PEN15 – Stagione 2


PEN15 - Stagione 2La prima stagione della serie Hulu PEN15 aveva sorpreso un po’ tutti per la capacità di affrontare con estrema naturalezza molti dei tipici temi centrali dei racconti adolescenziali, spesso troppo edulcorati e lontani dall’esperienza reale dell’essere teenager, e per il peculiare umorismo tutto basato sull’imbarazzo, in primo luogo delle protagoniste e poi dello spettatore – il cosiddetto cringe, da cui è stato plasmato il sottogenere detto cringe comedy. Le aspettative per questa seconda annata (in realtà divisa in due parti, ma non sappiamo ancora quando uscirà l’altra metà) erano quindi piuttosto alte, e possiamo già affermare di non essere rimasti delusi.

Il lavoro svolto da Maya Erskine e Anna Konkle, in collaborazione con Sam Zvibleman, il quale spesso dirige gli episodi, è notevole sia dal punto di vista della scrittura che della messa in scena e dell’interpretazione. Le due trentenni riescono anche in questo ciclo di episodi a portare sullo schermo le loro controparti tredicenni in modo oltre che assolutamente credibile anche parecchio divertente ed eccentrico, dando un tocco in più alle scene che le vedono protagoniste. Non si tratta solamente di reinterpretare le situazioni che la maggior parte di noi ha vissuto almeno una volta quando era alle scuole medie, ma di ricreare per intero le movenze e i piccoli gesti tipici degli adolescenti nelle loro svariate interazioni e nel loro modo di approcciarsi agli altri, e Maya ed Anna si calano perfettamente nella parte, tanto che ogni loro apparizione su schermo non potrà che far perlomeno sorridere chi guarda, vagamente imbarazzato, due donne adulte ammattire per dei ragazzini in piena pubertà.

PEN15 - Stagione 2Come nella scorsa stagione, ma in modo ancora più marcato, la leggerezza e la frivolezza di molte delle situazioni proposte da PEN15 viene alternata da momenti più emotivi, che spuntano fuori all’improvviso e per questo colpiscono maggiormente chi assiste alle vicende. Questo si nota benissimo nel terzo episodio, nel quale le due amiche si dedicano allo studio di incantesimi magici nella speranza di esaudire i propri desideri: in un attimo si passa dalla spassosa scena in cui Maya ed Anna pronunciano ad alta voce delle fantomatiche formule per evocare la strega Vendy Wiccany, al rituale messo in atto da Anna per poter scomparire definitivamente dal mondo dopo l’ennesimo litigio dei propri genitori. Un aspetto dell’infanzia e dell’adolescenza che emerge in maniera evidente da questa puntata in avanti (ma che si era già visto in parte l’anno scorso) è la creazione di un mondo fittizio nel quale rifugiarsi ogni qualvolta la vita reale ci metta di fronte a degli ostacoli apparentemente insormontabili. Quello che per molti bambini è un semplice gioco d’immaginazione può presto trasformarsi, più o meno inconsapevolmente, nell’unica ancora di salvezza per evitare di farsi sovrastare dalle difficoltà che li circonda. Così Anna cerca di rifuggire l’inevitabile divorzio dei genitori e arriverà a rendersi conto della vera situazione solo nell’ultima, straziante scena della stagione; mentre Maya deve fare i conti con l’essere più volte rifiutata, persino dal ragazzo che sembrava interessato a lei, ed è ancora in attesa del suo primo vero bacio.

Anche la messa in scena sembra aver fatto un deciso passo avanti, il che contribuisce a rendere ancor più fluidi e scorrevoli gli episodi, e lo si nota in particolare nella splendida puntata finale, “Opening Night”, che come nella prima annata fa culminare il racconto in uno spettacolo scolastico nel quale emergono tutti i progressi e la maturazione intrapresa dalle due protagoniste nel corso della stagione. Dal doppio episodio sulla recita viene a galla anche un aspetto che forse si sarebbe potuto approfondire di più nel corso della stagione e che invece viene un po’ trascurato: l’imprescindibile separazione dei percorsi di crescita delle due ragazze, che viene inizialmente vista con timore (e perciò Maya tiene nascosto ad Anna il fatto di avere le mestruazioni), diventa poi un punto di forza che permette loro di ottenere il successo tanto sperato, sia che si tratti di essere un’attrice sul palco, sia che di dirigere lo spettacolo da dietro le quinte.

PEN15 - Stagione 2L’aspetto forse più promettente di questa seconda stagione di PEN15 è la varietà degli episodi, che rivela l’enorme potenziale ancora non sfruttato dalle autrici, soprattutto se si considerano i diversi personaggi secondari che meriterebbero maggiore spazio, quali ad esempio Sam, che si è visto pochissimo fin qui, o Gabe e Maura. Ma anche sulle protagoniste Konkle ed Erskine sembrano avere ancora molto da dire, e la speranza è che lo facciano nelle prossime stagioni magari sperimentando di più con l’impostazione dei singoli episodi, che risultano un po’ troppo tradizionali nella forma per poter veramente inserire la serie tra quelle di maggior spicco all’interno del panorama odierno. I numerosi temi toccati, ma ancor prima l’originalità e l’onestà con cui questi vengono trattati, rendono PEN15 un prodotto di indubbia qualità e che riesce a intrattenere benissimo lo spettatore, talvolta stranendolo e mettendolo a disagio, talvolta facendolo empatizzare per il ricordo di esperienze passate, ma in ogni caso mantenendo la sua peculiare identità che la allontana dalle altre, pur numerose, serie TV incentrate sulle vite di un gruppo di adolescenti. Una stagione quindi ricca di spunti di riflessione e che riesce forse addirittura a superare la prima per intensità e lavoro sui personaggi, e che ci auguriamo possa rappresentare solo una piccola parte di quello che ci aspetta in compagnia di queste due trentenni adolescenti.

Voto: 8

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