Utopia – Stagione 1


Utopia - Stagione 1Era il 2013 quando il mondo venne sconvolto da una serie tv violenta sia psicologicamente che fisicamente, con un humor che più british e nero non si poteva e che toccava corde profonde nella società contemporanea: Utopia fu davvero una bomba nello stagno, che gli americani hanno appena tentato di replicare.

Di Utopia si parlò anche molto dopo la sua cancellazione, avvenuta dopo la seconda stagione del 2014: una storia che ovviamente veniva troncata – gli autori furono bravi a dare una parvenza di finale, anche se aperto – sul più bello, quando il livello di inquietudine e violenza aveva raggiunto picchi quasi fastidiosi. Il progetto americano di riportarla alla luce di qualche mese dopo naufragò quasi subito, e fu un peccato, anche perché al timone sarebbero dovuti esserci due mostri sacri come David Fincher e Gillian Flynn.
Il progetto è stato ripreso nel 2018, con la sola Flynn al comando, per Amazon Prime Video: un progetto che rimaneva comunque interessante, avendo la scrittrice dato alla luce molti romanzi e film/serie tv dai toni cupi e inquietanti, vera e propria maestra della tensione (pensate solo a Gone Girl e Sharp Objects). Un progetto che però suonava subito come ambizioso e pieno di insidie: gli inglesi hanno tutto un loro modo di mettere in scena la violenza, una gialla esplosione di dolore venata da un rivolo di humor nerissimo in cui sono imbattibili nel mondo. Quindi, com’è stato questo remake di Utopia?

Utopia - Stagione 1Partiamo dalla trama, che ha un po’ di differenze rispetto all’originale, ma che cerca di tenere intatti alcuni momenti topici della serie madre, quei momenti che all’epoca avevano addirittura fatto storcere il naso a qualche associazione di consumatori anglosassone: due su tutti, il cucchiaino e l’occhio di Wilson Wilson e la strage di bambini in una scuola da parte di Pietre.
In questo caso, la prima rimane quasi identica, la seconda diventa una strage domestica – anche di bambini – durante una festa familiare. Benché le scene risultino comunque forti e impattanti, se si ha ancora in mente quelle viste nel 2013 si ha la sensazione che queste siano un po’ meno coinvolgenti a livello emotivo, soprattutto la seconda: forse la scelta di evitare di replicare la sequenza scolastica (un tema sempre attuale e scottante per la società statunitense) un po’ smorza la potenza empatica che aveva l’originale. La scelta è comprensibile, ma rende il tutto un po’ già visto e prevedibile.
Questo è sicuramente un punto da tenere buono anche per molte altre scelte visive e concettuali: la versione a stelle e strisce di Utopia dà sempre l’impressione di avere un po’ il freno a mano tirato, senza veramente rischiare quel terreno in cui il mostrare qualcosa di violento e disturbante passa dal lecito al non lecito.

La forza che però ha la nuova serie viene da un incastro di avvenimenti del tutto involontari alla produzione, che forse rendono questa versione di Utopia più oscura e angosciante di quanto in realtà non sia: il rilascio durante la pandemia di Coronavirus sicuramente rende il cuore della serie ancora più nero, mettendo in mostra diversi scenari complottistici che negli scorsi mesi hanno tristemente preso piede anche nella realtà. Il personaggio di Wilson Wilson allora prende quasi completamente la scena – all’interno del gruppo di nerd che suo malgrado si ritrova al centro di un complotto internazionale – dipingendo una certa fetta di popolazione che è sempre pronta a qualche gigantesco complotto governativo, che vede segnali di fine del mondo ovunque e che vive le sue giornate navigando nel dark web e cercando notizie che confermino la sua paranoia. Da questo punto di vista, Utopia è sicuramente coinvolgente e sinistramente affascinante, come se rispondesse a una delle domande più scomode per la gente razionale: e se un giorno venisse fuori che questi complottisti hanno ragione?
Ovviamente poi la storia aggiusterà il tiro, facendo passare Wilson dalla parte dei cattivi, affascinato dal piano diabolico di Mister Rabbit, sentendosi parte di un qualcosa talmente grande ed epocale da sentirsi finalmente utile a qualcosa. Cosa che succede di riflesso anche per tutti gli altri, a cominciare dalla tragica Jessica Hyde, che porta alla luce anche il tema della violenza sui minori e delle conseguenze che un’infanzia difficile può avere sugli adulti del futuro, vedi il suo contraltare Arby.

Utopia - Stagione 1

Proprio Arby è forse il personaggio meno riuscito di questo remake, sempre nell’ottica di compararlo a quello originale inglese: benché Christopher Denham abbia fisico ed espressione adatta, non traspare dal suo sguardo tutto quel vuoto e quella cupa disperazione che sprigionava Neil Maskell nel suo Pietre.
Il resto del cast rimane comunque di livello, a partire da un inedito John Cusack che è molto bravo nella parte del supervillain, soprattutto nell’ultima puntata, quando la sua recitazione rende il momento dell’interrogatorio molto coinvolgente.
In linea generale, i personaggi di questo nuovo Utopia non potevano comunque ricreare la stessa atmosfera di quelli originali: gli inglesi, come dicevamo, hanno tutto un loro modo di recitare queste parti tragicomiche che gli americani tendono a spettacolarizzare in qualche modo. Anche la prova di Sasha Lane, seppur convincente, non può essere paragonata a quella che fu dell’irlandese Fiona O’Shaughnessy.

Il finale rimane aperto per una eventuale seconda stagione (non ancora confermata), dopo otto episodi che, nonostante perdano al confronto con l’originale britannico, rimangono comunque un buon prodotto di intrattenimento, divertente e abbastanza coinvolgente, soprattutto verso il finale di stagione.
La speranza per il futuro è che Flynn torni a quella cupezza di fondo che aveva contraddistinto tutti i suoi lavori precedenti, per rendere anche questo show memorabile come la sua prima versione inglese.

Voto: 6/7

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Informazioni su Ste Porta

Guardo tutto quello che c'è di guardabile e spesso anche quello che non lo è. Sogno di trovare un orso polare su un'isola tropicale.

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