Fosse/Verdon – 1×01 Life Is a Cabaret 2


Fosse/Verdon - 1x01 Life Is a CabaretFosse/Verdon è la nuova fatica in forma di miniserie di FX, che si lancia negli anni Settanta (e Ottanta) per raccontare una coppia storica nel mondo delle coreografie e dei musical. Il lavoro è firmato da Steven Levenson e Thomas Kail, due nomi importanti presi in prestito dal teatro – Kail ha diretto il gigantesco Hamilton – che portano il loro stile sul piccolo schermo.

“Life is a Cabaret” è strutturato su diversi livelli temporali, facendo intendere che le otto puntate saranno caratterizzate da un respiro ampio, dovendo affrontare l’evoluzione di una relazione professionale e amorosa che si è stesa su più di due decenni. Il pilot salta già tra diverse epoche, rappresentando i due protagonisti in diversi periodi della loro vita e punteggiando il racconto di flashback sul passato della coppia (in particolare Bob Fosse): come lasciato intuire dal titolo, lo show è completamente character-driven ed è interessato ai due personaggi interpretati dai fantastici Sam Rockwell e Michelle Williams.

Fosse/Verdon - 1x01 Life Is a CabaretNonostante il titolo paia mettere i due protagonisti sullo stesso piano, questo primo episodio è più sbilanciato verso la figura di Bob Fosse (Sam Rockwell), famoso coreografo e regista che avrebbe vinto l’Oscar, il Tony e l’Emmy per Cabaret nel 1973. È proprio dal capolavoro che ha lanciato l’artista che parte “Life is a Cabaret”, un episodio in cui la sete di fama e la voglia di emergere di Fosse si scontrano con la sua necessità di rimanere indipendente, mentre continua ad associato alla famosa ex-ballerina Gwen Verdon (Michelle Williams). Vediamo quindi una parabola ascendente e una discendente muoversi – e scontrarsi – allo stesso tempo: da un lato l’artista che, dopo anni di fatiche e fallimenti, finalmente guadagna notorietà e riconoscimento; dall’altro una star che vive dei successi del passato, che riveste ancora un ruolo marginale nello show business grazie a quello che ha già raggiunto. Questo crea un interessante e stimolante mix di emozioni e sensazioni, dalla frustrazione e la speranza di Fosse all’infelicità di Verdon, che cerca la vicinanza di un marito troppo concentrato sulla propria carriera.
Come si diceva, tuttavia, questo primo episodio mostra una certa preferenza verso il personaggio interpretato da Sam Rockwell: il pilot si apre con un primissimo piano sul suo volto e continua a mostrare flashback sul suo passato lontano, e in tutta la puntata l’attenzione viene dedicata a sviscerare le motivazioni di Fosse e a seguire le sue battaglie principali. In questo senso, Verdon viene relegata ad un ruolo troppo marginale, la moglie definita dal suo rapporto con il marito: la donna viene ricordata come quella che – grazie al suo nome – permette a Fosse di trovare lavoro, che corre in salvo dall’America per aiutarlo con le riprese a Berlino e la gestione della coreografia. E a pensarci bene, le sequenze in cui Sam Rockwell è al centro indiscusso dell’attenzione abbondano, mentre lo stesso non vale per la moglie del suo personaggio, per ora troppo poco approfondita nonostante le grandissime potenzialità. Si spera che i rimanenti sette episodi possano ovviare a questo problema donandole una dimensione tutta sua, anche se la biografia da cui è tratta la miniserie (intitolata solo Fosse) non dà un segnale molto positivo.

Fosse/Verdon - 1x01 Life Is a CabaretUna parte che splende per tutta la durata del pilot è certamente quella legata all’ambiente di cui parla: il mondo del musical (e dei musical negli anni Settanta, in particolare) e delle coreografie, in cui i movimenti delle attrici diventano arte grazie alla cura attentissima di ogni dettaglio, dai costumi all’ambiente che circonda lo spettacolo – tanto che in questo primo episodio, la mania per il realismo di Fosse li porta ad assumere delle vere prostitute tedesche, per rappresentare al meglio il pubblico di un night club. Come si diceva, i due showrunner hanno soprattutto un passato nel teatro, e la loro passione verso la costruzione della messa in scena e l’artificialità del musical (spesso al confine tra cinema e teatro, appunto) permea di entusiasmo le scene che ne parlano. Si è detto che la serie si regge interamente sulle spalle dei due protagonisti, ma gli autori dimostrano di aver capito che per agevolare l’immersione nella narrazione degli spettatori bisogna valorizzare il contesto in cui la storia principale viene inserita. L’esperienza teatrale torna utile anche nelle varie sequenze musicali che costellano questo primo episodio, occasioni perfette per accantonare temporaneamente il racconto e abbandonarsi alla piacevolezza del puro intrattenimento.

Fosse/Verdon ha tutte le potenzialità per diventare una buonissima miniserie, che senza rivoluzionare o cambiare le carte in tavola sa mettere in scena una storia interessante ambientata in un mondo e un periodo storico altrettanto interessanti. La qualità della messa in scena, l’esperienza degli showrunner e la grandezza del cast (di nuovo, Rockwell e Williams sono bravissimi) fanno ben sperare, ma lo sbilanciamento narrativo verso il protagonista maschile che porta a trascurare la figura di Gwen Verdon rischia di rendere la storia più vecchia e stantia di quanto se ne senta il bisogno.

Voto: 7-

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