La Casa de Papel – Come Netflix domina il mercato 5


La Casa de Papel - Come Netflix domina il mercatoCon la fine dell’era Game of Thrones sono molte le serie TV che hanno tentato di accaparrarsi lo scettro della serialità televisiva e di ergersi a detentrici del monopolio sugli spettatori, cercando di diventare gli show più popolari e amati dal pubblico. Ci ha provato ancora la HBO con Westworld, la quale però dopo una prima stagione intrigante non si sta dimostrando all’altezza. Aspettando la nuova serie dedicata a Il Signore degli Anelli, quindi, per il momento sembra che sia solo Netflix a dominare il mercato, come testimonia il successo di progetti come The Witcher   (che ha già reso cult il motivetto “Toss a coin to your witcher”).

Negli ultimi anni Netflix è stata, infatti, in grado di sfornare (o acquistare per la distribuzione) numerose serie che hanno catalizzato l’attenzione del pubblico e che hanno inevitabilmente cambiato il modo di fare televisione: basti pensare a Stranger Things, 13 Reasons Why, Black Mirror, Sex Education, Lucifer, Élite. Quella che però spicca maggiormente per la portata raggiunta è forse La Casa de Papel. Lo show creato da Álex Pina è andato in onda inizialmente su un canale spagnolo, dove già aveva riscosso un notevole successo, per poi venire acquistato da Netflix che lo ha rimodellato, dividendo le stagioni in più parti da trasmettere a distanza di pochi mesi. Ma da cosa deriva tutta questa popolarità, che ha anche portato allo sviluppo di un documentario dedicato proprio alla fama acquisita dalla serie (anch’esso presente sul catalogo Netflix)?

Innanzitutto, la trama. Se il contesto di una rapina non è di per sé particolarmente originale o intrigante, esso permette però di creare un’atmosfera ricca di tensione, dove il delicato equilibrio tra la riuscita e il fallimento della missione può venire costantemente messo in pericolo; equilibrio che gli autori hanno gestito magistralmente nella prima stagione, mantenendo sempre alta l’attenzione degli spettatori attraverso la metafora di una partita di scacchi tra il Professore e le autorità spagnole, dove ogni mossa sarebbe potuta essere decisiva. La creazione di questa situazione dall’esito incerto, arricchita da numerosi salti temporali e flashback, consente di celare sapientemente alcuni buchi di trama e difetti nella sceneggiatura, che all’inizio erano ancora minimi, ma che sono diventati sempre più evidenti col passare degli episodi, soprattutto nella stagione appena uscita. La struttura narrativa però, seppur ben gestita, non basterebbe da sola a garantire a La Casa di Carta tutto il successo che ha ricevuto; in una serie dove la scrittura non eccelle mai, ma che è riuscita a tratti ad essere godibile in passato, ciò che spicca maggiormente sono i suoi personaggi.

La Casa de Papel - Come Netflix domina il mercatoNon che siano caratterizzati in modo particolarmente approfondito, tutt’altro, ma fin dalla loro prima apparizione sono riusciti a fare breccia nel cuore di milioni di spettatori (soprattutto adolescenti). Il motivo sta nella loro scrittura superficiale ma altrettanto diretta ed immediata, la quale permette non tanto l’immedesimazione nei personaggi, quanto il facile riconoscimento in essi di valori umani idealizzati ed esternati fino all’eccesso; lo dimostrano le numerose immagini che girano su internet con frasi del tipo: “Ama come Tokyo, sii generoso come Rio, proteggi come Denver” che, anche se possono risultare per certi versi ridicole, fanno capire quanto impatto possono avere sui giovani questi personaggi.

Da non sottovalutare poi è tutto l’aspetto social che ruota intorno alla serie: a partire dalle storie su Instagram, intasate da foto di schermi connessi a Netflix (ma praticamente mai ad altre piattaforme di streaming, sconosciute da una buona parte di utenti), fino ai costumi di carnevale con le iconiche maschere di Dalì, passando per la ripresa del celeberrimo canto popolare Bella ciao, si è rapidamente formato un immaginario collettivo che ha invaso i social network. Come detto, molto del merito va al portale di trasmissione dello show, che si è fatto negli anni portavoce e punto di riferimento per chi voglia guardare serie TV o film in streaming (allo stesso modo in cui ad esempio Spotify rappresenta la piattaforma per eccellenza per la musica, nonostante le altrettanto valide alternative), ormai quasi imprescindibile e che trova utenti anche tra chi è per nulla (o poco) interessato alla televisione ma che non vuole perdersi l’ultima tendenza, o rischiare di non capire i nuovi meme. In questo modo, prodotti che, se fossero stati trasmessi su altri canali, non avrebbero destato pressoché alcun interesse diventano per qualche giorno dei veri e propri fenomeni di massa – basti pensare alla recente Tiger King, la quale non verrà di certo ricordata come una serie di alto livello.

La Casa de Papel - Come Netflix domina il mercatoLa formula magica trovata dagli autori de La Casa di Carta viene quindi distribuita da Netflix al suo pubblico, in prevalenza molto giovane, che spesso non conosce standard qualitativi se non quelli impostati dalle altre serie presenti sulla piattaforma; quest’ultima, almeno per quanto riguarda i prodotti originali, punta infatti più sulla quantità che sulla qualità (ciononostante di serie eccellenti se ne trovano, e neanche poche), quasi intrappolando gli spettatori in una rete di mediocrità da cui loro non tentano nemmeno di sfuggire, dato che non si rendono conto di trovarcisi dentro. Questo perché per molti tra i più giovani l’abbonamento a Netflix è il primo e a volte l’unico approccio al mondo delle serie (escludendo quelle trasmesse sui canali televisivi popolari, ma che arrivano spesso con anni di ritardo rispetto agli Stati Uniti) ed è perciò comprensibile quanto sia difficile fare un paragone con altri prodotti e capire i difetti, che invece a molti spettatori attenti paiono evidenti, di show come La Casa di Carta. La maggior parte dei fan di queste serie, quindi, semplicemente non si rende conto della qualità di ciò che guarda e non riesce ad analizzarle con occhio critico; se da una parte comunque è legittimo condannare e stigmatizzare il volersi accontentare della mediocrità, dall’altra non si può certo pretendere che tutti apprezzino soltanto serie impegnate e acclamate dalla critica. Anzi, è forse nel semplice accostamento “Netflix & chill”, un sintagma ormai diffusissimo, che risiede tutto il nocciolo della questione: guardare serie sui propri dispositivi mobili, per rilassarsi o quando ci si annoia, e non perché si è effettivamente interessati al medium televisivo e alle sue numerose sfaccettature. E non c’è nulla di male nel volersi distrarre per un po’ con le imprese della banda del Professore: basterebbe soltanto essere consapevoli di tutti gli altri validi prodotti trovabili, se non sulle altre piattaforme, anche solo sulla stessa Netflix.

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5 commenti su “La Casa de Papel – Come Netflix domina il mercato

  • Boba Fett

    Con la sua offerta ormai completa Netflix ha finalmente una sua identità ben delineata. Definisco le sue produzioni “pop”, non per disprezzare, anzi e ovviamente, visto l’ampio target che va dai grandi ai piccini, qualsiasi proposta diventa facilmente trend a prescindere dalla sua effettiva qualità. Ma proprio perché sotto quell’ombrello “pop” convivono serenamente gioielli e mediocrità, personalmente ancora oggi mi avvicino ad uno show di Netflix solo quando ricevo degli imput precisi, mentre con la Hbo vado a colpo sicuro, mi lancio anche in mancanza di un interesse per l’argomento trattato, perché dei suoi prodotti mi fido, anche se poi le delusioni non mancheranno.
    Sono molto curioso di vedere cosa accadrà con l’arrivo di Hbo Max sul mercato dello streaming; chissà se riuscirà a mantenere alti i livelli oppure se dovrà ricorrere a dei cavalli di Troia mediatici al pari de La Casa de Papel…

     
    • Ricki Fornera L'autore dell'articolo

      Sono d’accordo col confronto con HBO, la quale produce meno serie ma anche per me tutte automaticamente interessanti. In America anzi oltre alle sue produzioni originali manda in onda anche altre serie di altissima qualità, come è successo l’anno scorso alla britannica Years and Years (che è stupenda). Inevitabilmente penso che qualche prodotto più “commerciale” dovranno sfornarlo, ma per ora i progetti annunciati (tra cui anche diverse serie supereoistiche) sembrano tutti promettenti.

       
      • Boba Fett

        Ma anche l’inglese Chernobyl o la nostra My Brilliant Friend! Però a parte il drama spagnolo, anche Netflix finalmente investe fuori dai confini Usa e regala meritatamente a capolavori come The Crown o Roma una vasta platea.

         
  • domenicomastrillo

    Non posso che ringraziarti per questo articolo. In questi giorni ho riflettuto spesso proprio sul processo che ha portato a far spopolare le serie tv. Ho cercato confronto nel posto giusto: il vostro sito.
    Ragionavo sulla rivalutazione, nel corso degli anni, della figura del nerd, (è stato influente anche il successo di The Big Bang Theory?), o sulla riconsiderazione della cultura pop, più bistrattata in passato. Forse la figura del nerd da una parte si è “allargata”, se pensiamo alle serie tv riusciamo ad avere tutti atteggiamenti “nerdiani”, basti pensare a quando ricordiamo a memoria chi ha scritto la 1 x 9 di Doctor Who. D’altro canto, nella sua accezione più pura, la figura del vero nerd si è “ristretta”, ci chiedevamo con un mio amico: “Esiste ancora qualche Nerd?”. Ma questo è un tema ampio e infinito, non vorrei uscire fuori-traccia.
    Credo che tu abbia ragione nel dare a Netflix il maggior ruolo possibile in questa trasformazione. Ha reso facile a tutti l’accesso a prodotti seriali, ed è anche chiaro come la maggior parte delle persone preferisca guardare prodotti disponibili nell’immediato invece di cercarsi chissà dove un The Americans, perché ha letto belle cose sul suo conto. Questo lo si può notare anche nella richiesta che tutti prima o poi riceviamo quando vogliamo consigliare una serie tv, ovvero: “Puoi consigliarmi solo serie che stanno su Netflix?”.
    Da una parte è una cosa bellissima: chi dei miei amici avrebbe mai visto Sons Of Anarchy senza Netflix? Come è altrettanto bello che sia approdato sulla piattaforma un prodotto come Community, quasi che mi fa sperare in quel famoso “movie”. Impossibile, poi, non pensare alla riscoperta che ha avuto Friends dopo trent’anni. Che gioia. Di tutto questo Netflix è l’artefice. D’altra parte ogni fenomeno ha i suoi strascichi più “antipatici”, come, in questo caso, i fenomeni “mordi e fuggi” (perché già non se ne parla più eh) che si creano per serie di dubbia qualità. Fenomeni che, inoltre, vanno che ad incidere in maniera ancor più negativa sulla qualità del prodotto, che deve cavalcare un’onda più grande di lui, alla ricerca di idee che non ci sono.
    Forse, come dici, stiamo assistendo anche alla scoperta di come, le generazioni più giovani, si approcciano al mondo seriale. A volte magari tutto questo fumo se ne va da solo senza che ce ne accorgiamo (qualcuno ha detto twd?):-D
    Voglio solo ringraziarti per questo articolo a grande richiesta, è stato un punto di vista chiarificante e interessante. Siete l’unico sito ad occuparsi seriamente delle serie. Inoltre si possono apprezzare tanti altri articoli simili nel vostro sito.
    Tanti cari saluti, alla prossima, spero presto:-)

     
    • Ricki Fornera L'autore dell'articolo

      Grazie per le tue parole Damiano, significano molto. Per quanto riguarda la questione nerd non saprei bene cosa dire, effettivamente penso che il termine stia lentamente scomparendo o come dici tu restringendo più che allargando, adesso venendo usato solo per additare gli appassionati di videogiochi o giochi di ruolo/da tavolo (ma anche qui, grazie a Youtube e Twitch molti videogiochi sono stati rivalutati dall’opinione pubblica).
      Come dici bene per Netflix bisogna distinguere i prodotti originali da quelli “storici” che vengono inseriti nel catalogo. Le serie terminate da anni e mandate in onda da altre emittenti sono sempre show che hanno segnato la televisione e quindi si va sul sicuro guardandole, perché sono sempre serie di qualità (SoA, Friends, BrBa, Mad Men, etc.), mentre per gli originali è un po’ una lotteria, dove ti può capitare la miniserie geniale che però ha solo una stagione e quindi non ha già una “base” di fan, oppure il nuovo fenomeno di massa, come appunto La Casa di Carta. Sarebbe interessante separare i due rami e avere una piattaforma dedicata unicamente a serie di culto (come già esistono per i film ad esempio) e una solo per prodotti nuovi e originali, per vedere quale otterrebbe più successo. Netflix però cerca di accontentare un po’ tutti e per ora direi che ci sta riuscendo alla grande, sperando che le sue rivali si impegnino nei prossimi anni maggiormente per essere all’altezza.
      A presto