Outlander – Stagione 5 2


Outlander – Stagione 5Se siete arrivati alla quinta stagione dell’epopea della famiglia Fraser a spasso nel tempo e nello spazio, non avete certo bisogno di sentirvi ripetere ancora quanto Outlander sia una serie unica e coinvolgente. Tuttavia ogni stagione porta con sé innumerevoli spunti di riflessione e si potrebbe parlare all’infinito a riguardo dei numerosi elementi e delle molteplici tematiche che caratterizzano ogni episodio di questo bellissimo affresco storico, che è anche una splendida storia d’amore e una storia d’avventura di ampio respiro.

Già, perché Outlander – esattamente come la fortunata saga di libri da cui è tratta – non si può definire in modo univoco, tantomeno può essere ascritta ad un genere definito senza dover fare accenno a troppe eccezioni: lo show di Starz pone, indubbiamente, al suo centro la storia del legame indissolubile tra i due protagonisti, Claire e Jamie, ma all’interno di questa romance si sovrappongono strati narrativi complessi e drammatici che attraversano la Storia del mondo – dal declino della cultura degli highlander scozzesi culminato con la battaglia di Culloden agli albori della Rivoluzione Americana – e si arricchiscono della particolare abilità dei suoi personaggi di viaggiare nel tempo. Nonostante nessuno abbandoni il diciottesimo secolo in questa stagione, infatti, lo showrunner Matthew B. Roberts non si lascia sfuggire i richiami all’epoca di origine di Claire, proponendo più volte confronti, richiami e flashback che contribuiscono a definire l’identità poliedrica della serie, in grado di dipingere un passato affascinante e storicamente accurato e, allo stesso tempo, di dimostrare un’attualità disarmante nelle tematiche trattate. Un equilibrio complesso che gli autori – coadiuvati da Diana Gabaldon, autrice della saga di romanzi e anche sceneggiatrice di un episodio di questa quinta stagione – riescono a mantenere sempre stabile, mai troppo sbilanciato da una parte o dall’altra.

Outlander – Stagione 5La stagione si era aperta con un episodio che aveva ripreso le linee narrative della scorsa stagione: l’Adunata e la croce, che si riaccende in vista dell’episodio finale, il matrimonio tra Brianna e Roger, anche quest’anno assoluti coprotagonisti visto anche il ritorno del villain Bonnet, e l’obbligo di Jamie che lo costringe a dare la caccia al padre putativo Murtagh, schieratosi dalla parte dei Regulators, rivoltosi che combatterono contro l’esercito inglese tra il 1765 e il 1771, poco prima dell’inizio della più nota Rivoluzione. Le storyline principali scandiscono i diversi momenti di questa annata e offrono percorsi di evoluzione ai personaggi che, come di consueto in Outlander, non sono semplici spettatori passivi che subiscono gli eventi bensì attori in continuo scambio e in comunicazione con il mondo intorno a loro.
Ne sono un esempio Brianna e Roger, coppia il cui rapporto ha seguito un percorso diverso e quasi più turbolento di quello di Claire e Jamie. Entrambi devono affrontare i propri demoni in questa annata: la donna scopre quasi subito che Bonnet è ancora vivo e continua a fare i conti con il trauma della violenza subita al quale si aggiunge la possibilità che il contrabbandiere gli porti via il figlio; Roger si sente spaesato nel diciottesimo secolo e lotta per sopravvivere non solo all’ambiente ostile rispetto al quale è totalmente impreparato, ma anche alle occhiate giudicatrici del suocero, la cui figura inarrivabile lo costringe ad un confronto impari.

Lo scontro con Bonnet non si consuma al termine della stagione – come tutti gli indizi lasciavano intendere – bensì due episodi prima del finale: “Mercy Shall Follow Me” pone una chiusura definitiva alla questione, forse un po’ frettolosa, con il rapimento di Brianna e il disvelamento delle intenzioni del villain. Stephen Bonnet viene in qualche modo umanizzato con il racconto delle sue umili origini e la volontà di entrare a far parte dell’alta società attraverso l’eredita di Jeremiah – con un interessante richiamo alla netta divisione in classi sociali della società coloniale del tempo – e la sua fine richiama una delle scene più belle della stagione, con Brianna che fa finta di leggere Moby Dick al criminale e quest’ultimo che si identifica nel capitano e non nella balena. Il legame tra Brianna e Bonnet è uno dei più sfaccettati che lo show abbia mai dipinto; si tratta di un rapporto vittima-aggressore dove però la donna, al fianco della rabbia e della paura nei confronti dell’uomo, comprende le ragioni che lo hanno portato a diventare quel tipo di persona, plagiata da una società che costringe ad essere homo homini lupus e a prendersi ciò che si desidera con la violenza. Il culmine di questo rapporto è il finale del suddetto episodio, con Brianna che uccide Bonnet prima che possa morire annegato – il suo peggior incubo – e che non risponde alla domanda di Roger che le chiede se l’avesse fatto per pietà o per vendetta: probabilmente per entrambi, ma la donna non ha bisogno di giustificarsi.

Outlander – Stagione 5Anche Roger deve lottare contro il suo essere totalmente inadatto alla vita difficile di un uomo nell’America pre-revoluzionaria: Matthew B. Roberts, al fine di amplificare la sua importanza nel racconto, cuce addosso al personaggio un episodio dove è protagonista assoluto e che presenta alcune delle intuizioni migliori della stagione. “Famous Last Words” sceglie magistralmente di rappresentare il trauma subito dall’uomo – la quasi morte per impiccagione – e le ferite riportate alle corde vocali attraverso la tecnica del cinema muto – un anacronismo che mai Outlander aveva mostrato in maniera così evidente, ma che funziona benissimo a livello metatelevisivo. La voce di Roger non è solo splendida quando la usa per cantare, ma è anche l’unica arma che possiede – lui era un professore – e l’unico talento che può esibire per non sfigurare di fronte all’apparente fermezza della moglie. Questa scarsa capacità di adattamento dell’uomo impatta contro le responsabilità nei confronti della famiglia, che sarà poi anche il motivo per cui capirà che casa è dove si trovano le persone che ama e non un luogo o un tempo definito.

Uno dei picchi drammatici della stagione è certamente la battaglia di Alamance e la morte di Murtagh nello splendido “The Ballad Of Roger Mac”. Lo scontro, riprodotto come sempre con perizia storica incredibile, si consuma nel quadro della soppressione della rivolta dei Regulators, ma l’elemento straniante è il ruolo di Jamie, costretto a indossare quella stessa giubba rossa simbolo di coloro che hanno massacrato la sua gente e distrutto la sua cultura. Nel momento del faccia a faccia con l’uomo che è stato per lui un padre, tuttavia, non c’è divisa che tenga e la scena in cui Murtagh salva la vita a Jamie per l’ultima volta è straziante ma coerente, ponendo fine ad un’altra delle relazioni meglio sviluppate della serie – che gli autori hanno scelto di portare avanti rispetto al romanzo, dove il personaggio trova la morte ben prima, a Culloden.

Outlander – Stagione 5Una delle cose più interessanti che emergono in questa stagione del secolare amore che lega Jamie e Claire è la capacità di riportare indietro l’altro dalla morte, di ritrovarsi sempre e comunque in un luogo che appartiene a loro soltanto, di dare costantemente al partner un motivo per continuare a lottare. Quando uno dei due sembra spacciato, infatti, è sempre la sua metà a ridargli forza e ad alimentare il suo desiderio di vivere: Claire si getta letteralmente sul suo amante per dimostrargli quanto abbia bisogno di lui in “Monsters and Heroes”, Jamie corre ad accendere la croce prima del season finale “Never My Love” in cui salva la moglie non solo in senso empirico dal rapimento, ovviamente, ma l’aiuta anche a superare il trauma delle violenze subite, lasciandole lo spazio che le serve per processare il dolore e dimostrandole l’appoggio di cui necessita. Interessanti, in tal senso, anche i flashpresent di Claire – che ricordano tanto quelli dell’ultima stagione di Lost – nei quali la donna si rifugia per sfuggire al dolore e immagina una vita immersa nell’amore dei propri familiari, ma soprattutto di suo marito. Outlander è prima di tutto una delle migliori storie d’amore della tv e uno dei più bei rapporti di coppia etero che si possano vedere rappresentati, e ad ogni stagione gli autori non fanno che confermarlo.

Outlander – Stagione 5Si potrebbe parlare ancora a lungo di questa stagione ma uno dei punti più importanti da toccare assolutamente è quello relativo alle violenze subite da Claire nel finale di stagione, uno dei momenti più scioccanti di questa annata. È vero, gli autori avevano già messo Brianna nella situazione di vittima di una crudelissima ma estremamente realistica scena di stupro lo scorso anno, e già lo avevano fatto nella prima stagione con Jamie che subisce violenze di tutti i tipi da parte di Black Jack Randall, portando nello show – in entrambi i casi – la necessità di fare i conti con le conseguenze emotive che un evento del genere causa. Un’altra scena di violenza sessuale – stavolta addirittura di gruppo – sembra essere un volersi accanire sui personaggi e un voler portare sempre più in alto l’asticella di quanto male si possa far loro; bisogna però capire in che contesto si colloca questa scena e, soprattutto in che modo viene rappresentata. Come anche gli autori della serie raccontano in alcune interviste, è importante lo sguardo che si usa per raccontare certe scene e non solo l’evento in sé: per esempio viene fatto notare come la più famosa scena di stupro di Game Of Thrones è stata messa in scena a partire dallo sguardo di un personaggio maschile esterno – Theon – che assiste, mentre le scene di violenza in Outlander mostrano sempre le reazioni della vittima. Nella scena in oggetto, infatti, si nota come Claire sia la protagonista assoluta e i suoi aggressori non vengono mai ripresi: non è, quindi, importante spettacolarizzare la violenza ma mostrare gli effetti che provoca in chi la subisce. Sempre in tema di rappresentazioni positive, per esempio, la serie è la prima della classe nel porre una differenza sostanziale tra i rapporti sessuali e le violenze sessuali, due cose che non potrebbero essere più diverse e che trovano un’adeguata linea di demarcazione nel modo in cui vengono mostrate – si pensi a Bonnet che sfoga i suoi istinti sulla prostituta e si metta a confronto con tutte le scene d’amore tra Claire e Jamie o tra Brianna e Roger.

In definitiva, Outlander continua a brillare di luce propria grazie a un team di autori – di cui fa parte anche Diana Gabaldon, quest’anno anche sceneggiatrice del penultimo episodio “Journeycake” – capace di adattare benissimo la saga di romanzi, facendo scelte intelligenti – anche quando si tratta di spostare eventi chiave presenti in libri successivi o di lasciare in vita un personaggio – e sfruttando al meglio il format televisivo, con episodi che rispondono alle esigenze della trama stagionale ma che non trascurano la verticalità. Gli unici nei di questa stagione risiedono in una struttura di fondo meno coesa rispetto al solito, che porta lo show a troppi finali anticipati – la trama di Murtagh si esaurisce a metà stagione, la trama di Bonnet che poteva trainare fino alla fine si interrompe di colpo, la possibilità che Brianna e Roger si smarrissero nel tempo viene convenientemente evitata.

Voto: 8/9

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Informazioni su Davide Tuccella

Tutto quello che c'è da sapere su di lui sta nella frase: "Man of science, Man of Faith". Ed è per risolvere questo dubbio d'identità che divora storie su storie: da libri e fumetti a serie tv e film.


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2 commenti su “Outlander – Stagione 5

  • ElenaS

    Nessuno ha commentato ancora, ma io sono contenta di leggere una recensione qui su questa serie. Per cui ringrazio e concordo con tutto. 🙂 Questa stagione non mi ha fatto esaltare, ma ha dei momenti molto belli, risolti anche con una certa eleganza, che ogni volta mi sorprende per una serie che dovrebbe essere una specie di feilleton moderno.
    Una cosa però non ho capito, anzi non ho digerito: lo stupro efferato alla fine. Perché? Perché sottoporre il personaggio a un male così grande e noi spettatori a un pugno dello stomaco come questo? Se non ha particolari conseguenze, a parte un generico “tensioni tra vicini”, e si risolve con l’abbraccio finale, è un’idea pessima e la trama poteva usare un altro espediente. Se invece ha – come dovrebbe – importanti e profonde conseguenze nella psicologia di Claire e nello sviluppo del suo personaggio, allora lo capisco: è una cosa che nessuna donna, pure in una serie in cui i personaggi sono un po’ idealizzati, potrebbe superare senza conseguenze gravi, è lo spartiacque di una vita una cosa del genere. Quindi attendo la prossima stagione.

     
    • Davide Tuccella L'autore dell'articolo

      Ciao Elena! Molti della nostra Redazione amano la serie, infatti se vai a cercare abbiamo recensito tutte le stagioni dalla seconda in avanti, con un articolo di consiglio della prima. 🙂
      Per quanto riguarda quello specifico evento, effettivamente ha inizialmente fatto storcere il naso ai più, me compreso, nonostante sia preso direttamente dai romanzi. Effettivamente la serie aveva già mostrato scene di stupro e di violenza (come ho ricordato nel paragrafo in cui ne parlo i più eclatanti sono quello di Jamie nella prima stagione e quello di Brianna nella quarta, ma ci metterei anche la stessa Claire costretta a lasciare che il re di Francia la violentasse nella seconda per salvare Jamie) e le aveva anche già problematizzate molto bene, ricordiamo bene come Jamie abbia avuto bisogno di molto tempo prima di poter anche solo pensare di poter tornare a vivere la sua sessualità con la moglie dopo Randall – e ancora adesso è un trauma che non può dimenticare. Non so se hai letto l’intervista che cito nell’articolo riguardo l’ultimo episodio (trovi il link) ma penso sia interessante e possa darti alcune risposte rispetto ai motivi che hanno indotto gli autori ad adattare quel passaggio dei libri nonostante tutto. Poi sono d’accordo, per vedere l’effettivo peso sulla vita futura di Claire di tutto questo, dobbiamo aspettare la sesta stagione.