Lo scorso settembre, alla messa in onda del pilot di Agents of S.H.I.E.L.D, le aspettative nei confronti dello show erano altissime: questo avrebbe infatti dovuto segnare non solo l’arrivo del Marvel Cinematic Universe sul piccolo schermo, ma anche il tanto atteso ritorno in tv di Joss Whedon.
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Ecco quindi spiegato il senso di delusione che ha pervaso la maggior parte degli spettatori dopo la messa in onda dei primi mediocri episodi.
Se da un lato la serie ha ricevuto critiche in parte infondate, come il suo non essere abbastanza “whedoniana” (Joss Whedon in realtà ha scritto e diretto solamente il pilot) o il non averci mostrato abbastanza supereroi ed effetti speciali (si tratta pur sempre di uno show televisivo, non di un cinecomic), d’altro canto è innegabile come le prime puntate abbiano presentato non pochi difetti. La costruzione dei personaggi è apparsa infatti scialba e al limite dello stereotipo, mentre la narrazione verticale non è stata mai avvincente e spesso si è rivelata noiosa. Unico elemento in grado di motivare lo spettatore a proseguire la visione è stato di conseguenza il mistero relativo alla resurrezione di Coulson, in quanto direttamente legato agli avvenimenti di “The Avengers” e incentrato sul personaggio più interessante e tridimensionale della serie.
A part of something bigger.
L’attesa è stata però premiata: la seconda metà di stagione (indicativamente dall’episodio 1×14 T.H.A.I.T.H.I.) ha visto infatti una costante crescita che è culminata in un ottimo e soddisfacente season finale. I motivi di questo miglioramento vanno innanzitutto individuati nella capacità degli autori di dar vita a un legame solido e profondo tra gli eventi narrati sul grande schermo e quelli della serie tv: se i riferimenti a “Thor: The Dark World” (1×08 “The Well” e 1×15 “Yes Men”) sono risultati piacevoli ma comunque marginali, il crossover con “Captain America: The Winter Soldier” al contrario colpisce per la sua portata nell’economia generale del MCU. Gli ultimi episodi non si limitano infatti a mostrarci l’attacco dell’HYDRA da un diverso punto di vista, ma ne approfondiscono anche le conseguenze, contribuendo quindi in maniera determinante alla prosecuzione del filone narrativo nato sul grande schermo.
La catena di plot-twist originatasi dal disvelamento del ruolo dell’HYDRA all’interno dello S.H.I.E.L.D. – a partire dall’impacciata ma efficace identificazione del Clairvoyant con Garrett – ha inoltre contribuito non solo a rendere la narrazione molto più avvincente, ma anche a donare maggiore tridimensionalità ai personaggi. Esemplare in quest’ottica è il percorso di Ward: il suo legame con l’HYDRA – le cui motivazioni sono rese in maniera credibile e senza cadere nella facile trappola del buonismo – distrugge infatti in un colpo solo l’immagine stereotipata dell’eroe senza macchia che gli era stata cucita addosso, dando vita a un personaggio più sfaccettato e complesso, non riducibile alle mere etichette di buono o cattivo.
Two things that matter to me. Emotional resonance and rocket launchers.
– Joss Whedon –
In questo season finale Jed Whedon e Maurissa Tancharoen sembrano mettere pienamente a frutto gli insegnamenti del fratello/cognato, rispondendo indirettamente alle critiche di cui si parlava poco sopra e confermando il grande potenziale dello show. L’episodio riesce infatti a coniugare scene emotivamente coinvolgenti – come ad esempio il bel dialogo tra Fitz e Simmons sulla prima legge della termodinamica – ad altre di puro intrattenimento, in grado di soddisfare i fan dei cinecomic Marvel ma anche quelli di Whedon. Emblematica è in questo senso tutta la sequenza dedicata allo scontro con Garrett, il cui delirio di onnipotenza viene perfettamente bilanciato dal tono leggero e autoironico che caratterizza gli scambi tra Coulson e Fury e che culmina nella scena dell’eliminazione di Garrett, magistrale nel giocare con le aspettative del pubblico e al tempo stesso esilarante. Un tono che non può non riportare alla mente quello di whedoniana memoria che ha contribuito in modo determinante al successo di “The Avengers” e in generale degli ultimi film della Marvel.
Rebuild S.H.I.E.L.D., from scratch.
La profondità del legame con il MCU viene confermata in questo episodio finale non solo dalla carismatica presenza di Fury, ma soprattutto dalla promozione di Coulson a nuovo direttore di un’organizzazione tutta da ricostruire: una scelta importante che inevitabilmente avrà delle ricadute sui futuri film, ponendo la serie come un tassello se non fondamentale comunque rilevante nel mosaico della Fase Due. Nel complesso Beginning of the end riesce inoltre a bilanciare molto bene la chiusura di alcune storyline (in primis il progetto Centipede) con la riapertura di altre già note: in questo senso i cliffhanger finali dedicati alle origini di Skye e alla salute di Coulson appaiono ben costruiti proprio perché le loro basi sono state poste fin dall’inizio della stagione, lasciando ben sperare per il futuro dello show.
La serie sembra insomma aver finalmente imboccato la strada giusta: la speranza è che nella prossima annata sia in grado di seguirla con maggior continuità.
Voto episodio: 7/8
Voto stagione: 6/7
Non potrei essere più d’accordo. Ci ha messo una vita a carburare e molti hanno abbandonato lungo la via. Ormai è evidente che se i collegamenti con il Mondo Cinematografico sono evidenti (e non quell’idiozia che han fatto per collegarsi a Thor) le storie assumono un senso ed un interesse nettamente maggiore.
Ward non mi mancherà (anche se temo che non sia finita qui con lui).
Ho faticato davvero a seguirlo all’inizio, ma finalmente è decollato. Nutro speranze sulla seconda stagione. Speriamo mantengano la qualità raggiunta in queste ultime puntate. Le difficoltà maggiori sono state a lungo l’assenza di trama orizzontale e il tratteggio moscio dei personaggi, ma dovrebbero essere finalmente superate.
Io sono arrivata a pensare che gli autori siano stati inizialmente frenati proprio dal dover attendere l’uscita di Capitan America (Thor non lo considero neanche come crossover), quindi la speranza è che l’anno prossimo, avendo due uscite cinematografiche che coincideranno presumibilmente con l’inizio (I guardiani della galassia) e con la fine della stagione (Avengers), riescano a gestire meglio la cosa sfruttandoli entrambi.
Male male la prima parte bene bene la seconda.
Se si mantiene sui livelli delle ultime 10 puntate allora si configura come il miglior prodotto di puro intrattenimento tra le serie tv.
Lo aspetterò volentieri e continuerò a vederlo.
Ho apprezzato molto l’evoluzione di Ward.
Personalmente a me non piace skye—