Eccoci arrivati al secondo appuntamento settimanale con Loki, ultimo show nato dalla collaborazione tra Disney+ e Marvel, i quali hanno deciso di portare sul piccolo schermo diversi eroi che fino a poco tempo prima erano apparsi solo al cinema; Loki, ritenuto da molti uno dei villain più carismatici dell’universo Marvel, depone la maschera da cattivo in questo show a lui dedicato, che ce lo racconta non più come spietato Dio dell’inganno, ma come colui che può salvare la Sacra Linea Temporale dalla distruzione.
Gli eventi di “Glorious Purpose” hanno portato Loki dietro ad una scrivania, quella della TVA, la Time Variance Authority, che ha deciso di risparmiargli la vita a patto che mettesse in campo la sua esperienza per catturare un’altra minaccia ben più temibile: una versione alternativa di Loki stesso che, viaggiando nel tempo, sta mietendo vittime anche tra la TVA. Così si apre questo episodio, che ritrae il nostro protagonista non solo schierato dalla parte dei buoni, ma anche attivamente all’opera per aiutare l’Autorità e catturare la Variante che tutti stanno cercando disperatamente. Iniziano così una serie di viaggi nel tempo che portano Loki nel 1985, poi a Pompei nel 79 A.C. e successivamente nel 2050 in Alabama, durante l’attacco di un uragano che sta per distruggere un’intera città. È proprio qui che avviene il primo incontro tra il nostro Loki e la sua versione alternativa che sta mettendo in crisi la Sacra Linea Temporale: scopriamo che la Variante è una versione femminile di Loki, che riesce a scappare teletrasportandosi insieme al nostro protagonista, che la segue in modo volontario.
Detto ciò, è chiaro che “The Variant” porti sul tavolo diversi colpi di scena che rendono questo episodio godibile sotto un punto di vista più superficiale, ma è altrettanto palese che vengano trattati alcuni temi nuovi ed interessanti, che potrebbero rendere piacevole la visione di Loki anche sotto altre chiavi di lettura: parliamo nello specifico della caratterizzazione del personaggio Loki e del tema dei viaggi nel tempo, che di per sé non è né nuovo né innovativo, ma che potrebbe avere del potenziale se calato nell’universo seriale Marvel.
Partiamo prima di tutto dal nostro protagonista, Loki, uno dei personaggi Marvel con più seguito e capace di generare hype con ogni sua apparizione nei film di Thor o degli Avengers; la scelta di dedicare uno show a questo personaggio sulla carta è vincente, ma non è un compito facile proprio per la sua natura. In quanto Dio norreno storicamente trattato da antagonista, di Loki è sempre stato narrato il carattere, ma raramente ci si è soffermati sulle sfaccettature della sua personalità, scelta coerente con la tipologia di personaggio secondario che è sempre stato – ricevendo anche meno airtime rispetto ad altri personaggi che ricoprivano il ruolo di protagonisti.
La sfida di “Glorious Purpose” e di “The Variant” è stata proprio quella di raccontarci Loki a 360 gradi, partendo da una base di informazioni consolidate con i film, ma avendo comunque grandi libertà. È grazie a questa libertà che Michael Waldron ha potuto parlare di un Loki asservito alle forze del bene, ma comunque intenzionato a conquistare la propria indipendenza. Le scene più importanti al riguardo sono quelle in cui la trama si prende un attimo di pausa, come nei primi minuti dell’episodio, quando vediamo il nostro protagonista alle prese con un assistente digitale a forma di orologio: questi sono i momenti in cui la personalità di Loki prende vita e lui diventa un personaggio che potrebbe portare sulle proprie spalle il peso di questa miniserie.
L’altro tema chiave di “The Variant” è quello dei viaggi temporali: per la prima volta vediamo una serie Marvel in cui si viaggia nel tempo con questa frequenza. Aprire un discorso sull’attendibilità storica delle ambientazioni sarebbe inutile – lo show non vuole essere in nessun modo documentaristico –, ma il concetto di viaggio nel tempo di per sé apre le porte ad una serie infinita di quesiti anche a carattere morale che i nostri personaggi, prima o poi, si porranno; sarà interessante vedere in quel momento come Michael Waldron deciderà di portare avanti le cose, sia sul piano narrativo, sia su un piano più profondo, quello che concerne la caratterizzazione di Loki e del resto della squadra in cui lavora. Per il momento questo tema è stato solo introdotto e non è difficile pensare che prenderà sempre più spazio nei prossimi episodi.
È chiaro che Loki sia uno show molto interessante, ma che ancora deve sbocciare e “The Variant” ne è un esempio perfetto; le premesse per uno show di successo ci sono, ma resta comunque un dubbio: a quattro episodi dal season finale c’è ancora tempo per mostrare i punti forti dello show poco per volta? Il colpo di scena nel finale del secondo episodio potrebbe essere un vero punto di svolta per lo show, che non mancherà di riservarci sorprese, come ha fatto fino ad ora.
Voto: 7