The Defenders – Stagione 1 1


The Defenders - Stagione 1Se solo pochi anni fa si guardava all’annunciato The Defenders come ad un evento attesissimo e carico di aspettative, non si può certo dire che dopo l’uscita di Luke Cage e Iron Fist l’hype generato si sia mantenuto sullo stesso livello. I due show appena citati, infatti, hanno in parte ridimensionato la fiducia nello show che avrebbe riunito i quattro eroi metropolitani e, probabilmente, anche cambiato l’atteggiamento con cui oggi ci approcciamo ad esso, meno entusiasti e più cauti.

Dopo una premiere altamente introduttiva, è solo dalla fine del secondo episodio che si entra davvero nel vivo della narrazione imbastita dagli showrunner Douglas Petrie e Marco Ramirez, che si struttura intorno alla minaccia dell’oscura organizzazione nota come The Hand, già conosciuta dagli spettatori sin dalla seconda annata di Daredevil. Il plot, tuttavia, non presenta nessuna particolare innovazione rispetto alle singole produzioni di cui è allo stesso tempo sequel e midquel, basandosi sul classico racconto di formazione – nel caso specifico di un gruppo di eroi e non solo di uno di essi – e tentando di porre l’accento sulla difficoltà di cooperare e unirsi contro una minaccia comune. Da questo punto di vista l’idea di partenza è la stessa che ha portato al successo The Avengers di Joss Whedon, la cui attenzione ai diversi caratteri dei personaggi che aveva tra le mani e la sua abilità nel farli coesistere in una serie di incontri/scontri sempre diversi a seconda degli attori e del contesto ha facilitato la creazione di un legame credibile all’interno del gruppo, che funzionava alla grande dal punto di vista cinematografico. Per i Defenders – i quali comunque non si daranno mai un nome o un’identità di gruppo definita – il discorso diventa, però, più ampio e complesso, in primis perché il medium e lo stile che si vorrebbe dare alla narrazione è completamente diverso.

The Defenders - Stagione 1L’essenza stessa di prodotto televisivo – pur con le relative libertà creative concesse da Netflix – impone infatti agli autori l’onere di lavorare più a fondo su tutti i personaggi, vero cuore e motore di ogni narrazione di livello che si rispetti, a maggior ragione se dispongono quasi tutti di un background narrativo più o meno solido; è anche per questo motivo che il primo incontro tra i protagonisti, che avviene nel finale di “Mean Right Hook” non lascia indifferenti, risultando un ottimo cliffhanger e uno dei momenti più emozionanti dello show. Quest’ultimo, tuttavia, procede incerto su questa strada, denotando una difficoltà di fondo nella gestione dei caratteri sia dei protagonisti, ma soprattutto dei villain e dei personaggi secondari.

Matt Murdock è il personaggio che più di tutti ha giovato dal trattamento ricevuto dagli autori: sostenuto dalla grande interpretazione di Charlie Cox, il giustiziere mascherato trova in The Defenders una conclusione perfetta al suo percorso interiore, caratterizzato dalla difficoltà di conciliare i due volti della sua persona – l’avvocato e il vigilante. Il suo innato altruismo cozza splendidamente con l’egoismo di Jessica – con loro due alcune delle scene più belle – e fatica ad integrarsi con il resto del gruppo, relegandolo inizialmente ad outsider, un lupo solitario costretto dalle circostanze a fare squadra. Ha certamente un ruolo di primo piano nel crossover anche grazie al rapporto privilegiato con uno dei principali villain, Elektra, per la quale prova ancora un sentimento molto forte: il rapporto tra i due viene ben gestito lungo il corso degli episodi ed esasperato un po’ solo in occasione del finale.

The Defenders - Stagione 1Si incontrano le prime criticità quando si porta l’attenzione sugli altri protagonisti: se Jessica e Luke mantengono pressoché intatta la loro caratterizzazione di fondo e compiono un’evoluzione tutto sommato verosimile, lo stesso non si può dire per Danny Rand, il cui personaggio si conferma come uno dei più deboli e meno incisivi mai visti su schermo. Sebbene i più grandi problemi se li porti dietro sin dalla sua serie di origine, gli autori di The Defenders non si preoccupano di limarli in nessun modo, rendendo Iron Fist un eroe ancora troppo avulso dalle dinamiche metropolitane in cui è calata la serie e fondamentale per gli sviluppi della trama solo come “mezzo” affinché la Mano possa accedere a quello che si scoprirà essere il cadavere di Shou-lao l’Immortale. Gli unici momenti in cui il personaggio emerge dal disinteresse generale è nei pochi confronti con Luke – con il quale nei fumetti compone un duo inseparabile – che donano un minimo di spessore caratteriale all’eroe sul quale pare che Netflix punti molto per il futuro.

The Defenders - Stagione 1Sui difetti degli eroi è facile soprassedere se questi vengono accostati a grandi nemici, e l’aspettativa in questo senso nei confronti delle serie Marvel/Netflix non è mai trascurabile, considerato il buon numero di figure negative carismatiche a cui ci ha abituato in passato – Wilson Fisk, Kilgrave, Frank Castle per citarne alcuni. Forse è anche per questo che la delusione è ancora maggiore dopo aver assistito alla relativa semplicità con cui viene sgominata la minaccia dei vertici della Mano, esseri millenari alla continua ricerca della vita eterna. A partire dalla già conosciuta Gao, ad un redivivo Bakuto e agli sconosciuti Sowande e Murakami, nessuno di essi incide particolarmente o emerge come un vero pericolo per i protagonisti, rimanendo in un alone di incertezza narrativa e nella rete di una scrittura che non rende assolutamente giustizia alle parole di terrore con cui i personaggi si appellano ad essi. Solo Alexandra, anche perché sostenuta dalla bravura di Sigourney Wever, si distingue e riesce in qualche modo ad affascinare, sebbene la prematura dipartita recrimini il bisogno di un maggior approfondimento, magari relativo al proprio passato. Quello che manca davvero a questi villain – che è anche il problema principale della serie dedicata ad Iron Fist – è una mitologia ben definita alle spalle, che non lasci tanto spazio alle parole quanto alle immagini e che mostri, per esempio, la nascita dell’organizzazione e che giustifichi i suoi scopi nel presente in cui è ambientato lo show.

The Defenders - Stagione 1Non si può essere nemmeno soddisfatti del ritmo della narrazione, molto altalenante e che raggiunge a fatica i punti salienti della trama, attraversando momenti di noia e di dialoghi certamente non all’altezza delle produzioni passate. In generale si ha la sensazione che la trama non decolli mai, nonostante i soli otto episodi che avrebbero dovuto garantire un andamento più cadenzato e meno dispersivo. Ad appesantire il tutto concorrono le scene di combattimento, elemento fondamentale di ogni superhero movie: sebbene non si raggiungano i livelli ridicoli di Iron Fist, la lotta continua ad essere incentrata perlopiù sulle arti marziali e alcuni scontri alla lunga diventano monotoni e poco accattivanti; il punto più alto in tal senso viene toccato nel finale di “Worst Behavior”, con uno scontro che non può non portare alla mente, guarda caso, le lotte claustrofobiche e super-realistiche di Daredevil tanto apprezzate. La sensazione è che si poteva fare di più, sia dal punto di vista puramente tecnico – esaltare i differenti stili di lotta e creare delle coreografie meno scontate – sia da quello registico e della fotografia.

Nonostante i numerosi difetti elencati, The Defenders comunque intrattiene e conclude abbastanza positivamente quella che dovrebbe essere la “Fase 1” dell’universo Marvel su Netflix, creando una buona base per un nuovo ciclo di storie che dovranno necessariamente rinnovarsi e reinventarsi in futuro per evitare gli inciampi del passato. La scena finale che svela la non-morte di Matt, per esempio, potrebbe dare il via ad una terza stagione di Daredevil incentrata sulla trama di “Devil: Rinascita” di Frank Miller, un vero e proprio nuovo inizio per la vita del Diavolo di Hell’s Kitchen che ha molto in comune con questo finale; Jessica, d’altro canto, torna in attività finalmente sotto il nome di Alias Investigations mentre Danny si stabilisce a New York e accoglie la missione di proteggere la città.
Siamo, quindi, di fronte ad un deciso passo avanti rispetto ad Iron Fist, serie che cronologicamente precede questo crossover, ma ancora al di sotto della soglia qualitativa attesa e sperata; lo sguardo ora si sposta verso The Punisher, lo spin-off dedicato a Frank Castle che si mostra in un breve teaser proprio al termine dei crediti di The Defenders. È lecito aspettarsi qualcosa di più.

Voto: 6 ½

 

Informazioni su Davide Tuccella

Tutto quello che c'è da sapere su di lui sta nella frase: "Man of science, Man of Faith". Ed è per risolvere questo dubbio d'identità che divora storie su storie: da libri e fumetti a serie tv e film.


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Un commento su “The Defenders – Stagione 1

  • Grazia

    Concordo a pieno con la recensione. Iron Fist è stato pesante da seguire, noioso, insopportabile. Mi sono costretta a concludere le ultime puntate per godermi a pieno the defenders. E come nella serie anche qui iron fist si è rivelato debole e praticamente inutile nonostante tutto girasse intorno a lui. Il personaggio migliore, decisamente Daredevil, nonostante io prediliga Jessica Jones. MI aspettavo fuochi d’artificio ma persino Luke Cage ha avuto un finale più dignitoso e adrenalitico. Peccato. Non vedo l’ora che arrivino la seconda stagione di Jessica e la terza di Daredavil