
Eldon Chance è un neuropsichiatra di mezza età reduce da un recente divorzio e alle prese con i conseguenti problemi economici. Il personaggio interpretato da Hugh Laurie si occupa di consulenze forensi, offrendo le proprie competenze allo Stato perché possa decidere se continuare o meno a fornire terapie a pazienti vittime di incidenti aventi ripercussioni psicologiche. La contingenza tra le difficoltà economiche e la sopraggiunta incapacità di convivere con le disgrazie che affliggono le persone che a lui si rivolgono l’ha portato a doversi confrontare con uno stato depressivo dal quale non riesce a risollevarsi.

A partire da questo doppio incontro per Eldon Chance si prospetta una vertiginosa discesa in una spirale di violenza e corruzione in cui il labile confine tra Bene e Male è destinato ad essere oltrepassato in più di un’occasione.
A dirigere entrambi gli episodi è Lenny Abrahamson, regista irlandese che ha già vergato il proprio nome in calce a pellicole quali “Room” (tre nomination all’Oscar) e il particolarissimo “Frank“. Molto evidente, infatti, è l’impronta registica caratterizzata da alcune soluzioni sperimentali (gli attori sembrano confessarsi direttamente alla macchina da presa e allo spettatore) e da una tecnica chiamata Tilt Shift che consiste in una messa a fuoco parziale dell’inquadratura – i margini della quale restano sfumati ed indefiniti – e conferisce alla scena una connotazione onirica.

Dopo aver parlato dei pochi aspetti positivi è bene soffermarsi su quelle che sono le pecche più evidenti di Chance. I personaggi, a partire dal protagonista, soffrono di un’evidente mancanza di background che li rende tristemente stereotipati. La scarsa caratterizzazione li riduce a delle macchiette le cui azioni, se non inspiegabili, sono quantomeno enigmatiche e di difficile inserimento in un contesto più ampio. L’impressione generale è quella di un materiale messo assieme con scarsa lungimiranza in cui ciò che viene detto è insufficiente e ciò che, invece, rimane oscuro resta tale solo in funzione di un successivo colpo di scena.

Un discorso leggermente diverso può essere fatto per “The Axiom of Choice” che ha il pregio di allargare il punto di vista sul protagonista. Il materiale a disposizione è ancor meno adrenalinico ma è gestito in maniera migliore; con il focus spostato sui personaggi il lavoro registico riesce a districarsi più facilmente dal groviglio di cliché di genere e situazioni già viste, riuscendo a coltivare una tensione che accompagna l’intero episodio e che Hugh Laurie esplicita autorevolmente.
A livello tematico abbiamo ancora una volta la contrapposizione – evidenziata dal titolo stesso – tra scelta e casualità. Eldon Chance è un uomo colto ed intelligente, con un’elevata consapevolezza di se stesso e dei processi, consci ed inconsci, che lo riguardano; ha sperimentato sulla propria pelle quanto non sia conveniente lasciarsi coinvolgere dalle personali vicissitudini dei propri pazienti, eppure – suscettibile al fascino di Jaclyn – non esita a gettarsi a capofitto lungo il crinale che, presumibilmente, lo condurrà ad un’orgia di sangue e violenza, corruzione ed orrore.
Anche considerando “The Summer of Love” e “The Axiom of Choice” come un unico, lunghissimo episodio pilota, Chance paga anche strutturalmente in termini di efficacia ed immediatezza, diguazzando in un pantano di incompiutezza: le potenzialità – esistenti per quanto non esaltanti – sono sfruttate malamente e restano perlopiù inespresse, la storia non presenta grandi prospettive di originalità ed inventiva (addirittura, per fornire maggiore credibilità e coprire le già evidenti falle nella trama, l’insensatezza di certi comportamenti è sottolineata dai personaggi stessi) e i pochi aspetti positivi non riescono a compensare i difetti più evidenti. Il prodotto sembra quindi orientato verso un pubblico talmente appassionato di noir da poter perdonare le musiche invadenti, la scarsa coerenza narrativa e la monotonia di un approccio che ha poco da dire. Se vi riconoscete in questa descrizione, allora sì, Hugh Laurie merita un’altra possibilità.
Voto 1×01: 5
Voto 1×02: 6

I primi due episodi sembrano una specie di impasto ancora poco amalgamato, i personaggi non spiccano in nessun modo, i dialoghi hanno poco ritmo, gli eventi sembrano susseguirsi senza nessuna soluzione di continuità e Hugh Laurie a mio parere interpreta in maniera mediocre.
Se non fosse che la serie tratta di un campo di studi che mi appassiona probabilmente non gli avrei dato nessuna possibilità