Lovesick – Stagione 3


Lovesick - Stagione 3Scrotal Recall aveva cambiato titolo e produzione già alla fine della sua prima sorprendente stagione. Tuttavia, malgrado i buoni risultati ottenuti da Netflix con la seconda annata, al suo terzo atto Lovesick poteva essere costretta a cercare nuove riletture concettuali per ovviare alla mancanza dell’originaria scia creativa inglese, garantita dalla produzione di Channel 4, che ancora era molto presente nella seconda annata. Così non è stato: questa terza stagione cautela l’identità della affettuosa brit-com di Tom Edge, rimanendo orgogliosamente fedele al proprio format e al racconto della propria storia, livellata sulle regole del genere di appartenenza e sui continui miglioramenti che il prodotto ha riscontrato nel corso del tempo. 

La serie ha una forte coscienza della propria identità, delle proprie capacità e qualità, raggiunte e stabilizzate grazie ad una maturazione nella gestione dei protagonisti e delle vicende che li vedono partecipi, e degli spostamenti sul piano temporale attraverso cui si muovono; maturazione che inoltre è più che visibile nell’esplicito e riuscito esperimento di allargare la narrazione ad aspetti prima soltanto periferici e di approfondire le dinamiche caratteriali dei personaggi secondari. Gli otto episodi della terza annata rappresentano complessivamente un grande passo in avanti per l’asse del racconto, iniziato soltanto come un catalogo di incontri da cui estrarre considerazioni e speculazioni sulla sfera delle relazioni e sul tema dell’amore: la narrazione è infatti in queste puntate molto più libera, acrobatica e continuamente tesa tra passato e presente per formulare una genuina suspense negli eventi, già interessanti per gli spettatori grazie alla partecipazione emotiva verso personaggi che suscitano simpatia istantanea e affetto sentito.

La scrittura appassiona ancora senza apparente sforzo e non è attenta solo a ripresentarci i protagonisti nel punto (critico) in cui li avevamo lasciati, ma anche a mantenere la concentrazione per descrivere le piccolezze e le miniature sentimentali di ognuno all’interno dei continui sballottamenti ed eventi frammentari attraverso cui la serie si costruisce. I presupposti tematici e narrativi su cui Lovesick si è sempre appoggiata sono stati confermati, rinfrescati e rilanciati in favore di uno spettacolo certamente saldo nei suoi aspetti più generali, ma soprattutto propositivo nella formulazione di nuove linee narrative, nuovi angoli di analisi e nuovi schemi narrativi. Ne giovano tutti i personaggi, senza distinzione, perché questi otto episodi sono molto meno diretti verso una mono-focalizzazione e più verso una visione corale e particolare assieme: anche nei momenti in cui la narrazione concentra gli occhi su un personaggio solo – per esempio Luke, uno dei più studiati da questa stagione – lo fa sempre in relazione ad un altro, in modo da raccontare entrambi nelle loro individualità e nella loro inter-relazione.

Lovesick - Stagione 3Dylan, Luke, Evie, Angus, Abigail e Jonesy ricevono tutti lo stesso peso nella sede del racconto: ogni indagine psicologica che li riguarda è interessante perché racconta le intimità in cui si ritirano e i difetti, le insicurezze e i dubbi di cui partecipano; è sorprendente osservare con quanta spontaneità i racconti delle loro singole esperienze vengano ricondotti in una catena narrativa corale, in uno spazio aperto in cui le personalità si interfacciano e si confrontano in virtù non soltanto di un proseguimento sul piano narrativo – comunque veicolato da fluidi ritmi discorsivi, dialoghi accesi e sorprese – ma anche della formazione di interazioni caratteriali appassionate, divertenti e a tratti anche commoventi.  Gli episodi di questa stagione confermano quanto raramente questa commedia si appoggi su tematiche semplicistiche e quanto spesso invece dietro ad una apparente patina di semplicità e naïveté si nasconda un racconto incentrato sia sulle crepe presenti in ogni forma di amore e amicizia, sia sulle passioni che le relazioni possono partorire, sugli amori sinceri e sulle vie d’uscite sentimentali capaci di disinnescare anche i drammi più avvilenti.

Questa lettura a due facce delle relazioni è sempre presente e tiene vivi e dinamici i disegni dei personaggi. La distaccata e prepotente fame sessuale di Luke, per esempio, è il controverso, oltre che principale, comportamento relazionale del protagonista e uno dei perni più riusciti attraverso cui la serie racconta la parabola del personaggio: nata per distrarsi dalla solitudine, dalla malinconia e dai rimpianti per le scelte passate, poi utilizzata come punto di contatto con Jonesy e con i suoi ideali di vita e infine annullata dalla crescita emotiva del personaggio e dal coraggioso e serio salto nel buio tentato proprio con la donna. E che dire dell’egoismo di Angus tramutato nel ritrovo di un’amicizia solida e nella nascita di un naturale dubbio per il futuro (anche in vista della nascita del proprio figlio), o della sicurezza di Evie, incrollabile fino al faccia a faccia con il passato e poi ricomposta dalla fiducia per Dylan: lo stesso Dylan che prima è preso tra le onde emotive e le continue sbandate amorose, gli innamoramenti usa e getta e la paura di mandare tutto all’aria e che poi è abbastanza coraggioso da mettere da parte la gelosia, zittire le incertezze e sorridere dei propri sbagli imparando da questi per fare di meglio.

Lovesick - Stagione 3Ma non è, come si accennava, solo una questione di singolarità: i personaggi si incontrano, discutono, parlano e dalle situazioni dialettiche in cui spesso sono impegnati emergono punti di contatto, aiuti reciproci e forme di assistenza emotiva. È un continuo incontro di sentimenti e una fiera delle emozioni in cui il dolore della perdita si unisce alla sensibilità per le difficoltà, la ricerca dell’amore all’amicizia come forma di compromesso, l’imbarazzo per i difetti nascosti al difetto di non saper nascondere l’imbarazzo e l’affetto alla speranza della felicità. In questa stagione le narrazioni dedicate alle singole figure alimentano il racconto corale attraverso una chirurgica visione dei dettagli caratteriali e il racconto corale infonde ad ogni parentesi individuale un respiro più ampio.

Questi otto episodi hanno trasformato in un gradito successo la stagione più rischiosa della serie, sono riusciti a soddisfare le aspettative – raccontando con attenzione capillare sia le psicologie che le azioni dei personaggi – e hanno costruito i presupposti per i nuovi capitoli di una avventura che si evolve, si aggiorna e ha ancora molto da raccontare. Perché guardare Lovesick  è come assistere al rallentatore al cambiamento di tutti i suoi protagonisti e a velocità aumentata al proseguimento di una storia nata nella forma buffa e molto atipica di un ragazzo che spingeva a ritroso la memoria per motivi tutt’altro che amorosi e ora diventata l’avventura di un gruppo di persone che si spinge in avanti alla ricerca di un’emozioneQuell’amore che, come dice Dylan, “è tristezza, delusione e dolore… fino a quando non lo è” e che Lovesick racconta con il rossore timido e impacciato di chi ha una bella storia da condividere, un groviglio di sentimenti difficili da districare e la virtù di riconoscere le proprie forze e i propri limiti.

Voto: 8

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Informazioni su Leonardo Strano

Convinto che credere che le serie tv siano i nuovi romanzi feuilleton sia una scusa abbastanza valida per guardarne a destra e a manca, pochi momenti fa della sua vita ha deciso di provare a scriverci sopra. Nelle pause legge, guarda film; poi forse, a volte, se ha voglia, studia anche.

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