Charmed – 1×01 Pilot


Charmed – 1x01 PilotDalla fine degli anni Novanta Charmed – conosciuta in Italia come Streghe – ha catturato cuore e attenzione di spettatrici e spettatori per ben otto stagioni e oggi, vent’anni dopo, quella stessa storia viene riportata in vita dalla CW attraverso un’operazione estremamente interessante, per quanto non poco rischiosa. Si tratta di un reboot molto atteso e che già dell’episodio d’apertura dimostra di avere un’importante serie di frecce al proprio arco.

A un anno dalla nascita del #MeToo la serialità televisiva ha dimostrato di saper assorbire con grande velocità le principali questioni d’attualità e di rielaborarle in maniera molto acuta attraverso storie avvincenti e intelligenti, come dimostrato da show come The Good Fight, Younger e SMILF. Non sono mancati però gli oppositori e una delle espressioni più spesso usate negli ultimi mesi da quelle frange di persone che si sono poste in contrasto con i movimenti femministi è stata “caccia alle streghe”; con il senno di poi appare quasi scontato che quel grande frullatore di cultura popolare che è la serialità televisiva prima o poi avrebbe messo al centro del racconto proprio loro, le streghe. Quest’autunno, giusto in tempo per Halloween, è sembrato il momento più propizio, tanto che quasi contemporaneamente esordiscono su Netflix Chilling Adventures of Sabrina e su The CW Charmed.

You’re better together, your differences are your strenghts and nothing is stronger than your sisterhood.

Charmed – 1x01 PilotOriginariamente Charmed sarebbe dovuto essere un prequel della serie originale ambientato negli anni Settanta durante il movimento femminista e non un (semi)reboot come è attualmente. Le cose sono radicalmente cambiate in corsa con l’elezione di Donald Trump alla Casa Bianca, evento che ha spinto le autrici a collocare la storia nel contemporaneo, quasi responsabilizzate dall’urgenza di parlare alle spettatrici e agli spettatori di oggi nella maniera più diretta possibile.
Charmed è caratterizzata da un team produttivo completamente al femminile composto da Jessica O’Toole, Amy Rardin, Jennie Snyder Urman, con quest’ultima che si presenta con la pesante etichetta di showrunner di Jane the Virgin, una delle migliori serie degli ultimi anni. Nonostante queste credenziali di partenza, la serie non è iniziata esattamente con il vento in poppa, perché parte della fanbase dello show originale mesi fa ha dato vita ad una campagna contro la produzione, alimentata dalle dichiarazioni delle vecchie protagoniste, le quali senza particolari motivazioni se non la ricerca di visibilità e il risentimento per non essere state chiamate hanno, chi più chi meno, messo i bastoni tra le ruote alla serie. È forse anche per questa ragione che Charmed non è un reboot nel senso più ortodosso del termine, ma per certi versi sembra introdursi nello stesso universo, cosa che appare chiara grazie a un dettaglio (che non spoileriamo) che rimanda in maniera diretta alla serie originale.

We have to unite to change the power dynamics, right the ship, change the course of humanity.

Charmed – 1x01 PilotDal punto di vista strutturale però si tratta di un reboot a tutti gli effetti: l’idea di partenza è la stessa ma con personaggi e una storia del tutto nuovi. Ci sono due sorelle, Mel e Maggie, le quali insieme a una terza che non sapevano di avere, Macy, nell’interrogarsi sulla misteriosa morte della madre scoprono di essere streghe e di vivere in un mondo pieno zeppo di demoni da sconfiggere.
Essendo Charmed una serie che ha tutto l’interesse di intercettare il più ampio pubblico possibile, sia per ottenere la fiducia degli investitori pubblicitari sia per veicolare i propri messaggi politici (ci torneremo), riconquistare il fandom dello show originale costituisce una sorta di necessità; pertanto è stato scelto di non rompere con il passato ma di trattare la materia di partenza con grande rispetto, sia nelle interviste rilasciate da autrici e attrici, sia all’interno della serie stessa. L’episodio pilota è infatti pieno di riferimenti al Charmed di fine anni Novanta e, per quanto le autrici non cerchino di calarsi nello stile del passato ma ne mettano in piedi uno assolutamente personale, gli ammiccamenti ai tempi che furono non potranno che far piacere ad un pubblico sempre più sensibile agli stimoli della nostalgia.

Hey, remember, when it comes to consent, you can change your minds at any time, okay?

Charmed – 1x01 PilotLa serie originale è stata un punto di riferimento per le spettatrici, uno show grazie al quale poter sognare e immedesimarsi, vivendo in maniera empatica le avventure delle protagoniste. Per quanto questo tipo di esperienza fosse empowering, stiamo parlando di una televisione molto diversa da quella attuale, sia dal punto di vista produttivo che rispetto al rapporto tra serie TV e pubblico.
Questo pilot mostra uno show profondamente militante e non è di certo un dettaglio accessorio, ma una componente fondamentale all’interpretazione della serie così come al suo inquadramento produttivo. A questo proposito, infatti, va ricordato che The CW (su cui va in onda Charmed) è uno dei canali generalisti della TV americana, ovvero un ambiente in cui la sostenibilità degli show è data in gran parte dalla loro popolarità, la quale determina la fiducia degli inserzionisti pubblicitari. In questo caso scegliere di realizzare una serie così apertamente femminista significa rischiare di escludere (o quantomeno allontanare) la fetta di spettatori non allineata politicamente, e quindi metterne a repentaglio il futuro.
Charmed dimostra quindi coraggio nel trattare questioni estremamente delicate ma al contempo ritenute urgenti come il consenso nei rapporti di coppia, le molestie sessuali, la fiducia da attribuire alle parole delle vittime di aggressioni e l’utilità della rabbia nel tentativo di far valere le proprie argomentazioni. La possibilità di rischiare con uno show del genere però è figlia di una strategia attuata dalla rete sul lungo periodo e volta a plasmare – attraverso serie come Jane the Virgin, Crazy Ex-Girlfriend e Supergirl – un target di pubblico consapevole, curioso e interessato a ragionare su determinati temi.

No one will believe another histerical man.

Charmed – 1x01 PilotPer quanto Charmed si presenti in maniera dichiarata come una serie oltre che profondamente femminista anche raccontata da un punto di vista fortemente femminile, sia per chi è davanti che dietro la macchina da presa, il ruolo degli uomini appare sin dal primo episodio tutt’altro che irrilevante. D’altronde, dall’autrice di Jane the Virgin non ci si poteva aspettare nulla di diverso e infatti anche in quest’occasione i personaggi maschili non solo non sono assenti, ma sembrano anche essere analizzati con attenzione e precisione.
L’intenzione è quella di trattare diverse tipologie di uomo tentando di mettere in relazione i caratteri di ciascuna con il contesto in cui si muove in modo da sbrigliare la complessa matassa della tossicità dei rapporto uomo-donna. Il personaggio di Cam, ad esempio, è la rappresentazione perfetta di un tipo di uomo abbastanza diffuso, che vive le rivendicazioni e le denunce del #MeToo come il nemico da combattere in quanto simbolo della perdita dei propri privilegi, cosa che sviluppa in lui un progressivo smarrimento della lucidità e una persistente aggressività, che va dal tradizionale grido dall’arme (“caccia alle streghe!”) alla violenza vera e propria.
È molto interessante notare come la serie guardi già dal pilot anche ad altri modelli maschili, con il giovane Brian che appare come un volto puro e potenzialmente attento alle questioni femministe, e soprattutto Harry, figura soprannaturale come le protagoniste, che si presenta come un personaggio misterioso ma portatore di una mascolinità sana.

Your powers are judging you.

Cosa aspettarsi da Charmed? Innanzitutto non il classico show soprannaturale fatto di momenti riflessivi, sospensioni narrative, palette di colori che vanno dal grigio al blu scuro (per tornare di nuovo al grigio) e atmosfere cupe. Non si tratta di una serie dark che per incrementare la propria autorevolezza prova a spingere sul pedale della solennità affrontando con seriosità i massimi sistemi, bensì del suo esatto contrario.
Charmed è uno show che percorre la strada opposta a quella dei prestige drama che hanno dominato la quality television degli ultimi vent’anni; un progetto che analogamente a serie come Wynonna Earp si presenta come un cambio di paradigma sotto ogni punto di vista. Le serie di Jennie Urman ed Emily Andras non hanno alcuna soggezione nei confronti di parametri qualitativi normativi ed escludenti e anzi propongono punti di vista spiccatamente femminili, caratterizzati da una scrittura dei personaggi inedita, cromatismi fuori dal comune, dialoghi brillanti e citazioni a ripetizione.

Alla vigilia del pilot di Charmed le aspettative erano importanti, sia a causa delle autrici coinvolte sia perché in questo caso sbagliare avrebbe significato avere un bersaglio sulla fronte molto evidente. Allo stesso tempo era chiaro che quando si ha a che fare con il rifacimento di qualcosa di già esistente non è mai semplice trovare un nuovo equilibrio, produrre qualcosa di rilevante rispetto al contesto contemporaneo e al contempo non perdere l’anima di ciò che si intende riportare in vita. Il pilot di Charmed riesce a portare a casa tutti questi obiettivi, grazie a un’ottima scrittura, un cast che sembra perfettamente in parte e un’anima decisamente spregiudicata, che per il prosieguo della serie non potrà che aiutare.

Voto: 7½

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Informazioni su Attilio Palmieri

Di nascita (e fede) partenopea, si diploma nel 2007 con una tesina su Ecce Bombo e l'incomunicabilità, senza però alcun riferimento ad Alvaro Rissa. Alla fine dello stesso anno, sull'onda di una fervida passione per il cinema e una cronica cinefilia, si trasferisce a Torino per studiare al DAMS. La New Hollywood prima e la serialità americana poi caratterizzano la laurea triennale e magistrale. Attualmente dottorando all'Università di Bologna, cerca di far diventare un lavoro la sua dipendenza incurabile dalle serie televisive, soprattutto americane e britanniche. Pensa che, oggetti mediali a parte, il tè, il whisky e il Napoli siano le "cose per cui vale la pena vivere".

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