The Mist – 1×01 Pilot


The Mist - 1x01 PilotArriva sugli schermi un altro adattamento di un lavoro di King: anno veramente d’oro per l’autore del Maine (previsti in uscita cinematografica La Torre Nera e IT): questa volta tocca al racconto lungo La nebbia – da cui tra l’altro era già stato tratto un film una decina di anni fa – e la domanda sorge spontanea: ce n’era davvero bisogno?

Il racconto è contenuto nella raccolta Scheletri, una delle più riuscite del Re: praticamente un romanzo breve (lungo più di 130 pagine), la storia racconta di una nebbia misteriosa che avvolge un piccolo paese situato su un lago, e tutto è vissuto da personaggi che all’arrivo del fenomeno atmosferico si trovano per puro caso in un supermercato.
Tutto il racconto di King è come al solito imperniato sui personaggi, sul loro sentire, sulle loro storie pregresse che ne determinano le scelte in un contesto estremo, dove l’ignoto e la paura sostituiscono un tranquillissimo pomeriggio di spese e di routine. Tutto è giocato sulla tensione, con venature isteriche portate per lo più da fanatismi religiosi – è una punizione? è la rivolta della natura contro di noi? – che rendono, seppur nel breve spazio di un racconto, l’atmosfera fin da subito immersiva, facendo poi esplodere il non detto, ovvero quella morale per cui la speranza è, anche in casi del tutto illogici, l’ultima a morire.
Tutta questa intro sul racconto è assolutamente necessaria per quanto vi stiamo per dire: non è qui importante capire le differenze con lo scritto originale – che ormai non avviene più per niente  e per nessuno –, ma la qualità della resa scenica che rischia seriamente di sminuire un lavoro di nicchia ma pur sempre di livello di Stephen King.

The Mist - 1x01 PilotAl netto quindi delle differenze con il racconto originale, saltano subito all’occhio alcuni gravi problemi di scrittura della serie, a partire dai dialoghi: è ovvio che se non li scrive King non possono essere come quelli dello scrittore, ma è evidente come il tutto sia stato banalizzato per raggiungere quanto più pubblico possibile, sminuendo sin da subito l’importanza dei personaggi e rendendo centrale solo lo spavento facile (peraltro poco riuscito anche quello) dichiarando apertamente che The Mist sarà nient’altro che un horror fine a stesso, con le musiche di tensione che si bloccano sempre un attimo prima del “colpo di scena”.
Attenzione: con questo non vogliamo sminuire affatto il genere horror (peraltro troppo bistrattato negli ultimi anni con filmetti estivi di terza categoria), ma anzi rendergli il giusto peso e staccarlo in maniera netta da quello che sembra essere questo show.

Anche gli attori non sono proprio al top della loro forma: a parte Frances Conroy che ha già un’innata mimica facciale che la aiuta nelle parti di donne non proprio equilibrate, gli altri sembrano fatti apposta per essere odiati (quasi) tutti: il problema è ovviamente anche di scrittura dei personaggi, che si rendono in alcuni casi ridicoli, facendo già nel primo episodio delle scelte ampiamente discutibili.
Per esempio, personaggi che predicano prima una cosa e che poi si comportano esattamente al contrario; dinamiche di scontro fisico quasi comiche, con scelte dei personaggi forzate e al limite del ridicolo. Anche le reazioni alle varie situazioni che si susseguono sono esagerate e spinte all’estremo chiaramente per accelerare i tempi, per arrivare subito al punto della questione, ovvero all’arrivo della nebbia con tutti i problemi tra i personaggi già messi sul tavolo.

Insomma, se il buongiorno si vede dal mattino, siamo quasi sicuri che The Mist stia per ricalcare le orme di Under The Dome, altra trasposizione mediocre di un romanzo non eccelso di King ma sicuramente di alto livello.
È quasi un fatto storico non riuscire a riprendere tutto il potenziale degli scritti del Re sullo schermo: non è per niente facile, la scrittura del genio del Maine è talmente complessa e stratificata in tutti i suoi messaggi che non vorremmo mai essere nei panni di chi deve adattarla. Però anche fare così male non è facile: siamo coscienti che non tutto possa essere uguale, ma anche un racconto come The Mist si presta abbastanza bene ad una trasposizione fedele, quantomeno nelle intenzioni sottotestuali dell’autore. Ne è un esempio il film del 2007 di Frank Darabont: abbastanza fedele al racconto, ne ricrea le atmosfere e incredibilmente lo migliora con un finale spiazzante che King non aveva pensato.
Questo pilot è quindi sicuramente deludente: da appassionati del Re speriamo che i prossimi lavori non seguano la stessa strada.

Voto: 4

Condividi l'articolo
 

Informazioni su Ste Porta

Guardo tutto quello che c'è di guardabile e spesso anche quello che non lo è. Sogno di trovare un orso polare su un'isola tropicale.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.