Gomorra – 3×07/08


Gomorra – 3×07/08La terza stagione può essere uno spettro minaccioso per le produzioni televisive, perché dopo aver stupito con l’effetto novità nella prima, e aver centrato l’obiettivo con variazioni sul tema nella seconda annata, per molti show è questa la vera prova del nove. Gomorra sta affrontando questa sfida brillantemente, dimostrando di possedere gli attributi e il talento adeguati per durare a lungo.

Ormai è chiaro che il finale della scorsa stagione ha a tutti gli effetti chiuso un ciclo, sia dal punto di vista diegetico che extradiegetico: da una parte la morte di Pietro Savastano è stato un punto di non ritorno narrativo per la serie, dall’altra il coinvolgimento di Stefano Sollima in altri progetti ha portato all’inevitabile delega di alcune responsabilità creative agli sceneggiatori principali, ai registi Claudio Cupellini e Francesca Comencini e naturalmente a Roberto Saviano.
La morte del patriarca della famiglia che accentrava su di sé il racconto ha aperto prospettive narrative nuove e imprevedibili per Gomorra, ampliandone il racconto non solo geograficamente (la Roma di Genny, la Bulgaria di Ciro, zone di Napoli prima ignorate come Vomero e Forcella), ma anche dal punto di vista delle tematiche e dello sguardo sulla criminalità organizzata. A dominare la scena non sono più solo la droga e la famiglia, ma anche il lavoro – o meglio, l’assenza di quest’ultimo –, il disagio sociale e il rapporto tra generazioni; la camorra viene quindi rappresentata con uno sguardo più ampio che da Secondigliano si apre a tutta Napoli, mettendo in evidenza le relazioni tra organizzazioni periferiche (per quanto potenti) come quella dei Savastano e le famiglie che gestiscono i traffici di Napoli centro.

S’ hanna sciacqua’ a vocc primm’ e parlà cu vuje, donn’ Annalì.

Gomorra – 3×07/08Dopo aver toccato il suo punto più basso nel finale del quarto episodio (pestato e scaricato come un pacco a Secondigliano), Genny ha già iniziato una rapida e agguerrita risalita, spinto dall’umiliazione ricevuta e dal dolore causato dalla lontananza forzata da moglie e figlio. Una prova di forza che non è soltanto rivalsa, quindi, ma una determinazione che nasce dal dolore – la morte di Cap’e bomba e Cardillo –, dalla debolezza, dalla fragilità. Durante l’incontro con Azzurra nel bagno del multisala, Genny si mostra allo spettatore in tutta la sincerità dei suoi sentimenti, mettendo in chiaro che sarà disposto a qualsiasi cosa pur di arrivare a Giuseppe Avitabile.
Per farlo ha bisogno di Ciro, fratello, amico e soprattutto anima ferita come lui; ma espandersi vuol dire fare la guerra ai clan di Napoli centro e per farlo c’è bisogno di Scianel, l’unica ad avere soldi e armi a sufficienza a Secondigliano. Da questo complicato negoziato emerge, tra le altre cose, un ruolo sempre più determinante e ancora non chiarissimo giocato da Patrizia: la ragazza è in teoria fedelissima ai Savastano per via della relazione con Don Pietro, ma è divenuta anche sempre più consapevole delle proprie capacità e della possibilità di ritagliarsi un ruolo tutt’altro che marginale all’interno della dialettica tra la fiducia e l’incoraggiamento di Genny e il matriarcato riluttante di Scianel. Questo potere, nelle mani di una donna così intelligente e giovane, ma anche così segnata dalle sofferenze della vita, può davvero svilupparsi in un percorso inedito per la serie, che finora ha dimostrato una notevole capacità di tratteggiare personaggi femminili dall’evoluzione mai banale e sempre ben caratterizzati.

Ma si aropp a famm’ tuoje s’ fa chiu gross’, io t’ stracc o cor’ a piett’.

Gomorra – 3×07/08Se Patrizia è in ascesa e sta costruendo il proprio ruolo, Ciro da outsider sta diventando sempre più centrale, attraverso un percorso di redenzione che passa dal legame indissolubile con Genny, sopravvissuto anche a un tentativo di omicidio. Quello tra Ciro e Genny è un racconto potente di una mascolinità di confine, in cui all’assenza di scrupoli morali fa da contraltare il comune desiderio di dare un significato alla propria vita e alla propria esistenza nel mondo. Per Genny questo percorso passa dall’emancipazione dalla famiglia (reale e acquisita) e dal vedere riconosciute le proprie capacità facendo i conti col ruolo stretto di “principe ereditario”; per Ciro, non c’è solo il bisogno di dare uno scopo a un’esistenza ormai fatta quasi esclusivamente di tormento e senso di colpa per la morte di moglie e figlia, ma anche la possibilità di vedere una luce in fondo al tunnel, grazie al rapporto con Enzo Sangue Blu. La figura di Enzo è uno dei nodi cruciali di questa stagione: per Ciro, che negli occhi del giovane di Forcella rivede se stesso (il fatto che entrambi siano cresciuti senza genitori, per ragioni diverse, non è un dettaglio irrilevante), per Genny, che ritrova nel ragazzo la stessa voglia di scacciare i fantasmi di una famiglia ingombrante, e per entrambi, che guardano con nostalgia e affetto a quella fame e rabbia che un tempo li motivavano.

Aret’a Sangue blu ci sta coccrun’ chiu gruoss’.

Dopo l’attacco dei ragazzi di Forcella, il doppio tentativo di Arenella con Sangue Blu e la sorella fallisce: entrambi, nonostante i rischi, hanno il coraggio di non abbassare la testa, rimanendo fedeli l’uno all’altro (oltre che a Ciro e Genny) e sfidando a viso aperto le famiglie che hanno rovinato e condizionato la loro vita. Prosegue quindi il percorso di crescita di Sangue Blu, dopo l’iniziazione attraverso l’omicidio nel sesto episodio, con un’altra tappa significativa nel rapimento e dell’uccisione dello Slavo per conto di Genny, ma, per quanto la sua caratterizzazione si stia facendo sempre più approfondita e ricca di umanità, potrebbe aver superato quella soglia oltre la quale è impossibile tornare indietro (da vivi).
La tensione tra i clan costruita nel settimo episodio esplode poi nell’ottavo, dando vita ad alcune tra le sequenze più spettacolari e filmicamente significative della serie: il montaggio che racchiude l’attacco dei ragazzi di Forcella alle famiglie del centro, in particolare a Cresi, è davvero notevole dal punto di vista della messa in scena e rappresenta una dimostrazione di quanto Gomorra sia uno show capace di rivaleggiare con le più acclamate serie d’oltreoceano anche sul piano della regia.

Pur’e chiattill tenen’e palle.

Gomorra – 3×07/08Il valore di una serie si vede anche dalla capacità di rinnovarsi e se l’eccellenza di personaggi come Genny, Ciro e Pietro poteva essere anche frutto di una fortunatissima coincidenza di fattori positivi, l’introduzione di Patrizia e Scianel nella seconda stagione ha confermato le qualità di Gomorra in maniera incontrovertibile. Anche quest’anno gli autori hanno lavorato senza paura, investendo in maniera significativa sui nuovi arrivi, Enzo e Valerio, tratteggiati in maniera efficacissima pur se con differente quantità di screentime.
Soprattutto Valerio, detto Vocabolario, è una delle novità più interessanti di quest’annata, il simbolo del tentativo di espansione dell’analisi della serie sul mondo criminale: è quanto di più lontano, per estrazione, sia dai ragazzi di Scampia che da quelli di Forcella, ma è altrettanto lontano da Gegé; è un ambizioso, in cerca di sensazioni forti, di una gratificazione personale che non può ricevere nella sua vita quotidiana, anche se immerso nel denaro e nei privilegi. La criminalità e lo spaccio sono per lui una trasgressione e una ribellione al proprio ambiente, ma anche la strada verso una rivendicazione di coraggio e identità, da parte di chi fuori dai ricchi quartieri collinari viene trattato come un non napoletano, un parassita della città (Chiattillo, infatti, in napoletano vuol dire proprio parassita). La discesa agli inferi di Vocabolario passa per la dimostrazione pubblica della propria intelligenza ma lo porta presto verso l’omicidio. Difficile che possa ancora tornare sulla retta via, specialmente dopo aver assaporato l’apprezzamento e la solidarietà degli amici criminali.

Superato il giro di boa stagionale, la terza annata di Gomorra si avvia verso il suo epilogo con energia immutata, anzi rinfrescata dall’introduzione e dall’approfondimento di personaggi nuovi ed estremamente interessanti, dallo sviluppo di nuove sottotrame criminali; una crescita notevole, soprattutto perché ottenuta mantenendo sempre elevata la qualità dei suoi punti di forza, in primis i fulminanti dialoghi.

Voto 3×07: 8½
Voto 3×08: 8½

Condividi l'articolo
 

Informazioni su Eugenia Fattori

Bolognese di nascita - ma non chiedete l'età a una signora - è fanatica di scrittura e di cinema fin dalla culla, quindi era destino che scoprisse le serie tv e cercasse di unire le sue due grandi passioni. Inspiegabilmente (dato che tende a non portare mai scarpe e a non ricordarsi neanche le tabelline) è finita a lavorare nella moda e nei social media, ma Seriangolo è dove si sente davvero a casa.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.