
Quando venne annunciato un nuovo telefilm sull’Agente Carter, sull’onda del One-Shot dedicatole dalla Marvel, non furono in molti a credere nella riuscita di un progetto del genere: per quanto importante nel canone di Captain America, la Carter non è certo tra i personaggi più noti agli spettatori; in più la stessa natura di questa operazione – che prevedeva una serie con il compito di riempire la pausa di Agents of S.H.I.E.L.D. – sembrava annunciare un fallimento ancor prima della messa in onda. Invece, contro ogni previsione e nonostante degli ascolti buoni ma non esaltanti, i primi due episodi di questa nuova serie della ABC si sono rivelati assolutamente freschi e vincenti.

Il primo elemento positivo è l’interazione della protagonista in questa particolare ambientazione: l’agente Carter è una donna energica e combattiva che si è ritrovata, nel corso della guerra, ad avere un ruolo attivo nel contrastare Teschio Rosso; immaginabile quindi lo stato di frustrazione nel ritrovarsi priva di un obiettivo, tanto più in una società americana ancora fortemente maschilista. L’America degli anni Quaranta è riprodotta con evidente affetto ed attenzione scenografica, diventando una vera e propria coprotagonista delle vicende narrate. Gli aspetti più forti e caratteristici riguardano proprio il riluttante cambiamento di un mondo che è sempre più costretto dalla modernità ad aprire le porte alle donne; quale migliore lente d’ingrandimento in questi mutamenti di una donna ben lontana dal classico stereotipo che pure si vorrebbe continuare ad alimentare?
Su una base già di per sé interessante, Agent Carter si distingue da Agents of S.H.I.E.L.D. per un’impostazione che predilige lo spionaggio (travestimenti, gadget e finzione che strizzano l’occhio un po’ ad Alias, un po’ a James Bond); questa scelta si è rivelata la più idonea alla tipologia di una serie che, pur non vivendo la coralità dello S.H.I.E.L.D., sa concentrarsi molto meglio sui propri personaggi. A tal proposito non possiamo che elogiare Hayley Atwell che ha il physique du rôle per interpretare una donna forte, tenace ma con le sue debolezze. La capacità nel sapersi adattare ad un personaggio che ormai le appartiene è un ottimo collante per tutte le diverse anime della serie (e non sempre il protagonista è davvero in grado di reggerne il peso sulle proprie spalle).

L’idea di puntare su un personaggio poco iconico e per questo più facilmente malleabile in fase di lavorazione si è rivelata la scelta vincente; inoltre, ben più riuscita rispetto alla media di Agents of S.H.I.E.L.D. è anche la scrittura, che si è dimostrata per ora più precisa ed in grado di saper mescolare le varie anime (umorismo, azione, fantascienza, personaggi) con polso molto più fermo rispetto a quanto accade nella serie madre. Sotto questo profilo – e ciò è ancor più evidente nel secondo episodio, non a caso diretto da Joe Russo, uno dei registi di Captain America: The Winter Soldier – Agent Carter si rivela uno dei prodotti tratti da fumetti più brillanti in TV, pur con tutta la cautela da applicare per il futuro. Inutile dire che le citazioni all’Universo Cinematografico Marvel sono molte e spesso per puri intenditori, ma risulta efficace anche il collegamento più diretto con il primo film su Captain America che si rivela sin dalle primissime scene.

Voto 1×01: 8+
Voto 1×02: 8

I primi due episodi sono stati molto carini, abbastanza in stile Marvel. Il personaggio di Peggy è la cosa migliore della serie, forte ma comunque con momenti di tenerezza, mi sono piaciute molto le scene tra lei e jarvis (mi chiedo come si evolverà il rapporto tra loro due, se rimarranno solo amici o ci sarà qualcosa di più). La storia dell’esplosivo fa sorridere ma va beh non mi aspettavo qualcosa di realistico e serio.
Piacevolmente sorpreso dalla ABC/Marvel: Agent Carter mi ha davvero divertito, nonostante non riesca a rimpiazzare del tutto AOS che mi terrà con il fiato sospeso ancora per un po’… Non vedo l’ora di vedere come prosegue la storia.