Il Nome Della Rosa – 1×03/04 Episodio 3 & 4 1


Il Nome Della Rosa - 1x03/04 Episodio 3 & 4Giunta ufficialmente a metà del suo percorso, Il Nome della Rosa conferma i cattivi presagi che avevano accompagnato l’esordio in prima serata su Rai Uno con un dittico di episodi che mettono ancor più in evidenza i problemi alla base del progetto: la volontà di mettere in scena un racconto di ampio respiro in contrasto con l’incapacità degli autori di sfruttare al meglio i nuovi codici del linguaggio televisivo.

Le indagini di Guglielmo e Adso sui misteriosi omicidi avvenuti nell’abbazia porta i protagonisti ad addentrarsi sempre più a fondo nella biblioteca, dedalo ricolmo di cultura secolare e trappole mortali; ma a funestare l’animo dei due monaci, ancor più della ricerca dell’assassino, vi sono l’imminente disputa con Bernardo Gui per salvaguardare l’ordine francescano e i turbamenti amorosi di Adso, diviso tra i suoi obblighi spirituali e gli incontri clandestini con la ragazza senza nome di cui è innamorato. La progressione narrativa dei due episodi non vede ulteriori sviluppi oltre a quelli appena citati, e come se non bastasse vi è un insanabile squilibrio nello sviluppo dei vari nuclei tematici. Se nel romanzo di Eco e nel film di Jean-Jacques Annaud la componente di detection rappresentava il cuore pulsante della storia, la serie di Giacomo Battiato non sembra mostrare alcun interesse verso la scoperta del colpevole e i turpi misteri che si nascondono all’interno dell’abbazia.

Le sequenze di investigazione vengono trattate in maniera elementare e sbrigativa, quasi come se il regista e gli sceneggiatori volessero liquidarle il prima possibile per poi concentrarsi sulla ricostruzione storico-politica dell’epoca medievale e sulla componente sentimentale del racconto, concepite nel romanzo originale come la cornice perfetta di quello che è a tutti gli effetti un racconto giallo. Questo disaccordo tra le varie parti, accentuato da un montaggio lapidario che non crea omogeneità ma appesantisce ancor di più lo sviluppo narrativo, va inevitabilmente a danneggiare le performance degli interpreti, in particolare quella di John Turturro.

Il Nome Della Rosa - 1x03/04 Episodio 3 & 4Se è proprio all’interno del processo investigativo che emergono le qualità principali del protagonista, le modalità sbrigative di racconto dell’indagine impediscono a Turturro di imporsi come trascinatore della narrazione nei panni di Guglielmo; e, se da un lato è apprezzabile la scelta dell’attore italoamericano di utilizzare un registro basso e dimesso in linea con l’identità religiosa del suo personaggio, dall’altro gli evidenti problemi di scrittura portano a guardare con nostalgia all’interpretazione di Sean Connery, capace di reggere l’intera storia sulle sue spalle grazie all’eccesso della sua icona – una sorta di 007 travestito da monaco francescano.  Cosa rimane, dunque, delle grandi riflessioni sulla filosofia medievale e sul conflitto tra conoscenza e oscurantismo alla base del racconto? Nulla che non sia stato già espresso negli episodi precedenti attraverso espedienti registici e narrativi tipici della vecchia televisione generalista, qui più che mai inadatti per la realizzazione di una serie che ambisce a un riconoscimento internazionale ma che rimane ingabbiata dai propri limiti di linguaggio.

La storia d’amore tra Adso e la fanciulla, e la conseguente crisi mistica del giovane francescano, vengono messi in primo piano con uno stile poco sofisticato che non garantisce un corretto sviluppo psicologico dei personaggi, ma ulteriore spazio in questi episodi viene dato anche al rapporto morboso tra l’ex dolciniano Remigio e il deforme Salvatore. Stefano Fresi, come Ron Perlman nel film originale, riesce a dare fascino a un personaggio ambiguo e inquietante come Salvatore attraverso la fisicità e lo schizofrenico multilinguismo che lo caratterizzano, ma il flashback del suo primo incontro con Remigio è trattato con una tale sciatteria formale da far passare in secondo piano le riflessioni sull’intolleranza nei confronti del diverso che dovrebbe veicolare, dando ulteriore riprova di come tutte le sequenze riguardanti Fra Dolcino siano tra le meno riuscite di tutta la serie.

Il Nome Della Rosa - 1x03/04 Episodio 3 & 4L’unica nota positiva rimasta è la costruzione, tematica e scenografica, della misteriosa biblioteca dell’abbazia. L’andirivieni di Guglielmo e Adso in questo labirinto colmo di cultura e morte, costruito con precisione matematica, rappresenta l’unica effettiva componente ludica del racconto, in cui tanto i protagonisti quanto gli spettatori si divertono nella frenetica ricerca della verità, e l’accento posto sulla Finis Africae – la sezione della biblioteca cruciale per la risoluzione del mistero – rimanda inevitabilmente alle Colonne d’Ercole, al desiderio dei due monaci francescani di superare i limiti dell’umana conoscenza e all’inevitabile scontro tra progresso e oscurantismo, simboleggiato dall’arrivo di Bernardo Gui all’abbazia su cui si chiude il quarto episodio.

Questo sempiterno conflitto tra innovazione e tradizione è la metafora perfetta per descrivere le cause dell’inatteso insuccesso de Il Nome della Rosa: un prodotto televisivo che vuole inserirsi all’interno del panorama seriale contemporaneo ma si ritrova a seguire le orme di uno stile di rappresentazione a dir poco anacronistico. Le speranze per un ultimo colpo di coda sono ormai labili e la sensazione che resta è il rammarico per le potenzialità inespresse di una serie che, nel tentativo di rappresentare uno dei romanzi più complessi della letteratura moderna, è rimasta sopraffatta dal peso dell’opera originale al punto da perdere la propria identità.

Voto 1×03: 5
Voto 1×04: 5½

 

 

 

 

 

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Un commento su “Il Nome Della Rosa – 1×03/04 Episodio 3 & 4

  • Fabio

    Non concordo molto con la stroncatura che questo sito da’ ai primi quattro episodi di questa serie TV. Sicuramente e’ diversa dalle serie americane che vanno per la maggiore, ma non e’ detto che se ne debba copiare per forza lo stile per piacere ad un pubblico in larga parte assuefatto a quel modo di trattare uno show televisivo.
    Certo, come le mie due figlie, molti storceranno la bocca ed interromperanno la visione davanti alla mancanza d’azione, ai tratti pomposi e prolissi dello Sherlock Holmes in saio ed al tentativo (molto semplicistico) di fare anche qualche lezioncina di storia. Pero’ non mi sembra un lavoro fatto male. Del resto lo stesso libro di Eco non e’ certo un’opera mainstream ed adatta a tutti, il film lo era…

    Insomma e’ una serie diversa, raccontata in modo diverso dalle produzioni americane, ma IMHO superiore a tanta altra fuffa che ci proviene dagli stessi USA ed anche da altri paesi.

    Certamente non e’ tutto oro quello che luccica e sicuramente il tentativo di spalmare l’opera su tante ore sta finendo col annacquare tutto con sottotrame e flashback che potevano essere evitati (ma anche questo… c’e’ qualche serie TV contemporanea che non lo fa?).
    C’e’ anche il tentativo di semplificare molto la trama e gli ingarbugliati passaggi del libro per venire incontro ad un pubblico che si sapeva trasversale, ed anche questo ci sta. Pure l’osannato film semplificava molto (e credo che senza il carisma di Connery ne avremmo un ricordo ben diverso…).
    C’e’ poi da tener conto la necessita’ da parte della sceneggiatura di dover ri-raccontare una storia che quasi tutti conoscono, un giallo dove si sa gia’ sia chi e’ l’assassino sia le modalita’ degli omicidi e’ quindi abbastanza ovvio che cerchino di spostare l’attenzione dello spettatore su altri aspetti e sottotrame.
    L’unico modo di renderlo avvincente sarebbe stato quello di chiamare il tenente Colombo… ;-P