Game of Thrones – 8×05 The Bells 27


Game of Thrones - 8x05 The BellsUn’era sta per finire e con essa teorie, previsioni, tifo per una famiglia o per l’altra. Ancora pochi giorni e avremo (forse) la risposta alla domanda che ci poniamo da otto anni: chi siederà sul Trono di Spade?
“The Bells” arriva a un passo dal traguardo come un macigno in uno stagno, e divide gli animi, i giudizi, le speranze.

L’analisi di questa puntata era difficile e complessa già sulla carta, perché di solito il penultimo episodio di una saga come quella di Game of Thrones riserve sempre delle sorprese, dei plot twist, delle scelte drastiche degli sceneggiatori che devono in qualche modo chiudere una storia lunga, complessa, appassionata.
“The Bells” si è dimostrata ancora più complicata per tutti i temi che ha affrontato, per i personaggi coinvolti ma soprattutto per le scelte di Benioff e Weiss che hanno diviso l’opinione pubblica in due fazioni, come fossero Lannister o Stark. Allora l’unica cosa da fare è analizzare due parti ben distinte della puntata, due livelli di lettura che, prima di essere sovrapposti, vanno letti separatamente, per non fare la fine di Daenerys.

Dracarys

Game of Thrones - 8x05 The BellsCosì si conclude “The Last of the Starks”, questa è l’ultima parola che viene detta da Missandei che è preludio chiaro e rilevatore di come la Targaryen agirà di lì a breve.
Partiamo quindi dalla lettura più “superficiale” di questo episodio, ovvero come si sviluppa l’attacco a King’s Landing e come la Targaryen assapori il dolce gusto della vendetta. È proprio la vendetta, covata sotto le ceneri da anni, dopo lunghi mesi di viaggio per giungere dall’altra parte del mondo, subendone di ogni e rinascendo letteralmente dalle proprie ceneri, che esplode in tutta la sua violenza in Daenerys. Si dice che la vendetta sia un piatto da servire freddo non a caso: ci vuole razocinio, intelligenza, sangue freddo per non diventare come gli altri, come quelli su cui si vuole rivalere. Farsi guidare da altro, dalle parti “calde” del nostro corpo e della nostra mente, è quasi sempre un male.
Proprio quel male che Dany e i suoi alleati sembravano gli unici a poter e saper combattere si insinua prepotentemente nella sua mente e nelle fila del suo esercito: non solo decide di radere al suolo tutta la Capitale e dare fuoco a tutti i suoi abitanti, comprese donne e bambini, ma lo fa quando King’s Landing si è arresa, quando la guerra è vinta. Un ribaltamento dei ruoli e delle visione d’insieme dei personaggi che abbiamo conosciuto negli ultimi otto anni per certi versi sorprendente anche se preparata, classico caso del “finché non lo vedo non ci credo”.
Daenerys ha sempre simboleggiato il nuovo, quella “nuova speranza” di starwarsiana memoria che avanzava dall’isolamento cui era stata spinta la sua famiglia, una donna venuta da molto lontano liberatrice di schiavi, l’amica e la salvezza degli ultimi. La distruzione di King’s Landing avvenuta in questo modo ha un altissimo peso simbolico: vedere la Fortezza Rossa crollare sotto i colpi di un drago era fantascienza solo fino a qualche stagione fa. Il Potere come lo conoscevamo non esiste più, il Trono non esiste più.
La distruzione totale del vecchio per il nuovo è avvenuta: un cambio nelle posizioni di potere ma anche un cambio della nostra prospettiva di appassionati. Chi è il cattivo, ora?

Game of Thrones - 8x05 The Bells

Tutto questo diretto magistralmente da Miguel Sapochnik, ormai maestro indiscusso delle puntate di genere bellico. Un’abilità di regia mostruosa ci ha permesso di essere nei vicoli incendiati di King’s Landing a respirare la stessa aria piena di terrore e di polvere, ma anche di distruzione e dolore, con intere famiglie terrorizzate colpite da una forza oscura e tremendamente vendicativa. Alcuni piani sequenza ci tolgono il fiato, arrivando forse all’apice nel particolare montaggio tra lo scontro tra i fratelli Clegane e Arya con la faccia nella terra, schiacciata da un peso troppo più grande lei, una folla impaurita e in fuga.
Questa regia, e una fotografia altrettanto di livello, sono il primo strato della nostra analisi: uno strato riuscito, gustoso, da assaporare di nuovo. Uno strato che copre il secondo, quello che andremo ad analizzare ora: un altro livello di lettura che forse ci coinvolge meno emotivamente, ma molto più difficile da analizzare con freddezza perché appunto è parzialmente nascosto dal primo, e molto più importante a livello di sviluppo della storia.

You know nothing, Jon Snow

Già, i personaggi, la parte viva di GOT, quella che fa procedere i fatti, che fa succedere le cose. Negli anni abbiamo visto tutti i personaggi cambiare, evolversi, in meglio o in peggio poco importa: lo hanno fatto perché gli autori sono stati bravi a renderli umani.
Ed è questo, purtroppo, il dettaglio (che poi dettaglio non è) che inficia notevolmente la riuscita dell’episodio: come dicevamo, sotto all’emotività c’è la logica. Con la prima si vive il momento, ci si emoziona, e ha funzionato benissimo; con la seconda si ragiona, si discute, si viene ai patti con la “realtà”. E questa parte, ahinoi, non è andata per il verso giusto.

Game of Thrones - 8x05 The Bells

Molti dei personaggi presenti nell’episodio hanno affrontato situazioni e hanno preso decisioni in contrasto con la costruzione – a volte anche molto complessa e ben riuscita – che era stata pensata per loro negli scorsi anni. Proprio un lasso di tempo molto ampio poteva permettere a Jamie di passare da Kings Slayer e persona che lancia un bambino da una torre a quello che abbiamo visto a Winterfell, schierato a favore di un bene superiore, che si era lasciato alle spalle l’uomo che era stato e tutto il male che aveva fatto in nome di una donna che amava. Ma allora che senso ha il suo avvicinarsi a Brienne, comportarsi in quel modo, e dopo due ore cambiare radicalmente idea rendendosi conto che lui è sé stesso solo tra le braccia di Cersei?
Attenzione: la critica non è rivolta tanto alla scelta di Jamie – che sarebbe anche interessante nell’ottica dell’amore malato e che non muore mai, nonostante tutto – ma quanto a come ci si è arrivati. Era quindi proprio necessaria la “love story” con Brienne? O è stata messa lì solo perché chiamata a gran voce dai fan dopo anni di progressivo avvicinamento tra i due?
Così come anche il comportamento di Arya sembra stonare con il personaggio monumentale che è diventato negli anni. La ragazza con la Lista, ormai diventata una spietata e fredda assassina, nel momento in cui ha quasi a portata di mano la sua più acerrima nemica, si ferma sul più bello convinta da due (belle, sia chiaro) parole del Mastino. È perfettamente logico che Sandor tenti di persuaderla a lasciare perdere, dato il bel rapporto che si è creato fra i due, ma stentiamo a credere che l’Arya che conosciamo ora e che, non dimentichiamolo, ha appena ucciso uno dei personaggi più spaventosi di sempre, si faccia intenerire da quelle parole. E invece succede. In pochi secondi, Arya sembra tornata la bambina che assiste inerme alla decapitazione del padre: questo stona in maniera evidente con la costruzione del personaggio e rovina anche il coinvolgimento emotivo che la scena poteva provocare.

Game of Thrones - 8x05 The Bells

Oltre a Jamie e Arya, anche Cersei non è esente da questa deriva: dipinta con successo come una tiranna dispotica e donna quasi impermeabile alle emozioni se non quelle provate per i propri figli, finisce per essere la donzella da salvare e che muore tra le braccia del proprio amato.
Per non parlare di Euron Greyjoy, uno dei pirati più temibili dei Sette Regni, che aspetta la venuta di un drago (per di più incazzato e che già sa cosa aspettarsi) con l’intera flotta in mare aperto. Vogliamo sorvolare sul duello in spiaggia con Jamie, la sequenza meno riuscita delle stagione e nella top five di quelle più ridicole di tutta la serie.
Quasi per assurdo, l’unico che sembra in linea con la persona che abbiamo imparato a conoscere è proprio Jon Snow, colui che non sapeva niente e che probabilmente ignora ancora come è fatto il mondo e le persone attorno lui. La sua totale fiducia in Daenerys viene completamente carbonizzata insieme a King’s Landing. È come se Jon avesse perso la verginità un’altra volta, e forse ora in maniera brutale e definitiva.
Una riflessione a parte va fatta per Daenerys. Il suo gesto è abbastanza prevedibile sommando tutti gli indizi lasciati in giro nelle ultime puntate (e, per quelli con più memoria, dalla sua visione nel finale della seconda stagione), ma anche in questo caso la sua scelta sembra troppo repentina e in contrasto con quello che abbiamo imparato di lei per sette stagioni.
Ripetiamo: la critica non è mossa alla sua azione – che, in definitiva, ci può stare – ma come ci si arriva, senza un adeguato approfondimento, dovuto al poco tempo a disposizione.

Dare un giudizio univoco alla puntata è dunque estremamente difficile e complesso. Così come l’opinione pubblica si è divisa in due, anche la nostra analisi e il nostro giudizio seguono questo trend: da una parte la puntata, a livello di pathos e di coinvolgimento emotivo, fa ampiamente il suo dovere, regalandoci la distruzione di un luogo che avevamo visto e che ci era stato raccontato come inviolabile; dall’altro però la fretta di chiudere la storia – succede spesso, purtroppo, con serie così lunghe e stratificate – non ha permesso agli sceneggiatori di tenere ben salde le redini della scrittura dei personaggi, incidente che cozza con l’ottimo lavoro svolto fino a qui, specie su Arya e Jamie.
Un’occasione persa per lanciare il finale dei finali? Probabilmente sì. “The Bells” rimarrà comunque iconica nella storia di Game of Thrones, se la si legge solo dal punto di vista del primo strato di analisi di cui abbiamo parlato: ma questa serie ci ha abituati a ben altro, e quindi il secondo strato è lì a ricordarci che anche se si hanno meno minuti o meno puntate a disposizione, una delle cose principali per un lavoro di scrittura memorabile è sostanzialmente uno: la coerenza.
Coerenza che, speriamo, torni almeno per regalarci un finale degno di questo nome e della fama di una delle serie migliori del decennio che sta per concludersi.

Voto: 6½

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Guardo tutto quello che c'è di guardabile e spesso anche quello che non lo è. Sogno di trovare un orso polare su un'isola tropicale.


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27 commenti su “Game of Thrones – 8×05 The Bells

  • Setteditroppo

    Che spreco di potenziale! La tua recensione è perfetta e coglie esattamente lo stato d’animo mio e penso quello di molti altri che stanno seguendo da anni questa fantastica fiaba per adulti e che magari hanno pure letto i libri. Siamo ai limiti dell’alto tradimento! Per di più non riesco a ricordare, a memoria, un tale scostamento tra la fattura tecnico-artistica (regia, fotografia, interpretazioni) di una puntata e la sua sceneggiatura. Provo ancora rabbia per quello che ho visto perché a tratti bellissimo, come nelle scene che tu hai già descritto, per poi naufragare letteralmente con snodi narrativi che riguardano le scelte dei personaggi volutamente sottolineati dalla scrittura dell’episodio e, proprio per questo, ancora più forzati…mah…è dalla scorsa stagione che assistiamo a scelte superficiali e prevedibili mitigate ogni tanto da qualche scena più indovinata e dalla crescente spettacolarizzazione. Sono molto deluso e aspetto il finale senza quella trepidazione e ansia che ho avuto per altre grandi serie del passato. Peccato.

     
    • Ste Porta L'autore dell'articolo

      Ciao, grazie per i complimenti!
      Sì, è veramente un peccato, ma voglio essere ancora fiducioso per il finale: speriamo si riprendano sul gong! 🙂

       
  • Genio in bottiglia

    Dal punto di vista visivo ê vero: la puntata ê bellissima. Spettacolare, coinvolgente e, ovviamente, girata in modo magistrale. Ma la scrittura …. Tutte quelle puntate nelle quali non accadeva niente per stratificare il ritratto di Danaerys – la liberatrice degli oppressi, colei che spezza le catene – per poi farle sterminare decine di migliaia di poveracci senza alcun senso o necessità. Perché alla fine é una Targaryan e ha il gene della follia. Arya la vendicatrice che arriva ad un passo dalla sua ultima, e più grande, vendetta; poi una frase del Mastino e: grazie Sandor mi sa che torno indietro, hai ragione. Jamie con tutto il suo percorso quasi di redenzione, e la love-story con Brianne. Se l’obiettivo era quello di far sedere Jon sul trono di spade, immagino che un modo meno sciatto lo si poteva anche trovare.

     
    • Ste Porta L'autore dell'articolo

      Ciao, sai che non credo sia tutto fatto per far sedere Jon sul Trono? Detto che io personalmente ho una teoria da un po’ che non prevede nessun Trono (la Repubblica?), ho trovato le scelte più per far chiudere il cerchio di molti personaggi in maniera un po’ affrettata che per un fine più grande di sceneggiatura.

       
  • Writer

    Credo che recensire un episodio come questo sia un dramma per chiunque abbia apprezzato questa serie. Raramente ho assistito a una divaricazione cosi netta tra la messa in scena (eccellente, in qualche passaggio da brividi) e la scrittura (pessima, quasi imbarazzante). i personaggi ne escono quasi tutti massacrati: (sia gli uomini, sia le donne, lo dico per differenziarmi da una linea di pensiero che vede in Got una fiction sessista, quasi una riedizione del patriarcato). La cosa peggiore, tra molti elementi negativi, è la strumentalità dell’operazione “mad queen”. Realizzata con i piedi, serve per giustificare l’eliminazione di Danaerys in quanto “cattiva” e quindi “non meritevole” del trono di spade (ovviamente è un’ipotesi, spero di essere smentito nell’episodio finale). Se così fosse, l’operazione degli sceneggiatori riuscirebbe a coniugare un approccio moralista con una scrittura incoerente della protagonista. Un vero capolavoro negativo. Ma tutto l’episodio è costellato da forzature ed errori: la flotta distrutta in un minuto, l’invulnerabilità del drago alle frecce, Danaerys che distrugge king’s Landing praticamente da sola, l’incontro “casuale” tra Jaime ed Euron, l’atteggiamento di Cercei rassegnato e passivo, Jon ridotto al ruolo di scudiero fedele e fesso, ecc, ecc.
    Concordo con la valutazione finale: 9 per la messa in scena e 3 per la scrittura. Temo però che la stagione finale sia compromessa. Un vero peccato, considerando le aspettative che si erano create e la qualità delle stagioni passate.

     
    • Ste Porta L'autore dell'articolo

      Ciao, sì è stato abbastanza difficile cercare di essere equilibrato, da amante della serie da sempre. Un peccato davvero, visto l’impatto visivo clamoroso dell’episodio.

       
  • Elena

    Ottima recensione. E non era per niente facile. Secondo me però almeno nel caso di Daenerys non c’è nulla di affrettato in questo sviluppo, e qui vado praticamente contro tutto quello che è stato scritto in questi giorni. Nel momento in cui, pur sapendo di non essere l’erede legittima non ha fatto neanche un passo indietro, ha dimostrato di essere identica a Cersei e a tutti i re, i peggiori, che l’hanno preceduta: il potere le è entrato nella testa come una malattia. Doveva solo esplodere, con l’aggravante della follia barbarica che D. ha sempre mostrato, sin dalla scena della morte di suo fratello. Questo sviluppo a me è sembrato molto coerente con tutto il messaggio della saga, cioè che il potere rende nera l’anima di tutti, senza eccezioni, se è molto desiderato; il che è particolarmente crudele e doloroso, per un personaggio che aveva lottato contro la schiavitù ecc. Daenerys non rappresenta il nuovo per questo. Crede di rappresentarlo perché si crede pura, pensa di aver portato ideali puri, come un sovrano totalitario che per spazzare via il vecchio porta al livello più alto l’oppressione e la violenza. Lei è tornata per capovolgere il mondo, ma ha soltanto ripetuto e ingigantito gli errori di chi l’ha preceduta.

     
    • Ste Porta L'autore dell'articolo

      Ciao Elena, intanto grazie per i complimenti. 🙂
      Su Daenerys è molto interessante la tua analisi, e mi sento di condividerla a livello di ragionamento. Quello che però continua a non tornarmi sono proprio le tempistiche: la svolta del personaggio ci sta assolutamente ed è anche molto alta a livello simbolico (praticamente quello che spieghi tu sul potere e il cambiamento), ma è avvenuta in 4 puntate a fronte di 7 stagioni precedenti. Mi è sembrato un po’ troppo repentino per essere totalmente credibile, tutto qui.

       
      • Elena

        Sì si, hai perfettamente ragione. La mia non era una critica ma una riflessione personale. Però come semplice spettatrice confesso che la svolta di Daenerys non mi ha disturbato quanto le altre, ecco.

         
  • max

    Come ha scritto un mio carissimo amico ” semi-finale davvero così così, speriamo nella finale…” La forza di Got è sempre stata quella – difficilissima da attuare – di rendere credibile persino l’incredibile grazie alla coerenza della narrazione; non morti, draghi, regine ignifughe ecc. tutto funzionava grazie alla incredibile coerenza di personaggi e scrittura e anche e soprattutto del legame che teneva insieme dalla prima alla settima stagione il tutto. Nell’ottava stagione (salvo le prime due puntate) è andato tutto – per dirla col Foscolo – a puttane ! Personaggi monotematici, prevedibili, o imprevedibilmente poco credibili. A me non è mai piaciuto l’heavy metal, mi volevo godere la delicatezza di un concerto acustico nota per nota. E invece…sì la recensione è anche troppo tenera. Non ci si può dividere sul giudizio. E’ come dire che è bello ciò che piace. Se ti piace una cosa brutta hai un brutto gusto. Niente di male. Queste puntate sono oggettivamente fatte male a livello narrativo. Amen.

     
  • Michele

    Sei stato anche troppo buono.

    Temo che questo episodio continui la parabola discendente di questa stagione, con episodi più scarsi e meno scarsi, tutti comunque sotto il sei. Il problema è che molte soluzioni cinematografiche sono fatte bene, ma restano vittime di una scrittura di bassa qualità. Molto di quello che succede in questa puntata non ha senso. Adesso il drago è tornato a essere una macchina invincibile e con fuoco illimitato. Che è cambiato rispetto alla puntata prima in cui invece i draghi erano diventati facili preda delle armi segrete (!) di Greyjoy? E poi tutti i personaggi che improvvisamente diventano super sensibili e cambiano il loro carattere, tipo Arya O Jamie, come hai giustamente sottolineato.

    Mi sembra che uno dei pochi spunti interessanti della puntata sia la presa d’atto di Danaerys che il potere implica solitudine. Le scelte che lei fa in questo episodio mostrano come si distanzi dalle varie persone fidate che ha attorno, come Tyrion, Varys e Jon. Rimane il legame forte con gli unsullied, ma forse Danaerys è venuta a patti col fatto che regnerà basandosi sul terrore.

    Troppo poco, purtroppo, è soprattutto la emerso in maniera troppo forzata. Voto 5

     
    • Ste Porta L'autore dell'articolo

      Ciao Michele, grazie 🙂
      Sinceramente, non credo sia una puntata totalmente insufficiente come dici tu, perché GOT ci ha anche insegnato la meraviglia per alcune puntate ad impatto visivo altissimo, e questa non è da meno. Per quello secondo me raggiunge la sufficienza, anche se la scrittura purtroppo è un bel masso che tira a fondo la valutazione.

       
  • Dario

    Completamente in disaccordo e non perché non comprenda le vostre motivazioni ma perché non capite o meglio non vi sforzate a capire quelle degli autori che non dovendo più seguire lo spartito di Martin dovevano concludere la serie in un tot di puntate che per numero di personaggi e storyline aperte non aveva eguali nella storia tv. Sono 30 anni che mi appassiono di telefilm ma da Lost in poi è un fiorire di apprendisti sceneggiatori, sorrido quando leggo parlare di coerenza di personaggi, ho 46 anni e mai stato coerente e fatico a trovarne uno tra i miei conoscenti quindi fatico a comprendere di cosa si stia parlando. Ste capiscimi non è contro di te che hai argomentato in maniera esaustiva ma al delirio scatenatosi in rete.

     
    • max

      Si parla di coerenza di narrazione non di coerenza di comportamenti. Non si può criticare delle scelte discutibili degli sceneggiatori ? Che dovessero concludere la serie non impediva loro di farlo meglio. Comunque le recensioni sono quasi tutte sulla falsa riga di quella che abbiamo letto. Una specie di unanimità. Spesso non significa nulla ma qui significa tutto. Se penso al finale di Mad Men (che ha fatto sì discutere ma tutto ad un livello diverso). Poteva non piacere ma non essere considerato poco credibile, banalizzante, prevedibile e – a dirla tutta – davvero noioso. Ecco GOT season 8 assomiglia terribilmente a ciò che si vede al cinema. Infatti non ci vado più.

       
    • Ste Porta L'autore dell'articolo

      Ciao Dario, hai fatto benissimo a commentare, siamo qui per discuterne. 🙂
      Capisco il tuo punto sulla coerenza, ma qui bisogna capire una cosa: un personaggio può anche essere incoerente, ma lo deve essere “per natura” (come sei tu, da quanto dici). Quindi da un personaggio così mi posso aspettare di tutto, ed è giusto.
      Ma prendiamo Arya come esempio: un personaggio che avvelena tutto un castello e fa mangiare al padre padrone I PROPRI FIGLI, è altamente improbabile che, dopo anni a cercare vendetta e avendo anche le skills per completarla, cambi idea solo perché glielo dice il Mastino. Questa è incoerenza, secondo me.

       
      • Matteo

        Arya cambia idea perche’ altrimenti ci lascerebbe le penne, in un contesto generale in cui peraltro i suoi problemi personali, che ha messo al centro delle sue scelte per anni, paiono diventare irrilevanti di fronte al massacro collettivo. Se vogliamo trovare spiegazioni le troviamo.

        Per Jamie la scopata con Brienne rimane piu’ criptica sebbene in un contesto medievale (ma pure moderno metropolitano) di queste cose ne succedevano a milioni.

        Andando oltre queste cose, siamo di fronte a 80 minuti di episodio monumentale nella messa in scena (MONUMENTALE) sul quale si fa a gara a fare critiche minuziose e che io mi sono visto attaccato al divano…

         
      • Dario

        Messa così Arya sembra Terminator , è un essere umano capisce che Cersei è spacciata e rischiare è stupido infatti nonostante si tiri indietro si salva per miracolo e comunque già rinunciò alla vendetta su Cersei per tornare a Grande Inverno quando seppe che c’erano Sansa e Jon. Inoltre se Arya avesse ucciso Cersei immagino fiumi di critiche per la prevedibilità della trama. L’incoerenza deve essere contestualizzata se scrivo un personaggio e lo faccio reagire alle circostanze sempre allo stesso modo lo rendo noioso , prevedibile ed irreale insomma un esercito di Jon Snow

         
  • Boba Fett

    La serie che ha annullato le distanze con il cinema, ha finito per mostrarne anche gli stessi preoccupanti difetti. E così, come ad esempio gli ultimi Star Wars o l’ormai prossimo campione al box office globale, eccoci di fronte ad un prodotto che delizia gli occhi e… lì finisce. Tutto molto bello, ma zero, zero, zero emozioni.
    Mi auguro che con GOT non finisca anche lo splendido periodo della serialità fatto da autori e professionisti in fuga proprio da certo cinema.

     
  • Raffaella

    Completamente d’accordo con la recensione, anche se il 6 e mezzo mi sembra anche troppo.
    Qui non si tratta di vedere quanto sia spettacolare la resa della battaglia vista con gli occhi delle vittime, ma di come chiudi il percorso narrativo dei personaggi di Martin.
    La Mad Queen era già prevista dallo scrittore, su questo non ho dubbi, visto che “il finale” era concordato, ma è il “come” che non quadra.
    Come non quadra la chiusura di uno dei pilastri della narrazione di Martin che è Jaime Lannister, che era già di aperta contrapposizione alla sorella nel quinto libro, quando l’aveva lasciata disgustato per la scoperta dei suoi continui tradimenti con una serie di uomini e si era rifiutato di andare in suo aiuto quando lei l’aveva implorato di aiutarla visto che era stata arrestata dall’Alto Passero. Ora, anche considerando solo la serie, non si può passare da un episodio 2 in cui Jaime si presenta da solo nella tana dei suoi nemici solo per rivendicare il suo onore e la sua parola di “difensore dei vivi” ad un episodio 5 in cui ridiventa lo zerbino di Cersie e dichiara al fratello che a lui “degli innocenti non è mai importato nulla”. Non quadra, semplicemente, passare dal confronto con Bran nel secondo episodio in questa stagione, in cui tutto gli viene perdonato perchè entrambi “dovevano arrivare a quel punto” e cioè Bran come Corvo dai 3 occhi e Jaime come Uomo d’Onore. E in un paio di episodi tutto viene stravolto, Brienne diventa da sua salvatrice dell’anima a una da “una botta e via” , alla faccia dell’onore, come se nell’incontro tra i due fratelli Clagane avessimo assistito a baci ed abbracci invece che al duello finale, giusto per scioccare il pubblico. Lo shoc sono state nel tempo la decapitazione di Ned Stark o le Nozze Rosse, non i freccioni di Euron che da una puntata all’altra passano da essere missili terra-aria per abbattere un drago e distruggere una flotta alla trasformazione in legna da ardere per il drago rimasto, allora cosa serviva tutta questa preparazione di anni e tutti questi eserciti, e la ricerca di alleati, se bastava un solo drago … coerenza, questa sconosciuta!

     
  • Matt Morgan

    Detto che apprezzo tantissimo la recensione, sarà la rabbia, ma io sarei molto più severo col voto finale, perché è vero che la regia è spettacolare ed alcune scene sono bellissime ed emozionanti, ma fondamentalmente stiamo parlando di forma da 10 e sostanza da 0, per cui proprio per tutte le storture che hai brillantemente sviscerato nella recensione, a cui aggiungerei il fatto che con questa puntata e le precedenti di questa serie stai rovinando il finale di una delle serie più iconiche di sempre, il voto deve essere 4.

     
  • Fante

    Dal canto mio posso aggiungere veramente poco. Concordo quasi in toto con la recensione e leggendo qua e la i commenti in tutte le lingue conosciute dall’uomo, il trend è sempre quello: DELUSIONE!
    La mia grande delusione è per Arya, ma già avete detto tutto voi.
    Su Jamie non concordo, ho amato tutte le sfumature di questo personaggio, e il voler morire con lei ci sta tutto.
    Ma proprio non mi va giù che Cercei sia morta così, proprio no, ma la loro scena mi ha toccato profondamente.
    Non mi lancio in teorie finali, non lo so che succederà, ma sono sicuro che la delusione di questa stagione non potrà essere cancellata da nessun finale.
    Anche se parliamo della 8×5, io sto ancora incazzatissimo per come mi hanno trattato il night king. Da lì in poi ho capito che il Got che amavo era finito.
    Voglio chiedervi solo una cosa, perchè io proprio non ci arrivo: Sta serie macina miliardi d’incassi giusto? ma perchè ca… dovevano chiuderla così in fretta? ci stanno sbolognando serie schifose da anni, senza vergogna( chi ha detto The Walking Dead?), senza intravedere neanche lontanamente la fine del tunnel, e una serie di questa portata invece, la vogliono chiudere in 6 puntate??? ragazzi che mi sono perso? PERCHE’????????

     
    • Claudio

      Perché dura da otto anni, è costosissima da produrre (ultima stagione è stata compressa in 6 episodi che sono ognuno un vero e proprio film con un dispiegamento di forze che in tv non si è mai visto prima) ed è altrettanto costoso trattenere un intero cast in cui almeno un paio di attori principali sono diventati divi di livello planetario e che hanno sicuramente anche altre ambizioni ed altri progetti. Poi stai tranquillo che tra un paio d’anni partirà una sequela di spin off e prequel che placheranno la tua sete di GOT.

       
  • biboprof

    Sono veramente basito dai commenti. Ovviamente legittimi. Ma anni luce dal mio vissuto. La regia di questo episodio sfiora il capolavoro. Idem per il modo in cui le storie personali arrivano al loro capolinea evitando ogni banale aspettativa. Ogni personaggio si ritrova nel solco che la sua natura profonda gli ha scavato. E non era facile trovare il punto di giunzione di tanti percorsi. Eppure qui finalmente ognuno fa quello che DEVE fare. Che alla fine coincide con quello che PUO’ fare. Il potere di Cersei rivela tutta la sua illusorietà nel momento in cui non può più tessere inganni. Jaime, dopo un breve momento di luce, va a morire dove non poteva non essere, accanto a colei per cui si è macchiato di crimini non emendabili. Jon e Tyrion stanno dove le loro storie li hanno portati e devono essere: dalla parte della gente e del raziocinio. Daenerys libera tutta la rabbia e frustrazione che ha accumulato nell’ultimo tratto di strada, mostrando infine il demone che la abita. Arya rinuncia alla vendetta e ancora una volta cresce. Il suo emergere dalla cenere e l’incontro col cavallo sono da antologia.Tutto è pronto per il finale. 10/10

     
  • Claudio

    A me sembra francamente che siate qui a lamentarvi del brodo grasso, come si dice dalle mie parti. Questa stagione finora è composta praticamente da 5 puntate che sono in realtà 5 film altamente spettacolari, roba che in tv non si era mai vista. Tutto quello che è in sospeso da 7 stagioni sta venendo ad una conclusione più che sensata. Secondo voi come doveva finire lo scontro tra i fratelli Clegane? E come doveva morire Cersei? E Jamie?… Secondo me tutti i pezzi del puzzle sono andati al loro posto nel modo più soddisfacente. E dite che non ci sarebbero state sufficienti emozioni? Quindi ne deduco che vi siano sfuggiti i dialoghi tra Jamie e Tyrion. O il commiato dello stesso Tyrion a Varys. O l’angoscia di una città e della sua gente che viene rasa al suolo, resa peraltro magnificamente. La trasformazione di Daenerys in “cattiva” ci sta tutta ed è pienamente giustificata da 7 stagioni in cui a più riprese si è dimostrata sanguinaria, spietata e noncurante di legami di sangue o amicizia, pur di raggiungere il suo scopo. E soprattutto: la Daenerys di questa stagione è una donna che si è resa conto di aver perso tutto e che ama senza (ormai) essere ricambiata, ovvero una donna disperata e capace delle peggiori cose.
    Poi le debolezze qua e là nell’episodio di sono (una su tutte: il duello Euron-Jamie) ma per quanto mi riguarda il livello complessivo resta altissimo.

     
  • Selene

    Prima di tutto complimenti per la recensione e poi volevo solo dire che mi sento veramente tradita, ho sempre creduto che sarebbe stato Jaime ad uccidere Cersei n un atto eroico che lo portava a diventare finalmente l’eroe che aveva sempre rifiutato di essere invece in questa puntata mi sono sentita per un attimo come il Jon che si guardava attorno e si chiedeva cosa sta succedendo…Sul piano emotivo indubbiamente una puntata spettacolare: ho pianto dall’inizio alla fine, ma sull’ arco di trasformazione del personaggio sono veramente delusa ed amareggiata ..io sono un amante di serie televisive con Mad men o The Americans e GOT è stata veramente una sorpresa per me ma questo finale o semifinale mi ha veramente deluso..m