Winter is here.
Se c’è una certezza che questo season finale è in grado di darci è proprio quella annunciata da Sansa: il proverbiale motto della serie si è ormai realizzato, la fase conclusiva è iniziata. Nei 70 minuti forse più maestosi mai costruiti da Benioff e Weiss, Game of Thrones si lascia il passato alle spalle e scopre tutte le carte in gioco.
È un mondo radicalmente diverso quello che si vede sul finire di “The Winds of Winter”, un mondo dominato da donne e bastardi, in cui le vecchie tradizioni e quelli che non hanno intenzione di distaccarsene non possono più sopravvivere. Il processo di disgregazione cominciato dal pilot della serie si è ormai concluso, e rimane ben poco di quello che si era visto quando ancora Ned Stark e Robert Baratheon avevano intenzione di tenere unito Westeros; questo finale non può che essere descritto come il più definitivo e violento punto di rottura visto finora, la conferma dell’andamento sempre più irreversibile della stagione appena conclusa.
[…] But sometimes before we can usher in the new, the old must be put to rest.
La prima fase della puntata è forse il punto più alto mai raggiunto dallo show nei suoi sei anni di vita: quello che viene messo in scena è un momento atteso e rimandato da tutta l’annata, il punto di arrivo di una storyline che più di tutte si è basata sulla pianificazione e la costruzione del climax. È quest’ultimo, in fondo, che ripaga di tutti i momenti in cui la vendetta è stata rimandata, in cui i giochi di potere hanno portato gradualmente la totalità degli alleati di Cersei a costituire un’unica grande minaccia; com’è stato frustrante vedere l’Alto Passero conquistare King’s Landing, così la sua violenta purificazione ha un effetto quasi catartico. La regia di Sapochnik, che già si è confermata la migliore della serie in “Hardhome” e nello scorso “Battle of the Bastards”, è qui alla massima potenza: abbandonati i virtuosismi e i movimenti necessari a rendere al meglio i sopracitati scontri, la macchina da presa viene gestita in maniera ancora più elegante. Il montaggio iniziale, di certo aiutato dalla nuova composizione di Ramin Djawadi, rasenta la perfezione per quanto riguarda prima la presentazione dei personaggi e poi la costruzione della tensione, per non parlare della surreale rappresentazione del suicidio di Tommen.
Ma sarebbe ingiusto limitare il lavoro svolto in questo finale ai soli avvenimenti di King’s Landing; se la prima parte ha il compito di sconvolgere lo status quo con soluzioni narrative e visive decisamente forti, quello che segue non è da meno. Il grande punto di forza di “The Winds of Winter” sta nella sua capacità di raccogliere le innumerevoli trame di quest’anno senza, però, cadere nel problema di frammentarietà che è noto affliggere la serie. Ogni singola linea narrativa gode non solo della potenza estetica della mano di Sapochnik, ma anche della costruzione più attenta e coerente messa in atto quest’anno; e così rivelazioni come quella di Arya da Walder Frey non solo sono forti in quanto svolte inaspettate, ma godono anche dell’evoluzione del personaggio in questione e dell’avvicinarsi della storia alla sua inevitabile conclusione.
Così facendo, insomma, quell’effetto di colpi di scena ammassati senza soluzione di continuità che si poteva creare in episodi come “Home” viene evitato, e ciò avviene nonostante quasi tutte le storyline vengano messe in scena nella puntata; parte del merito va alla lunghezza particolare di questo finale, certo, ma non si può non notare come l’indipendenza della serie dai libri abbia dato a Benioff e Weiss una maggiore fiducia, o meglio una maggiore consapevolezza nella costruzione del quadro generale.
Si può infatti notare come il passaggio da un personaggio all’altro non avvenga più in maniera casuale, ma anzi i vari cambi di location vengono giustificati da esigenze sia tematiche che narrative; e non è un caso che in questa stagione si sia mantenuta una coerenza molto forte in termini di concetti ricorrenti, temi che vengono sviluppati e rielaborati in questo season finale. Il già citato contrasto (spesso violento) tra nuovo e vecchio è di sicuro il leitmotiv della stagione – se non della serie –, ma è interessante notare come ne vengano analizzate le implicazioni più sottili. Certo, la vittoria di Jon Snow ha portato un nuovo King in the North a Winterfell prescindendo dalla sua natura di bastardo, ma proprio tale traguardo rischia di contaminare il suo rapporto con Sansa; e lo stesso discorso vale per Cersei e Jaime, quest’ultimo più che mai sull’orlo di abbandonare la sorella una volta per tutte.
Sembra quasi che parte dello scopo di “The Winds of Winter” consista nel concentrarsi sul prezzo che è necessario pagare quando si arriva ad ottenere il potere che si cercava (la situazione tra Daenerys e Daario lo sottolinea ancora), talvolta andando ad incrinare quegli stessi rapporti che si tentava di proteggere in principio; si tratta di un tema che si inserisce perfettamente in un fantasy amaro e disilluso come Game of Thrones, che già nello scorso episodio aveva confermato la sua direzione più realista e lontana dai canoni idealizzati del genere.
In ogni caso, sarebbe impossibile parlare di questo episodio senza citare l’elephant in the room di questa stagione in generale, ovvero l’ormai confermata teoria sull’oscuro passato di Jon. Era infatti dalla conclusione della scorsa annata che il ritorno del personaggio di Kit Harington era dato quasi per certo, il tutto basandosi sulla supposizione che non fosse figlio di Ned Stark ma della sorella Lyanna e di Rhaegar Targaryen; una teoria che si è diffusa a macchia d’olio, portando la HBO a rilasciare immagini promozionali decisamente esplicite sulla resurrezione di Jon e a riconoscere, quindi, la popolarità e veridicità di tale voce. È quindi coerentemente con tale scelta che Benioff e Weiss decidono di gestire la rivelazione in maniera particolare, ovvero senza affidarsi ad una dichiarazione esplicita ma lasciando il tutto quasi sottinteso, in complicità con lo spettatore che era al corrente dell’ormai famosissima teoria; si tratta di un modo di gestire qualcosa di prevedibile già utilizzato nella nota “Home”, in cui la resurrezione di Jon Snow veniva privata di fronzoli e mostrata in maniera quasi frettolosa, come a non voler pretendere di causare un’effettiva sorpresa nei confronti di chi guarda.
È anche questo che si intendeva quando si parlava di una nuova consapevolezza: Game of Thrones è ormai una serie che prescinde dalla sola esperienza visiva, un fenomeno mediatico che attraversa lo schermo e crea una mitologia che viene alimentata dalle teorie e dalle chiacchere dei fan, un po’ come avvenuto nello scorso decennio con Lost – un’esperienza che, è giusto ricordarlo, è possibile solo tramite la distribuzione settimanale di episodi, con attese in grado di alimentare le sopracitate teorie e la costruzione dell’immaginario della serie.
In questa stagione, insomma, gli autori sembrano aver riconosciuto una volta per tutte la portata di quello che stanno costruendo, giocando spesso con le aspettative del pubblico e traendo forza da tutto quello che va a comporre l’universo Game of Thrones; è per questo che la rivelazione su Jon funziona solo nel caso in questione ed è per questo che si inserisce così bene nel quadro complessivo, senza illudersi di poter effettivamente sconvolgere qualcuno con una svolta già anticipata dalla quasi totalità del pubblico dello show.
Ma il discorso sulla prevedibilità non si ferma a tale dimensione: è infatti noto come una delle (poche) critiche allo scorso episodio facesse leva sui suoi sviluppi talvolta piatti, o meglio privi delle svolte significative che avevano caratterizzato le prime stagioni della serie.
Il problema, però, è che si tratta di due situazioni radicalmente diverse: se all’inizio del suo corso la storia poteva permettersi un certo numero di mosse coraggiose per alimentare la trama, quello che si verifica con la sua crescita è che certi esiti non possono che diventare più certi, più definiti. Fa parte dell’evoluzione naturale del racconto il fatto che intraprenda una certa direzione, e perciò è normale che se all’inizio chiunque poteva essere vittima della penna di Martin ora personaggi come Jon, Daenerys e Sansa godano di un’immunità quasi garantita; ed è anche normale che, andando a conoscere più a fondo altri personaggi, sia più facile intuire le loro mosse, come accaduto per l’utilizzo dell’Altofuoco da parte di Cersei. Quello che all’inizio può essere visto come un problema, quindi, ad un punto avanzato come questo della storia diventa una componente inevitabile per la sua riuscita; in sostanza, se prima parte del fascino di Game of Thrones stava nell’imprevedibilità delle sue svolte, ora tale punto di forza è stato “trasferito” in una maggior cura (dovuta anche al budget più alto, senz’altro) della messa in scena, nella concentrazione sull’impatto visivo ed emotivo vero e proprio delle situazioni a cui assistiamo.
Per questo motivo, quindi, la presenza di registi come Miguel Sapochnik risulta più che mai fondamentale a garantire che lo show funzioni a dovere, che quello che ormai è stato perso per quanto riguarda l’effetto sorpresa venga bilanciato da una potenza estetica senza paragoni, che si serve degli smisurati soldi investiti nello show (che tuttavia sembrano non bastare mai, motivo per cui le prossime due stagioni saranno ridotte) per costruire un immaginario sempre più forte ed esemplare. Questo “The Winds of Winter” e lo scorso “Battle of the Bastards”, in particolare, non fanno che disintegrare e ricostruire gli standard per quanto riguarda non solo l’intrattenimento televisivo, ma anche il genere fantasy in generale, giustificando un budget di dimensioni impressionanti (e non è affatto facile) tramite una messa in scena curata nel minimo dettaglio, nonostante le piccole imperfezioni dal punto di vita narrativo – le incongruenze temporali, in questo episodio, sono parecchio evidenti, come ad esempio il brusco salto finale in cui le flotte di Dorne e dei Tyrell appaiono già al fianco di quella di Daenerys.
“The Winds of Winter” è la grande, inconfondibile conferma di quello che Game of Thrones è riuscita a diventare in questa sesta stagione: un’esperienza che, nonostante i difetti, non ha paragoni nel panorama televisivo e forse cinematografico attuale, una serie televisiva in grado di gestire e rielaborare un immaginario immenso pur senza la guida del materiale di partenza.
Si parla infatti di un season finale che, al contrario di episodi atipici come “Blackwater” e “Battle of the Bastards”, fa del perfezionamento delle strutture della serie il suo punto di forza, dimostrando di saper sfruttare l’enorme potenziale che un prodotto come “Le Cronache del Ghiaccio e del Fuoco” può mettere a disposizione.
Certo è che il merito della riuscita di una puntata del genere va anche all’annata che l’ha preceduta, di sicuro imperfetta nella partenza e nella gestione di alcune storyline – tra cui ad esempio Bran, abbandonato a metà stagione e ripreso solo verso la fine, e il Mastino, introdotto nella fase conclusiva senza un fine ben preciso – ma coesa e coerente nella costruzione del quadro generale. A questo punto, l’ultimo atto della serie può dirsi definitivamente iniziato; come si diceva, l’inverno è arrivato, e l’attesa per assistervi sarà ancora più snervante del solito.
Voto episodio: 9½
Voto stagione: 8+
Questa settimana avete fatto prima del solito a far uscire la vostra recensione!
Non è una cristica, è che io la trovo sempre una delle più importanti che escono dal web, ma di solito è sempre l’ultima e questo un po’ spiace.
Comunque al di là di tutto a me questa serie è piaciuta e si aprono gli scenari su come potrebbe chiudersi.
La morte di Jon combattendo gli Estranei? Il suo matrimonio con Daenerys?
Una cosa è certa, spero in una terribile morte per Cersei, l’ho odiata dalla 1×01 e continuo a farlo intensamente nonostante la splendida haute couture sfoggiata in quest’ultimo episodio.
ma Dani non è la zia di Jon? O sono io che non ci sto capendo più niente? 🙁
Anche se Jon Snow fosse figlio di Rhaegar (ora sappiamo per certo chi è la madre, ma del papà ancor non v’è certezza…), fratello maggiore di Daenerys, i Targaryen sono notoriamente incestuosi (da quello, la loro leggendaria follia).
Il padre è Rhaegar, ce lo hanno detto in mille modi diversi
La teoria secondo cui figli nati da incesto siano destinati alla follia è una leggenda metropolitana che non ha alcun fondamento scientifico.
Che tale teoria venga usata da Martin nei suoi romanzi può anche essere giustificabile, dato che nei romanzi sopratutto di genere fantastico, nessuno sembra badare molto alla verosimiglianza di ciò che viene narrato.
Se tale assunto venisse usato in qualsiasi altro tipo di romanzo, farebbe semplicemente ridere.
L’unico vero problema della procreazione tra consanguinei, sopratutto se ripetuta di generazione in generazione, è che vengono tramandati sempre gli stessi “difetti”, da qui una maggiore predisposizione a manifestare malattie di carattere ereditario e/o familiare (come ad esempio l’emofilia). Motivo per cui, nel corso dei millenni, la procreazione tra consanguinei, un tempo molto diffusa dato che si viveva in piccole comunità, è stata sempre più scoraggiata, da varie culture e religioni, fino a diventare un vero e proprio tabù, con conseguente proliferare di leggende tipo ” i figli nati da incesto diventano pazzi”. Quale miglior deterrente contro la tentazione ad avere rapporti incestuosi?
I Targaryen erano incestuosi per preservare le caratteristiche fisiche, pressoché uniche, tipiche dei valiryani: occhi viola/porpora, capelli argentei o biondo platino, leggendaria bellezza. Non vi erano altri motivi. Insomma erano fautori delle teorie eugenetiche, volte a preservare la purezza della razza (un po’ nazi eh!).
Non vi è alcuna predisposizione ereditaria all’incesto. Essendo sia Daenerys che Jon cresciuti completamente al di fuori di tale cultura, non credo che siano propensi ad un matrimonio incestuoso. Soprattutto Jon è cresciuto in una ambiente culturale in cui l’incesto viene fortemente condannato e i figli nati da incesto considerati abomini. Insomma Jon può anche essere di nome un Targaryen, ma di fatto è uno Stark, e nessuno Stark che si rispetti potrebbe mai essere favorevole ad un matrimonio tra consanguinei. Dunque, a meno che non si voglia stravolgere il personaggio di Jon ed andare out of character, l’unico modo per concretizzare un matrimonio tra Jon e Daenerys è che lui (o entrambi) ignorino completametne quali siano le vere origini di Jon.
Quoto Rorschach, è sicuramente Rhaegar, non è stato detto proprio chiaro e tondo ma dai ormai si è capito! soprattutto perchè quando abbiamo visto per la prima volta la Tower of Joy c’erano dei Targaryen a proteggere Lyanna.
Si è suo nipote!
Immaginate: Dani e Jon che si sposano. Poi Jon viene a sapere che Dani è sua zia. Secondo voi come reagirebbe? Ci sono molti miti in cui questo genere di rivelazioni porta alla tragedia… Ricordatevi che gli Antichi Dei di Winterfell vietano l’incesto.
Io cmq credo che nella prossima stagione vedremo Ditocorto lavorare attivamente per mettere Dani e Jon uno contro l’altro.
Io spero che non ci sarà nessun matrimonio tra Jon e Daenerys, perché sarebbe come se durante tutta la serie non fosse successo nulla… capitemi: i Targaryen al potere, Jon e Dany regnanti buoni e giusti, ma se poi hanno dei discendenti che potrebbero essere dei potenziali dittatori sanguinari… il ciclo ricomincerebbe… Il ruolo di Daenerys non dovrebbe essere quello di “breaker of the Wheel”? 🙂
Anche se in questa stagione alcune linee temporali hanno lasciato un po’ a desiderare l’impressione è che sia stata una stagione decisamente più solida della precedente e con gli ultimi due episodi al pari del meraviglioso Hardhome.
Concordo totalmente con la recensione a parte forse la lettura che viene data su Sansa che credo sia assolutamente leale col fratellastro/cugino e invece più preoccupata per la possibile reazione di Littlefinger.
Nel complesso comunque stagione della madonna con due puntate di livello cinematografico e oltre.
Season finale grandioso e molto emozionante. Non ho capito però un passaggio della tua recensione: “il brusco salto finale in cui le flotte di Dorne e dei Tyrell appaiono già al fianco di quella di Daenerys”. Forse mi sono distratto, però ero rimasto all’alleanza tra Daenerys e i Greyjoy. che hanno messo a disposizione la loro flotta. Da cosa deduci che anche i Dorne e i Tyrell si sono aggregati? Appaiono nella scena finale? Spero di non fare una gaffe tremenda, ma non ho notato alcun indizio a supporto.
C’è Varys che nella scena prima era a colloquio a Dorne con Tyrelle e Martell 🙂
Difficile individuarne gli stemmi sulle vele, ma molto più semplice notare Varys che poco prima offriva benzina al fuoco della vendetta dei Martell e dei Tyrell…
Penso che sull’alleanza non ci siano dubbi, ma la conferma arriva dal fatto che nella flotta si vedano gli stemmi dei Martell e dei Tyrell; è un particolare un po’ sottile, anch’io non ci avevo fatto caso all’inizio!
DOVE si vedono?
Io avrei voluto tanto vederli ma non ci sono riuscita.
Lo stemma dei Tyrrell sarà la rosa, suppongo, ma qual è lo stemma dei Martell?
Questa è stata la migliore puntata di GoT, e probabilmente tra le più belle della serialità televisiva. Della regia si è parlato, nella vostra puntuale recensione e altrove. Del fatto che finalmente tutte le storyline hanno raggiunto il punto che già da un po’ si sentiva dovessero raggiungere. Ogni pezzo si è incastrato come si doveva incastrare, ma invece di generare nello spettatore una sensazione di scontatezza, ha procurato, almeno in me ma non credo di essere stato il solo date le reazioni lette in giro, una sensazione di meraviglia. E’ stato come assistere ad una complicata coreografia. Cersei che si siede sul trono di spade era qualcosa in essere già dalla prima stagione, ma è dovuta venire a mancare tutta la sua ‘maledetta’ progenie prima che ciò potesse accadere. Il bastardo ma in realtà di sangue reale Jon Snow che diviene king of the north era anche quello probabilmente preventivabile, ma è dovuta morire metà della sua famiglia, e lui stesso, lo ha dovuto salvare una prima volta Melyssandre, una seconda Sansa, in battaglia, ed una terzaa una straordinaria Lady Mormont (quella scena ho dovuto rivederla tre volte, la 12nne Lyanna Mormont è il personaggio secondario più cool di GoT). E poi c’è Danaerys, che si libera di Daario in modo sbrigativo, nomina Tyrion suo Primo Cavaliere (scena commovente) ed appare più che mai pronta a sedersi al tavolo dei grandi, con le nuove alleanze, le navi, l’esercito, i draghi. Tutti i pezzi sono sulla scacchiera e la partita è pronta a cominciare. Ci sono volute sei stagioni, è stato necessario liberarsi di un’eredità pesante come quella dei tomi di Martin (se lo si fosse fatto prima magari ci si sarebbe potuti risparmiare qualche episodio dispersivo). Ma adesso i giocatori rimasti sono quelli che servono. Probabilmente rimane da integrare Arya, che comunque è andata avanti con successo sulla sua strada, ma sono certo che gli autori sapranno come fare. Adesso non ci rimane che attendere dieci mesi, prima di poter iniziare a capire come si svolgerà la mano finale del gioco dei troni, e come l’intero mondo rappresentato possa salvarsi dalla minaccia più terribile, quella dei white walkers.
Io l’ ho trovata una stagione dal grandissimo potenziale, ma sfruttato purtroppo malissimo, con rari picchi(6×02, 6×05, 6×10(più o meno) ) e piena zeppa di fan service. Gli autori hanno dimostrato di valere poco senza libri a mio giudizio. La quinta era stata un pochino moscia perché priva di potenziale, questa è stata una stagione ricca di potenziale, ma realizzata male. Per quanto riguarda l’ ultima puntata è stata buona, ma se fosse durata 50 minuti come al solito sarebbe stata molto meglio
Io invece non ho trovato assolutamente fan service, voglio dire dopo 5 stagioni dove le casate “buone” (con le dovute virgolette), sono state praticamente sterminate, in questa stagione hanno semplicemente un po’ di rivicinta . Almeno io la vedo così, parere personale.
Concordo sulla recensione,molto puntuale…spenderei una lode al bellissimo commento musicale di Ramin Djawadi,veramente sublime in questo episodio finale…
Finale entusiasmante: “I choose violence” aveva detto Cersei…e una volta tanto Cersei è diventata Cerfai: vi dirò, in qualche modo sta cosa del far fuori tutto quel clerame septon, mi ha entusiasmato.
Ma quello che mi ha colpito di più è stato il destino di Jaime: aver ucciso un re per arginarne la follia, per trovare poi una regina altrettanto folle, per di più amata e sorella.
Nella battaglia tra lealtà, onore e coscienza che dilania sto disgraziato, questa volta entra in gioco pure l’amore.
Guarda a proposito di Jaime, a me sto poveretto mi ha fatto sempre una gran pena. Che tormento deve essere amare qualcuno di nascosto per tutta la vita, doversi vergognare per i sentimenti che si provano nei confronti dell’unica donna che non potrà mai veramente avere, perchè quel sentimento è considerato abominevole e innaturale (come se si potesse scegliere chi si ama). Oltretutto è un sentimento nemmeno completamente corrisposto, perchè diciamolo, l’amore di Jaime nei confronti di Cersei è puro e sincero….quello di lei….bhe…è molto più dettato dalla convenienza del momento. Almeno nei libri di Martin. Nella serie TV Cersei sembra amare davvero Jaime, anche se sicuramente non con la stessa intensità e non in maniera altrettanto incondizionata.
Fossero nati Targaryen tutto sto tormento se lo sarebbero risparmiato. Che poi a pensarci bene che assurdità. Sembra che sposare una sorella per mantenere puro il sangue della propria famiglia sia un motivo molto più valido e accettabile che non sposarla per amore!
Adesso si aggiunge il dramma dovuto alla nascente consapevolezza che quella persona tanto amata è completamente uscita fuori di testa e in qualche modo va fermata, per evitare la rovina di tutti.
Poveraccio! esiste forse personaggio più triste di questo?
Ogni scena valeva un’intera puntata mozzafiato, ma c’è una scena che però tutti snobbano, quella di Sam.
Magari pensate che non interessa a nessuno di Sam in una biblioteca, ma paradossalmente lui è l’unica salvezza per tutto Westeros, perché gente, se non lo avete notato, quando quella barriera crollerà, e state certi che prima o poi lo farà, nessuno avrà la minima idea di come fermare un orda infinita di zombie armati e incazzatissimi, nessuno apparte Sam, che chissà cosa troverà tra quei libri. E quei lampadari della biblioteca, nessuno ha notato la somiglianza con qualcosa che vediamo ogni puntata?
Comunque bellissima recensione, GoT è riuscita ad avere su di me lo stesso impatto emotivo che ebbe Breaking Bad, decisamente la stagione migliore di tutta la serie. Ora non resta che aspettare di vedere questa fase finale, le battaglie saranno tante, ma il Re è uno solo
THE KING IN THE NORTH!!!
Perfettamente d’accordo. Sam sarà uno di quelli che farà nettamente la differenza nella guerra contro gli Estranei.
E’ vero che GOT sta via via perdendo quella che fino ad ora era stata la sua peculiare caratteristica, ciò l’imprevidibilità. D’altra parte era ovvio che fosse così. Ma credo comqunue ciò che sarà davvero imprevedibile, o che comunque in molti non pensaranno, è l’identità di coloro che saranno davvero risolutivi nella guerra finale. A dispetto di tutte le teorie sui predestinati Jon e Daenerys (che rientrano nel perfetto stereotipo dei belli, fichi, predestinati e con natali regali), credo che alla fine coloro che salveranno, in modi diversi, i regni degli uomini saranno il cicciotello sfigatello ed universalmente (o quasi) sottovalutato,perchè ha il potere della conoscenza, lo storpio perchè ha il potere della magia, e il nano deforme, semplicemente perchè è il più intelligente di tutti (anche se in questa stagione troppo spesso gli hanno fatto fare la figura del giullare di corte alcolizzato….(oddio sempre meglio che vederlo cavalcare un maiale!)
Ecco questo sarebbe davvero un finale a sorpresa. Vedere trionfare gli esclusi e quelli meno considerati, anziché l’eroe guerriero senza macchia e senza paura e la regina bella e potente.
Credo sia perfettamente in stile GoT, infatti a muovere le pedine non sono mai stati i “potenti” ma dei personaggi nati dal nulla come Varys e Ditocorto
sono molto d’accordo con la bella recensione. Da quando la serie si è staccata dai libri di Martin, per me è diventata molto più prevedibile. Il che non significa per forza che sia un male. Semplicemente, mi sembra che adesso la serie stia abbracciando in pieno il modo “classico” di raccontare una storia come questa. Non mi aspetto più cose come la decapitazione di Ned, o le nozze rosse. Non mi aspetto più plot twist incredibili. A parte il fatto che, Martin o no, fin dalla prima stagione sono stata convinta che i personaggi che sarebbero durati almeno fino all’ultima stagione erano Arya, Jon, Dany e Tyrion. Perché insomma, puoi anche piazzare delle morti a sorpresa ogni tanto, ma i 4 “eroi” quelli sono, e devono arrivare vivi fino alla fine (poi possono anche morire nell’ultima stagione, ma insomma il percorso l’hanno fatto).
I buoni vincono tutti, Cersei per ora vince anche lei (ma ha perso l’ultimo figlio), ma tanto si sa che durerà poco.
Tutto molto classico, e va bene così. Molto bella la colonna sonora, inoltre.
Devo dire però che mi è dispiaciuto molto per Margaery, e anche per Loras. ma avevano esaurito il loro compito narrativo.
L’unica piccola cosa che non mi ha soddisfatta in pieno di questo episodio, è stata la scena nella torre. Volevo le rose intorno a Lyanna. Dove sono le rose’ 🙁
D’accordissimo con ogni singola lettera. Per me puntata da 10 pieno, fa nulla dei teletrasporti, i primi 20 minuti (e non solo) sono stati qualcosa di magnifico. Puntata più bella di Game of Thrones per me, senza ombra di dubbio.
Nonostante gli alti e i bassi e la frammentarietà, che comunque hanno sempre contraddistinto anche le precedente stagioni, credo che questa sia una delle stagioni meglio riuscite di GOT. Sono tra quelli che crede che l’essersi finalmente liberati dal vincolo dei tomi di Martin, abbia nettamente giovato alla narrazione.
The winds of winter forse è l’episodio più bello e meglio realizzato di questi 6 anni. davvero un piccolo capolavoro
Recensione meravigliosa, veramente una delle migliori che abbia mai letto, anche fra quelle di alcuni boriosi critici professionisti.
Ritengo che questa puntata sia stata la migliore della serie, e della televisione in generale, anche perchè molti dei percorsi che erano iniziati con la prima stagione si sono finalmente chiusi o hanno trovato compimento (non sto dicendo però che questi personaggio hanno finito sia ben chiaro).
Ciò che sto provando a dire è che in questa puntata sono riusciti ad incanalare non solo tutto il lavoro della stagione, ma di sei anni di Show.
Arya ha sempre sognato di diventare un guerriero e adesso è un’assassina micidiale.
Sansa da piccola lady indifesa è diventata una donna su cui fare affidamento e un’abile giocatrice al gioco dei troni . Mi è parso bellissimo il parallelismo fra l’acclamazione di Jon,così simile a quella di Robb nell’ultimo episodio della prima, dove la giovane stark ha il posto di consigliera che occupava la madre.
Jon ha sempre cercato la sua propria identità, sentendosi sempre in secondo piano ed escluso rispetto ai fratellastri, ed ora è stato acclamato a gran voce come re.
Tyrion non ha mai avuto dei meriti riconosciuti da nessuno, anche quando ha magistralmente compiuto il lavoro come governante di approdo, ed ora invece è stato nominato da Dany primo cavaliere.
Cersei che si è sempre trovata stretta nei suoi panni di donna in un mondo di uomini, è riuscita a raggiungere il trono
Daenerys invece dopo sei fo***ti anni è finalmente salpata per riprendersi tutto ciò che è suo (Gomorra portami via)
Poi vorrei dire un qualcosa sulla prevedibilità della serie: con questa stagione alla fine hanno seccato mezzo cast ma di colpi di scena non ce ne sono stati (anche se abbiamo avuto Hodor) ma credo un po’ per volontà degli autori che hanno voluto tenere in serbo molto per il finale (mi sto riferendo alle morti eccellenti) ed anche perchè dopo anni d’attesa fra le migliaia di teorie nel web quelle più accreditate hanno preso corpo, sono ormai conosciute e per forza ci avranno preso in alcuni casi.
P.S. Per chi sopra aveva ancora dubbi sui reali genitori di Jon la HBO ha rilasciato un’infografica dove tolgono tutti i dubbi
Ma per quanto riguarda le timeline si sa da tempo che sono tutte sfasate e vengono sincronizzate nei momenti clou secondo convenienza. Insomma, abbiamo lasciato Mareen sotto attacco nella 7 per ritrovarci il resto della battaglia nella 9, nella 8 trascorrono giorni eppure a Mareen sono passati pochi istanti. E’ un espediente usato largamente anche nelle scorse stagioni, forse in questo season finale è stato più evidente perché varys ce lo hanno messo proprio sotto il naso. Lo hanno detto anche gli sceneggiatori, l’unica stagione con le timeline tutte sinconizzate alla pari era la prima, poi si sono stufati. E’ logico che tra la riunione martell-tyrell-vays a Dorne e l’avanzata della flotta siano trascorse settimane. Lo stesso arya, ci hanno risparmiato tutto il viaggio per darci l’effetto sorpresa. Insomma non si tratta di errori, solo di tecniche che potrebbero non essere apprezzate. Ma sinceramente se il risultato può essere questo season finale, per le timeline sfasate gli occhi li chiudo tutti e due.
Un’aggiunta legata ad una critica abbastanza diffusa per questa puntata: il teletrasporto, in particolar modo riguardo Varys che, a inizio puntata si trova a Dorne e alla fine si trova a Meereen. La spiegazione fornita è che l’incontro tra Varys e Dany avvenga vicino Dorne, ovvero a Sunspear. Il che significa che lo spiegamento finale, di truppe navi e draghi, è molto più vicino a King’s Landing di quanto si pensi. D’altro canto, se Varys era a Dorne, perché tornare a Meereen per poi di nuovo in quelle terre?
Il che significherebbe che Dany è mooolto vicina a King’s Landing….
Hype gigantesco per la prossima stagione, dove minimo per almeno tre puntate la flotta Targaryen sarà in mare e mi aspetto un attacco da Euron.
Ciao,
puntata molto bella ma vi rendete conto che storyline che andavano avanti senza nessun profitto da due anni ormai sono state azzerate da una scena alla “Boris” (l’attentato) ?
Inoltre va bene tutto ma come si può dire che è tutto perfetto se le distanze e i tempi negli ultimi 2 episodi sono stati totalmente randomizzati?
grazie
Ale