Chilling Adventures of Sabrina vs Buffy The Vampire Slayer 2


Chilling Adventures of Sabrina vs Buffy The Vampire SlayerIl 5 aprile Netflix rilascerà la seconda parte della stagione d’esordio di Chilling Adventures of Sabrina, lo show di Roberto Aguirre-Sacasa basato sull’omonima serie a fumetti di Archie Comics; ne approfittiamo quindi per metterla a confronto con la serie teen-horror per eccellenza, Buffy The Vampire Slayer, i cui numerosi punti di contatto non saranno certo sfuggiti agli spettatori più attenti.
La serie presenta infatti molte più somiglianze con lo show di Whedon che con Sabrina The Teenage Witch, la sitcom degli anni 90 di cui sarebbe la diretta erede: dal tono della narrazione (un mix di horror e humor), alle tematiche trattate  (l’horror come racconto di formazione al femminile), passando per la costruzione dei personaggi (l’eroina, il gruppo di amici, il mentore), e l’ambientazione (il liceo di Sunnydale e la miniera di Greendale come antro dell’inferno).

Chilling Adventures of Sabrina vs Buffy The Vampire SlayerIn entrambi i casi il racconto di formazione, che investe in primis le protagoniste, ma in seconda battuta anche gli altri personaggi che ruotano attorno a loro, si intreccia organicamente con l’elemento fantasy-horror. Questo viene infatti utilizzato come metafora e cassa di risonanza delle diverse problematiche che caratterizzano il passaggio dall’adolescenza all’età adulta, come il complicato rapporto con la famiglia, la solitudine, la scoperta della propria identità sessuale. Al centro di questa narrazione troviamo naturalmente Buffy e Sabrina, nel doppio ruolo di adolescenti ed eroine dotate di poteri soprannaturali: al di là della tradizionale esplorazione delle difficoltà derivanti dalla gestione di questa doppia vita, a ben vedere tipica del racconto supereroistico, più interessante è il racconto della progressiva volontà delle protagoniste di gestire questi poteri ai propri termini, ribellandosi alle istituzioni che le vogliono invece ingabbiare al loro servizio. Se nel caso di Buffy si tratta di un percorso graduale che la porterà a opporsi ai metodi e alle regole del Concilio degli Osservatori, in quello di Sabrina il rifiuto di donarsi al Signore Oscuro diviene il vero e proprio motore narrativo dello show, sottolineando così fin da subito in maniera esplicita la dimensione empowering del racconto.

Chilling Adventures of Sabrina vs Buffy The Vampire SlayerÈ innegabile infatti come entrambi gli show contengano una decisa componente di femminismo pop, che va però contestualizzata nel momento storico della loro creazione. Buffy TVS, andata in onda tra il 1997 e il 2003, ha senza dubbio rappresentato uno spartiacque nella rappresentazione femminile sul piccolo schermo. Whedon infatti ha dato vita a uno strong female character fondato sul ribaltamento dello stereotipo della scream queen e al tempo stesso ricco di sfaccettature, il cui percorso di presa di coscienza dei propri poteri e delle proprie responsabilità (in quanto cacciatrice di vampiri e in quanto giovane donna) culmina con la scelta di condividerli con tutte le altre potenziali cacciatrici, in un momento forse didascalico, ma certamente efficace e pressoché inedito a quelle date, di empowerment femminile fondato sull’alleanza e il supporto reciproco. Nonostante gli innegabili meriti della serie, a cui va senza dubbio aggiunto quello di aver portato sul piccolo schermo una delle primissime rappresentazioni di una coppia omosessuale, con la tragica storia d’amore tra Willow e Tara, Buffy TVS sta però iniziando a mostrare ai nostri occhi i segni del tempo, soprattutto per quanto riguarda la messa in scena di dinamiche tossiche che vedono al centro Buffy e i suoi partner romantici – i due casi più eclatanti sono la scelta di rendere Angel un villain in seguito al loro primo rapporto sessuale, oppure il tentativo di violenza di Spike, mai problematizzato a sufficienza. CAOS, d’altro canto, si propone come un prodotto apertamente woke, così come la sua protagonista, proprio perché entrambi figli di questo preciso momento storico: la ribellione di Sabrina a un’istituzione oppressiva e patriarcale e i suoi tentativi di creare una rete di sostegno e collaborazione sia tra le sue compagne di liceo che con le altre giovani streghe sono un chiaro segno della volontà di aggiornare la formula di Whedon al nostro presente, con una maggiore attenzione all’inclusività sia di genere che etnica (la seconda totalmente ignorata in Buffy TVS), forse non ancora approfondita a dovere ma che presenta senza dubbio un enorme potenziale – pensiamo alle figure di Ambrose e Susie.

Chilling Adventures of Sabrina vs Buffy The Vampire SlayerCome si accennava poco sopra, anche l’articolazione dei personaggi che ruotano attorno alla protagonista presenta diverse similitudini: abbiamo infatti da un lato il gruppo di amici apparentemente ordinari, ma che progressivamente assumono anche un ruolo soprannaturale nell’economia del racconto – ad esempio Willow e Roz – e dall’altro la figura del mentore, incarnata rispettivamente da Giles e dalle zie di Sabrina (oltre che da Madame Satan), a cui spetta il compito di guidare le protagoniste nel percorso di presa di coscienza dei propri poteri e delle responsabilità che ne derivano.
Manca all’appello il villain, la cui gestione è strettamente legata alla struttura stessa dei due show. Se Buffy TVS rappresenta infatti uno dei primi esempi dell’ormai classico intreccio di trama verticale e orizzontale, declinato nel binomio del “monster of the week” e del “big bad” stagionale, messo a punto da Whedon al fine di creare archi narrativi complessi che permettessero una maggiore evoluzione dei personaggi, CAOS arriva invece su Netflix al culmine della moda del cosiddetto 10-hour movie, secondo cui i drama, soprattutto quelli pensati per il binge-watching, gioverebbero di un racconto stagionale totalmente privo di soluzioni di continuità. In quest’ottica la serie di Aguirre-Sacasa si pone come un ibrido di queste due formule, alternando alla preponderante trama orizzontale incentrata sulla ribellione a Satana di Sabrina alcuni episodi più autoconclusivi, svincolandosi così almeno in parte dai rigidi dettami della peak tv. Tra questi non a caso spicca proprio “Dreams in a Witch House”, il più esplicito omaggio dello show alla creazione di Whedon, e in particolare al finale della quarta stagione “Restless”, anch’esso interamente ambientato in una dimensione onirica.

Nel complesso, evitando giudizi di merito, impossibili da esprimere tra uno show concluso e andato in onda ormai vent’anni fa e uno che ha appena esordito e ha all’attivo solo una stagione, è evidente come da un lato la storica serie di Whedon sia, nonostante il passare del tempo, ancora un valido e fecondo modello a cui guardare per la tv contemporanea, e dall’altro come Aguirre-Sacasa sia stato in grado di coglierne i punti di forza e al tempo stesso di aggiornarli alla nostra sensibilità, dando vita a uno show che ha tutte le carte in regola per divenire il tanto atteso erede del classico show sull’ammazzavampiri.

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2 commenti su “Chilling Adventures of Sabrina vs Buffy The Vampire Slayer

  • Jo3y

    Non sono minimamente d’accordo con una singola parola di questa recensione. Sono un fan della prima ora di Buffy, mi ha accompagnato durante tutta l’adolescenza e ha influenzato profondamente il mio modo di scrivere, di recitare e di pensare a drammaturgia e personaggi. Buffy presenta sicuramente dei segni di invecchiamento (è inevitabile), ma solo nel comparto tecnico; da un punto di vista di caratterizzazione ed evoluzione coerente dei personaggi, di gestione di lunghi archi di narrazione e piazzamento di colpi di scena, resta un caposaldo tutt’ora inarrivabile. 7 stagioni e quasi 150 episodi, scendendo a compromessi con la broadcast tv e senza perdere un’oncia di integrità stilistica. Dall’altra questo nuovo Sabrina. Ne vogliamo parlare? E allora ne parliamo, ma solo perchè m’avete scomodato Buffy. Sabrina è una serie terrificante, ma non negli intenti programmatici del titolo, bensì nella sua sciatta e atroce realizzazione. Partiamo dalla protagonista. In Buffy avevamo una Sarah Michelle Gellar fresca diplomata dell’Actor’s Studio di New York, in Sabrina Kiernan Schipka che, in dieci episodi, ha dimostrato di avere una sola, unica e granitica espressione. La Schipka non riesce MAI e poi MAI a trasmettere UNA singola emozione, nonostante le accada la qualunque. Stoicità? Non credo. Tutto il concetto alla base della Chiesa Satanista sfiora il ridicolo. Le zie sono tutto fuorchè cattive e addirittura Zelda si prende a cuore il bambino ucciso durante l’iniziazione alla scuola di streghe; praticamente, di base, gli Spellman sono la classica famiglia perbenista con l’unica variante che venerano Satana invece che Dio. Wow, che blasfemia. Se volevano giocarsi una carta così sovversiva, allora dovevano comportarsi da streghe sataniste fino in fondo, ma io ho visto solo due personaggi buoni, sì una cinica e l’altra scema, ma di fondo molto altruiste. In Buffy c’erano coreografie di combattimento ed effetti speciali; in Sabrina le magie si risolvono in un effetto audio tipo tintinnio dopo che bofonchiano due parole. Manco in rima. Due parole proprio al volo; almeno in “Streghe” si sforzavano di scrivere piccole poesie, in Sabrina troppa fatica. Gli ambienti. In Buffy il liceo, la biblioteca, il cimitero, Sunnydale, il Magic Box, tutto aveva una personalità forte e distinta, tanto che, non appena iniziava una scena, lo spettatore sapeva immediatamente dove si trovassero i personaggi. In Sabrina ci stanno boschi, boschi, boschi, una casa anonima al quadrato, un liceo uguale a 100000 licei e un ingresso dell’Accademia delle Streghe con una statua in cartongesso oscena. Ah. E vorrei far notare che, sia al liceo che all’Accademia, non c’è UNA singola comparsa. Davvero, fateci caso: nel 90% dei casi, quando c’è una scena in cui Sabrina interagisce con qualcuno, pur trovandosi in luoghi pubblici, non c’è MAI anima viva oltre loro. Personaggi di supporto e rapporti tra loro. In Buffy Whedon teneva conto di OGNI singolo personaggio, permettendosi il lusso di riprenderli dopo anni oppure di approfondirli dopo averli usati come comparse per diverso tempo; in Sabrina non si capisce una mazza. Nella prima puntata le tre sorelle la maledicono perchè sì, nella seconda la aiutano a maledire dei bulli perchè sì, nella puntata dopo ancora cercano di uccidere Sabrina, in quella dopo ancora una decide di aiutare Sabrina a vendicarsi contro le altre due salvo poi fare l’isterica perchè lei la uccide, perchè loro sono sorelle e si vogliono bene (ma sono sataniste che parlano di uccidere come fosse niente di che). Il cugino Ambrose e Salem non pervenuti; anzi no, di Ambrose ho capito che è gay, visto che si sono concentrati solo su quello. Delle amiche di Sabrina qualcuno ha capito qualcosa? Per la maggior parte del tempo stanno sullo sfondo, poi hanno dei momenti in cui gli accadono cose, ma tutto troppo ad intermittenza e in maniera ben poco coesa con tutto il resto. E Salem che SOLO nella prima puntata si trasforma in una specie di guardiano ed il resto del tempo niente? Ah, inoltre: nella prima puntata Sabrina rifiuta di firmare il libro perchè ce la deve fare da sola, ma poi nell’ultima puntata lo firma perchè sì. E quindi tutta la menata del rifiutare il patriarcato? Boh. La Satan non crea mai veri problemi e ha inoltre un’interpretazione che sfiora il ridicolo. Forse forse l’unica cosa con un minimo di buon senso è l’evoluzione del rapporto con Harvey. Ragazzi, ripeto. non scherziamo. Ora, Sabrina sarà anche una serie carina per gli adolescenti di oggi e mi va bene; dopo aver visto i primi 10 episodi, ho capito che la serie non era indirizzata a me e ho lasciato perdere, ma ho voluto per l’appunto vederli tutti per avere una visione d’insieme prima di giudicare; ciononostante i paragoni con Buffy non stanno in piedi. Sabrina è una robetta mediocre scritta coi piedi, girata male e recitata in maniera generica mentre Buffy, pur con i suoi anni sulle spalle, è un capostipite della serialità di genere di qualità e pertanto metterli a confronto è inutile e dannoso, soprattutto per Sabrina. Scusate l’irruenza, ma, anche se avete scritto l’articolo giustamente per generare un dibattito, la cosa mi ha fatto proprio contorcere le budella. La prossima volta vi consiglio paragoni più sensati.

    PS: Scusate i commenti multipli, ma mi perdevo dei refusi e degli improperi che ho voluto correggere.

     
    • Simona Maniello L'autore dell'articolo

      Ciao Jo3y, l’articolo non mira a stabilire quale delle due serie sia la migliore, a maggior ragione considerando, come ho scritto in chiusura, che Buffy è una serie conclusa composta da sette stagioni mentre Sabrina ha all’attivo solo dieci episodi. Il paragone quindi a mio parere è sensato proprio perché non è la premessa di un giudizio di merito e si fonda sulle similitudini evidenti che ci sono tra i due show a livello di tematiche e personaggi.