Vikings – 3×01 Mercenary 1


Vikings - 3x01 MercenaryIl paesaggio freddo e immerso nel gelo su cui si apre Vikings si impone subito in contrapposizione con il sangue che ribolle impaziente nelle vene dei suoi abitanti. In pochi minuti, sospesi tra aura magica e sete di potere, viene immediatamente eclissata l’attesa tra la chiusura della scorsa stagione e questo nuovo, travolgente inizio.

Gli episodi conclusivi delle scorse annate hanno avuto come caratteristica comune la scelta di far scemare la tensione accumulata in epiloghi sostanzialmente anti-climatici, più che altro risolutivi dei plot twist di stagione. Questo fa il paio invece con delle première focalizzate sugli scontri diretti tra le varie fazioni, tra gli schieramenti visti lungo il corso della narrazione, e poi saggiamente rimandati.

Vikings - 3x01 MercenaryIl ponte temporale cercato con tale puntuale spostamento crea anche in questo caso un forte senso di continuità, soprattutto dal punto di vista storico. Sin dalla prima stagione, Vikings è stato un esperimento sulla sincronizzazione tra invenzione e ricostruzione attendibile di un luogo, di una civiltà e di un determinato periodo della Storia. Quest’ultimo aspetto è particolarmente rilevante in questo episodio, e probabilmente rimarrà centrale nel corso della stagione. Infatti, la differenza sostanziale rispetto alla première dello scorso anno riguarda i protagonisti della guerra in atto: dal grande faccia a faccia che si era consumato tra Rollo e Ragnar, si passa ora a combattere su tutt’altro fronte.

Vikings - 3x01 MercenaryLa lotta, che era stata uterina, familiare e in gran parte personale, lascia ora spazio al mondo esterno e ha luogo in quella terra (non più così) sconosciuta che è l’Inghilterra del primo secolo. Questa rappresentava la terra promessa, il suolo tenero e gentile che mancava a chi si considerava prima di tutto contadino e padre di famiglia: era a tutti gli effetti il posto dove poter costruire un nuovo senso di civiltà per un popolo abituato al movimento, alla razzia, alla guerra. Ma da quando gli occhi lungimiranti dell’allora scaltro ed intelligente Ragnar, marito felice di Lagertha e padre di due figli, si sono poggiati tra le fertili colline inglesi, ogni singolo aspetto della vita del’uomo è invece rapidamente cambiato, fino a ritrovarlo ora nelle nuove vesti di re. Con l’uccisione di re Horik si è in un certo senso compiuta l’ascesa iniziata tempo prima: egli non aveva mai davvero cercato o premeditato di essere jarl e, alla stessa maniera, non aveva mai neanche desiderato palesemente di diventare re. Nei termini del popolo norreno, Ragnar Lothbrok è stato investito di queste cariche, è stato il servile e devoto ricevente di una nomina divina, dove la volontà dell’uomo è di diventare ciò che gli dei lo chiamano ad essere. Questo punto fondamentale e caratterizzante della sua figura viene riconfermato anche dalle parole che dedica al figlio Bjorn nel bellissimo dialogo iniziale: Power is always dangerous. It attracts the worst and corrupts the best. I never asked for power. Power is only given to those who are prepared to lower themselves to pick it up.

Vikings - 3x01 MercenaryEppure queste frasi sembrano raccontare solo una parte della verità. Ragnar non ha mai chiesto il potere esplicitamente, è vero, ma è altrettanto vero che nel momento in cui l’ha ottenuto ha deciso di tenerlo ben stretto a sé e di perpetrare – alle volte ciecamente – la propria volontà. Horik aveva tutte le ragioni per essere ucciso e quindi destituito, ma è stato pur sempre quello stesso jarl Ragnar, un sottoposto del sovrano, ad architettare un immenso imbroglio e doppio gioco alle sue spalle così da eliminarlo per giusta causa, e di conseguenza a raccoglierne l’eredità. Per quanto non fosse mai stata la sua prima finalità, ciò che è ormai inconfutabile è la sua posizione vincente e di forza intorno ad un tavolo delle trattative: Ragnar, il contadino e padre di famiglia, è cambiato, si è evoluto e modificato; ma questo è un processo lento, cui assistere passo dopo passo – anche se, e sempre più chiaramente, si vedono nei suoi occhi i lampi del conquistatore che ne sorpassano la vecchia e rassicurante identità. Ora è lo stratega ad emergere, è la sua parte più opportunista e machiavellica a farla da padrona: non a caso, per puro calcolo, decide di offrire i suoi servigi bellici (i mercenari del titolo, per l’appunto) alla Principessa Kwenthrith e quindi a King Ecbert, portandosi dietro il benestare di Rollo e Floki, ma non di Lagertha. Ragnar è sempre più prepotentemente concentrato sull’obiettivo, e inevitabilmente le priorità intorno a lui si ridimensionano: è lo stesso, infatti, che non poggia più lo sguardo su Asluag, l’avvenente compagna di nobili natali. Anche qui c’è quel retrogusto di cambiamento interiore che pare scavargli in profondità: investito dal potere, doveva assicurare per sé una discendenza numerosa e lei era l’oggetto giusto da usare. E adesso?

Vikings - 3x01 MercenaryI mercenari sono coloro che vengono pagati per le loro competenze tecniche, che prestano servizio in cambio di ingenti somme di denaro e/o equivalenti: è un rapporto subordinato dove viene quantificato e monetizzato un sentimento antico e puro come la fiducia, cioè quel labile filo rosso che lega due o più persone e che li porta ad abbandonarsi ciecamente e reciprocamente l’un l’altro. In ben due nevralgici momenti dell’episodio questa parola risuona nei cieli scandinavi. La prima volta è tra Lagertha e la new entry Kalf (Ben Robson), quasi istantaneamente rigirata nel suo contrario: l’uomo, consigliere ormai da un anno della donna, trama alle sue spalle e, una volta che la donna parte per il Wessex, rivela cautamente le sue intenzioni. La seconda, memore di questo momento, appare ancora più sinistra: è infatti detta da Ragnar ad Athelstan. In un mondo in cui  l’umanità sembra via via ridursi a scambi e baratti, cosa rimane di autentico e vero in questa delicata parola? Anche Lagherta, che non parte al fianco di Ragnar, trattiene il fiato davanti alla bellezza e alla grandiosità di un’enorme promessa/vincolo che non ha ancora preso vita (ma che bene s’intuisce dall’interesse di re Ecbert nei suoi confronti): quel che è sicuro è la sua risultante – uno sterminato, assolato, coltivabile campo verde.

Il viaggio al fianco dei vichinghi è appena ricominciato, ma l’aria si è fatta ancora più cupa e sinistra: anche chi sembrava essere un punto fermo e resistente a cui tornare potrebbe improvvisamente cambiare volto, perché le acque da navigare sono molte ed impetuose, e riprendere la via di casa sembra sempre più difficile. “Mercenary” ne è solo un antipasto ma imprime subito quale importante direzione prenderà la stagione: il cambiamento, a molti, troppi livelli.

Voto: 8

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Informazioni su Sara De Santis

abruzzese per nascita, siciliana/napoletana per apparenza, milanese per puro caso e bolognese per aspirazione, ha capito che la sua unica stabilità sono netflix, prime video, il suo fedele computer ed una buona connessione internet


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Un commento su “Vikings – 3×01 Mercenary

  • DRAPERIST

    ” paesaggio freddo e immerso nel gelo su cui si apre Vikings si impone subito in contrapposizione con il sangue che ribolle impaziente nelle vene dei suoi abitanti”.Con questa frase hai colto l’essenza e l’anima della puntata, mi levo il cappello di fronte alla tua recensione Sara..ancor di più per la lucida analisi sul parallelo storico e nell’interpretare la coscienza del protagonista.
    Che dire,questa serie ha lo stesso sguardo di Ragnar…prepotente e violenta esplode sui nostri schermi e punta sempre più in alto,senza fermarsi mai!

    Power is always dangerous. It attracts the worst and corrupts the best. I never asked for power. Power is only given to those who are prepared to lower themselves to pick it up.
    WOW!