
Entrando nel vivo della seconda parte di Another day, la conclusione di quest’episodio potrebbe ribaltare nuovamente il fronte operativo: terminata la missione in incognito, Jack continuerà ad agire coordinandosi con Heller e Navarro o, per arginare l’interferenza MI5, deciderà di muoversi per un corridoio indipendente, trascinando con sé la neo-promossa Kate Morgan?
All’interno di questa puntata avviene il classico snodo diegetico che caratterizza quasi tutte le stagioni di 24: le azioni di Jack non fanno in tempo ad ottenere la legittimazione di un potere superiore che un elemento esterno s’inserisce nel dialogo originario e crea un ulteriore livello di difficoltà. La peculiarità di questa stagione – lo slittamento territoriale fuori dai confortanti territori degli States – rende il conflitto particolarmente gravido di interessanti ed inusuali conseguenze: la minaccia sarà pure rivolta al Presidente Heller, ma il territorio che ne pagherebbe i danni è Londra; e azioni d’intralcio messe in atto dal Primo Ministro inglese, dunque, assumono una legittimazione logica, accresciuta anche dai sopravvenuti dubbi sulle condizioni di salute di Heller.
Did you see that? Can’t even get him to break a sweat.

L’inserimento del filone di Rask serve anche a chiarire parte delle attività che hanno tenuto occupato Jack in questi anni di esilio: smantellare cartelli della droga e sgominare traffici di esseri umani per conto di nessuno, solo per se stesso. Ed è proprio su quest’ultimo punto che, a mio parere, prende avvio il processo di gelida risolutezza che vediamo albeggiare in Jack: senza legami con il potere costituito, completamente fuori da ogni protocollo, è riuscito ad eliminare due incombenti minacce, e lo ha fatto per se stesso, nel senso che è riuscito a farlo solo perché ha definitivamente rinunciato a se stesso. Non ha più niente a cui potersi attaccare se non a ciò che gli ha tolto tutto: quella testardaggine che lo porta a compiere atti sconsiderati in nome di un fine superiore. Data l’irreversibile immutabilità della sua posizione, pare che negli ultimi anni Jack abbia agito senza preoccuparsi di come le sue azioni potessero aggravare a dismisura tale condizione. E da questa scomoda prospettiva, dimorata al di là del limite, Jack Bauer ha regalato al mondo quelle risoluzioni che tra i margini della legge non sempre si riesce ad ottenere: il peso di queste azioni è rimasto, però, stampato a chiare lettere su quello sguardo spento e risoluto con cui si getta tra i pericoli senza versare neanche una goccia di sudore.
I can’t force you. It’s a lot to ask.

When you second-guess your sister, you’re second-guessing me.

La devozione della ragazza comincia a configurarsi, sempre più dichiaratamente, come la risposta al terrore scaturito dalla madre più che la completa adesione ad una “causa” che, nella sua attuazione, comincia a richiederle sempre più sacrifici che la coinvolgono personalmente. Margot conosce perfettamente ogni singolo vacillamento della figlia e, proprio per questo, serra con maggiore forza la morsa con cui la tiene in pugno, attuando un procedimento di manipolazione psicologica che, traducendosi nell’esplicitazione di una piena fiducia – I trust you to do what needs to be done –, occulta una chiara e pericolosa minaccia.

Al di là della minaccia diretta, si profilano all’orizzonte altri disastri incombenti: il disorientamento di Audrey e la falsificazione della firma di Heller, apposta da Mark in calce a quel documento che avrebbe dovuto sancire la consegna di Jack ai russi. Le conseguenze di questi ulteriori elementi, che fanno da contorno alla storyline principale, potrebbero intrecciarsi drasticamente: come reagirebbe Audrey, in palese affezione verso Jack, ad una crisi internazionale scatenata da suo marito al fine di distruggere Bauer?
Nonostante le accelerazioni diegetiche – dovute anche al formato ridotto della stagione – e ad alcune approssimazioni di caratterizzazione, 24: Live Another Day riesce a far progredire il racconto sfruttando ogni elemento della sua intrinseca forza espositiva. Questo 04:00 PM – 05:00 PM ci traghetta direttamente nell’incombere della tragedia e, aggiungendo alla già precaria situazione ulteriori elementi di contrasto, ci lascia ben sperare sul carattere adrenalinico delle ultime sei ore rimanenti.
Voto: 7 ½

Sono molto soddisfatto che alla fine abbiano deciso di resuscitare 24. Senza farne un capolavoro, senza stravolgerlo sono riusciti comunque a far sentire i vecchi fan a casa ed i nuovi fan benvenuti. Hanno cambiato un po la confezione ma lasciando intatto o quasi il contenuto. Rivedere in azione Jack è stato veramente un piacere, spero non finisca qui e che sia arrivi almeno a 10…
Vista ieri sera insieme alla successiva. Due buone puntate che riportano 24 quasi ai vecchi fasti. Unica nota dolente la presenza dell’ennesimo traditore all’interno di un’organizzazione governativa. Oramai questo escamotage è stato usato e strabusato e anche se apre nuovi orizzoanti al racconto avrei preferito usassero un’idea nuova!