La sola presenza di Bryan Cranston – che ancora oggi scalda il cuore di ogni nostalgico di Breaking Bad – potrebbe attirare l’attenzione su qualsiasi nuovo progetto in tv, e se Sneaky Pete è finita nel radar di tanti seriofili il merito è sicuramente suo. Ma grandi nomi a parte, cos’ha davvero da offrire il nuovo show di casa Amazon? Proviamo a scoprirlo insieme.
Innanzitutto precisiamo: Bryan Cranston non è l’unica faccia conosciuta nel cast (o tra i produttori esecutivi). Il protagonista, Giovanni Ribisi, è già apparso in blockbuster come Avatar o Salvate il Soldato Ryan e in alcune comedy molto popolari come Friends e My Name is Earl; ma soprattutto un ruolo molto importante è affidato alla mitica character actress Margo Martindale, che torna a lavorare, dopo Justified e The Americans, con l’apprezzatissimo sceneggiatore e produttore Graham Yost.
Va poi fatta un’altra breve premessa: la serie ha avuto una storia piuttosto travagliata. In origine (2014-2015) la produzione – che coinvolgeva sia Cranston che David Shore (House M.D.) – era legata al network CBS, ma una volta visionato il pilot la rete decide di rinunciarvi e cederlo ad Amazon. Il servizio di streaming rende disponibile l’episodio per la prima volta, con qualche aggiustamento, ad agosto 2015 mentre il resto della stagione viene ordinato il mese successivo. Nel 2016 un altro cambio di programma porta alla sostituzione di Shore con Graham Yost e l’inizio dei lavori viene ulteriormente rimandato. Nonostante il pilota sia andato in onda più di un anno fa, la prima stagione nella sua interezza esce dunque soltanto in questi giorni.
Il concept da cui si sviluppa il racconto è decisamente meno complicato delle vicende produttive della serie, anche se almeno un elemento della trama può risultare all’inizio piuttosto oscuro per gli spettatori italiani. Il protagonista, Marius, è un truffatore appena uscito di prigione che ruba l’identità del suo compagno di cella – Pete, appunto – per sfuggire ad un boss criminale a cui deve dei soldi. Nel tentativo di sfruttare i nonni di Pete, che l’uomo non vedeva né sentiva da più di vent’anni e che quindi non avrebbero potuto riconoscerlo, si ritrova invece a dar loro una mano con l’azienda di famiglia, un’attività di bail bonding. Questa è sostanzialmente un’agenzia che, trattenendo una percentuale, provvede al pagamento delle cauzioni previste dal sistema giudiziario americano e, per non perdere l’investimento, deve garantire la presenza dell’imputato al processo. Marius diventa così il nuovo skip tracer dell’agenzia, ovvero una specie di investigatore incaricato di “seguire le tracce” dei fuggitivi.
Come avrete capito da questo veloce riassunto, l’impostazione al momento sembra essere quella di un procedurale misto: caso della settimana + trama orizzontale legata al passato e al segreto di Marius. Complice l’ambientazione rurale (la famiglia di Pete vive in provincia, in una fattoria) e i nomi coinvolti, il pensiero va subito a Justified, che la serie ricorda anche per lo stile un po’ “vintage”. L’altro riferimento è ai numerosi prodotti crime che girano intorno alle capacità intuitive dei protagonisti, un po’ come The Mentalist o una versione annacquata di Sherlock: Marius, da esperto truffatore, è infatti un ottimo osservatore ed interprete delle intenzioni altrui, cosa che gli tornerà molto utile nel suo lavoro di skip tracer quanto nel tentativo di nascondere la propria identità. Infine si può rintracciare anche una punta di family drama classico, con una strizzatina ai buoni sentimenti.
Insomma, la prima impressione che ci lascia Sneaky Pete è abbastanza confusa: grandi nomi e produzione Amazon, ma concept un po’ sorpassato. Visto adesso, sconta forse il ritardo di quasi due anni dalle riprese; magari la collocazione nel palinsesto CBS gli avrebbe reso più giustizia, ma questo pilot dà l’idea di essere poco ispirato, fuori posto nel contesto della produzione contemporanea di qualità. L’impostazione, la gestione dei passaggi all’interno dell’episodio, i dialoghi e più in generale le interazioni tra i personaggi sono sì solidi e godibili ma allo stesso tempo fin troppo derivativi. Guardando soltanto il primo episodio ci sembra di avere già chiara la direzione dell’intera stagione, tanto sono diretti e (magari un po’ frettolosi) i messaggi che ci lanciano gli autori. Certo, la prevedibilità della scrittura non mina necessariamente la sua capacità di intrattenere, ma quando l’intrattenimento è “ingabbiato” in una struttura così convenzionale è probabile che ne beneficino soltanto gli amanti del genere. Uno spettatore più navigato, sopraffatto da mille proposte diverse e più interessanti, troverà difficile appassionarsi.
Sneaky Pete è quindi un prodotto sicuramente dignitoso, con un cast e degli showrunner che si meritano la nostra fiducia e tutte le attenuanti del caso, tra cui come si diceva un pilot un po’ vecchiotto. Tuttavia, nel contesto della Peak Tv, è difficile immaginare un posto per questo show così apparentemente sorpassato. Se apprezzate il crime scanzonato questa serie potrebbe darvi delle soddisfazioni; se, invece, siete alla ricerca di qualcosa di innovativo, probabilmente non è qui che lo troverete.
Il giudizio, comunque, non può che essere sospeso fino al termine della stagione. Sta a voi decidere se avrete voglia di arrivarci.
Voto: 6+
“Come avrete capito da questo veloce riassunto, l’impostazione al momento sembra essere quella di un procedurale misto: caso della settimana + trama orizzontale legata al passato e al segreto di Marius.”…. “. Guardando soltanto il primo episodio ci sembra di avere già chiara la direzione dell’intera stagione, tanto sono diretti e (magari un po’ frettolosi) i messaggi che ci lanciano gli autori. ”
Scusa ma hai preso un bel granchio qua, visto che del procedurale la serie non ha proprio niente, e la direzione da te sospettata è del tutto errata…
Io invece credo che Francesca abbia ragione. Vedendo il primo episodio le impressioni sono proprio queste, che lo show sia godibile, ma lontano dalle innovazioni che (soprattutto) le produzioni online hanno proposto in questi anni. E aggiungo che, arrivati al terzo episodio, le previsioni di Francesca si sono rivelate per lo più esatte, pur con un innalzamento del livello dello show (che secondo me sta migliorando, pur senza sorprendermi neanche per un momento). Per procedurale non devi intendere una cosa alla CSI, ma un po’ più mista e diluita.
L’unica cosa che, secondo me, dobbiamo riconoscere allo show è che riesce ad essere piacevole in un momento storico in cui i picchi sono altissimi, ma ci sono altrettanti flop colossali.
ciao, secondo me la serie oltre a essere ben recitata intrattiene molto bene, e questo può essere un mio gusto personale, quello che è sicuro è che di verticale non c’è niente, il caso della settimana non c’è, e se sai già cosa succederà spiegamelo visto che sono così “diretti e frettolosi i messaggi che ci lanciano gli autori”
Andando avanti con la visione, effettivamente la struttura non è come ce la si poteva aspettare vedendo il pilota. Resta il fatto che le impressioni che dà la premiere sono molto precise e fanno presagire trame verticali, che invece poi mancano. Per questo credo che la 1×01 sia una delle puntate meno riuscite, soprattutto perché dà allo spettatore una prima impressione errata.
Rispondo a tutti velocemente. La recensione è frutto delle impressioni che il pilot mi ha dato. Scrivendola non avevo ovviamente alcuna certezza sul futuro della serie, e spero di non averlo lasciato intendere 🙂 Se non è stata sviluppata alcuna trama verticale vuol dire che ho fatto delle previsioni sbagliate (capita). Quando parlavo di messaggi diretti mi riferivo, invece, al modo in cui le future svolte della trama sembravano già essere tutte ben disposte davanti agli occhi dello spettatore (l’attrazione reciproca tra “Pete” e Julia, i sospetti della nonna etc). Se poi la stagione ha preso una piega diversa vuol dire che ha saputo giocarsela bene e forse che la lavorazione del pilot e il resto degli episodi in tempi così distanziati ha smosso un po’ le acque (?)