The Good Fight – 2×10/11/12 Day 471, Day 478 & Day 485 2


The Good Fight - 2x10/11/12 Day 471, Day 478 & Day 485Gli ultimi tre episodi di The Good Fight, che precedono il season finale, sono parti di racconto fondamentali all’interno di questa stagione non solo per la varietà dei casi trattati, ma perché, con l’evento che caratterizza il primo di questi, va ad aprire un nuovo capitolo sia per la narrazione in generale che soprattutto per alcuni personaggi specifici. Diane spicca tra questi, forte anche della sua centralità in questa stagione; ma non è l’unica a dover confrontarsi con decisioni o eventi che faranno da veri e propri spartiacque nelle loro vite e in quella dell’agenzia.

Se “Day 471” e “Day 478” sono una doppietta di episodi strettamente legati tra di loro, il dodicesimo e penultimo episodio della stagione costituisce quasi uno standalone all’interno dell’annata, se non per alcuni brevi momenti dedicati a Diane che completano il suo percorso di trasformazione. Ma tutto nasce da un giorno qualunque, il 471esimo dalla vittoria di Donald Trump: un giorno qualunque come era quello di “Dramatics, Your Honor”, episodio di The Good Wife in cui perse la vita all’improvviso Will Gardner; e anche qui i coniugi King decidono di riprendere l’idea dell’evento improvviso, inaspettato e, in questo caso, persino incompreso per i primi momenti dopo lo sparo, salvo – ovviamente – cambiarne il risultato.

I’ve been shot, Mr. Sweeney.

The Good Fight - 2x10/11/12 Day 471, Day 478 & Day 485Una puntata di questo calibro, e con un riferimento del genere, non poteva che portare con sé altri elementi della serie madre, meglio ancora, dei notissimi clienti: è così che ricompaiono sulla scena Lemond Bishop e Colin Sweeney (alle prese con l’ennesima moglie, Naftali), proprio nel giorno in cui dal nulla Adrian Boseman viene colpito da una pallottola all’apertura dell’ascensore. È un evento che, al di là della sua portata emotiva, diventa un vero e proprio detonatore narrativo: un’altra minaccia alla Reddick, Boseman & Lockhart spinge Liz a compiere una decisione rischiosissima come quella di consegnare la lista di clienti al marito poliziotto, che ne farà un abuso più che un uso, mettendo in serio pericolo l’azienda; al contempo, Diane si troverà a confrontarsi nuovamente con Solomon Waltzer, che proprio in apertura di puntata aveva proposto una fusione tra la sua firm e quella di Liz, Diane ed Adrian e che durante l’episodio si scopre essere più cinico e falso di quanto potessimo immaginare. È interessante tuttavia notare come da un evento così drammatico scaturiscano due azioni che porteranno ad un cambiamento sostanziale sia nelle persone di Liz e Diane (soprattutto quest’ultima), sia nel loro rapporto, che verrà rappresentato dai King in maniera come sempre anticonvenzionale rispetto a molti altri show.

The Good Fight - 2x10/11/12 Day 471, Day 478 & Day 485Andando con ordine, possiamo dire che Liz agisca sicuramente sull’onda dell’emotività ma anche della fiducia nei confronti del marito; questo non le impedisce tuttavia di essere razionale quando le conseguenze si palesano davanti a lei, e a colpire è la semplicità con cui alza il telefono e chiama Diane per dirle “Ho sbagliato”; e se questa fosse un’altra serie probabilmente ci troveremmo di fronte all’ennesimo gioco di potere, soprattutto dato che quello dello scontro tra donne  a livello lavorativo sembra essere uno dei cliché narrativi più utilizzati. Ma questa è The Good Fight, e la serena risposta di Diane arriva sorprendente e prevedibile al tempo stesso, grazie alle riflessioni della donna che, durante la puntata, raggiunge una nuova consapevolezza su se stessa – stranamente proprio a partire da un dialogo con Solomon.

“Hey, um, I-I haven’t been myself lately, so… I’m sorry about that, too.”
Well, you sound like yourself today.”
“I do, don’t I?”

The Good Fight - 2x10/11/12 Day 471, Day 478 & Day 485La conversazione avvenuta in ospedale tra Diane e Solomon, pur essendo basata su un secondo fine da parte di quest’ultimo, aiuta la donna a cominciare a mettere ordine tra i propri pensieri; a capire che, per rimanere sani di mente quando tutto sembra essere fuori controllo, bisogna ricordarsi sempre di cosa è normale e di cosa non lo è. Sarà questa riflessione a dare inizio al nuovo percorso di Diane, che da qui, passando per la scoperta del doppio gioco di Solomon (e del suo meraviglioso messaggio “more visual than verbal”) e l’abbandono del microdosing, arriverà ad un nuovo equilibrio per se stessa, che continuerà anche nelle puntate successive. La scoperta dell’Aikido in “Day 478”, la decisione di riprovare (o provare per la prima volta, davvero) ad essere sposata con Kurt, la riflessione sul proprio “angolo sano di mente” contro un mondo che sta impazzendo e che non deve vincere (“Day 485”) sono tutte conseguenze di una versione 2.0 di Diane, che, dopo una vera e propria perdita di sé nelle prime puntate di questa stagione, viene riportata alla realtà proprio a partire da quello sparo, da quel momento in cui la sua vita si è riavvolta come un nastro ed è tornata a quel giorno di qualche anno prima, ma con uno sfondo totalmente diverso – e non solo perché Adrian non è morto. Il background è cambiato perché non ci sono più punti di riferimento validi (come racconterà benissimo soprattutto il 12esimo episodio con il caso di Jay), le news non parlano più di cose che abbiano un senso, e persino lei si ritrova a trarre vantaggio dalle leggi fiscali di Trump che al contempo però la colpiscono sul piano emotivo, ponendola nella condizione di dover agire immediatamente per quanto riguarda il suo matrimonio con Kurt.
Se la morte del collega Will ai tempi fu un trauma che però si inseriva in un contesto sociale e personale molto più stabile, e poteva quindi avvalersi di diversi punti di appoggio, ora non è più così: ed è per questo che Diane non può che decidere di abbandonare l’instabilità in favore di nuove certezze, che la aiutino in un periodo così difficile della sua vita.

It’s a two-woman job.

Non è un caso quindi che proprio in questo quadro si inserisca il chiarimento con Liz che, come si diceva poco fa, rappresenta un nuovo modo di mostrare donne in posizione di potere: di rado si sono potute osservare in televisione donne così diverse eppure così capaci di mettere da parte ciò che le divide per unire i loro punti di forza e farne una vera e propria arma comune. Nell’undicesima e nella dodicesima puntata sembrano agire quasi come una persona sola, con un’armonia di intenti e di azioni che tuttavia non cancella le loro singolarità, anzi, le esalta a favore di due obiettivi comuni: guidare l’azienda in assenza di Adrian gestendone la crisi post-Solomon (e la reazione di Boseman – “What are you two, the Mafia?” – è esilarante) nell’undicesimo episodio, e portare Jay fuori dai guai nel dodicesimo, di cui parleremo più avanti.
The Good Fight - 2x10/11/12 Day 471, Day 478 & Day 485Ad esaltare ancora di più la necessità di guardare alle donne con uno sguardo diverso, lontano da quel “male gaze” che spesso le cristallizza in uno stato di perenne conflitto soprattutto se sono ad alti livelli di potere (come se non potessero essere rappresentate diversamente), ci pensa anche l’intera 11esima puntata, quel “Day 478” che riprende in maniera nemmeno troppo velata il recentissimo caso che ha coinvolto Aziz Ansari e il sito “Babe”.
Non è facile porsi davanti a questo argomento perché qui non si è in presenza di un crimine con prove schiaccianti che individuano una vittima e un carnefice, ma di un evento molto più sottile, in cui le persone coinvolte hanno una percezione di quanto accaduto totalmente diversa rispetto all’altro. Quello che i King hanno voluto senza dubbio dimostrare è il sostrato culturale da cui emerge questa divisione: il fatto che implicitamente molti dei nostri comportamenti siano guidati da millenni di patriarcato, per cui certe donne sentono ancora l’obbligo di dover acconsentire davanti alle insistenze di un uomo, e alcuni uomini non riescono a capire che oltre ad un secco “no” ci sono altre varianti di rifiuto; o che, semplicemente, per stare insieme ci si dovrebbe divertire entrambi, e che, se uno dei due manifesta il contrario, non si potrà magari parlare di stupro ma di certo di non condivisione dell’atto. È forse per questo che l’intero studio si divide sulla tematica, persino Maia e Marissa, in genere perfettamente allineate: proprio per mostrare quanto inconsciamente radicate siano certe convinzioni, la cui origine a volte passa inosservata anche alla stessa persona che le possiede.

The Good Fight - 2x10/11/12 Day 471, Day 478 & Day 485Ma a sottolineare ancora di più la questione, e a rendere la puntata una piccola perla nel mare magnum di cose dette sull’argomento, è la vicenda del sito, “Assholes to Avoid”, e della sua fondatrice Gretchen. Il suo modo di porsi davanti a Diane, “a second wave feminist”, e di fatto davanti a tutte le donne che l’hanno preceduta, la mette nella condizione di credere in certi valori anche condivisibili da queste, ma in un modo che la allontana e la allontanerà per sempre dal dialogo. La stessa Diane, durante il primo confronto, cerca di farle capire che è talmente impegnata a stare sulla difensiva da non accorgersi quanto in realtà siano d’accordo con lei, ma non basterà a farle abbassare le armi: la scelta di mostrare Gretchen così oltranzista non era di certo obbligatoria, ma rende l’esposizione di tutta la vicenda molto più ampia, coraggiosa e anticonvenzionale. Le conseguenze di questo comportamento spingono Diane alla frase “Women aren’t just one thing. And you don’t get to determine what we are”: un pensiero che spicca come contraltare ad un unico modo di vedere le cose, e soprattutto alla tendenza di certe persone, qui incarnate da Gretchen, che credono di poter ergersi a voce di ogni donna, con l’idea di difenderle tutte dalla “minaccia maschile”, senza rendersi conto che il fatto stesso di appiattire tutte le donne ad un unico concetto sia la prima vera minaccia da abbattere. È anzi la diversità di opinioni e di modi di relazionarsi alla vita che ha reso donne come Diane e Liz ancora più forti e capaci di interagire: ma la scelta di contrapporre questo comportamento a quello di Gretchen non deve far pensare che gli autori si stiano esprimendo tout court contro il movimento #MeToo o lo stesso sistema che soggiace al blog. Se si pensa infatti che della sua chiusura sono responsabili i finanziatori Tom e Jerry, che agiscono per motivi strettamente personali (la presenza di Jerry in una delle liste), troviamo infatti delle autentiche ragioni nelle parole di Gretchen – se si va oltre il suo modo di esporle. O ancora, se consideriamo il confronto tra Liz e Adrian noteremo come i King non lesinino affatto critiche a quest’ultimo, che si mostra “preoccupato delle derive del #MeToo” ma che non si pone certo le stesse domande quando si tratta di Black Lives Matter.
Sono vicende estremamente complesse, e non c’è un modo perfetto di metterle in scena: possiamo però dire che in questo caso siano state battute tutte le strade pur di dare il respiro più ampio possibile alla questione, evidenziandone ogni contraddizione e difficoltà.

You got to love this country.

The Good Fight - 2x10/11/12 Day 471, Day 478 & Day 485Nel dodicesimo episodio, che come si diceva si erge quasi a standalone rispetto agli altri, viene trattata una tematica molto scottante negli ultimi tempi, ossia quella del rimpatrio dei non-nati in America a causa delle leggi emanate dalla presidenza Trump. The Good Fight non è la prima serie a mettere in scena questo difficile momento storico, ma lo è di certo quando si arriva a parlare di alcune perversioni delle leggi americane, il loro essere piene di contraddizioni e persino in conflitto tra di loro.
Il ritorno di Jay nello studio è stato improvviso tanto quanto lo sparo ad Adrian e così è stato anche per la risoluzione di questo caso: la scoperta che dietro a tutto questo ci fosse Whitehead, che si ricollega all’ottavo episodio, fa riemergere nuovamente la tematica del razzismo nelle forze dell’ordine proprio nella puntata che precede la persecuzione ai danni di Jay. Anche qui sarebbe stato facile mettere in scena una persona ingiustamente accusata, o anche una che ha mentito per anni sulle proprie origini; e invece scopriamo che nemmeno Jay sapeva di essere nato in Nigeria e che, anzi, si ritrova ad avere un anno in più. Non è colpa sua, eppure non c’è apparentemente nulla che si possa fare davanti alla “dura lex, sed lex” che obbliga al rimpatrio senza discernimento, senza riflettere sul fatto che una persona che ha vissuto quasi 40 anni in un paese non può essere rimpatriata nel luogo in cui ha quasi solo ed esclusivamente preso il primo respiro. La follia di questo sistema viene amplificata da una puntata dal ritmo frenetico, in cui Liz e Diane si muovono in perfetta sincronia (una in corte civile, l’altra in quella federale) a discutere del medesimo caso che ottiene due risultati paradossalmente opposti, e che quindi si annullano a vicenda. È un sistema al collasso quello che ci viene mostrato, molto di più che ai tempi di The Good Wife e dei suoi casi – non meno assurdi e barocchi, ma mai a questi livelli di autentica farsa.
The Good Fight - 2x10/11/12 Day 471, Day 478 & Day 485Il salvataggio in extremis con l’Einstein Visa (aiutato da una poco legale targettizzazione delle immagini da parte di Marissa) e una inaspettata stoccata alla Casa Bianca con il caso Melania, ci lasciano con Jay finalmente libero, ma anche con una strana sensazione, mentre esce da solo da quell’edificio imponente e fischietta le note della sigla dello show: un senso di oppressione davanti ad un sistema che, se non affrontato ad armi pari (a volte altrettanto basse), non può essere sconfitto – nemmeno se c’è di mezzo un giudice dalle idee più chiare di metà del paese come Suzanne Morris, vecchia conoscenza della serie madre.
Si è ottenuto il risultato desiderato, ma a che prezzo? E quanto vicini si è andati ad avere un esito diametralmente opposto? Sono pensieri da far tremare i polsi, ma mai come quelli di Julius, che davanti alla minaccia del suo contatto repubblicano non può che rimanere in attesa della rappresaglia – una vendetta che, ne siamo certi, arriverà giusto in tempo per il season finale.

The Good Fight, con questi tre episodi, manifesta tutto ciò che è capace di fare toccando nuove vette, ma senza dimenticare il suo passato: il sistema giudiziario americano, che nei suoi barocchismi era già stato per anni fonte di ispirazione per i King, viene qui messo alla berlina senza alcuna pietà; e allo stesso tempo la serie non rinuncia a raccontarci i tempi che stiamo vivendo senza dimenticarsi di guardare ogni vicenda da ogni prospettiva, cercando di mantenere un equilibrio di esposizione, prima ancora che di giudizio, per non perdere anche l’ultimo grammo di oggettività che ci è rimasta. Rendere sano il proprio angolo di mondo per non lasciar vincere la follia: se si guarda bene, sotto le parole di Diane, è impossibile non vedere quelle di Michelle e Robert King.

Voto 2×10: 9
Voto 2×11: 8/9
Voto 2×12: 8 ½

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Informazioni su Federica Barbera

La sua passione per le serie tv inizia quando, non ancora compiuti i 7 anni, guarda Twin Peaks e comincia a porsi le prime domande esistenziali: riuscirò mai a non avere paura di Bob, a non sentire più i brividi quando vedo il nanetto, a disinnamorarmi di Dale Cooper? A distanza di vent’anni, le risposte sono ancora No, No e No. Inizia a scrivere di serie tv quando si ritrova a commentare puntate di Lost tra un capitolo e l’altro della tesi e capisce che ormai è troppo tardi per rinsavire quando il duo Lindelof-Cuse vince a mani basse contro la squadra capitanata da Giuseppe Verdi e Luchino Visconti. Ama le serie complicate, i lunghi silenzi e tutto ciò che è capace di tirarle un metaforico pugno in pancia, ma prova un’insana attrazione per le serie trash, senza le quali non riesce più a vivere. La chiamano “recensora seriale” perché sì, è un nome fighissimo e l’ha inventato lei, ma anche “la giustificatrice pazza”, perché gli articoli devono presentarsi sempre bene e guai a voi se allineate tutto su un lato - come questo form costringe a fare. Si dice che non abbia più una vita sociale, ma il suo migliore amico Dexter Morgan, il suo amante Don Draper e i suoi colleghi di lavoro Walter White e Jesse Pinkman smentiscono categoricamente queste affermazioni.


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2 commenti su “The Good Fight – 2×10/11/12 Day 471, Day 478 & Day 485

  • moonacre

    Era da un po’ che non frequentavo serieangolo, devo dire che la qualità delle vostre recensioni è sempre ammirevole.
    L’unica domanda che ho è: chi sono i 3 mentecatti che hanno votato 1 questo gruppo di episodi?

     
    • Federica Barbera L'autore dell'articolo

      Che nel frattempo sono diventati 5! Sarà mica la famiglia Trump? 😀
      Grazie mille per i complimenti e bentornato! 🙂