“I’m wild about my daddy. I want him all the time.
Wild about my daddy, I want him all the time.
But I don’t want you, daddy, if I can’t call you mine.”
(Farewell Daddy Blues)
I finali di stagione di Boardwalk Empire sono da sempre stati esplosivi, rese dei conti, giorni dei giudizi, episodi all’insegna delle grandi scene madri, anelli conclusivi di catene lunghe e fittamente costruite. Tuttavia, nonostante la pregevole fattura formale e la calibratissima tensione narrativa, in particolare degli ultimi due, i finali di stagione precedenti hanno intavolato il loro scioglimento su un format narrativo molto simile: verso metà stagione qualcuno organizza un piano per colpire Nucky; negli episodi finali questi viene messo alle strette e rischia di morire; nell’ultimo, infine, Enoch Thompson tira fuori il coniglio dal cilindro e riesce a tirarsi fuori dalla buca come solo lui sa fare, che sia con atti di violenza efferata (uccisione a sangue freddo di Jimmy), oppure attraverso la sua enorme capacità manipolatoria (eliminazione di Gyp Rosetti). Anche in quest’occasione sembrava che le cose dovessero andare così, senza che questo infastidisse nessuno, anzi, Nucky aveva nuovamente messo in piedi il piano perfetto: aveva smascherato il fratello Eli, convinto Narcisse a mettersi a un tavolo di pace con Chalky, convinto quest’ultimo a fare lo stesso promettendogli fedeltà e infine assoldato Richard Harrow per eliminare Narcisse, risolvendo tutto senza sporcarsi le mani. Purtroppo però (o per fortuna!) questa volta le cose sono andate molto peggio del previsto, qualcosa non ha funzionato nell’ingranaggio e tutto è capitolato facendo il più rumoroso dei botti, portando con sé due pesantissime morti.
– “I did it for the family.”
– “You don’t have a family, I do. Now you want that, too. Nothing will fill that hole you got inside.”
Se dovessimo scegliere un personaggio che dall’inizio della serie a oggi è cresciuto più degli altri, questo sarebbe senza dubbio Eli Thompson, il quale da comprimario è diventato pietra angolare del plot, passando da fratello scemo a personaggio di una dolenza e di un’umanità uniche. Il finale della scorsa stagione è stato all’insegna dell’unione tra fratelli, della famiglia come soluzione positiva, mettendo fianco a fianco Eli e Nucky, che insieme, spesso vestiti allo stesso modo, sono riusciti a superare uno a uno tutti gli ostacoli; questa stagione invece rovescia l’equilibrio, mette uno contro l’altro i due fratelli, costretti a scontrarsi per via della variabile impazzita Will, figlio di Eli, la cui storyline inizialmente poteva apparire inutile, ma che col tempo si è rivelata essere fondamentale. Ricattato da Warren Knox, Eli è costretto a tradire il fratello pur di salvare il figlio, arrivando ad essere disposto a portarsi un peso enorme sulla coscienza per tutta la vita, a non guardarsi più allo specchio pur di salvare suo figlio, la sua famiglia. Nucky, dall’alto della sua scaltrezza, quando capisce di essere stato raggirato dal fratello dà vita a un faccia a faccia ad altissima tensione emotiva, in cui Eli è il martire disposto a morire pur di redimersi e Nucky è colui che con rabbia gli punta la pistola alla fronte, ma senza avere mai il coraggio di premere davvero il grilletto. Il confronto viene interrotto da Will, che così facendo salva il padre e lo mette anche nelle condizioni di spiegare le sue ragioni al fratello maggiore. Nulla però può tirare fuori dai guai Eli se non Eli stesso, il quale decide di affrontare la situazione di petto dando vita a uno scontro all’ultimo sangue con Knox, con la moglie come disperato spettatore; una sequenza carica di odio e voglia di vendetta (“It was my son!”) che alza al massimo il tasso di violenza esibita dall’episodio. A questo punto è Nucky a doversi sdebitare dandogli una scappatoia, chiedendo a Capone il favore di prendere il fratello tra i suoi salvandogli in questo modo la vita e la libertà.
“A daughter for a daughter”
Ormai tutti gli osservatori di Boardwalk Empire la considerano una serie di livello assoluto, sicuramente tra le migliori attualmente in programmazione, e ciò è dovuto anche ad un’ultima stagione (ma solo dal punto di vista temporale perché lo show è stato rinnovato per una quinta annata) grandiosa, ancora più sfaccettata delle altre e carica di tematiche di stringente urgenza. Una delle più dirompenti e decisamente in discontinuità con gli scorsi anni è quella razziale: la centralità di due personaggi come Narcisse e Chalky – e in seconda istanza anche di Daughter e Dunn – con tutto ciò che questi personaggi si portano dietro, ha segnato in maniera indelebile questa dozzina di episodi, tanto da rendere il conflitto tra i due personaggi principali la locomotiva narrativa dell’anno, riuscendo a relativizzare persino Nucky Thompson. Un tempo c’era il il nero di Boardwalk, quest’anno l’entrata in campo di Jeffrey Wright (senza la cui interpretazione nulla sarebbe stato possibile) ha messo al centro l’intera questione razziale incardinandola in una appropriatissima congiuntura storica. La presenza di Narcisse ha reso Chalky molto più debole, facendogli patire numerose sofferenze nel corso di quasi tutti gli episodi, fino al colpo di grazia finale, la morte della sua splendida bambina, Maybelle. La tristezza di Chalky è infinita e dal bellissimo montaggio musicale del pre-finale (ancora applausi a Tim Van Patten) capiamo che questi si è ritirato in solitudine nella casa del proprio mentore Oscar. Nella quinta stagione assisteremo probabilmente alla vendetta di Chalky, ma cosa succederà se e quando scoprirà che della morte di sua figlia è responsabile anche Nucky? Nulla di buono si prospetta all’orizzonte. Intanto Narcisse ha rinnegato tutto, decidendo che la sua libertà è più importante dei suoi valori, scegliendo così di consegnare all’FBI Marcus Garvey (fondatore della Universal Negro Improvement Association) e accettando di essere il burattino di J. Edgar Hoover.
“You win kid, I’m out of your way”
L’attentato operato ai danni di Al Capone, fallito solo grazie all’intervento di Nelson Van Alden, ha lasciato diversi dubbi su chi fosse il mandante, soprattutto nella testa del diretto interessato. Prendendosi un episodio di pausa, il giovane boss italoamericano fa due più due, mettendo insieme il rifiuto di Torrio a farsi da parte, la rabbia e l’orgoglio di quest’ultimo di fronte alla sua vitale e folle esuberanza e infine il fatto che nel momento dell’attentato Torrio aveva da poco lasciato l’appartamento di Al. Non ci sono dubbi, John Torrio ha tentato di far fuori il suo arrembante secondo. La vendetta di Al sarà tra le più atroci, forse proprio perché vuole evitare accuratamente la morte del suo mentore. I sicari di Capone infatti sparano più volte al corpo di Torrio, ma senza mai farlo letalmente. La violenza di quest’azione è soprattutto psicologica: Al non dice nulla a nessuno, lo spettatore non assiste ad alcuna dichiarazione di vendetta, ma solo alla straziante scena di Capone che va a trovare Torrio sul letto d’ospedale che è ormai un letto di morte, seppur non una fine biologica. L’anziano boss, spogliato della propria divisa, è ormai solo un vecchio che si arrende alla forza del proprio rivale, che capisce che sul piano della violenza non ha più nulla da guadagnare e tanto da perdere. Il passaggio di consegne è suggellato da un baciamano ai piedi di una croce che ricorda molto da vicino le iconografie dei gangster movie del passato nonché tutti i rituali della mafia del Belpaese.
“There was no body”
Sono passate due stagioni dalla morte di Jimmy Darmody, ma la sua assenza non è meno rilevante di quanto lo fosse sua presenza, anzi si può dire che alcune delle svolte principali del plot siano realmente guidate da Jimmy. Lasciando da parte la scorsa stagione dove il suo fantasma è stato abbacinante per tutti i personaggi che con lui avevano un legame, concentriamoci solo sul suo ruolo in questo season finale. Nucky Thompson se si fosse trovato nella stessa situazione con Eli due stagioni fa avrebbe probabilmente piantato un proiettile nel cranio al fratello, proprio come ha fatto con Jimmy. Questa volta però le memorie negative hanno portato Nucky a indugiare fino all’arrivo del nipote Will che ha ovviamente annullato qualsiasi possibilità di omicidio. Tutte le vicende legate a Gillian sono profondamente e indissolubilmente legate all’assenza di Jimmy, specie in questo finale dove l’incarcerazione della donna è determinata proprio dal figlio – una menzione particolare per la splendida Gretchen Mol che nonostante l’età non più fiorente riesce a essere al contempo fragilissima e bellissima. Più di ogni altra storyline, però, è quella di Richard Harrow ad essere determinata da Jimmy Darmody, come sempre è accaduto dall’inizio della serie, salvo però assistere a un’inversione di ruoli perfetta che ha portato Harrow da comprimario a personaggio principale. In questo caso il rapporto d’interesse con Nucky vede il corpo (o quel che ne rimane) di Jimmy come vero e proprio oggetto di scambio: Nucky rivela a Harrow dove si trova il cadavere del giovane defunto in modo che questi ottenga la custodia del piccolo Tommy, e Harrow in cambio gli assicura di uccidere Narcisse. Purtroppo però qualcosa si inceppa.
“I will see you in three days”
Richard Harrow sembrava un computer, che sia sotto le vesti di cecchino infallibile o del giustiziere dal grande cuore, si è sempre dimostrato impeccabile, come un algoritmo perfetto. In questa stagione no, soprattutto in questa puntata. Ha perso la sua freddezza, è diventato umano. La guerra l’aveva privato di metà del suo volto, donandogli però un’inimitabile capacità di uccidere rendendolo cinico e insensibile alle emozioni. Il reducismo l’ha cambiato. L’amicizia sincera con Jimmy, l’ambiguità del rapporto con Angela, il ricongiungimento con Emma, il legame con Julia e infine quello col piccolo Tommy hanno guarito Richard, facendolo tornare uomo, ma privandolo così di quella sorta di superpotere che possedeva. Con l’emergere di una grande sensibilità è svanita la capacità di uccidere, il sangue freddo, fino all’inevitabile e terribile accadimento. Il saluto alla stazione con Julia e Tommy era purtroppo un inquietante presagio, il segnale che Richard sarebbe potuto non tornare, che il suo eden non sarebbe stato su questa terra. L’ultimo suo assassinio è impossibile da digerire, ancor di più perché figlio di uno sbaglio, un errore umano che ha causato la morte di una giovane donna innocente. Non ci si può passare sopra. Quest’ultimo concetto è una chiave interpretativa centrale dell’intera serie, che non divide i buoni dai cattivi, ma quelli che sopravvivono da quelli che prima o poi muoiono. Nucky lo ripete ancora una volta a Will verso la fine, “it gets easier, you’ll see”. Ma certe cose non possono mettersi meglio, non ci si può passare sopra, o quantomeno non tutti ci riescono.
“Hey, make sure you count how many cow you see. I want a full report”
Gli ultimi due minuti mostrano cosa succede quando non si è capaci di buttar giù rospi del genere e lo fanno come meglio non si poteva, con una sequenza che ridimensiona tutto ciò che si è visto in TV durante quest’anno, per potenza narrativa, per la perfezione del montaggio e per come è stata posizionata nella serie e nella stagione, una sequenza che consacra ancora una volta la regia di Tim Van Patten. Vediamo Richard prendere il treno per il Wisconsin, dove ad aspettarlo ci sarà la sua nuova famiglia, il futuro a lungo sognato. Dissolvenza in nero. Richard inquadrato di spalle mentre cammina sui binari di un treno, la macchina a mano è ciondolante come la sua andatura. Stacco sul nero. Richard di spalle con di fronte l’imponente casa con tutti i suoi affetti che accolgono il suo ritorno. Stacco. Controcampo del primo piano di Richard. Stacco. Julia si avvicina a lui per abbracciarlo. Stacco. Nuovamente il primo piano di lui che però è senza maschera e con la faccia completamente integra. Stacco. Julia si avvicina sorridente alla macchina da presa. Rapidissima dissolvenza sulla mano insanguinata di Richard con accanto gli occhiali e la metà finta del suo volto. Era tutto un sogno, un’immaginazione, Richard non ce l’ha fatta. E’ morto sul boardwalk, proprio dove aveva fatto l’amore con Julia per la prima volta. Vederlo lì a terra sanguinante, senza maschera, senza occhiali, senza vita, è lacerante.
Forse però è stato giusto così, forse però bisogna imparare a saper soffrire per apprezzare i capolavori, forse le opere uniche richiedono anche questo tipo di patimenti. Richard non doveva diventare un fattore, non era una persona normale, era un paladino della giustizia, era l’eroe di tutti gli spettatori di Boardwalk Empire, colui che è passato dalla guerra, dalla caduta agli inferi, per poi risalire, conquistarsi una vita normale, un amore, un figlio. Il ritrovamento della sua umanità e delle relative debolezze è stata una soluzione narrativa perfetta per il suo personaggio e la morte, seppur nella sua crudeltà, è il migliore degli epiloghi. La capacità e la bravura di un autore si vede anche dal coraggio che ha di uccidere le proprie creature, spesso anche le migliori, così come è stato fatto in altre grandi serie, così come è stato già fatto in questa con Jimmy. Terrence Winter ha dimostrato di essere un autore magistrale.
Cos’altro dire se non che non ci sono parole, non ci sono voti per una puntata del genere, alla quale è difficile anche rapportarsi in modo analitico tanto è il tumulto interiore che provoca. Rimangono le chiavi di lettura per il futuro, non poche per la verità: il rapporto Capone-Eli-Van Alden, quello Narcisse-Hoover, quello Nucky-Chalky, quello Margareth-Arnold. Questa però sarà un’altra storia, la prossima, ora è tempo di digerire questa.
Voto episodio: 10
Voto stagione: 10
applausi, nient’altro che applausi
Guardate ma forse avete sbagliato l’interpretazione della sequenza di Al Capone. Non è lui a far sparare a Torrio, e non era stato Torrio ad organizzare l’attentato ad Al. Ma Bugsy Moran il capo di O’Bannion. Viene anche detto nel dialogo tra i fratelli Capone e Van Alden. Io credo che i dubbi Al li abbia avuti , ma più che altro per una mancanza di rispetto reciproca tra lui e Torrio, quando nell’episodio precedente hanno quel piccolo battibecco.
Mi riguarderò la puntata, perchè potrei anche sbagliarmi, ma credo proprio che l’interpretazione corretta sia quella che si basa sugli avvenimenti storici. Poi chissà Winter può anche essersi preso una licenza artistica, ma non credo.
Ci sono troppe coincidenze per escludere il coinvolgimento di Torrio. Qualcuno doveva conoscere la posizione di Al, Torrio era appena andato via dall’edificio. In quest’episodio poi quando Torrio gli dice di Moran lo fa con quella sicurezza di chi sa più di ciò che dovrebbe e dal controcampo di Al mi sembra chiaro che lui non gli creda. Van Alden dice “as you said whoever it was felt confortabile enough to venture into your territory” cosa che lascia presagire che il responsabile sia qualcuno vicino ad Al. Poi Torrio dice “After the O’Banion thing, who else could it be?” che è la classica domanda retorica che nasconde anche la risposta. Al risponde “Yeah, I’m sure you are right” con un espressione che è tutto tranne che sincera. Lì per me ha la certezza che Torrio sia coinvolto nel suo attentato. Poi sul letto d’ospedale credo che loro si intendano perfettamente, pur senza esplicitare la cosa: alla prova di forza ha vinto Al, Torrio è stato graziato (non è chiaro se è sopravvissuto per miracolo o se avesse un giubbotto antiproiettile), ma non ci si sarà una seconda occasione. Al capisce e ringrazia, il baciamano chiosa il tutto.
Io sinceramente la penso più come dice Tuco. Nulla è esplicitato è molta interpretazione la tua Attilio! Non dico che sia sbagliato, anzi probabilmente hai ragione te, però Torrio ha sempre designato Al come suo erede e nonostante quest’ultimo lo abbia escluso dalle decisioni di comando, lo ha sempre fatto non con fini secondi. Che Torrio possa far uccidere il suo delfino mi pare strano, anche perchè è stato Johnny stesso ad ampliare i poteri del giovane Al.
Certo è che il fatto che Torrio sia sopravvissuto ad un attentato in cui si è preso 4 pallottole è strano, e se indossava il giubbotto antiproiettile qualcosa di “sporco” sotto c’era. Anche perchè il sicario ha sparato pochi colpi prima che la pistola fosse scarica, molto strano.. (oddio nello scrivere il commento sto vagliando la tua ipotesi Attilio come sempre più probabile eheh).
Cmq episodio e stagione da 10, mamma mia BE. Rappresenta la perfezione, quest’anno poi mettendo persino Nucky in secondo piano per un minutaggio molto elevato mi ha spiazzato totalmente, e il bello è che tt gli altri personaggi sono stati in grado di bucare lo schermo e ammaliarmi..
Vedi crlnlc, è tutto molto sottile, non didascalico, detto fra le righe, tanto che nulla è accertato fino in fondo, tanto che la verità sparisce dal regime di BE. Perché sotto sotto uno dei messaggi dell’intera serie è proprio questo, espresso fin dal senso stesso del Proibizionismo: non c’è spazio per la Verità nell’universo della serie, i personaggi, tutto è reso possibile da quella sensazione di Opacità, che mette tutti nelle condizioni di fare le cose al di fuori della legge, perché la verità potrà sempre essere insabbiata. Proprio su questa opacità del potere e della politica ha fondato il suo potere Nucky, sempre su questa opacità affondano le mani i due attentati a Capone e a Torrio. Per me Torrio dopo il battibecco avuto in precedenza con Al se l’è legata al dito e da lì è cominciata la prova di forza. Anche la scena dell’attentato a Capone è resa perfettamente: la macchina da presa si aggira per i locali dove Al e strafatto e Torrio se ne va quasi a dare l’ok per la sparatoria.
Detto questo, si tratta di un episodio indimenticabile.
Maestoso. .
Anche secondo me non è stato Al a sparare a Torrio….
“la verità è quella che chi detiene il potere vuole che si creda sia la verità”
una delle frasi più ciniche, vere e migliori che abbia mai sentito in una serie tv
Sta serie tv…con episodi come questi..non so che dire…brividi…
Gretchen Mol (41 anni) è molto più giovane di julianna margulies, di sarah jessica parker, e robin wright, coetanea di Sarah Rafferty (tanto per rimanere sulle serie tv) archie panjabi, sofia vergara.
“l’età non più fiorente” l’avrei usato per Maggie Smith…al limite 😉
PS: serie sempre al top
Finito ora il recupero di questa meravigliosa serie, e non ci sono parole per questo finale. La conclusione a mio parere sta giusto una spanna sotto quella della terza stagione, i cui ultimi due episodi sono i miei preferiti in assoluto della serie, ma si tratta comunque di livelli spaventosi! I BRIVIDI nella sequenza finale, nel vedere concludersi la vita di uno dei personaggi più belli e meglio interpretati di sempre, in un arco perfetto che ha raggiunto la sua naturale conclusione. Una delle cose che adoro di BE è il fatto che ogni singolo personaggio sia di un’umanità pazzesca, il tutto grazie ad una scrittura perfetta e a delle interpretazioni da urlo, e Richard Harrow è uno degli esempi migliori in questo senso. Ora non rimane altro che aspettare la quinta stagione, che – dice Winter in un’intervista – sarà ambientata nel 1931 (sette anni di salto! E la morte di Rothstein nel 29 sarà saltata, cosa che mi ha sconvolto) e avrà anche dei flashback sulla giovane età di Nucky. Hype alle stelle!
Grazie Pietro. Non vedo l’ora. Sarà durissima digerire la fine di una delle migliori serie della TV recente.