
Fargo era un film assurdo e geniale allo stesso tempo: a titolo personale, lo ritengo nella top 3 della produzione dei Coen. Questa serie tv, di cui vi consigliamo caldamente la visione, si discosta abbastanza dal plot originario da poter essere considerata un prodotto quasi totalmente a sé stante.

Nella cittadina di Bemidji arriva un losco figuro che porta nel bagagliaio dell’auto un uomo mezzo nudo: così inizia questa serie che indaga a fondo l’animo umano, le scelte che possono portare una brava persona verso il baratro, con l’eterno dubbio se sia meglio essere un brav’uomo sopraffatto dalla vita o un mostro che sopravvive facendosi rispettare.

Lo show vede protagonisti personaggi molti diversi tra loro, legati da una vita avvolta dal nulla, dalla neve infinita di un inverno che non sembra avere mai fine. Tutta l’atmosfera che circonda la serie è perfetta per far sentire chi guarda esattamente diviso a metà: una metà è sempre pronta a sorridere per le cose assurde che stanno per capitare, mentre l’altra è sempre in tensione in vista di episodi che di “umano” hanno davvero molto poco.
Fargo riesce a coniugare benissimo lo humor nero con riflessioni molto più profonde di quello che potrebbero sembrare: la vita, la morte, l’amore sono presi e compressi in uno spazio che sa di infinito (le lunghe distese innevate) ma che in realtà è chiuso dentro un modesto paesino dove tutti sanno tutto di tutti.

Non vanno poi dimenticati gli altri attori che hanno comunque un ruolo importante (uno su tutti Colin Hanks, che per fortuna si riprende dopo la pessima figura nella sesta stagione di Dexter) e che danno quel tocco in più ad un prodotto comunque già di grandissimo livello.

Lo show colpisce molto duro in certe occasioni il nostro animo, lasciandoci un po’ storditi ma comunque sempre sul ciglio del baratro e di una scelta molto difficile da fare: qual è la parte giusta in cui stare? Qual è il modo migliore di vivere la nostra vita? Come reagiremmo se tutti quelli attorno a noi ci reputassero una nullità solo perché non ci ribelliamo mai?
Questi sono solo alcuni dei quesiti su cui Fargo ci porta ad interrogarci: e una serie che riesce a fare questo facendoci anche (non) ridere è assolutamente imperdibile.

Bellissimo consiglio per quella che è stata – a mio avviso – la sorpresa del 2014. Gli adattamenti/remake presentano sempre dei grossisimi rischi, ma è bastato uno splendido pilot di 70 minuti a spazzare via ogni dubbio, convincendo gli spettatori e la critica che la creatura di Noah Hawley avesse tantissimo da offrire! Contentissimo per la vittoria agli Emmy come miglior miniserie; mi sarebbe piaciuto vedere una statuetta anche per Thornton, ma ci si accontenta 😀
Anche per me la migliore novità dell’anno, dopo l’avvento di TD. Serie anche più bella del film. Scorretta ed elegante, diversa dalle altre. Due prime donne da resa cinematografica nei ruoli principali accompagnate da un cast sempre all’altezza. Francamente è quasi impossibile trovare dei difetti in questa serie. Sono curioso di vedere la seconda stagione quando Fargo non godrà più del sapore di novità di cui ha beneficiato quest’anno. Saprà ripetersi e magari superarsi? Fargo e True detective sono le due miniserie che più aspetto al varco della riconferma e del rinnovamento e che si contenderanno la corona di regine della tv miniseriale, al di là delle categorie nelle quali verranno inserite. Vedremo chi la spunterà.