Il 2015 è stato l’anno di Amy Schumer: un film, diversi riconoscimenti e tanta attenzione da parte dei media l’hanno resa la donna del momento. Capirete quindi che tornare oggi sugli schermi di Comedy Central ha sicuramente un sapore diverso rispetto al passato e, purtroppo… it tastes like nothing.
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Insipido, infatti, è forse l’aggettivo che più si addice a questo ritorno, specie se posto in relazione alle altissime aspettative di critica e pubblico. Una delusione ancora più forte se torniamo con la mente alla premiere dell’anno scorso, in cui erano concentrati alcuni degli sketch più belli di tutta la serie – come la leggendaria “Milk, Milk Lemonade” o il fantastico “Last Fuckable Day“.
Il primo e forse più importante difetto di questo episodio è dunque la sua incapacità di rispondere in maniera soddisfacente all’anticipazione creatasi intorno ad esso, mancando quindi l’obiettivo principale di ogni puntata d’apertura – soprattutto per una serie come questa, che non può contare sul traino della continuità narrativa. Non c’è un solo sketch tra quelli proposti a lasciare davvero il segno, niente che ispiri una risata di gusto né sia in grado di colpire lo spettatore per profondità di analisi o taglio innovativo.
Prendiamo ad esempio lo sketch del controllo ginecologico, forse il più emblematico dei problemi di questa premiere: sotto la patina di “critica femminista” che pure ha colpito in positivo alcuni commentatori (forse perché nell’ambito della produzione schumeriana è una consuetudine rassicurante?) c’è in realtà una scrittura svogliata, scontata e, come se non bastasse, priva di ritmo. Al netto della banalità dei dialoghi, infatti, la scena va letteralmente a spegnersi, lasciando la sensazione di essersi conclusa male e troppo presto.
Più interessante è l’operazione portata avanti con “The World’s Most Interesting Woman in The World“, l’ennesima parodia sviluppata all’interno della serie (in questo caso dello spot della birra Dos Equis da cui è nato uno dei meme più famosi di sempre). Lo sketch affronta la questione dei doppi standard di genere con un pizzico di ironia metanarrativa, facendo riferimento anche alla popolarità di Amy Schumer o comunque del personaggio che si è creata negli anni. La presenza di due piani di lettura diversi dà alle gag, già di per sé le più brillanti della puntata, una significativa marcia in più. Il messaggio che tenta di trasmettere – “non sono patetica se vivo come un uomo, ammesso che una “vita da uomini” non sia patetica a prescindere” – è finalmente più stratificato, oltre che veicolato con maggiore creatività.
Tuttavia restiamo lontani dai fasti delle scorse annate, quando anche lo sketch sulla carta più insignificante aveva la forza di diventare iconico. Certo, nelle tre stagioni precedenti non tutto è stato sempre all’altezza degli alti picchi qualitativi raggiunti dalla serie, ma si percepiva comunque un’atmosfera diversa, ben lontana dal senso di mediocrità che trasmette questa premiere. In mezzo ai due poli sopracitati – lo skit sul pap-test (negativo) e quello che dà il titolo all’episodio (positivo) – ci sono infatti dei segmenti assolutamente dimenticabili: la finta telecronaca del Relationship Center, ad esempio, parte da un’idea originale ma non riesce a strappare neanche una flebile risata, oppure lo sketch con la guest star Lin-Manuel Miranda è soltanto l’ultimo di una lunga serie dedicata all’alter ego televisivo di Amy, dimostratasi già negli anni passati non particolarmente riuscita o divertente. Va un po’ meglio con il finto spot dello yogurt Yo-Puss, volgare in maniera liberatoria e in un certo senso “normalizzante”, dunque più efficace e stimolante di una tirata d’orecchi poco ispirata.
Con questa premiere si è anche cercato di dare una svecchiata al format classico della serie, rinunciando alle street interview con persone qualunque in favore di brevi interviste ad amici e colleghi della showrunner. Il fatto che a parlare siano dei comici toglie spontaneità ai segmenti, ma il contesto è abbastanza informale da non farlo pesare troppo. Il problema principale è piuttosto l’assenza di spezzoni tratti dagli spettacoli stand-up, che speriamo non sia comune a tutti gli episodi: per quanto siano sempre gli sketch a conquistare il pubblico, i momenti live tengono lo show ancorato ad un mondo che percepiamo come più autentico, grezzo e quindi distante dalla facciata glamour della nuova Amy Schumer. Portare la serie verso una nuova direzione può essere una scelta intrigante, ma rinunciare simultaneamente allo stand up e al contatto con “la strada” sembra quasi il tradimento di chi ha fatto fortuna e si dimentica degli amici rimasti indietro.
“The World’s Most Interesting Woman in The World” non è un brutto episodio tout court: ci sono, tutto sommato, alcuni momenti ben riusciti (pensiamo ad esempio al confronto tra sorelle nell’ultimo sketch) e lo sforzo di innovare, per quanto nei contesti probabilmente sbagliati, rimane apprezzabile. Tuttavia si tratta di una premiere deludente, inferiore alle precedenti e mediocre anche a prescindere da eventuali confronti. Se Amy Schumer non vuole perdere la fiducia guadagnata negli ultimi tre anni deve necessariamente correggere il tiro e proporre di nuovo la migliore versione possibile dello show che le ha dato il successo.
Voto: 6-
Ho recuperato la Schumer lo scorso anno e l’ho sempre seguita con tiepido divertimento e conscio che l’attenzione di cui gode sia frutto della moda del momento, non tanto delle sue capacità artistiche (parere mio). Se devo essere sincero non ho trovato tanta differenza con le stagioni passate: i temi ricorrenti ci sono tutti: il sesso, la donna e la sua aspirazione alla totale indipendenza, il sesso e il sesso. Credo che, in questo caso, il voto negativo sia frutto di una sensibilità diversa agli sketch messi in scena (della serie “quello che fa ridere me non fa ridere un altro”), che ho trovato mediamente divertenti e non peggiori di quelli passati. È ovvio che di meglio c’è stato, ma, secondo me, non ha tanto senso paragonare tutto il resto a qualche battuta particolarmente riuscita, se no è molto probabile rimanere delusi sempre e comunque. Se devo essere sincero, non ho sofferto nemmeno l’assenza dei momenti “dalla strada” (che non credo siano così spontanei come si pensa) o dal suo spettacolo di stand-up, che non mi ha mai divertito come il resto dell’episodio, meno spontaneo e per questo più articolato e di valore, anche comico. Sono d’accordo con te quando parli di una premiere deludente, nel senso che difficilmente ricorderò la puntata fino a domani (leggendo la tua recensione mi sono dovuto sforzare per ricordare cosa avevo visto – esattamente, però, come mi sono dovuto sforzare per ricordare i momenti dalle stagioni passate che hai citato). Nonostante questo credo che continuerò a seguirla per vedere fin dove la Schumer ha il coraggio di spingersi, quante volte ancora calpesterà (e oltrepasserà) il filo – neanche troppo sottile – tra la commedia e la volgarità, strappandomi qualche risata non tanto perché la battuta sia particolarmente efficace, quanto per l’imbarazzo nel sentir parlare di alcuni temi nel modo in cui è capace di farlo lei (Yo-Puss).
Ciao!
Hai ragione, i temi ci sono tutti. E infatti non è di questo che mi lamento, ma di una scrittura poco ispirata che, se messa a confronto con le passate stagioni, per me è inferiore e deludente. Ciò detto, è pur vero che sono tanti gli sketch mediocri anche nelle precedenti annate (giusto l’altro giorno ne ho visto uno sulle diete delle celebrità che era davvero povero e banale). Il problema per me è la loro concentrazione in un unico episodio, che lo fa pesare di più. In generale, per quanto mi ricordo, erano davvero pochi gli episodi non belli presi nel loro insieme e c’era sempre qualche elemento in grado di emergere. Il fatto che questa sia una premiere e che manchi della creatività e l’impatto delle altre mi pare un segnale preoccupante.
Per quanto riguarda il personaggio:
capisco che l’entusiasmo per il suo talento possa sembrare eccessivo, specie se lo si guarda dal punto di vista di un appassionato di comicità. In termini tecnici, Amy Schumer non è probabilmente una grande stand-up comedian (ci sono state diverse accuse di plagio, per altro) ed è più che comprensibile, oltre che auspicabile, avere delle riserve nel valutarla. Probabilmente, però, il motivo per cui è diventata così famosa risiede nell’essere uscita dalla nicchia della “comicità vera”, conservandone comunque il gusto per la volgarità e la provocazione. L’aver portato quel tipo di linguaggio in un contesto più mainstream, fondendolo con il format dello sketch comedy show e aggiungendo un’impostazione quasi sempre politica e apertamente femminista, ha costituito un piccolo “caso” ed è in questo senso che secondo me va considerata la rilevanza di Amy Schumer come autrice, personaggio e fenomeno. In altre parole, penso tu abbia ragione a seguirla “con tiepido divertimento” e un po’ di diffidenza, ma allo stesso tempo credo anche che nel preciso contesto in cui si muove e per gli obiettivi che si è prefissata, abbia fatto un lavoro encomiabile e meriti tutta l’attenzione ricevuta. Anche perché, nonostante tutto, rimane secondo me un’ottima osservatrice dell’universo femminile e delle relazioni di coppia (con problematiche di genere annesse e connesse) e i suoi sketch hanno, in questo senso, anche una sorta di valenza “didattica”. Io personalmente la apprezzo di più negli sketch meno “politici”, quelli più cattivi verso le donne, e nelle parodie (quella di Sorkin è una cosa che potrei rivedere mille volte e ridere sempre, perché è davvero PERFETTA). Però, ad essere sincera, c’è anche uno sketch unicamente per il LOL che ogni volta che ci penso mi piego (a riprova che quando vuole le cose random le sa fare): quello dell’operatore del call center per la connessione internet. Ogni tanto lo riguardo e poi passo la giornata a gridare “Janardaaaan” ogni volta che mi va storto qualcosa. 😛