qualche indizio in meno su cosa fosse in realtà, ecco) probabilmente non lo avrei apprezzato così tanto, quindi capisco perfettamente la tua posizione.

           
  • ant

    Ottima recensione!
    Volevo farvi alcune domande:
    secondo te sapremo mai come ha fatto Clara a salvarsi?
    Leggevo che Tom Baker potrebbe essere l’aspetto che il Dottore sceglierà quando andrà in pensione! Secondo voi è possibile?
    Io ogni volta che ho letto della fine della guerra (in commenti vari) si diceva che Dalek e Signori del tempo erano “intrappolati”, non morti. Questi commenti che ho letti erano sbagliati?

     
    • Francesca Anelli L'autore dell'articolo

      Grazie 🙂

      Dunque, per quanto riguarda Clara non credo che scopriremo mai le tempistiche e le modalità con cui sia riuscita a fuggire insieme al Dottore dal suo stesso flusso temporale. Anzi, io ero sicura che il 50esimo sarebbe stato ambientato proprio nel timestream del Doc, infatti quando ho visto le prime scene mi son detta: “ma come?”
      A conti fatti credo che sia stato meglio così, comunque. 🙂

      Su Tom Baker: sì, è possibile, ed è quello che lascia intuire il curatore stesso, in una delle più grosse “strizzatine d’occhio” al fandom di tutto l’episodio. Il Quarto Dottore è il più amato in assoluto, se consideriamo la serie classica e New Who insieme – non è che non ci fossero altri interpreti del Dottore che avrebbero potuto fare un’apparizione per il 5oesimo, eppure Moffat sceglie di assegnare questo ruolo così simbolico proprio a Baker, lasciando intendere che quella sia la faccia che il Dottore ha amato di più (quando in realtà non è il Dottore ad averla amata, ma i fan :P).
      Ah, giusto per continuare con le curiosità: ho letto in giro che la ragazza della UNIT che portava la sua sciarpa in realtà non sarebbe altro che una personificazione del fandom. Ovviamente è una teoria di tumblr, quindi magari Moffat aveva in mente tutt’altro, ma te la riporto perché è carina.

      Per la storia dei Dalek e i Time Lord intrappolati sinceramente non saprei… forse ti riferisci a The End of Time? Quando viene fuori che il consiglio dei Time Lord è “timelockato”?

       
      • ant

        Grazie per le delucidazioni.
        Mi piacerebbe vederlo uno spin-off con Tom Baker curatore 🙂
        Lo lessi parecchio tempo fa, quindi è possibile che parlassero di The End of Time, anche se mi sembrava un discorso più generalizzato.
        Anch’io ho pensato a Tom Baker appena ho visto la sciarpa. A fine visione ho pensato potesse essere un indizio messo da Moffat che da lì a un’ora lo avremmo visto nell’episodio.
        Molto carina anche la storia di copertura usata dalla UNIT per giustificare il TARDIS trasportato dall’aeroplano: Derren Brown, di nuovo 🙂

         
    • Joy Black

      La sua timeline è sfasata, perchè è cambiata. Per conservarsi tutte le versioni precedenti devono dimenticare quello che hanno fatto.

      Tradotto: “non possiamo mandare tutta la nuova serie fuori continuity”
      .

       
  • giuseppe

    Scusate ma io non ho capito una cosa, come può rassilon non essere vivo in questo episodio? Insomma lui è ancora vivo durante l ultimo giorno della guerra

     
      • giuseppe

        Un attimo, come può essere ambientato dopo the end of time se ten in the day of the doctor ha 904 anni mentre in the end of time ne ha 906?

         
        • Joy Black

          No, è questione di punti di vista.

          Per Ten è prima di The End of Time (2 anni prima), su Gallefrey però è dopo. Infatti le guardie parlando del fatto che i piani del alto consiglio di Gallefrey sono già falliti (riferimento a The End of Time).

           
        • giuseppe

          Ah ecco perché non mi trovavo, ora è piú chiaro, grazie per la delucidazione

           
  • SerialFiller

    Vista ieri sera come culmine del recuperone estivo di Doctor Who.
    Grazie seriangolo per avermi indirizzato a questo recupero. Questa serie andava vista e finalmente l’ho finita…
    Puntata da 10 e recensione perfetta in ogni suo punto ma…..
    ma una cosa non mi è piaciuta….
    Con il salvataggio di Gallifrey ora il Dottore non ha più macchie, non ha più rimpianti, non ha più una sfaccettatura negativa che secondo me lo rendeva interessante oltre ogni modo. Ora è il salvatore dei mondi, il messia e non sarà più considerato anche un distruttore di mondi, una tempesta per i popoli (cattivi) che nel tempo ha spazzato via.
    In questo senso credo che il dottore perda qualcosa ma spero di sbagliarmi e spero che ora si aprano storyline interessanti con la ricerca di Gallfrey, tranzalore e il nome del dottore.
    Che dire poi di questo avengers del dottor who, tutti insieme appassionatamente peccato mancasse ecclestone è stato un viaggio spettacolare in ogni dettaglio. Secondo me il confronto fra Tennant e Smith ha evidenziato ancora una volta come quest’ultimo venga bistrattato ingiustamente e che anzi egli sia il dottore per eccellenza anche molto più di Tennant. Non a caso la genialata finale del salvataggio viene in mente a lui e non a Ten….
    In attesa di Capaldi son davvero felice di aver recuperato questa serie!!!

     
    • Joy Black

      Più che altro giustamente Tennant doveva restare in secondo piano per tantissimi motivi: 1) ha avuto la sua conclusione e il suo Dottore è perfetto così com’è quindi 2) non è lui il protagonista, è Smith, l’ultimo dottore, quello di 1200 anni che deve fare la scelta, cosa che Ten non poteva e non doveva fare; 3) Moffat non si sarebbe mai permesso di aggiungere qualcosa su Ten a quanto già fatto da Davies, ha troppo rispetto per lui, lo considera un maestro (questo è uno dei tanti motivi per cui ha usato molto raramente gli ood nella serie, creazione di Davies). Non confondere il fatto che essendo il focus su Smith (e Hurt anche), e non su Tennant, sia un dato per dimostrare che il primo è meglio del secondo, neanche forse un qualcosa di scientifico da dimostrare. Per il resto ti ho già risposto sotto la recensione di The Name of the Doctor sui confronti, finirei per ripetere ciò che ho appena scritto di là.

      Io li amo entrambi, mi godo entrambi, senza la necessità di dire questo è meglio dell’altro, perchè, per me, mettere il discorso su questo piano finisce è limitante e sminuisce il lavoro dei due.

       
    • Francesca Anelli

      In realtà, nonostante sia stata cancellata un parte importantissima del suo passato, il Dottore rimane sempre e comunque un personaggio che fa scelte difficili e che spesso è costretto a grandi sacrifici (anche in termini di vite umane – vedi The Fires of Pompei, ma anche Family of Blood e Human Nature, che parlano di responsabilità). In più Moffat sta spingendo molto sul filone del Dottore dark, lo si capisce dai trailer di questa nuova stagione con Capaldi e penso proprio che in questo senso ne vedremo delle belle.

       
      • Joy Black

        Concordo, lui ha rimediato a quella scelta, questo non vuol dire che lui precedentemente non l’abbia fatta sterminando due razze. Il Dottore è tutta la vita che prende decisioni impossibili, con pesanti conseguenze che gravano sulla sua coscienza.

         
  • FABIO FOLLA

    Mi domando se qualcuno abbia notato le “cose tonde” nella scena in cui il dottore incontra il curatore. Non solo sono sinonimi ma potrebbero essere la stessa persona e l’ex quarto dottore sarebbe l’effettivo quarto dottore in questa puntata. Ma in particolare, le cose tonde mi fanno sospettare che la torre di londra non sia altro che il tardis o un tardis mimetizzato. Che ne dite?